William James

William James William James onaoreeragmasmo,, Nel costellato cielo nord-americano, ove più fulgido sopra ogni nitro sempre risplenderà l'astro di Taddv Roosevelt, trainontano sulle ali della Morte le migliori stelle del pensiero. Dopo Mark Twain, William James. Dopo l'ironista giocondo. il filosofo geniale. Dopo l'artefice del riso, il poeta dell'anima. Perchè William Jantes fu un poeta della psicologia : egli cantò la divina possanza della volontà umana con tanto orgoglio e con finta sagacia da irrorare, attraverso l'Oceano, i giardini più verdi della filosofìa europea: preselezione dai seU-made-men'del suo paese per apprendere il segreto della sj.rcnuous-life agli sfacendati del vecchio mondo: trasse dalla vita intensa del suo popolo eccessivamente industre, saturo di milioni e d'ingenuità, l'insegnamento universale del buon volere. Intese intorno a sè l'aspra o selvaggia lotta dei trafficanti di milioni, dei concorrenti.al,jnonopolio delle carni in conserva, delle ferrovie e delle- casse da mòrto, e ne trasse il segreto pei- una ricetta che ad ogni uomo volenteroso promette la potenza, t'onniscenzai di Dio. Fu il divulgatore eminentemente americano del pragmatismo. . Figlio del grande filosofo Enrico James, William nacque a New York nel 1842- Studiò medicina all'Università di Harward e nel 1869 ne uscì con la làurea di dottore. Assunto l'insegnamento professionale, egli fu nominato nel 1876 professore aggiunto di .filosofia nello stesso collegio, di Harward, dove quattro anni dopo iniziò, quale libero ducente, un corso di filosofìa, che gli meritò, nel 1855, la cattedra ordinaria di questo insegnamento. Fra i primi suoi studi, è notevole una breve memoria sul « Sentimento dello sforzo ». (1880), la quale sollevò vivissime discusiòni polemiche tra i filosofi anglo-auieiictini e gli valse la sua prima faina di geniale dissertatore. E' qui che dobbiamo ricercare il germe informe della dottrina filosofica cara allo James e da lui svolta diffusamente nelle opere posteriori :. quella monografìa racchiudo, infatti, una critica perieli-ante della famosa teoria dello sforzo illustrata dal Mani de Bira.n..ln seguito, lo .James riunì alcuni suoi articoli pubblicati da varie riviste in un volume che intitolò, con frase felice: «La volontà del credere », ricco di saggi nuoVi.' X<fl 1890, infine, pubblicò'la'sua opera capitale The principles of Psichologu ove si trova svolta con lucido spirito e in forte stile tutta la dottrina psicologica del grande esaltatore della volontà ainàna. Tra le opere minori diluì ricordiamo 10 studio sulla immortalità umana (1898) e un piccolo trattato: Talk nn psgchplogy ('Divagazióni psicologiche) col .quale egli intese volgarizzare la sua dottrina. E lo- James •consegui pienamente il suo scopo, perchè d'allora, anche in America,-il verbo del filosofo divenne fede popolare. Questo verbo'è il» pragmatismo ». E' questa una tendenza, filosofica che ha avuto la sua fortuna anche in Italia, grazie alla virulenta propaganda che ne fecero, 'lai 1903 al 1907, i più arditi scrittori della ri- . vista fiorentina II Leonardo. Giovanni Panini, o Gian l'alca, è stato in Italia il pontefice massimo della ringiovanita, ma non nuova, scuola del pragmatismo, la quale non venne al mondo col nome di William James, bensì con quello di Charles S. Peirce. Questo filosofo, in un suo scritto del gennaio 1878 pubblicato dalla Popular Science Montili, determinò il nuovo movimento d'idee lanciando un proclama di ribellione contro le esagerazioni acute dello «.scienlificismo » che minacciava d'imprigionare .'n forinole troppo rigide e stereotipate tutto il nensioro, tutta l'anima, tutta la volontà dell'uomo. 11 naturalismo, il positivismo e il biologismo riversali nella filosofia dalla screanzata fonte della scuola dello Spencer, dovevano' inevitabilmente provvecare uria qualche reazióne: e a reazione più notevole, ■nel rinascere di un generico spiritualismo, risiedette appunto nella, baldanzosa negazione di ogni filosofìa, nel rifìnto di ogni verità cpsidetta scisntificoi, nella, violenta opposizione ad ogni fórni ola dottrinale tendente a fissare e a disciplinare le misteriose energie della individualità, dell'Io. Charles Peirce e- i suoi più pronti seguaci — dallo James a-llo-Shiller di Oxford, dall'americano Dewey al Rqyce, dal IruUieesc Bergson a Giovanni Pupini -bandirono insemina liuti i versale gara, della « utilizzazione dello spirilo ». Ma il revisore e il riordinatore più illustre del pragmatismo è stato, cattamente, William James, il quale gli ha dato tutto 11 contenuto psicologico. E', infatti, nella sua notissima opera di Psicologia che si ritrovano tutti gli assiomi del PragniatisniUi che lo stesso James aveva già affermati in un sàggio speciale intitolalo: » La volontà di credere », da cui il credente lettore può trarre un consolante convincimento: potere egli creare la realtà, facendosi'collaboratore della Natura; rendendosi cosciente della potenza del suo pensiero, del suo potere su tutte le cose; facendo della j sua « fede » uno strumento di vita,- come un mezzo alla gioia; adoprando ogni conoscenza a prevedere i fatti futuri; foggiando le sue idee, le sue verità ad un utile proprio, egoistico. Il vigore polemico e l'audace fedo degli scrittori del Lèonard.ó; i quali costituirono uno dei più caratteristici clan dell'intellettualismo fiorentino, non hanno convertito j al Pragmatismo troppi italiani; ina qunn-i d'anche il loro tentativo non avesse momen.l ianeamente agitata la morta, gora della no-' stra cultura filosofica, gli resterebbe il' vanto di aver fatto conoscere in Italia ti nome e l'opera di William James, g. p. Qt fn-SsspfasinqbngbIeagmsrdvrePs'tlgrueslrMbItnrfasptmdamn

Luoghi citati: America, Italia, New York, Oxford