Nel torneo di Capodanno c'è spazio per i bianconeri della panchina

Nel torneo di Capodanno c'è spazio per i bianconeri della panchina Nel torneo di Capodanno c'è spazio per i bianconeri della panchina I giovani hanno qualcosa da dimostrare Vena: per me n Torneo di Capodanno, oltre a mantenere in forma le squadre di serie A bloccata dalla sosta imposta dal Mundialito, servirà a molti club che forniscono giocatori alla Nazionale per lanciare quei giovani che non trovano spazio durante il campionato. Manifestazione povera di veri interessi, votata ad un quasi certo fallimento di pubblico al punto che le due squadre torinesi hanno chiesto di giocare entrambe le partite in trasferta nella speranza di più sostanziosi incassi, il torneo potrebbe almeno trasformarsi in passerella per chi ha ancora qualcosa da dimostrare o per chi intende confermare le proprie doti calcistiche. La Juventus, per esempio, oltre a rilancia- re Brìo che torna all'attività ufficiale dopo il grave infortunio dell'aprile scorso, darà via libera ai «panchinari», a quei giocatori che esigenze di formazione sacrificano a soffrire e congelare ai bordi del campo. Assenti infatti Tardelli, Scirea, Gentile e Cabrini, Trapattoni non si lascerà sfuggire l'occasione per passare in rassegna le forze a sua disposizione, senza perdere comunque di vista la possibilità di aggiudicarsi in seguito la finale di questa manifestazione « tappabuchi». Senza voler anticipare le scelte del tecnico bianconero è pensabile che Osti, Pranàelli, Verza e Marocchino, senza dimenticare il. giovane Stergato che per ora resta spesso in tribuna, avranno modo di riaffermare la loro candidatura ad un posto di titolare. Per nessuno si tratterà di un vero esame, perché certamente non è con queste intenzioni che Trapattoni utilizzerà i giovani della «rosa», ma tutti avranno la possibilità di dimostrare che anche attendendo il loro turno sanno mantenere la condizione giusta. Verza, dà quattro anni•attaJuventus con 27presenza al suo attivo ed un totale di sette reti realizzate nelle passate stagioni, prende molto sul serio l'avvenimento: «Non lo snobberemo — dice convinto — soprattutto noi che raramente giochiamo la domenica. Anzi, penso che il torneo possa essere molto utile per restare in forma. Non credo comunque che Trapattoni abbia molto da scoprire sul non sarà un esame nostro conto, quindi non ritengo di essere sotto esame». Quest'anno Verza ha collezionato cinque apparizioni part-time in campionato e quattro in coppa Uefa segnando anche un gol contro il Panathinaikos. A questo continuo entra ed esci ha fatto l'abitudine: «La panchina è poco piacevole — ammette — perché si soffre troppo. Ma alla lunga ci si abitua, anche perché certi compagni non giocheranno in eterno ed un posticino per noi ci sarà. Quindi meglio alla Juve a queste condizioni che altrove in campo». Claudio Pranàelli, anch'egli ventisettenne, da due anni alla Juve con diciotto presenze durante la scorsa stagione, domenica ha sostituito dignitosamente l'infortunato Scirea contro l'Avellino. Nel torneo di Capodanno forse non giocherà «libero», in quanto Trapattoni intenderebbe schierare Brìo in un ruolo meno rischioso, comunque anche come centrocampista il bresciano sa farsi valere: «Spero di giocare —premette — perché per me sarebbe una importante verifica per confermare le mie possibilità future. Come dice Verza il nostro impegno, sarà quello di sempre, in quanto non possiamo farci sfuggire le poche occasioni che ci offrono. Sto bene e preferirei giocare a centrocampo, ma la decisione spetta a Trapattoni. Forse altri potrebbero non prendere sul serio l'impegno, ma non noi che normalmente non riusciamo ad emergere in una squadra che sta giocando molto bene e che quindi non ha motivo di cambiare». Disamina onesta quella di Prandelli. Gli fanno eco le parole di Osti e Marocchino, che attendono il momento di scendere in campo. Gli avversari, Como ed Udinese, daranno l'anima pur di mettere in difficoltà la Juventus, quindi per tutti ci sarà da faticare. E questi giovani per non rischiare di restare eterne promesse, dovranno dar prova di quel che valgono, proprio nel momento più difficile, quando, con una squadra indebolita, gran parte della responsabilità cadrà sulle loro spalle. Fabio Vergnano