Una commovente pagina di storia

Una commovente pagina di storia Una commovente pagina di storia i (Pe» telefono alla STHJWPfl). a a, 21, ore 22. |eiS^M^^rS» avvenLc°nt.Ii^EJ&-&*^J^.-Ì£PÌSÌ Regina sia tornata in patria. Ecco come si ricostruisce il viaggio compiuto dall'ex-Re- glD,a : Anzitutto, lo «ole parole pronunciate da Maria Pia, abbandonando il suolo portoghese! furono epieste : — E' doloroso dover abbandonare, dopo Quarantotto anni, la patria di adozione. Mi conforta soltanto il pensiero di aver molto amato il Portogallo, e di aver fatto del bene a molti, compiendo tutto il mio dovere. Non lo Sdegno veemente, non Faccasiciamento femineo, ma la serenità e la dignità nel dolore, heniio dunque accompagnato- nel triste viaggio di ritorno colei che tra volto fu percossa dalla sventura. " li piemontese è Dna lingua „ La corazzata Ilcgina Elena, che è comandata dal capitano di vascello Belmóndo Cacete, piemontese, aveva, come è noto, avuto ordine di recarsi a Cadice, non sapendosi ancora che la Famiglia Reale portoghese era Ria partita dal Portogallo Però, giunta a Gibilterra, stabilito il con- tatto radio-telegrafico con la piazza-forte in. i g.Iese, la Regina Elena domandò: » Avete nessuna comunicazione da farmi?». La sta-jzioné radiotelegrafica di Gibilterra rispose: «No: ma voi d-ùve andate?». «A Cadice». Silenzio di mezz'ora Poi l'antenna radiotelegrafica ricomincia a parlare da Gibilterra, e dice: «La Regina Maria Pia"d'O¬ manda, iperchè non entrate in porto». Bre- ve riflessione del comandanìte: il capitano di; vascello Belmondo Caccia è ufficiale dotato di lodevole spirilo di iniziativa; e gualche minuto dopo l'apparcccliio Marconi della Renina Elena, riprendeva l'acuto ronzìo: ; « Vi prego di comunicare a S. M. la Regina j Maria Pia che entriamo in porto»/ L'ardine preciso era di recarsi a Cadice, ma poiché lo scopo della missione della na-1 gina Elena entrò m porto. L'aiMtamte di campo del comandante in piazza-forte mgle- sa sali immediata mente a -bordo. 11 venerale su ArchtbaM Hunfer pregava il comandali- \t^ffl*!^*f&$&VP9Xt Z r^,i™F dt Port°sallo, al Palazzo del Governatorato. Il governatore aveva dis- ffi^^^^^^^ ni mIZ *ì-t _*i>o,.io*n „ ;j„ R«^lto^Tp^1con la nonna, ^ufficiale-Italiane.: - le farete immensamente piacere. le - Cesi une langUè le piemonlais - a- veva eletto poco jPrIma Maria Pia ad Ame- Vm: — n'esl pasunpatais lE fu precisamente in piemontese che la Principessa di Savoia parlò all'ufficiale i-;taliano. del ritorno in patria, dopo quaran- tetto armi dalla partenza da 'l'orino. Vitto- rio Emanuele ni desiderava fermamente che Maria Pia, abbandonata per fatalità di eventi Ja Reggia 'Portoghese, tornasse alla Reggia Italiana, donde'era uscita. lì nostro Sovrano non volle che una Princip*ssa. di Savoja nudasse esule in un .paese st,ra,niei>i, .e fosse ospite di straniari. Maria Pia coh-!sentì, malgrado l'acuto dolore del distacco, a. lasciare il nipote, la nnora e lo stesso il- glio, Duca di Oporto, che, come erede pre- suntivo della Corona, volle seguire nell'esi- lio il giovane Re. Le brevi giornate di Gibilterra A'ennero trascorse dalla Famiglia Reale Portoghese nel raccoglimento. La Regina Amelia, alle "prime parole di amaro sdegno pronunciate al momento di lasciare il suolo portoghese, fece seguire un fiero silenzio. Il giovane Re Manuel, tutto si dedicò a consolare affettuosamente l'ava e la madre. Il Duca di Oporto si chiù- se in una tetra impassibilità. La Regina Maria Pia che, contrariamente a quanto talvolta fu affermato, ha la mente lucidis- sima ed equilibrata, mostra, forse più di ogni altro, perfetta serenità di animo e squisita nobiltà regale. In «atri» maro i<a paina sui mare Risoluta che fu la questione di massimadel ritorno di Maria Pia in Italia e dell'an- data della Famiglia Reale portoghese in Inghilterra, si preparò sulla Regina Elena l'appartamento: una camera da letto, un boudoir, una sala da pranzo, addobbati con sobria eleganza, costituirono il primo alloggio di Maria Pia In Italia. Fu pure provveduto all'alloggio della dama d'onore, la fedele amica della Regina, la marchesa Unhao e del facente funzioni di ciambel- lano, il tenente di vascello della marina portogliene, Vittorio Sepulveda, affeziona- tissimo amico di Re Manuel, incaricato da quest'ultimo di uccompagnare Maria Pia presso il Re d'Italia. Commovente il distacco della Regina dal nipote e dalla nuora. Essi si separarono nel palazzo del governatore. Il Duca di O- ananave!60' acc<w1pagnò Ia madre flnoSir Hunter aveva fatto schierare dal pa-lazzo del Governo fino alla •banchina, tutta la guarnigione eli Gibilterra., che rese a Ma- ria Pia gli onori reali. Accostata alla boti- china era una lancia a benzina, della Re- ijina Elena, comandata da un tenente di vascello. Il Governatore inglese, porgendo la mano a Maria Pia, la aùltò a discende-re .nella lancia, ove porse la mano alla Re-ginu il nostro ufficiale. L'Inghilterra erin>segnava l'ospito all'I- talia. Ventini colpo di cannone della Regina Ti'fcMa salutarono la partenza della lancia reale dalla riva inglese. Contemporanea- monte veniva issato, sull'albero della nave, lo stendardo Reale portoghese. Sul ponte erano schierati glj ufficiali di bordo in alta tenuta. V'erano, oltre ni comandante in prima, capitano di vascello Belmondo CSccia, il comandante in seconda, capita- no di fregata Galleani e tutti gli altri uf- fieiuli. Maria Pia, ricevuta alla scala dal co- mandante, salì a bordo adagio, essendo lievemente sofferente di asma. Il Duca diniS'nie':bracciata la Madre'disse o1 c°—- Io ve la consegno: abbiatene cura; ve no prego! Il comandante si inchinò, assentendo, ed il Duca di Oporto tornò rapidamente a terra. Maria Pia si ritirava subito nel suo ap- partamento; e poco dopo la Regina Elena abbandonava Gibilterra, facendo rotta ver- so l'Italia. La traversata fu compiuta alia velocità di 15 miglia all'ora, ed in circa ire giorni. Il mare fu sempre calmo, fuorche nel golfo di Lione. Strana coincidenza di date Vi furono alcune ore di sofferenza, specialmente per la marchesa di Unhao. Anche la Regina Maria Pia soffrì; ma assai neno, e partecipò anche quel giorno alla colazione* insieme col comandante, col ciambellano Sepulveda e con oualche uffi-ciale di bordo. Tutti gli ufficiali, a turno,furono invitati dalla Repina alla sua tavo- la: essa per tutti ebbe una parola gentile e a i-utti parlò quasi esclusivamente, e con ^ala tatuale Precedentemente ci- H'giorno stesso della partenza da Gibil- gion terra, il 16 ottobre, ricorreva il 63.o genetliaco della Roginu. Gli ufficiali di bordo ebbero un gentile pensiero: offrirono alla Sovrana, cioè, a mezzo del più gióvane di essi, un bel mazzo- di fiori. Maria Pia, visibilmente commossa, ebbe paralo affettuose eli ringraziamento. Singolarità delle date! Il 6 ottobre, gior-t no dello sbarco a Gibilterra, ricorreva per Maria Pia il 48.o anniversario delle nozze, o dell'ascensione al Trono di Portogallo. Il 16 ottobre, giorno della partenza por l'Italia, ricorreva il suo genetliaco. Il 19 ottobre, giorno dello sbarco sulla spiaggia italiana, ricorreva il 21. o anniversario della' sua vedovanza. La vita di bordo fu trascorsa dalla Regale viaggiatrice, in modo semplice. Ella) rimase lungamente con la sua dama nel! boudoir: volle qualche volume della bU blioteca di bordo, rimase assorta nei suoi pensieri, passeggiò anche sulla veranda attigua al suo alloggio. Nelle ore dèi pasti conversò con gli ufficiali, ricordando persone di comune conoscenza, rievocando fatti lontani, specialmente relativi al Piemonte; manifestò il suo desiderio di stabi- lirsi, in Italia; ma non nel settentrione, desiderando un clima mite. Èssendo sofferente di una lieve flussione alla guancia destra, ebbe d'uopo delle curi- del medico di bordo, che riuscì a guarirla quasi Com- pletamente. Se la Regina Maria Pia tacque sugli avvenimenti portoghesi, parlò con amarezza degli avvenimenti di Lisbona, agli uffì ciali italiani, il 'mente di vascello Sepul veda, il soldato valoroso e fedele al proprio giuramento. lì n i A'è " "e lraai,° La triste verità, che si desume dalla nar- nato da tutti coloro che avevano il preciso dovere di assisterlo, di difenderlo, a co minciare dal Presidente del Consiglio dei ministri, per finire al Ca.po della Polizia di •LtóBwj». Le file della oscura trama si spiegall0 01TOai visibilmente, .. f, _ i.„ n„rrn+„ «s-nnivpdn _ »«,;. «tevS al%ranzo offerto0 in^n rfll Pret cle,lte del'a Confederazione del Brasile. Po. co prima della fine del pranzo, alle undici, 1J bidente del Consiglio si' avvicinò al Ro « comunico che poco dopo mezzanotte sarebbe scoppiata la rivoluzione, o lo con. f1^0 d', ^rar« al Palazzo dea Necessi. ttldf •J1iiRq tornei a palazzo: una buona ^rlo della guardia del palazzo, con un ?rdme' si da cl" emanato, era sta. ta mandata altrove. Salvo un emissand è131 Presidente del Consiglio, mandato do] gè per esortarlo a fuggire, non si vide a Piazzo nessuno, uè un Ministro, ne un uom(? Politico, ne an funzionano. Il liste 110 era tagliato: il Re era completamente isolato' Durante la notte, ed il giorno do P°. vi fu qualche resistenza da parte di al< cuni nuclei di truppe, rimasti fedeli, uni* oamen*e Per iniziativa di ufficiali realist-ù ]11a senza alcuna organizzazione direttiva da parte del Governo. Il Duca di Oporto tentò di organizzare la difesa o si batte per le vie di Lisbona; ma gli mancò qual siasi aiuto da parte dei pubblici poteri. Tutti i ministri scomparvero: la sera co* minciò il bombardamento del Palazzo Rea-' le, da parte delle navi da guerra. Si fece credere al Re che delle truppe fedeli si erano concentrate a Cascaes, e lo si foca partire per quella città per prendere il co* mando delle truppe. Contemporaneamente si annunziava in città che era inutile di' fendere il Re, dal momento che era fuggi to. A Cascaes il Re non trovò soldati. Il Duca di Oporto cadde anche egli in un tranello consimile,- che lo fece allontanare da Lisbona, ed i Reali si trovarono così senza alcuna assistenza; uon più di tre o quattro ufficiali o gentiluomini di Cortarimasero presso di essi: la Famiglia'Rea* le> trovandùsi sulla costa sonza aiuto dialcun genere, senza truppe, non potè fai altro che imbarcarsi sullo yacht reale A melia, e partire. Dove erano andati a fini re i monarchici e aopratutto i governanti, gli uomini politici di parte realista? Nes Simo lo ha mai saputo! ». II tenente eli vascello Sepulvoda, giunto coi Reali a Gibilterra, mandò le dimissioni da ufficiale della marina portoghese, vo lendo rimanere fedele ai propri convinci menti monarchici ed al proprio giurameli- to al- Re. La sera antecedente all'arrivo della Regina Elena nelle acque italiane, gli ufficiali di bordo vollero il Sepulveda alla lóro mensa. Il comandante delia nave ,brindò in suo onore, così: i « Bevendo alla vostra salute, bevo alla fedeltà, divenuta prmai una virtù così rara ». i " Elena e ì bambini ci aspettano „ ' Al Sepulveda fu dagli ufficiali italiani donata una medaglia commemorativa della consegna della bandiera da battaglia alla Regina Elena. La Regina Maria Pia, aven do appreso come al Sepulveda era stata do nata la medaglia della Regina Elena, no chiese anch'essa una. ! «La conserverò per ricordo» — disss , semplicemente. j Sulla medaglia è riprodotto il motto in- ciso su di una delle torri corazzate della nave: «Pro patria ed regi». L'indomani la Regina Elena si trovava file otto precise, secondo era stato radiote legrafato al Governo, davanti alla spiag» già di Gombo. L'incontro fra il Re d'Italia o l'Augusta zia fu commovente ed assai semplice. Maria Pia abbracciò il nipote, che le baciò la mano. Il Re non pronunciò che queste parole: «Ora scendiamo, cara: Elena ed i bambini- ci aspettano sullaj spiaggia ». . Con questa soia toccante frase fu con sacrato il ritorno della. Principessa di Sa voja nella Famiglia Realo Italiana, '