Nell'imminenza del processo contro Don Ariotti già condannato in contumacia a 24 anni di reclusione

Nell'imminenza del processo contro Don Ariotti già condannato in contumacia a 24 anni di reclusione Nell'imminenza del processo contro Don Ariotti già condannato in contumacia a 24 anni di reclusione (Dal nostro redattore giudiziario) .KcsTOudrfa. 27, notte. Polo Matteo Brandello o l'orse ancor, più a prò. ii'gna'fà 24 Dosito, il veneziano Baffo, non si troverei)!)! negli imbarazzi a trarre argoimento per una oronaca dal voluminoso incartamento che dimostra, attraverso a (inalo istruttoria, un sacer doto clic ebbe già una corta n non beni faina, sia stato in contumacia condannato a *« ■anni di reclusione per fatti, che «negli autori che ho citati prendevano a tema dello loro no- pvelie e dello om noesle clocosn E'ven ce domani1, marie di%bn Giuseppe A- riniti Ri hr*<u»il»rft i-ìt.irhrtriHó rlnU'AmortPM ov--. notti s presenterà ritornando dauAmerica, oy-i si credeva sicuro, ai giurati alessandrini, per- Lche dico, lui, lo mondino, da ogni accusa. Ma niiahmrnie sia per essere la responsabilità de,Lsacerdote, flirto affare rimane nelle sue iriec genevah. cosi rnuittanto « scandaloso, che i 'e-; tori ci «alpino grati se pure non. potendo tacere,del processo, e per la sua gravità e per inno- ufettibi'.e regola di imparzialità, dell'incartamento non riassumeremo che quanto la già intorve- i•tinta sentenza contumaciale ha reso di pubblica iragione, come si suol, dire m gergo forense, evi- tando le pagine <jealirose dell'incartamento. Loiscandaloso affare non muterà pero aspetto ejgravità per questa, mutilazione. Gli antecedenti I. ,. , , Bisogna risalire un no negli anni per trovare l'origine, origine mollo impura, di questo prò-1cesso. Lunghe vicende, giudiziarie innestate snùnà serie di piccoli scandali, forma lo sfóndo 'del grosso episodio di oggi, che se 6 il più Chu|moroso è anche il piti turpe. Don Giuseppe Arlotti, nato a Calamnndrrum nel 1S65 fu uer lunga serie di anni, cappellano k .Nizza Monferrato. 'Qui egli conobbe sin da bimbi certi Luigi BapetU e .Giacomo Balestrin ne frequentò lo famiglie; ila queste ebbe man- dato di indirizzarli ed aiutarli nel loro studio. Oliando costoro diventarono studenti di «ni-versila si recarono a Carmagnola in un con- vitto-pensione. 11 Rapetti. giovane, di iniziativa vivace, incominciò a guadagnarsi la. vita fa- eondo l'istitutore, ed intraprendente pensò, d'ac- cordo col Balestrino, di impiantare un convino-pensione per gli studenti. Gettate la basi dell'impresa i due soci colla ; loro attività la seppero-.fare prosperare; il loro collegio si chiamò ..Casa .degli studenti. Questo nomo desterà, nella mente, dei lettori ricordi di;■m«. j,hhn«tnjj7.a recente cronaca^scandalosa VniBalestrino a nome Carlo.fu nel co,- una abbasta.nz fratello del Ba legio come convittore, mentre mia 'sorella ^'^'il.f.fr^Sh1:. vi. ^™!^pS.^«,.!ì'li1"!izjorii di guardarobiera. .1 fratelli Balestrino od li Rapetti continuarono ad alimentare con unajIntensità, stupefacente di corrispondenza col loro amico e precettore don Arlotti a Nizza Mon- ferrato. Non solo il mimerò delle comspon- «lenze, ma la. loro qualità e la loro 'orma de-a no nell'animo di chi le légge un senso di sto- .poro e di Bospatto .Nelle cartoline sono scrina rizzi vi è una costante canzonatura sboccata ed insistente della condizione eccleGia.stlc:i del ore-cettore. Si scrive per esempio : « A don Arlotti, frasi -dV'una" pornografia" altrettanto volgare..manto poco ve.au,; e d'altra parte neg.i indi;vescovo di Arimotea, spedizioniere segreto di Sua &ntìtà. » Altra volta: « A don Arìotli, ca- vallare della 'Bosnia ed Erzegovina, cavaliere del Zanzibar e del 'Sacro -Beale Impero!". 13 don Ariotti tiene bordone ai suoi discepoli. .Vtacezla grassoccia risponde con motti pm sa: ;mei ancora: scherza su certi rapporti frequenti |che sono corsi tra una suora e Giacomo Balestrino. (Manda per esempio a costui ima cartolina dove è una lunga serie di teste appartenenti ad individui di sesso diverso, le cui labbra si incontrano, e gli scriverà: «Suvvia, baciatevi pure, baciatevi tanto, baciatevi sempre, non lasciate mai di baciarvi: baciatevi eli giorno, baciatevi di notte, baciatevi in terra, baciatevi in cielo; non sia pero duplice, ina •triplice il 1 vostro bacio Beppe. Mino e Rina». Chi siano «Bppe c Mino non è necessario dirlo; Rina, a. uuanto gli interessati dicono .sarebbe la biiora.Onesto episodio della suora e di Giacomo Baie- strino già liei-primo processo ha avuto una epe-ei al e cura di Indagini. il>i quale indole furono i rapporti tra questi due personaggi? Alcuni te- stimoiii vi hanno voluto liiettetv dulia malizia profonda. Suor Rina, direttrice di un asilo, a- veva avuto, come suo piccolo allievo il Baie-strino, ouando onesti aveva ancora i calzoncini snaccati uer le piccole e Je grandi necessita. Lo scolaretto, fattori un gagliardo giovinomi, dadiscepolo sarebbe diventato l'amico molto con-ridente della .suora, la anale, al dire di alcuno. avrebbe anche rifornito qualche volta di somme non iudiffertnti lo scarso peculio dello studente. Costei aveva allora già passata l'età smodalo, odil ritratto, che è noi stalo affidalo alla giustizia ce In dimostra ormai priva di ogni attraenza. La suora protestò, con sdegno, contro l'i 11101Drelazioiie dato dai maligni alle sue lettere, le cui frasi affettuose non andavano oltre nel significato che ella loro aveva voluto dare di uri epistolario affettuoso tra maestra ed amico scoino. Dimostrò stupore che questa sua corrispondenza fosse in possesso di don Glitiiepni! Arioui. D'altra parie i superiori ecclesiastici difesero anclie la riputazione del.a. monaca, .'-i.-garòno Che non ner punizione, ma re:- i-agione di salute, ella fu traslocata. Poiché d'aliròiidè queèlo non era die un semplice episodio di contorno, l'Autorità inquirente, che in questo (jrimo processo, come nel l'Istruì loria preliminare, fu di una grande diligenza, preso aito della versione meno benevola e delle difesi della inoliaci, non si oci'iinò a ricvlrcaiuà la ■•<-vi,-i ■•solata. Alcune lettere però appaiono tanfo più strane in emonio Urtila'!* iBinii id liiilivi'/z:»'.- »i Giacomo Balestrino sono state riconosciute di calllgraha di don Aiioiti. Il slgniiicato ac-. d Kiiagif] di questo non un bio neanche ai più ingenui. Rina si paragona ad una novera pianiti senza solo cne pero 1 timore di Giacomo Bolestrhio ha irrorato, facon-; dola rifiorire. In altre lettere esclama: «Oli Mino, come stai? li ricordi di me'.' pensi qualche volto a chi t'ama tanto, a chi t'ama fino al delirio'.' La nuova affezione (bisogna notare che ire'diib- ira i duo soci, che iuaspriiis! condussero una ruttimi 0 poi ad una suerro inosorohile tra di loro, il iBalestrino fondò un a Uro con-vitto, ma i.i (joncorreiizui noria allo rovina ontraintii sii :~iiiuti: ed e a questo puulo che comincia la siale dei procedimenti penali origi-Hakstl'ìiio si era fidanzato eoo una austro- lui'iai II ba forse fatto dimentica re la mia por- sono? \h Mino! Mino! li abbraccio e ti bacio latito! Addiol «. Nella Casa 'ir,ili Minienti intanto elle avevo Dovilo, procurando ::i due soci ottimi Tiiociagni. accadeva una (serie iti avvenimenti olio la trassi! a rovina. I! napèlli si ora fidanzato colla sol'el-la del. Balestrino: tuo il matrimonio lallì perchè dinante una passeggialo in vettura parve ai Ranetti — ue questi disse il vero — elle la sua promessa sposa si permettesse d<0le eccessive confidenze con un istitutore. La rottura di onesto matrimonio fu la causa di gravi dissidi idnati dulie nifi dispàroie e losche accuse. 11 Ra-pelli fu denunciato conio autore di oscenità . i,domili di alcuni convittori della C'uso iletfil slù-fittili. I.'i.-iimtu fu subito cliiuso un'inchiesta severa, io duale uf all'oi'coriaineiito dei fotti denunciati. Ma allora11 podio di Cario Balestrino, che ero sialo al-li-evo in une! collegio, denunciava il napelli di^•«S r : ' "fu attiva'.inon portò perchè tanto il Rapetti, che il Carlo Balestrino furono rinviai) a giudizio per oltraggio ni pudore Ma sebbene il Carlo insistesse nella sua accusa e auindi anche nella confessione, il Ho■etti fu ascolto. Appelli) il procuratore dol He dère dalle reiterato affermazioni del Hlpvlnotto,j confermò l'assolutoria di onesti e dell'istitutóre. L., - • - —; r incesso era venula a depoire.^ft persona di servi.™ di don Anolti. certa Ma 'Rharita De brandi. la oliale assicuro che i Ro- '«;.1no erano gente capace (li i.jven tare P« 0fl!o' lc basse accuse contro il 11,inetti. sii persona di seni/in e sui suoi rapporti L , .Xrio„, ]e Mltoritó toeorn rivelazioni do tó arrossire un granatiere. lOn rapporto dei L ,rb£{ , nfnrm(1 che onesto nersono di sei S.^S^SK doli Si n^'auno loffi, Costei condusse seco la figliuola, allora settenne, ., nom E1 DioriisotTf e ltt volle tenere con u... „.'„,.„™""„m " nw'là Corte■(LV>peTlo\'"nó^ persila- j,..,l,.,,.,,„ uffamiKlml .1.0 -r nv, 11 n t. i). Isè. acconsentendolo il padrone, nonostante elio il padre eclarnnsse. saivndo che la madre non teneva buona condotta. Accadde intanto chp ,.0iiWtat1^0 insieme il don Arlotti e la De Grandi <=i diedero a vita licenziosa e spudorat0> ., Sp„no 6he „n„ tardarono a rendersi notoril in Nizza j loro «.andalo?i rapporti, del die non Lj fece gran caso tra gli abitanti di quella citta, osserva con una certa disinvoltura un rapporto dei processo contumaciale, essendo note le ten- iions*-"* dell'Arlòtti Questa persona di servirla phD., rann0PIj anche" con il (iioroimo. il Lutei* j, cestire Balestrino ed il Luigi Rapetti. discer>oti cii don Arlòtti. I suoi numorosi falli ebbero talvòlta delle conseguenze, che ella fece a suo tempo e prudentemente sparire La prima inchiesta Si suppone che dal giorno che il Balestrino --- ^- nMrtiin nei- il Ranetti e eli fu I ?6re^^ «Wlo ca*iró <to«^B*®fé^$*^-«$§ suggerito dal sacerdote, abbia rotto con costai ogni rapirono affettuoso. In quel torbido ambiente, l'atmosfera satura di ima troppa grassa amicizia, si addensò in nembi di tempesta e di odi. e vendette a basi di denunzio e di calunnie si seguirono con fe- roCi, ed implacabile persistenza. 11 Rapetti per vide la fantesca del suo antico precettore preii- \rappresaglia denunziò liincomo Balestrino per |j0iso in cambiale ed altri membri della sua!famiglia per incendio doloso, in entrambe quo-'ste procedure testimonio gravissimo di accasa; ,|0vcva ossere il Don Arlòtti, ma il Rapetti l nc'a in cèrea "di tiare in Franci Sta rmore'S^ i miglior fortuna per poi ritor-\a. Rimaneva perciò unico po-: "°VX Si^o^ara^iMaTi^o^^^ S^fi^JW° ue" uolumi ji cappellano 111 .>iz/.n '^^Uè - dice ecli 01* - hanno tentato vj1 ™ J-^j , calcete ' m aisiarei ,n me c,i«,.uiuomi au carceri Il 5 gennaio 1S05 una lettera anonima al-\ l'autorità giudiziaria denunziava scene di ro-' quale si era permesso non solo di trattenere ai suoi .piaceri l'ancora giovine e rubiconda fan tesca, ina anche la bimba, di lei. Inesorabile manzo (alla grazia clic romanzo!) scene elio 1 sarebbero avvenute in casa di fton Arioi.i, il ; contro il prete, trovando^ invece""qualcì 10 scusa! per la -madre, la lettera denunziava anche la' acquiescenza dell'autorità ecclesiastica, la qua le. sapendo, taceva, perche lo scandalo non diiagasse. Citava molti testimoni, tra i quali il; Rapetti. il Balestrino e la stessa persona di sor-; vizio del don Ariotti. l[Ua: ii , .d!;! La magistratura fece rigorosamente il suo dovere, aprì un'istruttoria dlligentissima e mi- nuziosa, iniziala dal giudice istruttore di -\cfiuL .'• con pari alacrità condotta poi a termine nel- ili, secondi' fase dal giudice istruttore avv. Yo- gliotti, di Alessandria. Le eronaebe intanto kì «,-mii „;„„„;,, „> r*|l*a.,?««S eranche3 piU n nifim ncfinifnWii ri.> "~ j"","—. °.ni„ii" ' ^ J1|V.d," orecchie, pudibonde. ""olsero e cosi nei rapporti c uìicciuere dei devoti di . m^ *, ^Sg»" , 1!°"™'™ , ffi™°7 oima-.1, ribelli pero ed 111 quelle dei , , i.rsaH' " cappellano di Njzzn Mon- euaio aiyento un vero scioperato in affari di tonnenc; incapace ad attenersi anche alla re- f?lB "el. rn*,r saliera rantr. La piccola Mograndi aveva mi-inio pubblicamente oonl'er- "111.'0 luarno la lettera anonima denunziava, assicurando che però don Arlotti non faceva giù quelle bruite cose perchè era peccato ed il ie\-;i riire clip n liei- in Ldm-n . a 1 1'.'" e, ii visi*, coni- piei. un giorno da, don Anotti che chiamava:-io -•- e dallo mamma mentre questo le cu- civa un. vestitino per ni bambola. Uno peri- meaica assicuro da un loto l'immacolniczza ns.1.1. iiatliilin, la poca polizia della bimba. i.a itiieia anoiiìiiia avevo accennato ad una acquietìceiizo della inodr-.- nelle imprese d'i don Miotti, m dorino delia figlioletta òuesia con- "• umili Jiuiiun-ua. allestii con- lessava che la mamma l'aveva anche riimpro-veiiiia. As«Icur:tvu fnvece qualcuno cli^ uniivoiut improvviso un 111c la Dennett macelliti ausi nel lineilo, sorpreso ciò/clie avrebbe do vino ri timi li iv. ilei ilio .,,.-,.,,.«' ...i.._'.' ..." no. pm amara sdegno uno ma 0 imperturbabile chiesti al 1.111. uiit-M i ,11 ,, p.|Si.| ..1 i...r,^r \ccusotori di don \rio"itì furono! r-,1ocih ' inalijuunivaao che alcuni di Ioim eraào ano riempire 1 or:', avrebbe jnv padrone .- Desidera li.-. ite vittime di pretese dote il an'-ilo""iv^ì-'n - . ' " ■• dr'- sooér" snosa di l'in 1 ,ii" \l'-ì ■ ,;'!K'h" adocchiata la uno ih essi interessandosi del conte- rii Ifi c di certe In ti gli a ri. inita strettamente fatui- Ciò che narrava ìa cronaca rarie accuse, che erano di ogni colore quali eceitant'i A riso ,.- cjutui la nausea coucre-falli tulio-* ir ù "i im ì,"7,,,-'ff,W^i!' df'i s"01 'là Sulla eomoì^iV V , » ?,mU m^ *i',ì)ini,7a -T. Vi , 01 ,:tl lal'u c-o.i,,-. 1 ot-mi, ,'itV ■ ^i'^ffue.ize, i-e pm d-s-poi-aie • . - Si "Jwoc-uswio, a. ..-econda che le poi u luterei saie interloqtnrona «0 proposlio. Vi ha ehi v.uc- l'opera di don Arlotti, il quale a-jyrebbe uiandolx ja .-erv.i iroso d'i suo iratel10 perchè poX'sse rilonmrc olia normalità lisica, mediante anche mioilche pratica meno cor-ei.ta. orina che io scatld'iììo diventasse ii-repa- 1 f luOiila nausea cooci-p't-aroiio alcune dceniunate. iiiiinuazo r ,-ó >*<]non Ariotti e la sua dùinest'on tiÙmi'h ^vm'a una voliu tallo . eoiuraruc ' 'i-'. r.. a.,: . • labile. | Don Ai-iotii a sua volla accusava ìl'Balestri- -iio Cittcomtf, il nuuic avrebbe abùsaio delia fantesca, me, «re i'ac coni fogliavo a Torino per tarsi medicare un dente. JJ Ralesn-ii.'o d'altra parte, diceva che per il male che la De Grandi era (Mutata i, tema curare u 'Iorino, non IX ; eon-cvo i'o|.-era di un dentista, ma piuttosto , quella di uno mammana. Egli dunque .-arebile intervenuto a fatto compiuto. La complicità, di ' bazzicava ni casa, porcile al diri 11 io, clou Ariotti aveva, a tale proposito la con stietudtiie. di una strana comunanza di-ben ! mcJ!f ; poi'.no, ,1 quonto.sl afferma, suo marito, che le. informazioni di una signora, nou lo direbbero ! uno stinco di santo, perchè conda" iato ner| celli alti immoivili hi mia piccino, potrebbe, come quei fanro-so moicbese di Francia eli «uì! narra Balzac, dire vedendo un corto parroco: ' Cui fuioro s; discorre, non isarebbe ne sua, uè 1 di don Ar.oiu, ina di un altro n re-.prete chedel lestimo- 1 '. ecco il padre di mio figlia ». NeuiraImeni j quesito p a.l legga me-lo di respoasabllitò colèiohe -sa la. verità, se anche appirossliiialivaiiiea- ! 1°. d'afe le SUO usalizi la De Grondi ' è sempre vero elio in simili frangami lo donno siano schiette. Da Do Gl'afidi, a coloro elio eli boro occasione di Interrogarlo, confermava lo, informazioni del padrone accusando il Da.lostrino. Ma a calcoli l'otti l'accusa inanten.no il capo di Imputazione per il prete e per la don , 'la rli servizio, nei riguardi delia quale dei l'O sto sotto il puuio di vista dell'accusa, ì'i.nia-jneva jiicrollabilo la verità dell'assioma che 'mutando i fattori il prodotto non cambia. Sugi: adulteri dalla fantesca commòssi Senza lo con la complicità di don Ariotti. p0-rve aliaautorità ìuqu'reiile che twi ci dovesse éSsee n, ]|fml]1H10 u,:-;rria di discussione Ks.-'i era-Ma nini* !_'['^r.lfZ^S^ . di ,,ò',,s.' .l'-rpS. P{,,. l'epispdio più losco e nel 'inalo sarebbe 'rimasta vittima la piccola Eleni iiprlia della dc Grondi, 1 magistrati, come si accerto, dalla jbugiardn. Èd anche su Ljj.g mM( crtH|PtteP0 ^'n sentenza contumacia le, che è alto pubblico dormai, convennero di credere alio piccina, e ne che le sue rivelazioni sarebbero confermate, un- che dalla buona, donna, che la ricoverò dopo =coppiato lo scandalo. Onesta signora però ha «jì'(iUo^ìróto"Ptì tìl^'ìà^^rtba^ò"ò~i>ar«a"'vÌSosa"'o.rI , ,i....... i»n.. „,., Idia complicità della ma- l«hmlii dV dover mot- lere dubbio. Ma attorno a questi episodi pn,i- nci pali ne pullularono dei minori .noii meno rat- triisUinti e'scuirili. Lia vita che don" Ar.'Otti me-tnava in Nizza, fu dipinte come, là: più scan- dalosa non solo, ma la più diffondilrice di cor- ruziono nel quieto e sano ambiente della, gio- sventù di quella città. Si narra infatti — molte delle accuse però vengono dalla, stessa fonte — che don Arieti! avesse fatta venire da Co- sale in Nizza una donna di costumi liberi, per- che nuova Lais. iniziasse. : giovani di cola al cullo della dea Ciprigna. Ed egli, come si nrr- ra di quel to .sulla ova Lais. iniziasse, i giovani di cola al ella dea Ciprigna. Ed egli, come si nir- nel certonionzo cinese, avrebbe .specola- ^g^fe» paese dovettero occuparsi, e per le ©Min- dénze col Baìe*ri,i° ed anche con un. altro sa, cerdote. 11 Sindaco riferì di una. cena avventu- Pra di Don Arlotti con un'altra fantesca, che eb- he altra intimità, che non {• quella che si usa nelle vicinanze dei fornelli della oiicwia. Ln documento triste proverebbe il disperato amore di una fanciulla di Saint Vìa©»* morta poi sfinita di dolere per don Ariott: che l'ave- dva abbandonata. Altri tra i quali iLfiasare Ba- d1 estrino raccontarono eh* don Arlotti fosse lI ovvero i .suo; discepoli \^.QJ)J)0, tollerante di'confidènze . ' ai qua» poter- dnamente raccomandava per Uv'Ióra salute di non frequentare donne di mala vita. Egli sa- orcbhe tuttora debitore verso il fino antico di- tscepolo di oggetti speciali di toeletta per sei- |f J i ' j • F t,, ,'' ' }„./..-,Vi,'., ì,m 'f., ,v' pi i '!' "-.lanci., con l™ culo fi-iuchi "BattagVoro 0 polemista scriveva articoli sul Galletto" d'A»!1 giornale socialista, fe kxxwAncora giornale clericale, sollevando a nnella posta, per far beffa, vespai e fomen- qminiente da un altro episodio' ma imputazione. Così contro •ome contro don Arlotti. Un cu- Poso, mettendo una sera occhio indiscreto al l casa. Ari otti, ebbe per te\W momento la. visione ohe si 'anlma«e quella -Hustrazioiie biblica di Dorè che rafligura 1 n'O- s f ).|,rriJStl,e Accumulatesi tutte qu««.te accuse Don Àriotti e la De Grandi in omaggio a quel M'principio Brotferiono il quale dice «nò a torto nragione non lasciarti ma' meff.»re «n ori- l'fJ; *„sfi}l^°„n ^ì^,,^%-JrA^n*n:ml plo:lft "•. faPP" ano a. Ventimigl.a. di qtu a Mz pione», fuggirono a Ventimi*]!*, di qui a N'iz-i ^ Martina, da Nizza ripararono a Grenoble, %^^Jl^^^^?^ 1 , . . . i La condanna contumaciale | La Corte di Assise di Alessandria il 2 marzo | 191,0 ili contumacia condannava al massimo ad anni 13 e mesi 6. j hi America la Chièsa melodista fece proposta lall'Ariottì di passare alla religione protestante, della pena i due accusati, e cioè Don Ariotti1 ad anni 24 e mesi a e la Marcher'ta De Grandi ■ t „!,-,! 10 Ji. ■',. waignoi-ta ue uranai promettendogli un largo compenso. Egli, rifiutò re fisamente: anzi, sapula la gravissima condan "a cbe l'aveva colpito, volle ritornare in Italia, accompagnato sempre dalla De Grandi. Contra vésttménll e precauzioni, riuscì ad abboccarsi coi suoi avvocati. Braggio, di Acqui, e Carlo 'Baroeris. di Torino. Con essi si proclamò vii \^ calun„io,c del Balestrino, sul JL' ^"'^ affermazioni del anale, secondo lui, si fondò l'accusn. Disse che le ragioni di questo odio dovevano ricercarsi nel rancore per avere lasciato andare la De Grandi a deporre contro il Carlo Balestrino; nel processo fallosi a To rtno conilo W Ranetti.per atti commessi nel Còl legio di 'Carmagnola, di cui il Rapetti era di'rettore, e ner aver deposto contro i Balestrino Giacomo. Giuseppe e Luigia nel processo per .incendio doloso, risoltosi con un non luogo. 110.1 ! avendo potuto aver Ii.ogo il contraddittorio con W'ii. don Ariotti. che era stato obbligato alla la Manzo, dalie accuse e dalle denuncie. nonesse, ed ottennero lo scopo colle loro ca !lunule, disse l'Ai-iott ,,umile, disse 1 Arlotti Stesso ai SUOI avvocali. calunnie le anali potendo dar luopo al suo ar- ,-,.Iì" recedo'si rhr eTw Suo ™ " fuggisse all'estero. Altra ra Uè nella causa dal non Arlotti a-Ha Pretura di Nizza Monte sei'.pe Balestrino, ner la res ! vailo, di due vetture e d vu.nu. ui une veiiure e 111 ai in ogKeui. 11 eoo ! Al'mtfi disse ancora che la binVba accusatrice. li ibidole viziosa e bugiarda, doveva èssere stata imbeccata dai suoi nemici. Anche la De Grandi 'affermò citi ritenere lutto l'affare una montai ili-a dei » omini del muli-fino. F.nl i-oiuhi .«.t nin¬ '■ni dei nemici del padrone. Entrambi, poi. ni :'u';'i!u.os,i lVJuci0Si 'V |,0!c'1' sventare davanti al K!U(j,e| !;, ,).,-,.,,.., calunniosa, pregarono lavvo- .caio Carlo HJarberis di accampamiàrM 0 costi- \Mit*'1 brocuratore del Re di Alessandria. La ets,i,"zio"e ì,vvell!« !»f:Un " 10 ^0 di lUiiest'auno. iSubito fu attivamente completata iistruttoria. Di essa, come delle risultanze ntc cólte nell'incarto del processo, non facciamo ua vola, perchè la Tejme consuma in simili processi j il riserbo, e uni lo consiglia anche la morale Abbini raccontai!! i l'olii duali sono risultati I.portalo nuovi elementi. Dono 1 1,rin!,ì- vefitiio in abito borghese i lo' Ini dipinto l'accusa., bollandolo con una tei* 'ibile condanna. 0 se sia piuttosto la villini, di , ir,.;,dio mene calunniose. Egli sarà difeso dasli avvocati Uraueio e. Carlo Nasi, e la De Grandi e iivrà a patroni gli avvocati Sardi e Carlo Bar ' beri-. !! padre della piccola Eléna .si è costituito i l'arte civile, col patrocinio desìi avvocati Ma- nacorda, Turola e Spantigati. Cini. 'lylla Sentenza cotitiuiiaclale e nojla crollai correva in quei elorni. L'istruttoria non lia apd0110 domani don A- !r,r""- vefiuto 111 aouo noisrhese e con tonto di '•'"•'"'■ comnaririi noi gabbione delle Assiso, con a Wanco la rubiconda e imi che trentenne soivet m. I giurali dirimilo se osrli sia vcraiuente quale tjjrl