Guido Martina, fumettista piemontese, racconta

Guido Martina, fumettista piemontese, racconta Guido Martina, fumettista piemontese, racconta COSI' INVENTAI PAPERINIK Porta la sua firma anche «Pecos Bill» della Mondadori, uno dei maggiori successi degli Anni Cinquanta nel mondo dei «cartoons» «A , i fumetti mi sono avvicinato per caso, lavorando per la casa editrice Mondadori con traduzioni di Disney dalle edizioni originali. In precedenza mi ero occupato di giornalismo e cinema», ci racconta Guido Martina nel suo studio ingombro di libri e dattiloscritti allestito in un tranquillo alloggio nella zona residenziale della Farnesina, a Roma. Settantuno anni, seduto alla macchina elettronica per scrivere, Martina continua a inventare le sue storie che pesca nella fantasia personale, con la discreta presenza della moglie milanese e l'irruenza di «Miki» (come Mlkey Mouse, naturalmente), barboncino senape di S anni che salta e abbaia giocando nel corridoio. «A Carmagnola sono rimasto fino all'età di 16 anni, poi i miei genitori si trasferirono a Torino dove mi laureai in Lettere e Filosofia*. Mantiene legami col Piemonte? ^Sinceramente no. Purtroppo i miei genitori non ci sono più e io non ho altri parenti, non ho nemmeno amici o conoscenti lassù, né mi interessa allacciare dei rapporti con una realtà che ormai considero lontana». A Torino Martina iniziò la sua carriera come giornalista alla Gazzetta del Popolo: -E' stata una breve esperienza: il giornale mi inviò a Torino per realizzare dei servizi sulle sartine, le "caterinette" che celebravano un qualche anniversario. La cosa non mi interessava e mi misi in contatto con una società cinematografica italiana per la quale realizzai dei documentari, come sceneggiatore e regista. Il lavoro mi piaceva: la MGM/Gaumont mi chiese se me la sentivo di fare un documentario sulla Legione Straniera: dissi di sì e mi spedirono in Algeria». La passione per 11 racconto cinematografico è continuata negli anni, tant'è che Martina è un apprezzato realizzatore di film a passo ridotto: •E' il mio hobby preferito, giro queste cose come amatore e nulla più». Rientrato a Torino nel 1938, l'ex inviato scrive sceneggiature per i programmi della radio Rai (allora Elar) e si mette in contatto con la Mondadori iniziando cosi una lunghissima collaborazione che prosegue tutt'ora. «Poi arrivò la guerra e io finii in Libia, poi in Polonia da dove venni deportato in un campo di concentramento nazista in Austria. Dopo la liberazione tornai a casa a piedi, senza una lira: passai giorni terribili, con una miseria spaventosa, e riuscii a riprendere i contatti con la Mondadori che mi affidò la traduzione delle storie di Topolino e cosi ripresi fortunatamente a lavorare. Il materiale che arrivava dall'America doveva non solo essere tradotto ma, spesso, fra una storia e l'altra mancavano i collegamenti e allora realizzavo delle congiunzioni sceneggiando alcuni quadri per facilitare la comprensione ai lettori. In questo modo iniziai a sceneggiare fumetti e l'esperienza fu decisiva per il prosieguo del lavoro». L'editore Arnoldo Mondadori (che stampava anche Selezione) decise di cambiare il formato della rivista di Topolino passando dal fascicolo al tascabile, sull'esempio appunto di Selezione. Fu un grande successo che aumentò le vendite in modo incredibile. «fi materiale che arrivava dall'America non era più sufficente per garantire la puntuale uscita di Topolino e così «A , mi sono avvicinato Mondadori mi fece chiedere dal direttore se me la sentivo di scrivere storie nuove, praticamente di "inventare" avventure originali di Topolino e Paperino. Sicuro che me la sentivo, risposi, e mi misi subito al lavoro (pur proseguendo nelle traduzioni) per la prima storia "L'inferno di Topolino"». Disegnata da Angelo Broletto l'avventura venne pubblicata dal n. 7 del 1949 al n. 12 del 1950 con l'approvazione personale di Walt Disney: -Dall'America dissero che le mie storie andavano bene, però non dovevo firmarle. Una regola che è rimasta tant'è che tutte le avventure vengono pubblicate sotto il marchio di Disney». Guido Martina (che ha al suo attivo un numero incredibile di sceneggiature, almeno milleduecento) inventò cosi celebri storie per la «banda Disney»: «Paperino e la Perla di Bardymoore» (disegnata da Luciano Bottaro, 1953). «Biancaneve e la Bianca Fiamma» (matite di Pier Lorenzo De Vita, 1956), «Paperiade» (Luciano Bottaro, 1959), «Paperodissea» (De Vita, 1961), «Topolino e i ribelli di Brillifrilly» (Giovanni Battista Carpi, 1968), «Topolino e i misteri del monte Acchiappanuvole» (Massimo De Vita, 1972), «Zìo Paperone e le guerre planetarie» (G.B. Carpi, 1978), «Paperino e il vento del Sud», (G.B. Carpi, 1982)... «Le pagine della rivista, intanto, aumentavano e io non potevo certamente scrivere tutte le storie: arrivarono cosi dei nuovi sceneggiatori e disegnatori. Si disse che io riprendevo Disney mentre i nuovi sceneggiatori si rifacevano a me. Insomma, è una bella soddisfazione essere considerato in qualche modo il Disney italiano, no?». Certamente e, proprio come «erede spirituale» del grande Walt, Martina arrivò a inventare nuovi personaggi della «banda» poi fatti propri dalla Casa Madre americana: Rocherduk e Paperinik. -A dire il vero non mi accorsi nemmeno d'aver inventato Rocherduk: in una storia volevo riprendere un personaggio di contorno che era apparso qualche tempo prima, anonimo, in un'avventura. Chiesi al direttore chi ne fosse l'autore così da poterlo utilizzare e il direttore, Mario Gentilini, mi rispose che l'autore ero io. Cosi lo ripresi e lo feci crescere in importanza come antagonista di Paperon de' Paperoni». E come nacque Paperinik? .Direi nel 1969: le sorelle Giussani avevano avuto un grande successo con Diabolik e Gentilini mi chiese di elaborare una versione "superman" di Topolino, magari un "Topolinik". Io dissi di no per Topolino perché è un personaggio noioso, direi persino antipatico, scontato. Suggerii così di fare "Paperinik", identità segreta dello sfortunato Paperino, certo più simpatico e umano di Topolino. L'idea piacque: Paperinik è la rivincita di Paolino Paperino, il giustiziere delle ingiustizie da lui patite. E' un personaggio decisamente simpatico e che piace molto ai lettori». Oltre ai lavori per la Mondadori (per la quale Martina elaborò anche i nuovi menabò, ovvero i nuovo schemi, per la scrittura delle sceneggiature) lo sceneggiatore carmagnolese ha collaborato con altre case editrici. Per Alpe scrisse alcuni episodi di «Cucciolo» e «Tiramolla» (1958 e 1959), per «Il Vittorioso» firmò dei cineromanzi (1961, 1962) mentre per «Luna Park» di Rizzoli inventò numerosi fotoromanzi. Ma il fulcro dell'attività è legata alla casa editrice fondata da Arnoldo Mondadori per la quale inventò il fortunato albo di Pecos Bill. L'inconfondibile figura di Pecos Bill. In alto, sopra II titolo: un particolare della copertina dell'Enciclopedia Disney, scritta da Guido Martina Qui a fianco: un «fumetto» di Martina tratto dal racconto «Paperinlk e la banda dei dodici»