Kiev; le pianure del f avoloscrTaras Bulba

Kiev; le pianure del f avoloscrTaras Bulba Kiev; le pianure del f avoloscrTaras Bulba 91 1 ;■• 1: r.h "ino polare' raffigurano « il 'sogno d'un pasticciere impazzito ». Lungo il Chresciatik, una folla densa passeggia in ogni ora del giorno. Dinanzi al parco dov e' il monumento a Scevcenko,, il Puskin ucraino, la facciata dell'Università è d'un rosso pompeiano, imposto chissà da Il sole meridionale batte sulle cupole di Santa Sofia e della Lavra, l'antico monastero di Pcchersk. La collina del principe Vladimir offre un quadro grandioso e bizzarro: dalle pianure del grano e del favoloso Taras Bulba alle architetture del nuovo Chresciatik, che secondo il detto po- chi e per quali ragioni, mentre merita attenzione un vecchio edificio color paglicrih v. là ebbe sede il famoso ginnasio di Kiev, descritto da Konstantin Paustovskij, da Ehrenburg, da Bulgakov, e ricordato con venerazione da tutti gl'intellettuali umanisti d'altri tempi. 'L'immagine di Kiev, e dell'Ucraina, per gli stranieri lontani, è spesso legata non solo alla grande letteratura (dai raccónti gogoliani sui cosacchi di Zaporoze a Bulgakov) ma pure ai personaggi delle famose rivolte contadine, Stenka Razin, Pugacev, il « bandito » Nestor Machnof capo della sollevazione anarchica del 1918-'21 («.Non c'è nulla — secondo Dostoevskij — di più seducente per l'uomo che il libero arbitrio, e nulla di più doloroso »). Una fonderia delle st elettronici capaci d'una velocità di 30 mila operazioni al secondo, essi avrebbero dovuto funzionare senza interruzione « per diversi anni » al solo scopo di risolvere il problema d'un anno. Egli sosteneva tuttavia che la diffusione degli ordinatori elettronici avrebbe prima o poi trasformato il modo di pensare e la società stessa: «Possiamo scindere un problema in centinaia di migliaia di elementi e analizzarli, riassumerli, disporli secondo un ordine. Tutto è possibile, tutto... ». Più tardi, raccontai quel colloquio con Gluskov allo scrittore Viktor Nekrasov. atue di Lenin in serie Eravamo davanti a una bottiglia di vodka ucraina Pertsòvaja, invecchiata col peperoncino; e Nekrasov prima ascoltò, poi cominciò a distrarsi, infine scosse la testa dicendo: «In confidenza, io detesto gli ordinatori elettronici, e non sopporto le matematiche... ». E mi ricordò alcuni versi di Boris Sluckij: «.../ fisici hanno il vanto e i lirici stanno in un canto ...Simili a spuma - appassiscono i t nostri ritmi - e la grandezza a poco a poco - si rifugia nei logaritmi ». Alberto Ronchey Domani: III - Siberia L'astronave nella Tajgà