Un Gran Premio emozionante con Senna e Johansson ko per là Benzina e Prost squalificato

Un Gran Premio emozionante con Senna e Johansson ko per là Benzina e Prost squalificato Un Gran Premio emozionante con Senna e Johansson ko per là Benzina e Prost squalificato De Angelis, vittoria a tavolino Con la spinta di un «mago» Imola adotta Johansson Dal nostro Inviato CRISTIANO CHIAVEGATO IMOLA — Chi ha vinto il Gran Premio di San Marino? Non Ayrton Senna, che ha; dominato al volante della Lotus la corsa sin quasi alla1 •fine, e neppure Stefan Jo-i hansson, passato al comando 'subito dopo con la Ferrari. .Allora è arrivalo primo Alain Prosi, che ha tagliato il traguardo davanti a tutti... Risposta sbagliata. Il vincitore si chiama Elio De Angelis. secondo in pista con la Lotus n. 12. ma primo in classifica per la clamorosa squalifica della McLaren, trovata 'sottopcso di 2 chili alle verifiche tecniche. , E' proprio successo di tutto a Imola nella terza prova del campionato mondiale di F.l. Una gara bellissima, carica di tensione, di duelli avvincenti, di colpi di scena e, come se non bastasse, con un giallo finale che ha nuovamente cambiato lutto. La corsa è stata decisa soprattutto dai consumi di benzina che nel finale hanno tolto di scena alcuni protagonisti, come la Ferrari di un grandissimo Johansson, partilo in quindicesima posizione e trovatosi al comando a 4 giri dal termine. E come Ayrton Senna, confermatosi ormai un aulentico talento. L'incubo della benzina ha condizionato lo svolgimento della prova per tutta la sua durata. Ora viene da chiedersi se è giusto che uno sport sofisticato come la F.l, come una competizione cosi rischiosa, passa esser decisa da poche gocce di carburante o dalla bilancia. Ma questi sono i regolamenti e bisogna rispettarli. Chi sbaglia paga: non c'è niente da fare. E che vince ha ragione. Può dispiacere per i piloti che sono forse le vittime di questa situazione tecnica. Ma anche loro hanno la possibilità, mettendo a punto le vetture, e con una condotta di gara giusta, di evitare amare sorprese. Ha dunque avuto ragione Elio de Angelis che si è visto portare il comunicato dove risultava primo in classifica mentre festeggiava e veniva' intervistato per il secondo posto. Ha detto: «Ero in credito con la fortuna per guanto mi è successo in questo ultimo anno. Certo, è una vittoria inaspettata. Ma proprio per questo più gradita. Del resto, senza presunzione, debbo dire che me la sono meritata. Se non avessi avuto dei problemi ai freni negli ultimi giri, avrei superato Prost in pista». Adesso il pilota della Lotus è passato in testa al campionato mondiale, scavalcando1! Alboreto con la Ferrari. Due piloti italiani al vertice. Il romano ha parlato della sorte che finora lo aveva avversato. Questa volta è stata benigna. Ma c'è anche un retroscena divertente: il pilota, in settimana, un po' per scherzo, un po' per una aperta forma di scaramanzia che tiene sempre in considerazione, era andato da un «mago», il santone di Rocca di Papa, vicino a Roma, che è un benzinaio della città. «C'è qualcosa che ti trattiene alle spalle —gli aveva detto — vedrai che presto sarai libero e potrai andare avanti». Sarà un caso ma la profezìa si è subito avverata. Imola. Elio De Angelis è il primo pilota italiano a vincere il Gran Premio di San Marino Lo svedese «abbracciato» dalla folla (fin troppo calda) - «Sono contento lo stesso, peccato non avere a bordo un segnalatore del consumo» «Che rischio passare De Angelis» - Senna: «Ho fatto una buona gara» Dal nostro Inviato GIAN PAOLO ORMEZZANO IMOLA — Alla fine di una conversazione nel motorhome della Ferrari squassato, quasi strizzato da ima moltitudine di tifosi e soprattutto di tifose, abbiamo chiesto a Stefan Johansson, felicissimo, bravissimo, sfortunatissimo pilota ieri nel G.P. di San Marino, di giurarci che da campione del mondo sarà cosi cordiale, simpatico e maneggevole. E lui: «Lo giuro». Con il che ha in pratica giurato che diventerà campione del mondo, andando incontro alla decisione già presa dalta folla di Imola, che a tre giri dalla fine lo aveva applaudito primo, a due e mezzo lo aveva pianto perché fermo sema benzina, ma intanto aveva deciso che lui è l'erede di Villeneuvc, mentre Alboreto è l'erede di Ascari. Nessuna «pietà» per gli altri: per Prost che ha tagliato primo la linea del traguardo, per De Angelis che pure è italiano (ma corre su Lotus, peccato mortale, e quando la Ferrari di Johansson l'ha superata, tripudio), per Boutsen che ha passato il traguardo a un chilometro l'ora, per Lauda che è salito — lui ormai così striato dal tempo e dalle disgrazie e dalla gloria da sembrare un punk completo, lame di colore strano sulla testa, sul viso, e per chi l'ha visto nudo su tutto il corpo — che é salito dicevamo sul podio convinto di essere quarto, ed è stato cacciato come un bimbo sorpreso a rubare la marmellata. Johansson ha pienamente capito cosa vuol dire essere alla Ferrari nei cento metri, anche meno in linea d'aria, fra l'arrivo e il motor-home. «Molto più duro che 'la corsa intera» ha detto, uscendo dalla folla pltonesca nella strétta. Tiene un sorriso fernandelesco, parla quell'inglese comodo, facile, che fa credere a tutti di saper la lingua. «La benzina mi è mancata di botto, non sapevo nulla,, stavo organizzandomi la testa per tenerle dentro tutta la gioia, non avevo ancora cominciato a pensare che, se Senna aveva ceduto cosi, doveva essere per la benzina, e che la cosa brutta poteva capitare pure a me. Noi non abbiamo sul cruscotto, come invece ha Prost, una segnalazione costante, precisa del rapporto fra benzina che rimane e i giri da fare. Ero preoccupato all'inizio soprattutto per la macchina un po' ballerina, un po' nervosa nella parte posteriore». E poi: «Chiaro che se partivo più avanti, senza dover spremere me e l'auto a rincorrere, consumavo meno benzina, ma sono discorsi che adesso non contano nulla. Però non riesco a non essere contento: seconda gara, la gente mi ama, io amo la gente». Gente un po' fanatica, quasi settaria, troppo anlilutto-il-resto-del-mondo. •Possibile, la conosco poco, comunque mi piace». Più difficile superare chi, nella lunga rimonta? «Chee' ver e De Angelis, avevano la slessa mia velocità. Per passare De Angelis ho dovuto giocare d'azzardo, un bel rischio». La migliore auto riva E Senna? Lui pure col padre appiccicato, lui pure impegnato, ma con meno successo, a rintracciare una feti-cita di secondo tipo, quella di chi possiede il futuro e pazienza se non ha in mano tutto il presente. «Credo di avere fatto una buona gara, anche giudiziosa. All'inizio avevo, problemi di freni e gomme, ho dovuto aspettare che si. consumasse un po' di benzina perché l'auto arrivasse al peso giusto e io potessi forzare. Sapevo che Prost era più veloce nel rettilinei, l'ho tenuto indietro con qualche fatica, comunque credo con correttezza. Mi sono scatenato nella seconda parte, pensavo alla corsa già mia, è mancata la benzina, la prossima volta andrà meglio. Quattro soli giri alla fine, se' ripasso la corsa forse trovo dove e come avrei potuto risparmiare qualcosa». Senna non ha gli stupóri allegri, e rallegranti, di Johansson. Come gestualità, come eloquio, lui brasiliano ■ e lo scandinavo, l'altro svedese e il latlno.'Con calma Senna ha ieri anche detto: «Nelle prove mi ero accorto che la sonda pescava male nel serbatoio, chissà che adesso non si scopra che c'è ancora un po' di' benzina». Intorno, i centocinquantamila di Imola finivano di fischiare Prost, cominciavano l'avventura del ritorno, i giurati squalificavano Prost, Johansson si trovava un pun-' to mondiale, De Angelis era primo senza saperlo, e poi senza riuscire.a farlo subito sapere: italiano ma non su Ferrari, come se stesse all'estero. Johansson, grande rimonta, le? «La Lotus, credo». Aformco, adesso: «SI, vado a Londra, a casa mia, due giorni, torno mercoledì a Fiorano. Non amo 1 circuiti cittadini: ho corso una volta sola a Monaco, in Formula 3, Pironi, De Angelis, Olafsson, io, nell'ordine». Il papà li che ancora lo pilota, la sorella che è pilota, lui: fra lutti e tre, tre sillabe in svedese, estrema concisione o contenzione di sentimenti. I meccanici della Ferrari che grazie a lui, ai suoi sorrisi, passano dalla desolazione alla soddisfazione. Sguazzini amministratore delegato che dice: «Ha preso bene in mano la vettura, questo conta. Per il resto, lo sport è cosi: un Gran Premio bellissimo, capirlo significa perderlo senza tristezze». "**™*************?**^**********'**f****^">**?*?^****^