in rissa
in rissa in rissa La vittima, 30 anni, ha avuto il capo sfondato a colpi di sbarra di ferro e giace in fin di vita alle Molinette di Torino - In auto con un compaesano di Borgofranco, era venuto a diverbio con alcuni giovinastri: un ragazzo sedicenne, addetto ad un baraccone, Io ha percosso selvaggiamente - Il feritore, che si è subito costituito, è fratello dell'assassino d'una mondana Interrogato più tardi dal commissario-capo, dott. Battegazzorre, Angelo C. confermava la confessione ed all'alba veniva trasferito alle carceri sotto l'accusa di tentato omicidio. La polizia sta ricercando gli altri protagonisti della rissa e fra questi il guidatore della « Giulietta », quasi certamente compaesano del ferito, di cui non si ha traccia. Sincero C. il diciottenne fratello dell'arrestato è stato rintracciato stamane, al lavoro, in un'officina di Porta Torino: non aveva detto nulla in famiglia e la madre ignorava che Angelo fosse in carcere. Bernardo Bovo, la vittima, contadino-operaio presso l'Alluminio Italiano s. p. a. di Borgofranco è assai stimato in paese e vive con la madre vedova lun altro fratello fr sposato), abbastanza agiatamente grazie al reddito delle terre che coltiva in proprio. Il saperlo in pericolo di morte ha destato commiserazione ed anche stupore, trattandosi di persona aliena dalla violenza. me, con la barra insanguinata fra le mani. Incerto dapprima sul da fare, il giovane alfine si decideva: ritornava sui suoi passi, posava la sbarra su di uno dei carrozzoni e quindi si dirigeva a piedi al commissariato di P.S. che si trova poco distante, dove, all'agente di servizio, raccontava sommariamente l'accaduto: « Ho colpito al capo un uomo ricino ai giardini pubblici. Credo sia morto ». Subito, sul luogo indicato si dirigeva il sottufficiale Di Bartolomeo, accompagnato dall'agente Barro. Essi effettivamente notavano una larga chiazza di sangue vicino ad una delle brevi rampe di scale che immettono nei giardini pubblici. Si portavano allora all'ospedale, ed apprendevano che pochi minuti prima era stato ricoverato un uomo in gravissime condizioni, poi identificato appunto per Bernardo Bovo. A soccorrerlo erano stati due automobilisti, Giacomo Garda e Michele dienti, i quali, transitando per corso Botta, avevano visto il ferito steso a terra. palo, aveva trovato lavoro una ventina di giorni addietro, presso l'autopista della ditta Dami che ha impiantalo i suoi baracconi in piazza Freguglia, di fianco ai giardini pubblici, in occasione delle festività di fine d'anno. Anche ieri sera, verso le SO, egli era uscito di casa con il fratello Sincero, di 18 anni ed un amico di nome Rocco, per recarsi al lavoro. Tuttavia poiché scarseggiavano i clienti sull'autopista, sferzata da un vento gelido, si era intrattenuto con altri tre o quattro amici, divertendosi a dileggiare alcune mondane. Erano circa le B2,S0 quando il gruppetto dei giovani scorgeva, poco lontano dalle tlonne, una « Giulietta » con a bordo due uomini. Rite- OD 19 Ivrea, sabato sera. Un ragazzo di Banchetto ha tentato, stanotte, di uccidere con una sbarra di ferro un giovane di Borgofranco, con il quale aveva avuto uti diverbio a causa di alcune «passeggiatrici ». Il sanguinoso episodio è avvenuto a Ivrea nella zona dei giardini pubblici, verso la mezzanotte. Il ferito, Bernardo Bovo, di SO anni, residente nella vicina Borgofranco in via Vittorio Emanuele 19, è stato dapprima ricoverato all'ospedale civile di Ivrea, dove i medici gli hanno riscontrato lo sfondamento della volta cranica ed un profondo stato commotivo. Più tardi, poiché le sue condizioni peggioravano, il Bovo c stato trasferito con un'autoambulanza della Croce Rossa, alla clinica neurologica universitaria, presso le Molinette di Torino, dove versa in imminente pericolo di vita. I neuro-chirurghi, nonostante le assidue cure a cui l'hanno sottoposto, si mantengono assai cauti sulla prognosi e le probabilità di salvarlo parrebbero essere alquanto diminuite nelle ultime ore. Il mancato omicida è Angelo C, di sedici anni. Abita a Banchette in via Pavone due ed è fratello minore di Severino Caldinelli, il giovane che nell'aprile '63 fu riconosciuto assassino di una mondana di Ivrea, Stefania Azzalin. Angelo, da tempo disoccu- r. a. Era in missione commerciale a Milano
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