Un caso di visione supernormale a distanza

Un caso di visione supernormale a distanza Un caso di visione supernormale a distanza (Nostra corrispondenza particolare) Parigi, dicembre. Tutti coloro i quali hanno che fare con Società o Rivisto consacrate allo studio dei fenomeni psichici supernormali, sanno ! che i medici sono proporzionalmente assai. numerosi fra coloro ohe s'occupano di que- ste ramo, non ancora ufficialmente ricono-j scàuto, della psicologia. La cosa non si'spiega col fatto che questi studi dovrebberoiessere di loro Speciale competenza, che, ove riconoscessero l'assoluta loro vacuità, non.vorretobero tanti cultori dell'arte medica!impiegare il loro tempo in una cosa senza costrutto alcuno. La verità ò piuttosto che molti medici hanno avuto occasione, nella pratica della loro professione, d'osservare fotti che li hanno persuasi della realtà di questi fenomeni, invogliandoli ad investigarli. Uno di questi casi — e ira i più cai-atteristici — è venuto, in questi giorni, a mia conoscenza, mediante una lettera che un «antitario del Mezzodì! della Francia ha diretto al professore Carlo Richet, e enei questi mi trasmise perchè avessi a pubblicarla nel prossimo numero delle Annalcs des Sciences Psychìques. Credo utile qui riassumerlo, sopprimendo le particolareggiate indicazioni diagnostiche e terapeutiche di cui il racconto è pieno, e che convengono meno ai lettori d'un giornale politico quotidiano. L'autore della interessante narrazione è il dottor M. Fanton, che da tempo esercita l'arte medica in quel delizioso paesello, che conoscono i visitatori della Costa d'Azzurro e che ha nome Le Conet. La paziente che servi all'osservazione è certa signora A., moglie d'un amico di Giovinezza del dottore, e che, al tempo in cui accaddero i fatti qui riferiti, contava 26 anni circa. Apparteneva a famiglia fisiologicarnento e psicologicamente sana : essa pure aveva aspetto normale e stava benissimo. Nel gennaio 1883, era diventata madre, in ottime condizioni. Nel maggio 1884, mentre si trovava in istato di gravidanza avanzata, commise l'imprudenza di ballare a lungo: fu il suo frenetico amore per la danza che la nerdette. Ci furono sincopi reiterate, e poi un parto prematuro; non la si salvò che coll'operazione della trasfusione del sangue dalle vene di suo marito alle sue. La malattia fu lunga, ma la salute tornò. Per festeggiare il termine di questi avvenimenti famigliari, si organizzò allora una festicchioia, cui la signora prese più che •la sua , «te, tantoché, dopo essersi divertita tutto il giorno, ballava, a sera, come una scervellata, finché fu còlta da sincope e dovette essere t^i«portata in ietto, ove rima.se priva di conoscenza fino ali mattino. Donde un'altra lunga malattia! Non era ancora completamente guarita quando, nel giugno del 1885, la sua bimba trangugiò sì malamente un nocciuolo d'albicocca, che morì pochi istanti appresso. Il dottor Fanton, chiamato in tutta fretta, non potè che constatare il decesso, ma dovette subito occuparsi della madre, che era caduta in sincope a quell'orribile spettacolo; tre altri medici eminenti, chiomati a consulto, dichiararono che la malata era affetta di meningite acuta. La guarigione si fece relativamente presto, ma rimase alla inferma una cecità assoluta. Si trattava fortunatamente, a quanto sembra, di « cecità psichica », giacché scomparve in se~uito ad un'applicazione di' correnti elettriche. Nell'ottobre dell'anno istesso, la signora A. ebbe fugaci crisi isteriformi. Il 18 ottobre, verso le 7 pomeridiane, il dottor Fanton fu chiamato per una di queste crisi. Il medico, abituato oramai a queste chiamate, non annetteva loro più grande imprtanza, perciò non si affrettò 'troppo. Cenò, mangiando fra le altre cose, una frittata al prezzemolo. Durante il pasto, ricevette un telegramma del marito dell'inferma, il quale era a Ginevra; gli annunciava d'aver ottenuto dal Ministero della Guerra l'autorizzaziono di attraversare la Francia per imbarcarsi a Marsiglia alla volta di Smirne. Indicava la sua partenza immediala ed il suo arrivo a Marsiglia per la dimane alla prima ora. Per l'intelligenza del racconto, convien sapere che, chiamato dai suoi affari a frequentissimi viaggi in Isvizzera ed in Siria, il marito non aveva a tempo soddisfatto alle esigenze del servizio militare, ed era stato segnalato come disertore, benché fosse a Smirne incaricato dell'impresa di lavori per conto del Governo francese. . La sua partenza ebbe dunque luogo da Ginevra la sera stessa, col treno delle 7, che passava a Culoz alle 9, arrivava a Lione allo 10, ed a Marsiglia l'indomani mattina verso le 5. Sul testo del dispaccio, trascritto a mano, le parole « ministro della Guerra » erano in gran parte ricoperte da una macchia d'inchiostro che le rendeva difficilmente leggibili. Tutti questi minuti particolari, che ora appariranno futili, non tarderanno ad assumere una grandissima importanza. Dunque, terminata la cena, il medico si diresse verso il domicilio della signora A., che non era guari distante dal suo più di 350 metri circa. Al suo arrivo, trovò nella ««mera, intorno alla sua cliente, otto persone, sei delle quali vivono uncora, e che furono con lui testimoni dei seguenti fatti: La malata era immersa in istato letargico da un'ora circa, in seguito ad una crisi convulsiva che, a detta degli astanti, aveva durato più di mezz'ora, e durante la quale era stata abbondantemente spruzzata d'etere. Da un istante la malata aveva tratto fuori alcuni sospironi che avevano fatto sperare il risveglio, ma non ne fu nulla. Senonchè, addormentata ancora, prese a parlare, dapprima in modo confuso, poi più distintamente, annunciando che vedeva il medico, il quale si decideva finalmente a partire da casa sua, e indicando poi tutto quanto egli faceva. « E' alla porta... suona » disse ad un dato punto; e subito il campanello suonò. All'ingresso del dottore nella camera, la malata l'accolse con una grande risata, dicendogli : « Ah ! ah ! non vi affrettate troppo, quando vi si fa chiamare! Fate dire che non siete in casa e intanto cenate, mangiando frittata al prezzemolo», Stupefatto, il dottor Fanton s'avvicinò alla signora A., ed accertò che era assolatornente immobile, in uno stato di sonno Profondo, ma con una certa rigidezza nello membra. Ella continuò: E' inutile ctie cerchiate scuse. So quel che facevate. Datemi piuttosto il telegramma di Alfredo, che avete in tasca ; avrebbe ben potuto indirizzarlo a me, E la paziente diede in un'altra risata. In capo a un minuto, disse ad alta ed intelligibilissima voce il contenuto del telegramma, che era sempre nella tasca' del medico, e che nessuno, fra le persone presenti, tranne egli, conosceva. Non potò però mai dire — dirò meglio decifrare — le parole: ministro della guerra. « Questa scena, si svolse con tale rapidità, e ne fui siffattamente stupefatto; gli altri testimoni stessi erano così trasecolati, che mi occorse un momento prima di rimettermi e poter dichiarare agli astanti che tutto quanto diceva l'ammalata era esatto; allora soltanto feci vedere il dispaccio che m'era pervenuto mezz'ora prima. Ho potuto accertarmi che ella medesima non ne aveva ricevuto alcuno, ed ignorava assolutamente la decisione ministeriale concernènte suo marito, come pure.la partenza di questo da Ginevra per Marsiglia. lina mezz'oretta passò cosi; il sonno speciale della inferma continuava. Improvvisamente una nuova crisi di riso più allegro e rumoroso ancora colse la malata, interrotto da queste parole: «Dorme, dorme! non si sveglia! no! no! ». Poi il riso terminò in un balbettìo, nel quale gli astanti distinsero abbastanza nettamento «Dorme... resta nel treno!... Non arriverà ». Poi altre parole inarticolate ed ininfeiliggibili. Il resto della notte, la signora A. rimane nel sonno senza altri incidenti. Il mattino, verso l'ora dell'arrivo del treno con cui doveva giungere il signor A., il dottor Fanton si recò incontro a lui con due amici della famiglia. Il medico aveva raccomandato alle persone che restavano presso l'inferma di notare scrupolosamente ed in ogni menomo particolare tutto quanto potrebbe accadere durante la sua assenza. L'andata alla stazione fu inutile: il marito non era nel treno proveniente da Lione, e il medico tornò presso la sua cliente, ove trovò un telegramma da Grenoble annunciatile che il signor A. non arriverebbe ciie ntl pomeriggio, avendo perduto il treno. Frattanto la signora A. era rimasta calmissima. Si destò finalmente, verso le 8 antimeridiane, assai sorpresa di trovare intorno a sè tante persone, accusando soltanto un leggero mal di capo. Non volle mai credere a quanto era accaduto durante il suo sonno, dicendo che non si rammentava di nulla., mentre usava ricordare esattamente tutti i suoi sogni. Lesse i duo telegrammi di suo marito, poi domandò di levarsi, sentendosi in buona salute ». Nel pomeriggio, il dottor Fanton si recò incontro al signor A., alla stazione, prinw ch'egli avesse visto alcuno e senza lasciargli divinare nulla. Lo interrogò, e seppe da lui che, alle 9 pom., si trovava a Culoz e dormiva hi un vagone che fu diretto a Chambéry e Granob'j; non si risvegliò elio in quest'ultima città. Accertatosi che, per l'involontario mutamento di direzione, arriverebbe a Marsiglia con sette ore di ritardo, aveva telegrafato. Il dottore gli fe' ripetere tale racconto dinanzi alle diverse persone che avevano vegliato sua moglie, la notte innanzi, e tutti poterono rilevare che questa lo aveva seguito durante il viaggio, alle cui peripezie aveva pure fatto assistere gli astanti. Tacerò qui d'alcuni altri fatti curiosi ed interessanti che capitarono alla stessa signora A., ma che rientrano nella cerchia della fenomenologia psichica normale, dacché la scienza ufficiale si è finalmente compiaciuta di riconoscere la realtà dell'ipnotismo. Terminerò piuttosto con queste parole del medesimo dottor M. Fanton, che vorrei veder meditate da tutti i suoi colleghi dei due emisferi: « Non saprei dire quanto, ogni qualvolta mi rammemoro di questi fatti, mi sento profondamente afflitto di averli osservati ad un tempo in cui mi riesCiva completamente impossibile comprenderli, non conoscendo allora nulla, pur dell'ipnotismo Assistevo quale uno spettatone stupefatto, ina ignorante, ad ima manifestazione che avrebbe presentato per me il massimo ante, resse, se fosse accuduta dopoché ebbi fatte ricerche ed esperienze sul coreoptismo e la sua applicazione alla soppressione della sofferenza durante il parto. Maledico tale disgrazia, tanto più che ebbi fra le mani per ben cinque unni il soggetto di cui si tratta, Avrei potuto, con tale elemento, fare ricerche interessantissime, e curiosissime esperienze. « Solo tre anni dopo che l'ebbi perduto di vista, conobbi abbastanza in fatto d'ip notismo per apprezzane la perdita che avevo fatta; ed ogni ancora, nonostante i risultati sorprendenti e meravigliosi che potei ottenere su donne incinte, rimango pensieroso di fronte al ricordo dei fatti inesplicati, forse inesplicabili, di cui fui testimonio stupefatto ». Cesare Vosma

Persone citate: Carlo Richet, Fanton, M. Fanton