Chi imitò la firma del sindaco di Gressan?

Chi imitò la firma del sindaco di Gressan? Chi imitò la firma del sindaco di Gressan? Tre imputati e 50 testimoni al processo per cal'elezione del presidente dei bacini montani - Il gato 8 milioni) è una grossolana falsificazione - tore ed un figlio di famiglia scioperato, che cedet nata dal Tribunale su istanza dei difensori del Cunéaz, avanzata nella prima e unica udienza del processo che si ebbe lo scorso anno, il 30 gennaio. Secondo 1 periti infatti la firma del Duclos sarebbe stata copiata ricalcandola da altro documento. Se la dichiarazione fosse stata autentica, non v'è dubbio che avrebbe coinvolto numerose personalità politiche valdostane, dopo essere stata deposta sul tavolo del Procuratore della Repubblica dallo stesso avv. Marcoz. che l'aveva ricevuta dalle mani del Salvai, il quale asseriva di averla avuta a sua volta dal Tubère. Quest'ultimo asseriva di averla sottratta in casa della madre, nota dirigente democristiana. Solo in un secondo tempo il Tubère, di sua spontanea volontà, smentì tale provenienza ed accusò il Salvai di avere Dpi nostro COrrJsnont/cntc Aosta, mercoledì sera. Innanzi al nostro Tribunale sono comparsi stamane a piede libero Luciano Salvai, di 49 anni, Renzo Tubère, di 34 anni, e Savino Cunéaz, di 24 anni, tutti e tre Imputati di falso in scrittura privata e calunnia. In apertura d'udienza sono stati chiamati 1 50 testimoni citati dalla Difesa e dall'Accusa, fra i quali I presidenti della Giunta della Regione autonoma valdostana avv. Severino Caveri, e del consiglio avv. Oreste Marcoz, e numesi esponenti di quasi tutti 1 partiti. L'operazione sta richiedendo più tempo del previsto. Numeroso il pubblico presente dietro le transenne. A presiedere il Tribunale è 11 consigliere della Corte d'Ap nello di Torino dott. Mongardl ed al banco dell'Accusa è il dott. Caccia, procuratore della repubblica di Aosta. Difensori per 11 Salvai sono gli avvocati Luciano Salza, di Tori no e Antonio Canino, di Aosta, per il Tubère l'avv. Vittorio Giulio, di Torino, e per il Cunéaz gli avvocati Ugo Spagnoli di Torino e Giovanni De Vita, di Aosta. I fatti che hanno portato i tre sul banco degli imputati risalgono agli ultimi mesi del '61. Il Salvai, allora era esponente dell'Union Valddtaine ed ora consigliere del Comune di Aosta, presentò al presidente della giunta In carica, avv. Marcoz, una dichiarazione nella quale 11 sindaco del comune di Gressan, Giuliano Duclos, dichiarava di avere ricevuto 8 milioni di lire dall'avv. Cesare Bionaz, presi dente della Cooperativa prò duttori fontina, con il preciso scopo di far convergere 1 voti per la presidenza del Consor zio dei bacini imbriferi mon tani della Valle d'Aosta su un candidato democristiano. Il documento peraltro risultò falso, dopo una perizia ordi¬ Misterioso del lunnia sulla pretesa compravendita di voti nel documento da cui risulterebbe il broglio (pa Accusati il candidato sconfitto, un suo sostenite per denaro la dichiarazione compromettente architettato tutto il piano. Il viaggio a ritroso del documento, dalle mani del Procuratore della Repubblica a quelle del presidente Marcoz, a quelle del Salvai, è chiaro e inconfutabile, ma il mistero comincia a farsi impenetrabile al di là della figura del Salvai per le numerose contraddizioni che esistono circa 1 suol numerosi passaggi. Oggi poi che il documento, dopo l'intervento dei periti grafici, s'è rivelato falso, la prima domanda che ci si pone e che si porrà 11 Tribunale è questa: «Chi ha falsificato il documento? ». Il Tubère, che, come si legge nella sentenza di rinvio a giudizio, era sempre alla ricerca disperata di soldi, oppure il Salvai, che, candidato alla presidenza del Consorzio bacini imbriferi, era stato sopravvanzato da un altro candidato, che detiene tuttora la itto in Australia carica, e che è il democristiano cav. Albino Brun? Tra 1 due, Savino Cunéaz, personaggio di secondo piano, che in un primo tempo era accusato di avere carpito la buona fede del suo sindaco, facendogli firmare in bianco un foglio di carta da bollo da 200 lire che, compilato da una segretaria del Comune, avrebbe dovuto servire alla voltura di un'auto. L'atto, invece, secondo l'Accusa, sarebbe stato poi compilato non si sa se dal Salvai o dal Tubère oppure dallo stesso Cunéaz per dimostrare, falsamente, come nell'elezione del presidente del bacini imbriferi ci fossero stati brogli Alle 11, dopo che il presidente Mongardi ha trattenuto parte dei testi nella saletta apposita, invitando gli altri a tornare domattina, hanno inizio le prime battute del processo. Viene chiamato il Cunéaz che dichiara: — Non ho mai conosciuto né il Salvai né il Tubère. Non mi sono mai interessato di politica. — Ha mai avuto occasione di rivolgersi al sindaco Duclos qualche voltat — incalza il Presidente. — Una sola volta — risponde l'Imputato —: il 9 giugno 1961 sono andato a casa sua per un certificato di residenza, essendo il municipio chiuso. Ricordo che era un venerdì ed il sabato mi avrebbero dovuto consegnare un'auto; era Quindi urgente il documento che attestava la mia residenza nel comune di Gressan. Andammo in municipio e lui firmò in bianco la carta bollata, lasciandola poi sul tavolo perché l'indomani mattina fosse compilato dalla sua impiegata. Il giorno dopo andai a ritirare il documento e lo consegnai al venditore dell'auto. L'imputato Tubère inizia quindi il racconto dei suoi contatti con 11 Salvai, cominciati il 2 ottobre '61. II processo continua. i. v.