In caserma di Virginio Gayda

In caserma In caserma (Nostra, corrispondenza particolare) Vienimi», ottobre. Tutto lo mattine, allo eette precise, un rombo fragoroso, come tuia, scarica di mosclietteria, mi desta all'improvviso dal mio cincplacido sonno. Balzo sul lotto atterrito, im-j vmaginando nel mio pensiero ancora torbido fidi sogno un fulmineo scoppio rivoluzionario, gma il valzer del Conta di Lussemburgo, can- tato in coro da dieci voci femminili, che accompagna quello strano fuoco di fila a lripetizioine, mi fa subito riconoscere la mia consueta terribile sveglia mattutina. In mezzo al cortile dieci domestiche, con il hgrande camicione azzurro di fatica o la testa fasciata noi fazzoletto bianco, shat- Ttono per la pulizia tutti i tappeti e i ma- iterassi della casa. Da allora non h'o più pace. Il primo segnale richiama alle fine- stre le altre massaie rifcardatarie. I colpi efitti, insistenti, inesorabili come un fuoco idi mitragliatrici, dove tuoni gravi e sonori da cannone sembrano scandire il ritmo agli scoppi vertiginosi di cento ordigni infernali, nsi fondono in un solo frastuono assordante, Vionna ricomincia a vivere e a spolve- rarsi. In quest'ora precisa .a tutte le finestre, | in tutti i coitili, sterminate schiero di mani lcvano contemporaneamente un battitoio n j .• : f_„ m a: ì, „ comnciaoio così, fra nuvoli di pólvere, a' lpicchiare ra.bba osamente sui tappeti, sulle mcoperte, sugh abiti, sugli stracc, di tutta Vienna. Allora sui ripiani delle scale le porte si -spalaricano un attimo e arruffate figure femminili s'affacciano a ritirare la 0bottigllia e il sacchetto che il lattivendolo e il fornaio hanno lasciato all'alba sulla soglia dei loro abbonati: le finestre si otta- nno di materaPRÌ che sDore-ono sui ptìpì muri taJddS^Sd.i SgonfiyS delle massaio viennesi di sbattere quotidia namente il corredo e le drapperie della famiglia deve comprimersi di fronte alla inc6orabilità del regolamento. Perchè in ogni casa di Vienna, al fondo della scala, incorniciato sotto il vetro come una legge sacra, c'è appeso un regolamento stampato di trenta articoli, che disciplina in tutti i loro atti quotidiani gli inquilini, come un reggimento di soldati. Per questa Haus-Ordnung la dimora in una casa di Vienna sembra molto & una vita di caserma. I trenta articoli contemplano tutte le possibili vicende di una famiglia: 10 prescrivono il sistema di pulizia dei pavimenti, delle stufe e dei fornelli e le comandano di astenersi da ogni rumore, suono o voce che riveli la sua esistenza oltre le ore concesse per la battitura e la spazzolatura dei tappeti e degli abiti; le regolano il godimento dell'acqua potabile e l'uso e la quantità della legna e del carbone per la cucina che devono essere custoditi in particolari depositi della casa, cui si può accedere solo con permesso speciale, in determinati giorni della settimana: le spiegano i metodi ufficiiaM per la lustratura dei rubinetti e delle maniglie di casa e le limitano • oro fisse e ad alltri paitioolari consensi l'accesso alle cantine e alle soffitte. Ma il regolamento ò anche più preciso. All'inquilino non è lecito inchiodaa'e alla porta di casa una targhetta con il suo nome o servirsi di una serratura di suo gusto senza l'approvazione scritta dell'amministratore. Senza un eguale consenso non possoho neppure passare per le scale, diretti nell'alloggio dell'inquilino, un pianoforte o anche semplicemente un baule. Questa formalità tuttavia non arresta per lo case viennesi l'inondazione dello novità di Lchàr, a cura delle signorine. Alle mamme di casa la legge domestica raccomanda ancora d'i imbottire di lana o di gomma la macchina da cucire in funzione, per velarne il rumore, e un apposito articolo avverte i padri dì famiglia di accompagnare a mano, per le scale, i bambini, mentre un articolo seguente ordina ai proprietari di carni di tener sotto catena le loro bestie nello stesso tragitto. L'Amministrazione si riserva ancora il diritto di perquisire periodicamente gli alleggi dei suoi inquilini per controllarne l'osservanza al regolamento stampato. Se si osservasse scrupolosamente questo codice della casa si resterebbe immobilizzati su una sedia tutto il giorno, irrigiditi datile proibizioni. Per esso l'inquilino è un automa senza libertà. Ma agli occhi del portinaio egli vale ancor meno : e semplicemente un numero. Il portinaio infatti non io conoscerà mai col svso nome, ma sempre solo con i tre numeri delila scala, del piano e delal porta, del suo alloggio. Metà della corrispondenza intema di Vienna avviene fra questi stessi termini anonimi, che riducono gli uomini nel pensiero dei portalettere, come accade nelle speculazioni di molti filosofi, a una semplice quantità algebrica. In tale monomio, che cataloga il cittadino di Vienna, la lotterà o il numero del suo piano è sempre qualche cosa di molto importante e curioso. Per le caso di molti paesi c'è l'uno corrente che il secondo piano segua, come vuole la serie naturale dei numeri, immediatamente al primo piano e il terzo al secondo. 11 forestiero che si affidasse a- questa consuetudine per cercare alcuno in una casa di Vionna suonerebbe invariabilmente alla porta di uno sconosci rito. A Vionna il secondo piano udii segue il primo e anzi veramente non si sa mai con precisione dove cominci il primo piano. Vi son case che lo classificano al quarto ordine, dopo il Parterre, Vlfor.h/iiirtcrre e il Me.zzanin; altre che assegnano il secondo piamo al sesto posto, sotto i tetti, facondo seguire al primo piano la così detta Mansarde. Ogni caserma d'affitto ha, con il suo regolamento, anche un sistema diverso di computazione. In tali condizioni accade sposso di dover salire cento scalini per raggiungere il primo piano : si dominano tutti i fumaioli di Vienna, ma si ha l'illusione di avere un alleggio da signore. A questa vanità non partecipano mai le domestiche, che se ne esasperano regolarmente due volte alla settimana, nei giorni pagnio dei venditori ambulanti di frutta e di. verdura iniziano il loro vagabondo pel- legrmaggiodi spala m scala, di porta in porta, cacciati di qua e di a dai portinai che spolverano 1 muri. E lora più enras- sosa e allegra dello case viennesi. Par di vivere in un bazar. Ma alle dieci in punto tatto torna in silenzio per incanto. Le fìne-jstre si richiudono-e le domestiche obbando-1 gno il cortile. Si direbbe che, dopo una ' violenta crisi nervosa le case di Vienna si i.riaddormentino placidamente. La passione, e così detti dello spazzature. 'Allora, quando il Mìstbauer va por i cortili dello casa, suonando la sua grossa campana per annunciato il prossimo arrivo del carro, esse de¬ j vano raccoglierò in. una cassetta tutti i ri fiuti delle case, accumulati in tre o qitf.ittro giorni, e precipitano giù, faticosamente, con il loro carico, per i cento' scalini fino al mar ciapiede di strada, allineandosi poi dinanzi la porta con le cassette al fianco, in attesa del « ricevitore ». Le case di Vienna, con tutti i loro perfezionamenti moderai, non hanno ancora saputo risolvere in modo più degno dell'igiene e della decenza questa u- Tnile necessità di ogni casa. Ma è sempre 1- -1 ' ima scenetta allegra. Dopo la fatica dei cento scalini, le ragazze, tutto insieme, nella loro divisa azzurra, ridono fragorosamente, e i portinai, che hanno scoperto le traccio indecoroso del loro passaggio per le scale, gridano. S'accendono disputo feroci. Un fìac- cheraio che passa, lancia un motto importi- muti, aspettan- nentc. Due soldati assistono muL, do il momento propizio pei- intervenire in difesa dello loro amiche collettive. | La vita pubblica di Vienna e fatta per meta di queste scenette da portinaio. Ma ji portinaio ha sempre ragiono Prenosto al- . P"rwnj.io no. s>»uipis3 ia0iu4it.. x ix-put-w ai ' la sorveglianza della casa" e del suo regola- meote e|H è utóuterità. Il suo ordine, lan- cia,to n^H all { teMono dal]a ma picoola indiscutibile. Nessuno può [a u offesa. ^ Polizia lo considem doi sPwi 0 ^ no ^ quotidiaiT1BJnente per ti<tto lo SITO ricerche 0 sue tacite e misteriose sor veF,l,ia,t]ze Di fronto ncli innuilini salii rari- IfScome S màS«Se Neha Idi p-^- , ■ , } padre comune. SS e na ia - ^ °d 1 ^ "P8™ * ^ con un nu^no di ferro la vita di o^ni fa , con un pugno di ferro, la vita di ogni ta- a a { memhrì disponibili della sua famiglia sono soagiioaa;ti ptl. lc ^ con gpazzole, scope, sbracci e gecclli d-ac ua. 0g,,i angolo, ofni spraflga di ringhiera, ogni staccio e ogni ve tro ò viait!lfco sucoossivamenbo da uno SC0pOt tino o da un pennello. La scala si innonda d-ac 0 si riempie di cento rumori strani, jcome ^ la ^ fosse messa in riparazione, 1 In oglli aiioggio le domestiche accompa ' u g.rall lavOT0) lucidando ii1 ginocchio i forneilli e 4 pavim<mti e arrampicandosi sui , davanzali delle finestre, per lustrare i vetri, legato alle corde di sicurezza. Questa pulizia del sabato è il più importante avvenimento di ogni casa viennese. La vigilia tutta la gente cho vi è occupata vi si prepara e n6 discorre come di una grande impresa.. Il portinaio vis fa una questione d'onore e la domestica un rumoroso divertimento cho la emancipa per un giorno dalla padrona. Ma l'opera non è mai perfetta. Qualche cosa di terribile e di innominabile sopravvivo alla caccia implacabile delle spazzole. I marmi dello scale v'escono tersi come cristar.K. tutto rispleude, le case sembrano rinnovato; ma sotto le tappezzezie damascate, rimane l'atroce specialità vivente delle caserme dà Vienna, che esaspera il sonno dei forestieri, popolando lo loro stanze di aterminato legioni di insetti notturni. E' la comune vicenda di ogni casa. I padroni e gli affiittaoamere non mancamo di definire esplicitamente sui giornali è nei cartelìi Insektenfrehimmer, le loro stanze, ma inessuno può crederli. Qualche cosa di orientalo e rimasto ancora in questa bella aittà elegante, che è riuscita a respingere per tanto tempo gli assalti dei turchi. Ma anch'essa, pare, non è inutile. Come avviene di tante altre specialità orieiiiibali, mot/te industri© ci vivono su. Vi sono persino delle società costituite per la caccia di questi residui turchi che pubblicano, pei- la reclame, sulle cantonate, gigantesche illustrazioni dimostrative con scenette dal vero. Tutto ciò è molto initiimo. I forestieri guardano e meravigliano. Ma i padroni di casa non no hanno uno stimoto per contenere in limiti più ragionevoli i fitti delle lca-o case. I sonni tormentosi degli inquilini non li riguardano. Un giorno uno studente Stiliamo per rifivjto di pagare intero il suo miensile, perchè in tatto il mesr non era riuscito a dormire una notte, fu chiamato in giudizio: s'illuse di potersi salvare portando dinanzi al giudice un'abbondante coHenie/ne di documeinfci autentici ma fu condannato due volte, per offesa ali, maestà della giustizia 0 pei- l'accusa disouo raute lanciata contro un luogo d'abitazione E' inutile : anche a Vienna i padroni di co sa scino onnipotenti. Ogni sera c'è una riunione di qualche migliaio d'inquilini pe protestare contro il1 tragico rincaro dei fitti ma ogni tro mesi le pigioni aumentano irrimediabilmente. La piccola, gente nion sa più dove abitare. La ricerca della casa ha qutal- che cosa di una caccia disperata. Spesse \si fissa un alloggio, appena annunciato, wri-,stanza Pure qualcuno rimano ancora senza ™:„°_e.^re°r 30110 due V*CC^' che.E0f1za neppure averlo visto. Si sopprimono' i più elementari bisogni. Nelle piccole famiglio borghesi la cucina invariabilmente si trasforma la sera in dormitorio. Nei quartieri operai intero famiglie s'accumulano' in una aveva, sero campar lo aperto. La gente guardò curiosa e le gua.r die per urna /notte non osarono impedire qipsta tragica e tranquilla dimostrazione senza parolb. Ma la dimora in una ca«v viennese costa ancora pm che di suo fìtto rea e. Insaeme ai paoWcli casa, anche i portinai contano nel bilancio di un inculino. Ed essi ncta son° mai una quantità trascurabile, bua vecchia ordinanza, della Polizia prescrivo jc™ alle dieci precise si chiuaano tutte lo . nrvrr.PJ Hn n crt-.T-n rUa nin unnico mii fardi rlo_ ; P^te. della strada. Chi rincasa più tardi de- ;™venta o teemia centesimi *l P0"?" naio, che gli apre ed e il solo depositario autorizzatodella chiave di casa. Cosi por IUlIla ramaglia un po numerosa una inno-;»>«<> passeggiata serale, prolungata oltre <b<xi, si risolve m un piccolo' disastro fi'nan- *««<>. A Vionna anche lana che si ™^™ *>*ia sua tariffa. .Non tutti possono pagarla. j AWo. ,n?ve o tre quarti, quando 1 portinai ' ~™^> ? schierarsi sulle loro porto, gnu; , , {*. somara ai gupraia, <j"u •* &lauctó cilyavo ue.Ua destra, tutti i cane, :l nSto,ra,nti, i luoghi pubblici si vuotano in [^Zlene ' ^gfLiX S la^^ wc ^iS^entfX K in uXefl "rsa ZiwZla Alfe dieri ouanoto la WZwL dToSert bi^'S^oluf deL\aPÌtale sonora tX vuote e silenziose come in un villaggio. Ma qvpste ? ParzlajJue,nteT la renarle noDturne aer j tmlai viennesi. I venti centesimi dello 5p » «™ ™ * , che a naui-corse al mpai-mio ndn riescono cne a ?aur- re parzialmente la rendite notturne dei por- tma,i vieointói. I venti centesimi dello Sperr-sechserl> a dosi per tutta uno, notte, assicurano sempre una pensiono an-deve \ usc[r di ^ per it mo \&VOTO prima doU'al-\,ba, quando il portone è ancora schiuso. In fondo a questa indennità della porta c'è assai probabilmente l'onesto pensiero cristiano di far rincasare presto gli inquilini, come si conviene alla gente di buoni prioi. cipì, per salvarli dalle tentazioni che vena gono do fl so]c ^ ne va e gli ang0H del- 1|lo strado si fanno scuri. Ma spesso anche il i a a a joaffi, va§abouda _„ j. vicdi bu4 W e i iuf)0a • ^ ^ ,rJle ded,^ di co. Molta gente, sotrovandosi per per risparmiare i venti contesimli del portinaio, non toma più a casa che dopo lo sei del mattino, quando la porta si apro per lasciar passare i fornai e i lattivendoli : allora va da caffè in o ; resto> e prov,ato cho fl portihalid ta:riserva y suo ^ w sahllfco e ]a sua maa. a C011sidcrazi0310 ,a„tf i-nqt,ilini che rinca- o mno abitudine dopo che egli ha chiuso o regoì;irmento la 1>0,rt,a_ Iie slle amicizie con _ . ©_ ... I ... . . - ,a Poliz.ia n(m vc>ssrvnc) sorbirlo a tal pun " jtoda «argli din»tttica.re ii rotore del denaro o | Tnv6ce y pj^ijo borghese viennese non rgli da ^ mai qllesta soddisfazione: Pcd-j chh c,h ^ f^];,^ ^ ]o rispetta, n regina della caserma è fatto per lui. Fuori -ldella donietlica ogi; sj compiace d* ™.cho si TO ^D «aitate. La = essere ciò sera si ri . bira a caga di b^»^. mang\& ^ gaicici da e un panS) h&vQ un bicchiere di birra, u, fnma un ^guro, legge un giornale cattolico uj0 va a dormire. Se esce di casa, cccezio.iM.l, i t rientra alle novo e cinquanta in pvinn. A_ T i,„ t ^k^i„ ru„ to- 1 deSÌderiÌ n°n ]'° fann° UQ °°n l tutto ciò egli vive sano e contento e s'adatta a P^fettaniente, senza impazienze, ai trenta f artócoU del ^ ddlil casa- como ? tuttc te ls altro P^scrizioni ufficiali che ogni autoe rammaricarsene por i suoi venti centesimi, - , .—... v.„.„m^ i„4 ^ ri^;i.» =nri. - ^ autarita ba,n,no in lui un docile sud. - : dìto {edeIe. cittadino che ndn esce quan-\Ao . ,a ta Q n(m ^ no Ia.mcinta a da ^ fuori ^ ^ jccolo o ÌQ. J ^ in caserma -ì _ , e! Virginio Gayda.