OO STAMPA SERA ÙÙ
OO STAMPA SERA ÙÙ OO STAMPA SERA ÙÙ STAMPA SERAÙÙ Mercoledì 1 Giugno 1983 □E' arrivato il periodo dell'anno che la scuola tiene col fiato sospeso studenti e genitori. Esami, scrutini, promozioni, bocciature, non si parla d'altro in milioni di famiglie italiane, mentre ragazzi ed adulti attendono il gratificante momento di ritrovarsi a «tu per tu» con le grandi vacanze estive. Gli esami mettono ancora paura o sono diventati soltanto una semplice formalità? I figli del nostro tempo, a differenza di quelli delle generazioni passate, imparano fin dal'infanzia a non temere più i genitori e tanto meno gli insegnanti. Gli esami sono considerati da moltissimi ragazzi un'appendice fastidiosa del'anno scolastico che prima si toglie meglio è. Oltretutto tendono a sdrammatizzare i risultati finali, sia nella buona, che nella malasorte. La maggioranza dei genitori moderni accettano passivamente ed altri con sofferta rassegnazione fan buon viso a certi comportamenti qualunquisti evitando scontri ed adeguandosi ad ogni situazione, abituati ormai alle rispostacce, alle porte sbattute in faccia, ai bronci ed ai brutti voti. Ma chiunque abbia a che fare intimamente con i giovanissimi sa bene che gli atteggiamenti ri belli non sono altro che una mascheratura alla timidezza ed all'insicurezza. Il genitore autoritario e vero ha ceduto il passo a quel lo permissivo, sempre pronto a soddisfare (a costo di pesanti sacrifici) ogni desiderio dei fi gli, non per debolezza o per paura che essi cerchino fuori casa, con qualsiasi mezzo, ciò che non possono avere dalla famiglia. Padri e madri accolgono senza traumi la notizia della bocciatura (sembra an che giusto). Sottolineano invece con eccessivo orgoglio la buona novella della promozione. Nel caso della bocciatura non trattano i figli con tono di spregiativo abbandonandosi a lunghi sermoni punteggiati da retoriche esclamazioni «a/ miei tempi!» per non sentirsi dire che è un «sopravvissuto, barbaro e noioso». Il più delle volte concedono quel regalo preventivamente patteggiato all'inizio dell'anno scolastico che avrebbe dovuto dare una spinta alla voglia di studiare L'oggetto dei desideri dei ragazzi sui quattordici anni, pro¬
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