L'inaugurazione del Congersso socialista a Milano

L'inaugurazione del Congersso socialista a Milano L'inaugurazione del Congersso socialista a Milano Un attacco ai massoni sooialisti ed aii'opepa del groppo parlamentare ~ I r*iVoluzio~ nari Vorrebbero mettere il Partito in stato d'accasa - lie tendenze tu pattane v e morgariane Vittoriose e la sconfitta dei rivoluzionari. (Per telefono dal nostri int/iati «pedali) Milano, 91, ora 20. v Aspettando che si etminci Alle 9. quando dovrebbe ufficialmente inaugurarsi auesto undecime Congresso. suITnsclo della Casa del popolo, tutta linda, ma punto agghindata per l'occasione, c'è un piccolo capannelilo di giornalisti. Questa brava gente è sempre più che sollecita, per la tema di giungere in ritairdo. come il gaio, ma disgraziato personaggio dfetta commedia di Bisson. Ci sono anche una diecina di personaggi in coccarda rossa, moairioati degl'organizzazione e della distribuzione dei posti. Ma la pioggia violenta, insistente, fragorosa ed inesorabile diffonde una nota grigia e triste. E cosi pare quasi che un censo di pigrizia e di malavoglia sMndugi sul Convegno. Zuppi fino alle ascelle, cogli ombrelli «rondanti come tetti dt pagode sotto uno dei famosi cicloni orientali, giungono, a poco a poco, i congressisti più zelanti. Dono tutto, la sfilata o interessante. Voliti des tipes! direbbero i francesi. Cappelli larghi come la provvidenza di Dio. folte Uarbe d!l tutte le foggio, cravatte... Ecco, no. nelle cravatte s'Incomincia a fare un po' di torto alla tradizione. Poche sono le oravattone svolazzanti e sgarolanti. Moltissime le cravatte borghesi. Ma questi primi congressisti zelanti, dilSgentissimi. con un certo aspetto ardito ed una imponenza considerevole, voi volti adusti e le. belle barbe copiose, scommetterei, sono tutti romagnoli. Ecco un magnifico tipo di vecchio rivoluzionario da dramma, dritto, fiero, ool cappello alla calabrese, di color verde pisello, e con due baffoni che vorrebbero dare al volto che ii porta un aspetto truculento, ed invece gli conferiscono un'espressione simpatica di burbero benefico... L'uomo del cappello calabrese color verde pisello presenta la sua tessera con grave diignita ed entra nella sala. Bisogna subito dire, perchè convien rendere omaggio alla cortesia, che coloro 1 quali hanno il non facile compito del concedere l'accesso ai congressisti, agli invitarti, ai giornalisti, assolvono l'impegno con molte garbo e con tatto. La sala è ampia, forse fin troppo smpia, tanto che ci occorrerebbero i canocchiali per distinguere di sul, palcoscenico i congiressisfci che vamno affollandosi giù nell'emiciclo. I nostri banchi sono disposti a semicerchio sul palcoscenico, ampio e solido. Veglia su eli noi la figura bronzea di Carlo Marx, che campeggia nel mezzo d'un trofeo di vessilli rossi. Invece tra qualche pianta verde si drizza su di un cavalietto avvolte di velluto bigio il busto che vorrebbe raffigurare Andrea Costa, L'apparato deìr.a sala è tutlo qui. Non si può affermare cha ci sta, non dico dello sfarzo, ma della esuberanza, nei segni esteriori di festività. Dopo tutto questa semplicità è più simpatica. Fra le chiacchiere ancora sommesse dei convenuti si leva il martellare alacre degli operai che lavorano ancora a riordinare e finire Tedi fìcio. Anche ciò è una nota caratteristica e co lorita di contorno. Ma se i buoni operai fuori sonò'già da tèmpo all'opera, non pare por .ora clie qui al Congresso si abbia intenzione di incominciare a lavorare. Una occhiata all'orologio mi fa persuaso di ciò. Sono le 10,20: un'ora e venti minuti di ritardo e nessun segno che ci dimostri qualche Intenzione di incominciare. I nostri banchi sono al completo; una caterva di « fonograifl », come ci ha chiamati argutamente un onorevole socialista, non so se per canzonarci o per farci un elogio. In vero però ci è molta cordialità tra congressisti e giornalisti : 6i moltipllcano le strette di mano, festosi saluti pieni di clamorosa i>llt<grla. Facendo acuto lo sguardo cerchiamo dlst'nguere laggiù nella compatta folla dei congressisti i pezzi grossi. Ne mancano parecchi. Nondimeno vi giganteggia il colossale Podrecj.v, Rigola dalla fluente barba bionda è seduto tra un gruppo di amici, l'elegante Pescettl viene a salutare allegramente alcuni giornalisti ed il famoso anarchico Zavattero. Morgarl ha fatto una breve apparizione poi lo perdiamo di vista. Montemartini e Ciccottl ci debbono essere, i>erchè sentiamo ripetere i loro nomi. Cabrini viene a salutare la gentile compagna di Lerda che e seduta tra noi. Quaglino trova anche tra i giornalisti cari amici. Scambia una stretta di mauo con Treves che prende appunti stando al tavolo della stampa. Altre medagliette per ora non ce ne sono. Ciò non toglie che ci siano altri personaggi che nel partito contano. Ma chi li può distinguere nel brulichio di quella folla che cosi si confonde alla nostra vista? Gli iscritti ammontano a 780, facendo pure la debita tara vi figurate voi quanto chiacchiere? Alle 10.iO un campanello si agita e squilla; si ode un applauso discreto. Si incomlnicia forse? No, dopo alcuni istanti rli sorpresa si riprendono più vivi ancora i chiacchierìi. Allora il campanello che prima fu timido e esitante si fa arrogante suonando a distesa e cerca di imporre silenzio. Il Congresso alla dio mercè sta per essere inaugurato. , Seduta antimeridiana I discorsi di saluto Quando al tavolò della presidenza si sono raccolti i membri del Comitato milanese, e la grande aula in cui ora il cielo fatto più benigno, mette una luce un po' più chiara, il :.apo del Comitato stesso Bertini, fa il suo discorso inaugurale, con arte oratoria modesta, nu ci>a accento di cordialità. « Compagni e compagne carissime. A nome della sezione milanese, il cui Comitato ha funzionato come Comitato organizzatore 'el Congresso, do il saluto a tutti 1 compagni venuti da tutto le città d'Italia. Molti compagni nastri sono assenti e vada anche ad ossi un saluto vivo che li conforti nella lotta vigorosamente intrapresa per il trionfo degli ideali socialisti ». L'oratore poi manda un caldo saluto alla memoria, di Andrea Costa, presidente di tutti i Congressi, maestro integerrimo di virtù civile. Ringraziamenti e saluti l'oratore vuole dare ancora per dovere d'ospitalità, alla stampa, i cui rappresentanti sono venuti da ogni parte. Non dimentica il Bertini, anche il pubblico. E poi, promettendosi di essere breve perchè molto ,ò il lavoro del Congresso, ricorda che Milano socialista è orgogliosa di avere dato ì natali nel 1891 al partito socialista, ed ora è ancora più orgogliosa di ospitare l'undecimo Congresso in questa Casa del popolo, dove i proletari svolgeranno le loro lotte, e stuelleranno 1 problemi sociali, per avviarsi alla conquista della propria rigenerazione. Quando l'oratore rinnova il suo saluto ed i suoi auguri, l'assemblea l'acclama con caloro di convinzione. Bussi, che si dice della vecchia guardia, si congratula della giovinezza sempre rtnnovantesi del partito socialista, mentre gli avversari salmodiando vorrebbero portare il partito stesso al cimitero della storia. Anche questo oratore, manda un saluto alato e fervidissimo ad Andrea Costa, Inneggiando allo belle provincia rosse, dove ancora pare palpitare tutta l'anima dell'integro alfiere del partito socialista. Scroscia a queste parole un formidabile applauso. Tutti si alzano in piedi acclamando al nome di Andrea Costa e sventolando i cappelli. Il momento è solenne ed anche commovente. Ma I discorsi devono seguirsi l'un l'altro come le stille della pioggia che fuori scroscia. Monici, porta il saluto dalla Federazione gio vanlle socialista italiana, la quale, come dice l'oratore, segue con ammirazione e con serietà il lavoro delle più adulte. Rumenta il lavoro assiduo e costante della Federazione giovanile: I e specialmente la propaganda antimilitarista. | Ma il pistolotto caldo contro il militarismo non trova eco. Un silenzio profondo segue alle parole dell'oratore, il quale invano ha atteso, applausi, con una pausa opportuna. Invéce scop- pia un tiepido applauso quando afferma che l giovani socialisti combatteranno sempre perchè i socialisti non si ascrivano a sètte segrete e quando il Monici dice chiaramente la parola Massoneria, l'applauso si fa un po' più vivace ed intenso. Dell'Avalle, segretario della Camera del lavoro, per l'organizzazione econòmica milanese, reca ii saluto agli intervenuti, lieto che qui in questa Casa si svolga il Congresso, perchè. questa Casa sa lo laorime, le ansie, i dolori e le speranze di tanta lavoratori, perchè era prima un grande optflolo. « Mi auguro che voi non dobbiate sperdervl In viottoli ritorti. Sarà bene che dagli Intellettuali spirino meno fasci di luce radiosa d'ingegno, e più fiamme di vero e .sincero affetto verso il proletariato. Sarà bene che essi pensino un po' più agli Interessi mediati dai 'lavoratori, prima del raggiungimento di altri ideali ». Queste frasi destano 1 diversi umori dell'uditorio. Vi è chi avrebbe voglia di battere le mani, ma vi sono molti che mormorano un po' risentiti. Questo conflitto di tendenze fa si che per qualche momento si senta tutto l'uditorio a disagio. Dell'Avalle però, dominando con molta calma e con uno sforzo d'ugola ii sussurro, che pare farsi più ostile, riesce a farsi applaudire quando dice che dopo tutto s'augura che I lavori del Congresso alano profìcui alla causa del proletariato. Quando Risola sale ai palcoscenico un applauso vibrante e Intenso scoppia nell'aula. Egli fa un. breve cenno colla mano come per calmare 1 battimani. « Compagni, — egli alce, — non è più l'ora, ne avrei più trama e lena per un discorso inaugurale. Dopo il magnifico discorso di Bussi, che evocò la bella figura dell'alfiere del partito socialista, vano tornerebbe ogni altro inno oratòrio. Se sono salito a questa tribuna, è per portarvi il caldo saluto della Confederazione generale del lavoro. A nome di questa grande riunione ctt lavoratori, lo fo l'augurio che da questo Congresso escano delegazioni che sviluppino e rinsaldino sempre più i vincoli fra 1 partiti socialisti e le organizzazioni economiche ». Le brevi parole di Rigola sono accolte da unanimi applausi. Lentamente tra un silenzio profondo, di rispetto, egli discende a braccio a'un collega la scaletta e va a risedersi nell'emiciclo. '•■ ...... Arpigiani, di Sesto Calemde, che dal fondo dell'aula ha chiesto la parola è fatto venire alla tribuna. — Ma che vuole 7 — Ma. chi è? Imperturbato, Arpigiani vuole mandare un saluto a tutto 11 proletariato, organizzato o no, o un saluto caldissimo alla nuova repubblica portoghese. Un clamore di grida ironiche, di risate, di motteggi. L'oratore riesce a pena a far comprenaere ch'egli fa voti per un avvenire socialistico del Portogallo. Ma neanche con quésti non riesce a farsi applaudire. 11 primo incidente è occasionato dalla Massoneria Bergamasco vuole la parola. Gli s'impone di venire alla tribuna. Presidente. — Che vuole? — Una cosa semplicissima. Il partito socialista è inquinato dalla Massoneria. Non vogliamo nel partito socialista dei gesuiti. SI oanoellino dai nomi proposti par la presidenza l massoni. — Ma chi può conoscerli ? — S'interpellino gli interessati e diano la loro parola d'onore. — Uh! — Uhi — Uh! Urla, proteste, grida. Modigliani dice che è ridicolo pretendere, come in chiesa, la dichiarazione di coscienza. Serrati vorrebbe la sospensiva, perchè la questione della Massoneria venne discussa nel processo. Lerda, il cui nome è tra quelli proposti alla presidenza, si aiohiara massone. — Bene ! Bene I Bene ! Podrecca. — Io se vi dicessi che non sono socialista non mi credereste (risa). Eppure lo non sono massone, credoternl. Ma lasciatemi dire che è giusta la proposta di sospensiva. Intanto però lasciatemi dire ohe ci sono massoni e ci sono anche dei clericali nel partito socialista. Voci. — Ma non è il momento di discutere ora. — Lasciatemi aire, lasciatemi dire. Se si devono cacciare via dal partito il massoni si dovrebbero anche cacciare coloro che hanno rate omaggio al concetti cattolici e clericali sposandosi in chiesa... Ed al gesto imperioso col quale Podrecca sottolinea queste sue frasi, tra uno scroscio di viva ilarità, prorompe un'ovazione che nere non voglia avere più fine. Salvemini, quando ,i battimani si chetano sale alla tribuna per combattere la proposta" della sospensiva, In omaggio al recente referendum, che era stato contrario alla permanenza dei massoni nel partito socialista. Si grida si urla, si fa un po' di chiasso poi finalmente Bussi riesce a faT votare la sospensiva. La nomina della Presidenza Si procede quindi, per acclamazione alla nomina dell'Ufficio di presidenza, cosi costituito:. Presidenza: Altobelli Argentina Brunelll, Larda, Modigliani. Quaglino, Salvemini segretari: Del Buono, Montanini. Nofri Gregorio e Prematore. La Commissione per la verifica del poteri è composta da Cecchetti, Dell'Avalle, Dugonl. [Ricciardi, Ricci, Ribba. | La Commissione per le proposte varie è composta di Caldura, Corsi, Lefemlne, Meoni e Nizzo. Poiché viene al tavolo presidenziale Argentina Altobelli, subito dice che non vuole fare im discorso, ma poi a lungo si diffonde per inneggiare all'accordo stipulato ieri nel Ravennate tra gialli e rosei in un patto di solidarietà contro l'Agraria, che si è perfino scagliata contro l'on. Calissano, che avrebbe, secondo lei, j usato una parola più benigna verso i lavoratori che là nelle belle terre romagnole combattono per le loro conquiste economiche e sociali. Questo accordo è preludio ad un accordo maggiore e definitivo tra tutti i lavoratori della Romagna, gialli e rossi, ed al trionfo ultimo del bel colore rosso, sotto al quale militano i lavoratori più coscienti. Un pallido applauso e poi una discussione, diremo, d'indole organizzatrice del Congresso. Plttaluga combatte la costituzione delle se-| zioni del Congresso; mentre Modigliani crede che queste sezioni salveranno 11 Congresso da troppe discussioni teoriche e da deviazioni ora torte pericolose. Non c'è in tutto questo del tedioso... — Ohi ohi Jacobbi è favorevole alla proposta del Pitta» ruga, e chiede che si voti sulla proposta per nùmero di Iscritti. Pittalluga riviene alla carica. Argentina Al tobelll vuole mettere in votazione la apecie. di proposta sospensiva che ha tatto Modigliani; ma, poiché nell'aula 6 è scatenato, per rtmroi nenza del pranzo, un pandemonio, In. cui più non ci si raccapezza, Jacobbi e Plttaluga vanno d'accordo col Modigliani per rimettere ogni cosa al pomerìggio. Un nuovo rovescio d'acqua cade sul congressisti, che escono frettolosi per avviarsi a pranzo. Seduta pomeridiana Con molta calma si sta preparando questa seduta pomeridiana. Si chiacchiera lietamehte, e lietamente si ricordano gli episodi della seduta antimeridiana. Stamane Argentina Altobelli ha detto ohe 1 congressisti dovrebbero essere avari del tempo, pensando al bene del proletariato. Per ora si può dire che i compagni si mantengono molto prodighi. Gli applausi accolgono di tratto In tratto l'entrata di Turati e di Bissatati;-è così quando Modigliani, aperta Analmente là seduta, annuncia l'adesione di Lolliw e di Musatti, si battono le mani. Si fa un'ovazione al telegramma del sociallstii triestini, ohe Inneggiano al socialismo internazionale. Quando. Modigliani vuole leggere una lettera del contadini di Mestre, una voce esclama : — Diamola per letta. — Vi raccomando, un po' di sertetàl — rimprovera Modigliani. La procedura dei lavori del Congresso Poi, quando la lettura delle adesioni è finita, Modigliani stesso, a nome della Commissiona che ha studiato 11 regolamento per il lavoro delle 6eziont del Congresso, dà la relazione in proposito. La Commissione non è venuta proprio intéramente d'accordo sull'ordine del lavori: tutti però sono d'accordo nel ritenere che debbono discutersi in seduta plenaria le questioni del criteri generali, come quelli di ap» poggio al Governo, i rapporti tra i vari gruppi, le relazioni del gruppo parlamentare, ecc. La differenza di vedute sta nell'ordine dèlia discussione, perchè alcuni vorrebbero che questi argomenti fossero portati in seduta plenaria prima di ogni altro lavoro affidato alle sezioni; altri invece vorrebbero che 1 lavori delle sezioni precedessero quelli di ordine generala. Tutti ritengono - poi che nelle sezioni non si deve venire mai ad una votazione, ma tutte le tendenze dovranno essere portate alla votazione dell'assemblea plenaria. Modigliani apre la discussione su questo argomento procedurale. Dapprima si dichiara da un grampo: « Votiamo I Votiamo!»; ma Lazzari, profittando di una interruzione di Salvemini, chiede la parola tra ii malumore dall'assemblea, che, sedute, vota la chiusura. Lazza/ri. salito alla tribuna, dice che il programma esposto « mellifluamente » dal Modigliani per, il lavoro del Congresso presenta molte difficoltà « .Andiamo per le vie aperte! — esclama l'oratore. — I Congressi socialisti vanno perdendo il loro carattere democratico ed egualitario, per prendere invece un carattere oligarchico è autoritario. Tutta l'assemblea deve assistere 'alla discussione. Non imponiamoci delle museruole. Bisogna respingere la divisione del lavoro in sezioni. Cosi salveremo il carattere democratico ed egualitario del Congresso, di cui dobbiamo essere gelosi custodi ». Salvemini, relatore, non crede che la divisione del lavorò porti alcun pericolo dt soffocazione della discussione: anzi, molti argomenti, come anelli del suffragio universale, del duello, dell'antimilitarismo, della Massoneria, ecc., potranno avere nel lavoro.di selezione delle sezioni una discussione piti ampia e più ordinata, che non in una seduta plenaria, hi questa seduta saranno invece discusse le questioni più Importanti e, par oo?I dire, più scottanti del lavori Messa in votazione la divisione del lavoro, cosi come ha deciso la Commissione, è approvata. Resta solo a decidere su quali questioni si comlncierà la discussione, se. cioè, prima si dovrà Idiiscutere IsitlTa relazlonie Turati, sull'azione politica del partito socialiste, o sulla relazione Bussi-Treves-Lerda. sull'appoggio aill'indlrizzo di Governi e partecipazione al potere. La discussione sull'inversione dell'ordine del giorno Perchè si discuta subito sugli atteggiar menti del passato, Francesco Ciccottl ed altri presentano il seguente ordine del giorno: « I sottoscritti, delegati dell'XI Congresso del partito socialista italiano, considerando: « l.o Che 1 Congressi ordinari del partito hanno anzitutto lo scopo di esaminare e riconoscere ila situazione interna del partito, quale è risultata dal più recente periodo del suo funzionamento direttivo ed amministrativo; «2.0 Che è saggia consuetudine di ogni Congresso di partito di fare precedere la trattazione delle questioni concrete riguardanti la vite, dell'organizzazione a quelle delle questioni astratte, affinchè l'esperienza dei fatti possa fornire una sicura direzione per svolgere la futura azione esterna del partito. « Domandano l'inversione dell'ordine del giorno, in modo che 11 capitolo 5.o, riguardante la relazione degli organi rappresentativi dal partito, abbia la precedenza su tutti gli altri argomenti abbinandolo al capitoli lì e 7 del paragrafo 3.o ». decotti svolge quest'ordine del giorno, dicendo che solo si potrà discutere sulla relazione Turati quando si sia esaurita la discussione sulle questioni concrete riguardanti la vita dell'organizzazione. Solo quando ti Congresso avrà votato sull'indirizzo del passato potrà decidere sull'Indirizzo dell'avvenire. Turati dice che non bisogna credere che, se li gruppo parlamentare sostiene l'ordine dei daelavori come prima era fissato, lo faccia per allontanare da sè l'amaro calice. « Ma noi non slamo qui — egli dice — per dare delle condanne, ma per discutere senza prevenzioni e antipatie. Se si vorranno giudicare prima le persone... ». Ciccotti: — Ma che, ma che! I fatti... l'ori: — Fatti, fatti! Turati: — ... Allora, se volete giudicare sul fatti, dovete prima discutere i criteri generali dell'azione politica del partito socialista per poi venire a discutere le questioni singolari. Nessun vincolo o voto sui criteri generali può ostacolare la libera espansione dei voti sulla questione del gruppo parlamentare e deU'.4uanii.' L'oratore spera che si vorrà ora discutere con animo sereno, senza recriminazioni astiose. -| e a l » r i ; ù o i a a , 1 i o n ì l o. a e » a i a ; i e a I a o e o l i i i l i i ine ne ta so ese ei riconoscendo gli errori, se ci seno stati, ilia-> minando sui bisogni, senza chiedere la condanna di nessuno. Siamo tutti, egli dice, In una crisi di coscienza, tutti possiamo sentire serenamene il monito degli avversari ed il oonlorto dei compagni senza pensare a pericoli di scomunica a di destituzioni... ^oci. — Ma che, ma chi ha mal parlato di ciò! Turati invita 11 Congresso a pensare di non lasciare assorbire la discussione dal pettegolezzo cha fa torto al partito e fortuna agli avversari. Si vuol conoscere il passato Losardo si oppone alle ragioni di Turati H «Nessuno ha In animo — egli dice — di fare delle personalità. Ma ci pare criterio giusto render prima edotto il Congresso dell'opera del: partito nel passato, dei vantaggi e degli scapiti della condotta da esso tenuta. Cosi solo si potrà giudicare con coscienza se converrà o noi cambiar rotta per l'avvenire. D'altronde due an-j ni. fa lo stasso Turati era del nostro parere, dU cendo che il Congresso socialista doveva essere l'Assise del partito ». Losardo si abbandona ad una lunga improvvisazione dicendo che l'ordine del giorno cha chiude la relazione Turati porta a votare sui molte questioni singole e particolari. Cosi, con, una votazione generale, si vorrebbe dare gifiJ un giudizio su questioni che hanno bisogno dii discussione speciale. Solo conoscendo 11 passato si potrà profittarne per uscire da quello! stato di malessere generale che non possiamo nascondere per dare al partito nostro un indirizzo nuovo, per cui non sia più un partito borghese. j A queste parole scroscia un applauso abba^ stanza fragoroso. Jacobbi, a nome del rivoluzionari, e SarratiJ a nome dei pratici, dice lui, si trovano d'accordo su una verità che veramente non pare discutibile; che per decidere sul passato bisogna conoscere l'avvenire. \ « Il compagno Turati — esclama Sarrati —> perchè qui non ci sono onorevoli e non onorevoli, ma slamo tutti compagni, non ha dovuto! e non ha potuto nascondere la verità di quanto^ affermo. Voi, compagni deputati, venite a darà la relazione dell'opera vostra. Noi, se avrete» fatto bene, vi applaudiremo a piene mani: noni abbiate delle diffidenze, ee avete la coscienza! di avere fatto il vostro dovere; non preoccupatevi poi affatto di dare spettacolo alla borghesia ed al suoi giornali ». Sì battono le mani e Lazzari sale alla trì-f buna per dire che se Turati si oppone con tàn-l to calore alla trasposizione della discussione ci deve essere una sua buona ragione, di culi bisogna diffidare. (Qualche mormorio ed una forte scrollata dal capo dell'on. Turati). Lazzari continua dicendo che si augura, df! non avere che da convincersi che l'opera degli' organi rappresentativi è stata ottima, nia enei ad ogni modo nessuno può nascondere la giù-! stizla del criterio della inversione dell'ordine! del giorno, inversione che del resto anche in! una lettera all'Avanti!, il presidente attuale,! Modigliani, con circonlocuzioni abili, da buòni avvocato quale è, ha difeso (Modigliani ride).] Salvemini, relatore, spezza una lancia in fa-I vore della tesi di Turati, invocando precisa*! mente, come hanno fatto gli avversari, la lo-j gica ed il buon senso. Salvemini premette chet egli è perfettamente contrarlo su tutti i puntìl all'opera passata del gruppo parlamentare, mài crede cha per poter giudicare con coscienza' questa opera, deve il Congresso chiarire 11 suoj concetto generale ed 1 suol intendimenti in unà< discussione sui criteri generali. Spera che tutu 1 socialisti che.non hanno portato al Congresso livori ed odil personali si opporranno alla inversione dell'ordine del giorno chiesta dai ri-' voluzionart, — Oh! oli! — si urla da molte parti — noni si tratte qui di rivoluzionari o di riformisti. : Ratti, altro relatore, è perfettamente in disaccordo con il suo collega Salvemini, perchè.! vuole che finalmente il Congresso non sia! un'accademia su teorie astratte, ma delle assise; sui-fatti e sull'opera del partito e sul suo ay» venire. ! Come è stato applaudito Salvemini, è applaudito anche Ratti. Ci sono applausi per tutti qui.' Finalmente sì dovrebbe venire alla votazione! dell'ordine del giorno Ciccotti; ma, quando Modigliani avverte che gli argomenti citati sonoj innumeri in fondo dell'ordine del giorno e et, dovrebbero discutere contemporaneamente. Zerbini, di Roma, scatta, gridando: — Questo a' un tranello, è un tranello! Modigliani, energLco, come sempre, gridai — Il Congresso ha già deciso; cosi è inutile che tu gridi. Zerbini: — Domando la parola. ,j Modigliani : — Non te la dio, non te la do. , Zerbini: — E' un tranello. Modigliani: — Il Congresso ha già deciso.' E l'uditorio In gran parte applaude. Dopo tanto chiasso, si viene a capire, pha^ tutto è basato 6U un equivoco. i — Sfido, — dice il presidente, rivolto a Zer-: bini, — voi di quel gruppo, ammonticchiaitl nel canto della sala, non potete sentire bene. Andate a sedere con gli altri, altrimenti dovrò; dire che siete un gruppo... sedizioso. Cosi una buona risata tronca l'incidente, e lai votazione per appello nominale Incomincia' senza altra remora La votasione La votazióne, che dura parecchio tempo, è; seguita con qualche interesse. Da essa si potrà trarre un Indice abbastanza approssi-J ntativo. se non esatto, deflla posizione deiioì due tendenze, le quali stanno per diventare, tre. Le Provincie piemontesi hanno quasi tutta, •risposto in senso contrailo alla inversione del-i l'ordine del giorno, e quindi, quantunque sì sia protestato, contro Salvemini n contro l rivoluzionari. Della provincia di Novara, ohe è, forse la più numi erosamente rappresentata alj Congresso, hanno risposte ti, per l'inversione; dell'ordine dei lavori: Cossaio. Crevacuore,, Dottato. Netro. Romeiitino. SagUano, Serravano Sesia. TSrecate, Scandigliano. Tutti gli altri Comuni hanno risposto no. iDeMa provincia di Novara non è comparso che il dottor Balconi, rappresentante di Romana. Della provincia di Cuneo nemmeno un r delegato ha .risposto all'appello; neanche quel n ne e l i r . ò a 4e e. lo di Torino si è dimostrato molto zelante; pa« racchi Comuni della nostra provincia non li sono fatti vivi: eppure hanno aderito al Congresso Ciò ha valso alla tendenza rivoluzionaria per avere una non piccola maggioranza, determinata specialmente dai 500 voti dt Torino, che portò lo Jaeotti. Pure si hanno risposto: Pinerolo, Aglièj mentre hanno risposto no: Alpignano, Burolo. Ivrea. Vigone e Venaria Reale. Non hanno risposto affatto: Chiari, Torri Pedice, San Maurizio Canavese. Faviia e Montanaro. Quando si trattò di far votare i roppreseiaanti di Torino, l'alfiere fece obbiezioni, avvertendo che i loro nomi non erano stati prima denunciati alla segreteria. Ma Jacobbi. che d'altronde ha prato malto volte la parola naBa seduta dur&nae Sa aS