Zio e nipote accusati

Zio e nipote accusati Zio e nipote accusati di un falso testamento Per ereditare una casa avrebbero indotto un congiunto minorato a redigere il documento firmandolo col nome della sorella defunta • La frode è provata dal fatto che una paralisi impediva alla donna di impugnare la penna 1.f„||fnriiiii.,liii.il.iii.)miiiz Alessandria, mercoledì aera. Un processo per circonvenzione d'incapace e falso in scrittura privata contestata a due alessandrini e che trae origine dalla compilazione di un testamento, redatto, secondo l'accusa, falsamente per ereditare beni immobili, si celebra stamane davanti al tribunale di Alessandria. Di fronte ai giudici sono citati 11 pensionato Giacomo Caligarla, di 85 anni, da Castellazzo Bormida e la nipote sua, Giuseppina Molinari, di 53 anni, da Alessandria, 1 quali devono rispondere delle due predette accuse. Il Caligarla, che per molti anni e stato bidello alle scuole elementari di Castellazzo, la moglie sua, Francesca Varesini, nel 1948, non avendo figli, avevano sottoscritto una dichiarazione del seguente tenore: «Trovandoci sani di mente e di corpo e volendo ir tempo disporre delle nostre facoltà, in caso di decesso, con il presente atto disponiamo che di tutto quello di nostra proprietà sia erede universale chi resterà solo». Undici anni dopo, deceduta la consorte, 11 Caligarla si presentava al notaio Moccagatta per registrare quella dichiarazione come testamento della Varesini. Il legale però, ritenuto che in base al Codice civile quel documento non avesse alcuna validità di scheda testamentaria, non aderiva alla richiesta del pensionato, 11 quale, qualche tempo dopo, accompagnato dalla nipote, Giuseppina Molinari, figlia di una sorella della moglie, si recava da un altro notaio, il dottore Brezzi, chiedendo la pubblicazione di un testamento olografo della consorte, sottoscritto in data 15 luglio 1957. In questo documento era scritto «Lascio erede della mia parte di casa mio marito, Giacomo Caligarla ». Tale testamento veniva depositato e l'ex-bldello vendeva l'edifìcio di cui era comproprietario con la moglie in Castellazzo, acquistando un appartamento a Loano, che intestava alla Molinari. Senonché nel novembre 1961 il Procuratore della Repubblica di Alessandria riceveva un anonimo esposto contenente gravi accuse contro il Caligaris e la Molinari. I carabinieri, incaricati di indagare sulla veridicità meno della denuncia, accertavano che il pensionato e la nipote, approfittando delle menomate condizioni psichiche di un fratello della Francesca Varesini, a nome Francesco, 10 avevano indotto a redigere e firmare con il falso nome della sorella quello che era sta to fino allora considerato il te stamento della defunta. Pochi mesi prima che Francesco Varesini venisse a mor te, sul finire del 1960, zio e ni potè avrebbero convinto inoltre 11 congiunto a sottoscrivere una dichiarazione In cui egli rsalpmlrtsdmrdlipmifrcdzrf rzio imbrifer riconosceva la validità del testamento della sorella, dando atto di avere ricevuto, a titolo di completa tacitatone del propri diritti, la somma di 300 mila lire. Infine, nel corso dell'inchiesta, 1 carabinieri appuravano un'altra circostanza tale da escludere che Francesca Varesini avesse potuto redigere di suo pugno 11 testamento: ella era totalmente paralizzata e quindi non in grado di impugnare una penna, Poiché il Caligarla e la Molinari respingevano le accuse, il magistrato ordinava una perizia grafica e questo ei me accertava come a vergare il documento fosse stato Francesco Varesini. Cosi, nei confronti del due, al instaurava regolare procedimento penale conclusosi con una sentenza del giudice istruttore dott. Boizio, il quale, in base alle prove raccolte, rinviava a giudizio 11 pensionato e la nipote per circonvenzione di Incapace nel confronti del Varesini e per falso in scrittura privata. < I due imputati continuano però a proclamare la loro più completa Innocenza ed assoluta buona fede, escludendo di aver agito a scopo di lucro e dichiarandosi vittime della mal dicenza altrui. Giovanni Camagna Orrìbile suicidio nella notte Si svena per la strada un ignoto a Rivarolo Rivarolo Can., mercoledì sera. (g.d.v.) Nelle prime ore di stamane è stato rinvenuto cadavere, di fronte alla trattoria «della Pista», in corso Indipendenza, sui quaranta, uno sconosciuto. Lo sventurato si è tolto la vita tagliandosi le vene al polsi ed è morto per dissanguamento. I carabinieri stanno conducendo indagini per accertare l'identità del morto. Si era creduto dapprima di poterlo Identificare in un quarantenne di Rivarolo, separato dalla moglie ed in cattive condizioni di salute, ma la donna, convocata all'ospedale per il riconoscimento ha escluso si trattasse del coniuge. Quasi certamente 11 morto è un forestiero. Tre cuneesi feriti nell'auto finita nel prato ' Cuneo, mercoledì sera'. '(d.m.) Tre giovani sono rimasti feriti In un grave incidente stradale avvenuto stanotte sulla provinciale CuneoMondovl, nei pressi di Beinette. Una « 600 » guidata dal ventunenne Mario Giraudo, cameriere, residente a Borgo San Dalmazzo, e con a bordo il ventenne Secondino Viano, meccanico, e Luciano Gallo, di 24 anni, questi ultimi, di Cuneo, forse per il fondo gelato all'uscita di una curva è finita fuori strada, rotolando in un prato. I malcapitati, soccorsi e trasportati al nostro ospedale, venivano giudicati: 11 Giraudo con prognosi riservata per probabile frattura della base cranica, gli altri due guaribili in dieci giorni. o ad Aosta