Da 3 anni gli negano la pensione per timore di pagarla ad un altro

Da 3 anni gli negano la pensione per timore di pagarla ad un altro Da 3 anni gli negano la pensione per timore di pagarla ad un altro A Pianetto, Domenico Chiolerio, 83 anni, attende pazientemente le poche migliaia di Kre che gli spettano quale coltivatore diretto inabile al lavoro: ha lo stesso nome di battesimo di suo padre e di suo figlio e ciò crea complicazioni -1 doni dei vigili urbani di Torino ai bambini ed ai vecchi della Val Soana, i soli rimasti nelle baite ina, Domenico Chiolerio r riceve il dono dei vigili DAL NOSTRO. INVIATO Piamprato, mercoledì sera. Alla frazione Pianetto in Val Soana sono rimasti circa trenta abitanti: qualche bambino e molti anziani. Fra questi vi è il vecchio calderaio Domenico Chiolerio di 83 anni che da parecchio tempo, pur essendo perfettamente in regola con i versamenti ironicamente detti previdenziali, aspetta invano la pensione a causa d'una complicazione anagrafica. Suo padre si chiamava Domenico e suo figlio porta lo stesso nome. Tre Domenico Chiolerio nati nella stessa località sono troppi per la nostra burocrazia, anche se uno di essi è defunto da parecchi decenni: il problema pare insolubile sicché lo sventurato attende da S anni che si sciolga il nodo gordiano nella sua misera baita, nutrendosi quasi esclusivamente di patate condite con quel po' di burro' che i pietosi vicini, ancorché lontani dall'agiatezza, gli regalano di tanto in tanto. Ho conosciuto Domenico Chiolerio ier l'altro accompagnando tre vigili urbani torinesi — il brigadiere Napoleone Nicchio ed i signori Sàlengo e Panizzieri — i quali con l'autorizzazione del Comando s'erano recati in Val Soana per distribuire ai bimbi e ai vecchi di quelle montagne una parte dei doni per l'Epifania offerti agli agenti del traffico e a questi desti- nati a varie iniziative,bene fiche. Domenico ChioUrio — si diceva — ha dimostrato un'assoluta' lucidità di mente e persino inclinazione ad un bonario humour. Per esempio ha scherzosamente rilevato il fatto che i vigili, considerati dai paesani che si recano in città come spaventapasseri e inflessibili distributori di multe, sappiano trasformarsi in cortesi messaggeri d'amicizia; ha ricordato che « i vecchi sono come i bambini > e quindi molto gradiscono i dolci, < soprattutto se accompagnati da una buona bottiglia ». Poi ha soggiunto con improvvisa amarezza: cVeramente quando ho sentito bussare all'uscio ed ho visto forestieri, speravo venissero per annunciarmi la pensione. Pazienza. ' Attenderò ancora, ma non vorrei che la buona notizia giungesse il giorno dei miei funerali >. Ho domandato a quanto ammonterebbe questa pensione. Diecimila lire al mese. E il parroco di Piantonetto, don Giuseppe Rogano (un canavesano di Strambino che giunse 1S anni or sono giovanissimo in questa vallata e si prodiga nor sulo come < curatore di anime >) mi ha spiegato che la quasi totalità dei vecchi di quelle montagne vivono con un'analoga pensione: quella cioè per i Coltivatori diretti. Non di rado, nel parlare di montagne e montanari, si indulge parecchio alla rettorica e ai luoghi comuni. Si insiste nel descrivere come aree depresse vallate in cui, anche se gli introiti monetari non sono ingenti, in pratica la ridotta popolazione è vicina al benessere, in quanto — per Io meno — si sottrae al nevrotico anfanare della gente di città che tanti ne guadagna, tanti ne spende. Ma per chi è rimasto in vai Soana, come in certe vallate cuneesi, non si cede alla retorica deamicisiana parlando di stenti e miseria. I giovani hanno risolto i problemi scappando al piano, ma i vecchi sono rimasti lassù, nelle loro baite che di anno in anno diventano stambugi, senza risorse. < D'estate — racconta don Rogano — è tutto diverso. C'è molta gente, anche perché Pianetto, che un tempo aveva mille e più abitanti, disseminò in Italia e all'estero intere generazioni d! calderai, i quali in parecchi casi hanno fatto fortuna e tornano nel villaggio dei padri e dei nonni per qualche giorno a dare un'occhiata. < Finora però questo turismo nostalgico era ostacolato dal fatto che oltre Valprato Soana non c'era una vera strada per risalire sino a Piamprato. Con l'anno in corso almeno questo problema dovrebbe espere risolto o in via di soluzione: la strada verrà asfaltata fin qui e speriamo lo sia anche oltre fino a Piamprato. Amministrazione comunale e provinciale nonché la Cooperativa, appaltatrice dei lavori, agiscono con molta comprensione. Purtroppo in montagna ogni opera pubblica è moito cara: 30 milioni, assegnati dalla Cassa per il Mezzogiorno, sono stati ingoiati dalla sola costruzione dei nuovi ponti in cemento. E resta sempre 11 problema dei vecchi. La loro fedeltà alla montagna non è certo premiata». Nel corso della nostra visita ci siamo spinti sino a Piamprato lungo una stradata angusta, con molte e strette svolte, che il ghiaccio e li neve rendono pericolosa. Anche a Piamprato vivono poehe persone anziane e tre bambini soltanto, per i quali III pur modesta, quasi simbolica distribuzione dei pacchi recati dai vigili di Torino, ha rappresentato una festa. La conca circolare di Piamprato, fondo antico d'un lago, è cinta da monti e dominata dalle ardite guglie della Borbotta; giustamente viene definita la località più bella della valle Soana, nonostante sia attraversata da una linea ad alta tensione che deturpa il paesaggio. Quando sarà collegata al resto del mondo con una * vera» strada potrebbe ricavare dal turismo un sostegno economico tale da garantire l'indispensabile per la sopravvivenza del villaggio. Ma non bisogna perdere tempo. Il caso-limite di Domenico Chiolerio sta a dimostrare come la situazione per i vecchi della vai Soana sia drammatica e quasi disperata. Remo Griglie