Il processo della guardia Pavani

Il processo della guardia Pavani Il processo della guardia Pavani uccisore della sartina di Borgo San Donato (Oorto d'Assise di Tarino) L'udienza di ieri La duestione del tentativo di suicidio del Pavani, è diventata questione di grande importanza, giacchè il presidente le ha volu'-o dare l'onore dell'antecedenza su agni altro atto del dibattimento, leggendo i rapporti delrAutorita giudiziaria e provocando un caloroso inoliente. Stamane l periti dovettero, oon un attento esame delle condizioni del Pavoni, accertare se il tentativo fosse o no età*'1 Bérlo. Prima ohe s'apra l'udienza vogalo interrogare i periti prof. Trevee e Bellini che visitaBono stamane In Carcere l'accusato. Secondo essi iP&vani tentò con intenzioni decise, 11 suicidio, ma non ebbe a sua disposizione mezzi Idonei. E' risultato ohe l'accusato ha nascosto questo tentativo tanto <ii periti quanto al suo avvocato, che pure ateveva Vistiate propri* poche ore dopo il fatto. Oggi egli siede nella gabbia un .po' acceso in volto o con un gesto costante e quasi penoso si sorregge il capo, come se gli dolesse foite. Uno scampolo d'Interrogatorio ■li precidente gli domanda non appena apefr|a l'udienza: — Che mestiere facevate prima di arruolarvi nelle guardie? — Manovale di strade pfovlnoiall. — Vi arrnola«te a che età? — A 22 anni. Avv. Gherardini: — Vostro padre è vivo? — E' morto di malattia di cuore. — E vostra madre? — Mori nel 19(13 di paralisi. — Quanti fratelli avete? — Otto : due di e*si sono guardie a Roma. — Sono tutti robusti T — Sisstenore. — Avete avuto malattie voi? — Fui infermo di febbre malariche. Perito prof. Bellini: — Non aveste malattie specialissime e sospette? -- A sedici anni... Presidente: — Avete cominciato un po' presto. Dopo questo scampolo d'interrogatorio supplementare, si conviene, per desiderio dei periti prof. Carrara e Trevee, dii far oltare, per l'episodio del tentativo di suicidio, le guardie carcerarie Leoni, Senatori, Frugoni, e di fare portare il laccio col quale il Pavoni cercò di strangolarsi, n presidente mette in atto per queetl testimoni il sud potere discrezionale. 11 padre della vittima Il primo testimonio delPistruttoria orale è 11 padre della povera vittima. Egli, dall'aspetto di un buon operalo, s'avanza abbastanza risoluto nell'aula. Subito narra: — Io non conoscevo il Pavanl. La mia povera figliuola lavorava nella sartoria Maraechi... — Da quando? — Da quindici giorni... Ella era buona, onesta, pudica. L'avevo mandata in quella sartoria di via Garibaldi perchè in un centro più abitato della città. Volevo essere sicuro sul suo conto, invece sono stato tradito — esclama il povero .padre — e sono stato tradito da una guardia e senza alouna ragione. Presidente : — Non aveva la vostra figlia ricevuta una lettera dal Pavani con profferte di matrimonio? — Sissignore; ma ella stracciò la lettera, dlcendc ch'ella non aveva .affatto voglia di perdere U tempo in amori. — Età una buona figliuola? — Non lo dico io: lo dice tutto il borgo. E quel mascalzone me l'ha uccidaI... Presidente: — V*a, Mimatavi calmatevi I Avv. Beirut!. — Non lavorò vostra figlia anche presso certa Cerniti, In strada di Francia? — Sissignore. Avv. Gherardini. — Sua figlia >on fu chiesta anche In ispoaa da una guardia di finanza ? — Sissignore: ma la ragazza non ci badava.... Avv. Perroni. — E costui non scriveva alla Caterina, ma alla famigliai Avv. Gherardini. — E 11 Pavanl non andava a farsi fare le scarpe da vostro figlio? — Sissignore. Avv. Pavesio. — Non era vostra figlia maestra di catechismo della vostra parrochta? — Sissignore. — E credete voi che In quell'epoca potesse scrivere una lettera amorosa al Pavanl? — Oh! è impoeslbile! Avv. Gherardini. — Ma se il povero padre non seppe nulla sino al giorno tragico del delitto... Il presidente mostra la lettera in atti firmata da Caterina, ma il Ceri-utt guardandola esclama subito : — Non è scrittura di mia figlia, non è scrittura di mia figliai ^_ Per consiglio della difesa si vuole mandare II Cerruti .a prendere delle lettere della figlia a casa per il confronto, ma la Parte civile si oppone. Il presidente allora manda la madre a fare questa ricerca. Si ricostruisce la scena tragica Giuseppe Fioccardo sale alla pedana. E' 11 bravo e coraggioso uomo che ha affrontalo il Pavanl mentre fuggiva, e che fu ferito da un colpo di rivoltella. ' — Eravate In tanti ad Inseguirlo? — Io non vidi. Dovetti fermarmi dall'inseguimento perchè mi accorsi che bruciava la giacca nel punto dove ero stato colpita — Perciò il Pavanl sparò a bruciapelo ? — Sissignore, — E scappava velocemente 7 — Come il lampo... Presidente, al Pavanl: — Avete sentito? Non eravate dunque ubbriaco! Il Pavani si drizza in piedi a stento. — Non mi rammento, non mi rammento! — esclama con voce svogliata. P. M. — Quanti colpi sparò il Pavani mentre fuggiva? — Tre colpi. Presidente. — Ma non sarebbe possibile, perchè la rivoltella fu trovata carica ancora di tre cartuccie... Sentite. Pavani: avete poi ricaricata la rivoltella? — Ma che! — esclama l'imputano. Avv. Pavesio. — Nella Stampa era confermato che aveva sparato fuggendo rtre colpi. Avv. Federici. — L'accusato disse che crede d'aver sparato in tutto tre colpi, compreso quello contro la povera fanciulla perchè si trovarono ancora tre cartoiecie nella rivoltella... A questo punito l'avv. Gherardini, poiché viene a sapere che la madre non vuole andare a prendere quelle lettere di confronto della figlia, insiste perchè 11 presidente provveda. Ma il presidente, pure animato dalla miglior" volontà. Invano prega la Parte oivlle di desistere dail'opoorei a questo confronto. L'avvocato Pavesio dice che si oppone, per un principio di procedura, e da sotto il suo banco estiae alcune copie dei lavori scolastici della fanciulla... Gherardini. — Ohi lo sapevamo che quelle pa. selle le avevate, ma noi sono le lettere che vogliamo,, e non dei saggi di bello scrivere. Il presidente, però, con bella misura ed imparzialità, pretende ohe 11 pache Cerruti vada a prendere a casa altri scritti di confronto della Caterina. Il vecchio a malincuore si arrende, borbottando però: — Ma se è inutile! Ma se è Inutile! Domenico Pella durante l'inseguimento dal Pavani fu gettato a terra da alcuni ciclisti. Cadde svenuto : fu portato all'ospedale. — Quivi — dice il testimonio (che. poveretto, provoca le risa per la sua disavventura) un certo Bartolomeo Borgese mi indicò alle guardie, gridando : « Ecco l'assassino, vigliacco, canaglia! ». — Era ubbriaco quel Borgesel — dice l'avvocalo Pavesio. — Non mi pare che fosse ubbriaco... Il Borgese vione nell'emiciclo. — Che mestiere fate? — Il facchino. — Che cosa vedeste la sera del delitto? — Sentii sparare un colpo e vidi lo fanciulla cadete. Ci demmo ad inseguire l'assassino ma questo sparò contro di noi due colpi... —- Proprio solo due colpi ? — Sissignore. — Ma il Fioccardo dice che furono tre. — No, io ne sentii solo due... Il Fioccardo, richiamato, insiste sulla sua versione. Avv. Pavese: — Anche la Stampo parla di tre colpi... Avv. Gherardini: — Ma non possiamo mica fare il processo sul giornale... Il brigadiere Giuseppe Musso raccolse la povera vittima. — Quanti colpi udì7 — domanda l'avv. Berciti. — Tre soltanto. — Non quattro? — No. — Era una buona figliuola la Cerruti? — Di moralità ineccepibile. — Seppe che il Pavani soleva amoreggiare colla Caterina? — Sissignore. E Za voce pubblica narra che ella lo respinse, nè volle del resto mai sentire proposte amorose di altri giovani. — La poveretta cadde subito 7 — No. dal punto in cui fu colpita fece ancora una ventina di metri. — Ma parlò ? — Non profferì parola. Avv. Gherardini : >— Si sapeva che 11 Pavani fosse Innamorato della ragazza? — Si diceva che il Pavani attendeva talvolta la signorina sotto il portone di casa. Ma la fanciulla faceva la sua strada... pubblica ? — Appena successe la tragedia. Avv. Pavesio: — Sentiste anche parlare della Giaccardi e delle sue relazioni col Pavanl? — No... Avv. Pavesio: — Eh già di questa i giornali non ne parlavano. La guardia scelta Farlello si imbattè 11 giorno prima del delitto nel Pavani in via San Donato. « Aveva aspetto torvo — dice — ed evitò .persino il mio sguardo. Gli dissi una parola ed egli non rispose. Avv. Pavesio: — Che parola le disse? — In dialetto sardo « nara », ma egli non mi rispose. — Lo rivide? — La sera stessa, un'ora più tardi. Stava entrando in una cantina. ». — Vide la fanciulla? — La Incontrai la sera stessa del fatto. Mi fece un cenno di saluto. — (La conosceva ? — Si. perchè la ciurma nostra è nella casa dove .abitava la povera signorina. La rividi poi ferita mezz'ora dopo. — Era buona? — Fin troppo buona. — Come troppo ? — Sa. tutte le ragazze civettano un po'... quefla non si permetteva invece nè anche II più piocolo flirt. — E si sapeva che il Pavanl fosse di lei innamorato ? — Sissignore ! Perchè attendeva sempre la ragazza e si mostrava molto preso dalle sue grazie. — Ella arrestò II Pavanl ? Un lncidentino — Sissignore. Eravamo sta-4 informati dallo stabilimento elettrico di Grugliasco che un individuo misterioso s'aggirava in quei dintorni e che rispondeva ni connotati che la Stampa aveva pubblicato del supposto assassino. Allora abbiamo dato la caccia al diseraziato: lo pedinammo, seguendone le tracoie sulla neve. Lo sorvegliammo sulla tranvia. Giunti alla stazione lo arrestammo. Egli trasse la rivoltella... — Trasse proprio la rivolgila ? — Sissignore: anzi una guardia glie la fece con un colpo cadere in terra Avv. Berruti: — Questo non si è mal detto! Questo è falso! n brigadiere allora dice che la guardia Rude ha solo fermato il braccio. Pavani, dal canto suo, dice: — Non è affatto vero. Io dissi : « Vole'ie arrestarmi: eccomi quii». L'avv. Berruti accusa il testimonio di avere mentito. Presidente: — Rispetti il testimonio! — Non rispetto un testimonio che muta ogni momento la sua deposizione! In istruttoria ha detto che il Pavani non ebbe neanche tempo di estrarre la rivoltella... Avv. Gherardini. — Se a teste non fosse una guardia, a quest'ora avrebbe sentita la severità della legge... — E specialmente — aggiunge l'avv. Berruti — se fosse stato un testimonio di difesa. Presidente. — Ma lasci andare, avvocato: queste sono armi giovanili... Avv. Pavesio. — E poi perchè ve la prendete tanto con una guardia, se difendete una guardia! Avv. Gherardini. — Diffidiamo un uomo! e ciò ci basta! Invitato il testimonio a meglio... ricordarsi, egli finisce di ammettere la sua prima affermazione, dicendo che i] Pavani non potè nemmeno estrarre la rivoltella. Poiché è sorpreso dalla Difesa a non ricordare più una circostanza favorevole all'accusato, che già disse nell'istruttoria, gli avvocati lo -rimproverano nuovamente. Avv. Gherardini. — Sappiamo che ora le guardie si mostrano Inesorabili verso questo loro collega per un sentimento errato di eccessivo spirito di Corpo.... Si leva un pandemonio. L'avv. Berruti grida: — Hanno perfino votato un ordine del giorno le guardie contro il Pavanl! Avv. Pavesio. — Hanno fatto bene! è un assassino... Nuove grida, nuovo tumulto. Il presidente scampanella. La calma è ricondotta dallo squillo del «impancilo presidenziale, ed il testimonio, il quale non è stato il più ineccepibilmente esatto, è licenziato. Al suo posto viene a sedersi certa Margherita Accastello, la quale vide l'Inseguimento del Pavani. — Quanti colpi costui sparò? — Quattro! — Eh! via... un po' troppo! La teste più importante La. teste più Importante della causa sale alla pedana E' la signorina Tedeschi. — Rincasavamo dal lavoro. Ci imbaittenimo nel signor Pavani. Mia cugina mi disse: « Hai visto il n>rrlo? »... — lai che punto della via avvenne l'Incontro? — All'angolo di via Balbis. — Lo conoscevi il Pavani? — L'avevamo incontrato «ià due sere prima, alla stessa ora. Del resto, l'avevo visto altre iuicd2iccbElapcivfltvgcLm. volte, ma non sapevo che si chiamasse Pavani. 1 — Le altre sere vi parlò? — Mai. — 'Passeggiava, od era in attesa? — Passeggiava. -Vi siete scambiano un «aluto? |_ in Mm Ani fnttn invoco formn' ' — La sera aei latto imece era termo? ; ci nnmn s<i •> 1 um.u.ssu iiu-ifiiTin "niin-nrin 'ci vide «•incamminò adagio. Fumava ima bìk&- retta od aveva le mani in tasca. i Presidente. — Era s:il marciapiede di fronte? — No 6ullo stesso marciapiede nostro. — Ha potuto sentire la parala... merlo? No: è impossibile: perchè la Cerrutti la disse piano e di -Pavani -nu distante venti passi. | P, M. — In istruttoria infatti avete detto che; era distante un isolato e mezzo... ;Presidente. — E voi non avete riso, per caso? I - No: non pensammo più ,a lui. Dopo pochi; momenti sentii un colpo, che mi parve una ca- stamietta. Ci voltammo indietro... Allora vidi:l'individuo che fURRiva e due che tentavano arrestarlo... A casa, mi accorsi che avevo I ca-i pelli bruciati... | Presidente. — Sai che tua cucina avesse ri-! cavino quindici giorni prima una lettera? ;— tei: mi dl5«e cho la guardia le iveva in- viatie nrofterte d'amori-, ma che i suoi genitori avevano bruciata la lettera. Avv Gherardini. -- Non avete incontrato ai¬ tre volte il Pavani? — Molto tonino prima. >Ma era sempre vestito in alvi so... — E sapevate ohe il Pavani era Innamorato .di vostra cugina? ; — Mia cugina non me ne parlò mai... So, Idei resio. che aitando ricevette la loitern. mia ìcugina rimase stupita di auel cognome Pavani. Ella conosceva la guardia di ipersona, ma non di cognome Avv. Cernuti. — Questo fatto è una novità. ii,a leste non l'ha miti detto... Presidente. — Ma non può mica essere clu questa pòvera ragazzina sia un toatunonlo falso' Avv. Gherardini. — Ma sa. dopo la costituzione di Parte civile molti fatti nuovi possono mutare di colorito... Avv. Pavesio. — Sono insinuazioni inutili. Avv. Gherardini. — Quella sera non foste accompagnate da un giovanotto per pochi passi' La testimonia scandolezzata grida: — Ma non è mica un giovanotto quello! E' una brava persona! — Oh! oh! lUna clamorosa risata del pubblico. La toste insiste : — E' un uomo quasi vecchio! Il presidente spiega cid è questa persona: un cento Lanino, che ora verrà testimonio. — Se costui è vecchio. — aggiunge il presidente, — noi saremo decrepiti. Il Lampo ha 27 anni! — Oh! oh! Altra clamorosa risata. E la teste spiega: — Sì, era un uomo non più pericoloso... era ammogliato... E si rido ancora una volta con grande allegria irrefrenabile Perito prof. Bellini. — E quella persona che contegno tenne con voi. pure essendo di amichevole conoscenza? — Ci ha accompagnate pochi momenti, scambiando noche parole indifferenti. E' subito fatto venire nell'emiciclo il Lampo. E' un rubicondo giovane uomo, che però all'apparenza dimostra più anni di quanto non abbia. iConforma egli d'avere, pochi momenti prima del fatto, incontrato la Ceruti! colla sua cuginetta e di avere con loro scambiate poche insignifleantl parole, accompagnandosi per breve tratto della via. — Era una brava- fanciulla la Cerruti? — Era ottima sotto ogni aspetto. D'altronde la famiglia tutta è di buona reputazione. Avy. Pavesio. — Il Pavani fuggiva molto \ elooamente? — Sissignore. Avv. Pavesio. — Era religiosa la Cerruti? — (Religiosissima; andava sempre all'oratorio. Avv. Gherardini. — E ci va anche lei all'oratorio? Presidente: — Ma perchè lei, avvocato, non va in chiesa, vuole che non ci vadano neanche gli altri! [Risa). Avv. -Gherardini: — Per quanto tempo accompagno la Ceruti-i quella sera, poco prima del delitto? — Per mezzo isolato. La Tedeschi, richiamata, conferma che il Lampo stette assieme alle fanciulle per quattro o cinque minuti. Avv. Pavesio: — La Cerotti teneva In quella occasione un contegno scorretto? Avvocati di difesa: — Non l'abbiamo nemmeno mal sospettato! Teste: — Parlava sommessamente e contegnosa... Il vice-parroco di San Donato Durante queste ultime testimonianze il par dre della Ceruttl reca al presidente alounl quaderni -della sua povera figlia. Il presidente fa prendere atto in verbale della consegna, e poi interroga il vice-parroco di San Donato, don Ayrola. Conosceva ella la Cerotti? SI, e non posso dirne che bene: essa fu sempre la prima a' scuola di catechismo, e diventò poi maestra delle compagne. — Era di costumi Intemerati? — Sissignore: la ritenevamo esemplare... — Grande fu il rimpianto per la sua morte? — Sincerissimo da parte di tutte le sue trecento compagne di scuola. Avv. Pavesio : — Non le furono rese solenni onoranze funebri7 — SI; sopperirono alle spese le loro compagne... che ooprirono di fiori la sua bara. valerio Va^^S^H^^Sntìft^^^ ino Valm, segretari comunale <U Mon^ fnmf^'^mSin "f|j df11,a(xnlsat0' 0011 Mcè - Era eente dabbene Vincenzo Pavanl fin da g^viifeuò6 dimostro3, Sn5S"tJpiuttosto taciturno. Era amante della fami- erlia Un fratello del Pavani un -torno esal- biid. un irai-cno aei ia\api un ìorno,, «>ai tato, improvvisamente si. nuse a bastonare tutte le persone che d'attorniavamo. Perito Treves: - La orisi finì presto? - Sissignore; il giorno dopo egli piangeva per il male fatto. — Era impresario di lavori pubblici. La mo-glie però era un po' dispendiosa e per di più teneva un piede di casa troppo sontnuoso: uni di rovinarsi completamente. Il sindaco di Monterornano ... „ „ . .„„ .. „„„,^„„,„r_ Massimo Cassaiu, «indaco di Mflnteromano, COna?'h,iftnSM Vin™ ^«TSSuZ: ni7 « mt .ÌZvll « ™ TPVÒ^hl todarmìmo-a mio tervizio, e non devo che lodarmiai lul- ... ,j „ — Sa che mandasse denari alla famiglia? — Sissignore, inviava spesso denaro. Il padre e! ubbriacava qualche volta? — Non so. — Era agiato? — Il padre di che mori? — Di mal di cuore e d'idropisia. — Un fratello non commise una volta atti d'esaltato? — Aveva bevuto, ed in un accesso di furore bastonò i famigliari. Avv. Berutti: — 11 Vincenzo non aveva carattere cupo e triste? — Sissignore: era un vero misantropo. Avv. Perroni : — Lavorava molto ? — Sissignore, con molta, buona volontà. — Sa perchè si arruolò nelle guardie? — Non lo potrei dire.. Avv. Gherardini : — Lo crede capace di ucci- dere per brutale malvagità una povera fan- -I » cimiu.1 , ,„„ . — in verità non Ci siamo potuti in paese darci ragione del perchè egli abbia commesso tanto delitto. Prof. Treves: — Anche per i precedenti del Pavani? — Sissignore : non st. può comprendere co- ■me un bravo giovane, al pari del Pavanl, ab-bia potuto commettere un simile delitto..: Anche il segretario comunale, riinterpellato su qu-ceto punto, dice che tutto Monteromano crede che il Pavani, nel momento del delitto, sia impazzito. Il conciliatore di Monteromano, Giovanni Fiorelli, ha parole di lode per la condotta di Vincenzo Pavani e delln -sua famiglia. . - Quando - dice il reste - sapemmo dal 1 giornali il fatto, meravigliandoci, pensammo ci,e fosse stato un momento di pazzia, ed al- lora ci .sovvenimmo dell'episodio del fratello Bartolomeo, che in un momento di esaltazione voleva fare omo scempio di un suo fratellino, |£|i sua madre e di me, che ero accorso in ' aiuto dei percossi, e dei carabinieri che l'arre- ;„*„_^ „ t „ ~~„*n*n a*.™ „^n-, r,i„«^.,n 'starono. La mattina dopo, in cella, piangeva' *< di aver coni- - Era ubbriaco? disperatamente, rammaricandosi di aver com- i messo quel fattaccio. — Aveva bevuto U.n po' ma egli Stesso, il- ce va di non essere ubbriaco. Io credo piuttosto che quella fcenata fu effetto di un'esaltazione | improvvisa. ; perito prof. Carrara: — Non si rinnovarono ;*tmlli fatti? I " _ ^0 ; _ x i^teU| sono di carattere allegro?, _ No taciturni ed il Vincenzo era du taci:, 2'0r-r , -r" vincenzo era più taci tunio aegn mix.. i — Co.la malaria a Monteromano ? | — ^signore. ! — Puro vedo — osserva il presidente — cho ;la popolazione è rigogliosa e forteI —• Eh. non guardi a noi! — risponde arguta mente il testimone — noi slamò beu nutriti ! \in ^ vedesse gli altri! Casimiro Scarpati, consigliere comunale di Monteromano; ripete su per giù quanto hanno raccontato 1 suoi compaesani che lo precedettero. — Quanti abitanti fa Monteromano? — Circa 1500. Carelli Orsola, e la moglie di quel tal Fioccardo che tentò arrestare i: Pavani. — Quanti colpi, oltre quello contro la fan- dulia, sparò 11 Pavanl? •— Tre. — Ma se in Istruttoria avete detto duel Avv. Gherardini: — Anima prufetlcu miai Quando dicevo che i colpi sarebbero man mano cresclutl per virtù della P. C. Avv. Pavesio: — N'-m ci ei^ro lo! E' la Stani- pa che ha detto che ..-ano tre i colpi I 11 fratoi.o dell'» vittima . -Veniva nel 190S qualche volta a farsi ag- giusmre te scarpe. -E questanuo venne anche in vostra casa?- ,, nini -Sai che avesse simpatia per tua sorella? -C'incontrammo una volta prima di Pasqua'e mi domandò se mia sorella avesse ricevuto una sua lettera. Io finsi di nulla sapere. Egli allora mi disse che voleva sposarla, perchè ope-j rosa, buona ed onesta. Io lo dissuasi, perchè mia sorella era ancora troppo giovane. Ed egli i Darve arrendersi ni misi consicrli ^Il.i™" r„m'!L?°^f"i ,_|Vicne sulla pedana il fratello della vittima.1 3' il giovane calzolaio Paolo Cerutti. ;— Conoscevi il Pavani? LPresidente: — La scrittura della cartolina In atti è di tua sorella? — Nossignore, non è assolutamente sua. — Sai che la guardia accompagnasse qualche volta tua sorella? — No, no, è Impossibile. Mia sorella non sa-

Luoghi citati: Beirut, Cona, Grugliasco, Monteromano, Roma