Il sostituto procuratore Ronca

Il sostituto procuratore Ronca Il sostituto procuratore Ronca interrogato da un giornalista sulle accuse mossegli dai magistrati di Rovigo gg(Per telefono alla Stampa). ^ procedurale che! il 'Tese-ari moverebbe ai pro Rama, 21, ore Sì. l-"ra il rJRUllullare delle accuse e contro accuse, di giudizi svariati, delle interviste autentiche o Immaginarie, il corrispondente del Giornale d'Italia da Rovigo ha tentato di metere alla prova il giurato silenzio dell'avvocato Ronca. Il giornalista ha senz'altro doni nudata : — Che. ne pensa, avvocato, dexli apprezzamenti del Tesemi in questi giorni a diversi corrispondenti locali? — Penso che si tratti di gente che spari invano l'ultimo rimasuglio di cartuccia, che non hanno nò la forza di difesa n>er mantenere una. pericolante posizione nè di offesa par respingere e fare scudo al ripeterei di evidenti chiare accuse. .Non mi curo per ora degli acri apprezzamenti che fanno ai me il Pasqualini ed il i'escarir a qualche tavola è d'uopo appigliarsli in certi -momenti burrascosi od essi naturalmente tentano ai attaccarsi alla residenza come le ostriche al proprio guscio, perchè il pensiero solo del trasferimento fa venire loro le vertigini e li induce ad essere quasi selvaggi negli attacchi contro di me. — A proposito essi hanno affermato che ella ha della protezioni non dubbie nelle alte sfere. — iMa che protezioni! Ciò non è che una manovra grossolana indegna per tentare di influire sui provvedimene del Governo. — In un'intervista si contiene anche un accenno alla procedura seguita dal procuratore generale. — Ecco, le dirò: nei beati tempi in cui si riteneva che l'avv. Giolo avesse molta amicizia con il barone senatore Garofalo, il Tescari pensava diversamente. Ora si lagna di che cosa? Che invece di dirigersi, al capitano dei carabinieri ner informazioni nomini un Olilo magistrato che provveda ad una regolare nchiesta. Il senatore Garofalo, nonostante le malignazio.ni del 'l'escari, ha fatto in ciò il proprio dovere ricorrendo ad una procedura reclamata, dalia modernità che presidia ^li interessi di tutti. Il Garofalo ini sarà s'tato favorevole, contrario o indifferente: io non lo so; cerio si è che è un uomo giusto e di grande valore ed allo stato delle cose nessuno di noi conosce quale sia stato il suo atteggiamento. — Il Tescuri insiste .nel dire che ella fu già prò tempore messo in congedo obbligatorio dal Ministero. — Anche su questo pettegolezzo il Tescari mostra di intendere poco le disposizioni che vigono per il nostro organico. Nel nostro regolamento giudiziario non esistono congedi facoltativi o obbligatori, ma soltanto permessi du .assenza. Poiché il Tescari. nei suoi continui rapporti, specificava al procuratore generale la nostra incomipa'tibilitù in ufficio ed inanto il dissidio si inaspriva, maggiormente, li procuratore generale, per misura di «rudezza, mi concedeva trenta giorni di permesso, di assenza, terminati già col 5 correrite, stiaccile dai il mi trovo ad usufruire del pruno periodo feria li che scadrà il 20 settembre solanto. — Dunque ella non è Inattesa di provvedimenti ministeriali. — .Ma tulli siamo in tale .attesa; anche ai Tescari sarà certamente date, un'altra residenza : dopo le. vivaci contese-e le querele sporte è natii una incompatibilità assoluta indipendeii'lemente da ogni responsabilità disciplinare o penale di sorta — Ella ha molta fiducia nel risultato della sua battaglia ingaggiata? — Senza dubbio ail dibattimento saprò tener alta la fronte verso quelli che mi hanno voluto avversario, a: quali darò molto aio da torcere con una stringata ma fatta di documenti e di prove. I falli non si distruggono. Mentre i miei avversari si attaccheranno al sostegno dei loro compari, io avrò a mia disposizione persone che per coltura, per integrità, cosiìtuiranno con-le testimonianze una vera demolizione dei querelanti — Ma i querelanti insistono nel dire che ella non potrà provare mai fatti specifici e ciò sarebbe pure l'opinione di altri. — Su ciò naturalmente ella comprende che debbo tenermi per ora in riserbo: non ner niente sta il motto ante juditium vara jnsliliam Ubi et anteqnam logveris cogita. E' certo che chi credesi da me accusato non avrà illusioni a faisi e neppure potrà contare in tutto sulle amicizie locali perchè i colpi di scena potrebbero essere svariati ed impensati e non poche persone deporranno su fatti noti. — In un'intervista concessa dal Tescari traspare fra le righe un appunto di scorrettezza curatore generate. — /Soddisfo subito alla sua insistenza. Il Tescari è un misoneista deila forza di mille cavalli, e persistente nei uuoi sistemi vieti e pree perciò non si sa dar pace che giudiziosi, e perciò non si sa dar pace c-fte 1111 rapporto riservato non abbia sortito lef ,iBiiMninwrliaici trasferimento del sosti- 1<3tto deliinmiediaio trasferimento del sostitino S'immagini quale tu la sua sorpresa, nel ^g t * CUJ lara ,u uHlclo un .inqui- " , clM, con la massima tranquillità, senza affatto preoccuparsi delle smanie di lui. si diede a raccogliere esami testimoniali, con l'assisienza cu un cancelliere, come se si foìse trattalo di mia vera istruttoria. Egli invece aua luce àetìa. verità, ma che si trattalo di mia vera istruttoria, egli invece presupponeva un modo tanto rigidamente burocrutico quanto spiccio : fané le accuse verso di me, noti avrebbe voluto che fossero siate di parola sacramentale in un rito scozzese, ma %£ \a Ulia resolave procedura disciplinare, Se" resto, i capi della Corte sono persone che non potrebbero .essere oggetto delle meschine ogomachie del Tescari e specie del Pasquami il quale dovrebbe- stare in riserbo verso n suo primo presidente. E' noto che il sellaore Tivaroai ordinò tempo fa un'inchiesta sul onto del Pasqualina di indole delicatissima, e che, secondò lui, il Tivaroni rappresentava lo scoglio difficoltoso per il conferimento della amosa croce di cavaliere, per la quale cosa Poi il deputato on. Pozzato si affannò assai — Non hauiio dunque a che fare, nell'attuale dibattito, le pretese rivalità regionali? — Nemmeno per sogno, ed io ho un vero culto per il sentimento di itali.wltà, senza distinzioni bizantine, mentre il Tfcscari, che è stato anche sostituto nelle Puglie, non lasciò occasione per offendere il Meridionale, che lo ho sentito il dovere di difendere -r- Il Tesoarl pare che insista sulle minacele che ella gli avrebbe fatto. — le insisto nel rispondere che si tratta di una vera menzogna, all'infuori che potessero costituire minacele 11 concitamentio e la vivacità di un colloquio. — Ma il Tescari aggiunge che sono state provate. — Se ciò fosse vero, bisognerebbe che. gli alti si rinviassero all'Autorità giudiziaria per l procedimento penale, trattandosi di un reato di azione pubblica; ma al Tescari torna cónto di mentire. Ripeto che il famoso colloquio del erano fermati a conversare maggio si svolse a quattr'occhi, a tarda ora. !quando dalla Segreteria erano liscili i funzio-- nari, il portiere si trovava a scrivere nella sua [camera lontana, dopo la quale sì trova 11 mio ' gabinetto, ove alcuni colleghi. — Scusi, il Tescari ed il Pasqualini ci tengono a far risultare che ella abbia agito per itorsione. — Questo iron è che una scusa per dimi nuire^lVffètto'suscitato darie~mie~ accuse'To ono stato sempre coerente (e riferii a carico del Pasqualini, nella mia qualità di leggente'ufficio, fin dall'anno scorso. Naturalmente. non posso significare il tenore della nota sen- cl£- ^ unrto scorso, reduce da una compiuti za violare il segreto di ufficio. In quanto .al1 Tescari, posso assicurare che molto tempo prima del dissidio, in occasione di una chia-: mata a Venezia, io espressi chiaramente a£j superiori il mio pensiero sulla condotta cen-i surabiie di quel magistrato. In ogni modo, mfc: pare inutile per loro cavillare: i fatti rimart«'j gono, ed altri ne debbono spuntare, ed iglintl-;vamente è umano che gli inquisiti cerchinoli abilmente dì fuggirli, perchè sanno che non S: possibile smentirli. — Il Pasqualini ha affermato che ella 8 diventato di punto in bianco l'eroe della cosidetta lotta per l'epurazione della Magistratura'^! — lì Pasqualini e qualche altro pare cha. vivano nel mondo della luna e segnano poco; le discussioni che si fanno nella stampa in-] tomo alle più vitali questioni giudiziarie. Ser si occupassero un po' più di queste cose im« vece che del negozio del cavalli e dei muli* saprebbero che da, molti anni io sono un mo-j desto gregario di quella falange di magistrati; che propugnano il principio della selezione_co-me .base di ogni razionale riordinamento gitfc diziario. — Il secondo articolo da Jet. pubblicato suiCarriere Giudiziario di Roma avrebbe fatto nausea al presidente. tJ — E' ben. naturale che non poteva recargli; piacere. Di abitudine io sono un solitario e, se, non vi fossi stato tirato per i capelli, non avrei sdegnosamente alzato la voe*. anche per, non espormi a discutere ed essere discusso;' ma ora seguo il mio solco senza volgermi in-'dietro; però non scriverò più una riga, dedicherò il mio tempo solo ad una laboriosa pre-; parazione al dibattimento. A me pare anzi cha; la stampa si perda in quisquilie inutili SUJ racchiando particolari poco interessanti; or*, non vi è che da concedere tregua alla pendenza delle querele in corso. ; — Si è voluto dai suoi avversari attribuiràun senso di paura nel suo secondo'articolo che ella ha scritto sul Corriere Giudiziario. « — Bisogna non conoscermi per fare sinnu apprezzamenti. Stiano sicuri i querelanti che di coraggio darà prova. Anzitutto ho voluto, rivendicare il mio diritto di scrittore impersonale, obbiettivo e distruggere la confusione; che ad aite si voleva fare tra l'articolo e ie; accuse formulate. Del resto, anche uno cho non abbia nulla da coprire, ma che sia petj buttarsi nel furore di una mischia, devo essere corazzato, guardingo, usare quella strategia che è più opportuna; bisogna sfoderar» a tempo; la min é una delicata partito d ono-; re, nella quale è hi ballo la dignità di parecchi. Qualcuno certo dovrà inesorabllmeuta perdere, ma certi tours de force prematuri so-: no imprudenze, che lasciano talvolta sacriti-! cate delle vittime inutili. A che varrebbe una gloriosa follia? — Ma il Tescari soggiunge in proposito cha si dirà anche quanto si merita per le accusa formali specifiche personali formulate nel memoriale diretto al ministro dell'interno. — Senta, nella mia Napoli quelli che parlano in questo modo si chiamano sbruffoni: una parola che non trova giusto equivalentenel vostro dolce idioma; comunque, io sono; sempre a loro disposizione in tutti i modi; ma che cosa si vuole da me? Io ho formu-! lato ner iscritto le accuse, M il ministro ha' ordinato un'inchiesta; il mio compito coma magistrato è finito: come cittadino, quere-; lato per diffamazione ed ingiuria, per ora, mi! regolo come credo, e non debbo rendere conto] a nessuno fino a tanto non sarò davanti all'arringo giudiziario; quand'anche ora mi mettessi a specificare le accuse, gli accusali, alla loro volta, accamperebbero discolpe: per ogni imputato sorge sempre un difensore, e l'accusatore dovrebbe continuamente contraddire alla difesa, e tutto degenererebbe in logomachie poco serie, ed il pubblico ha il sur p.emo diritto di non essere infastidito. — Si vuole che la sua competizione abbia, attualmente assunto carattere politico. — Francamente, non comprendo una tal cosa; certo 11 mio atteggiamento ha provato dua correnti a me contrarie, però di relativa im-| portanza: quella del frequentatori dell'Osterte dell'Ortolano e del Paradiso, e l'altra dei fa-^ natici che considerano, per dirla col Corriere, del Polesine, Von. Pozzato come il « ferro! china Bisleri ». A prescindere da varie per< sone. mi pare di trovarmi in un ambiente di provincia consolidato. Si immagini che cer-| tuni hanno voluto per forza far passare il! mio caso sotto le forche caudine della loro: opinione di parte. Niente di meno, allindo-J mani del mio pruno articolo, fu proposto da; alcuni ufhoiosi popolari di invitarmi a dimettermi dalla presidenza dell'Associazione degli' impiegati civili; cosa che entra con la miai questione come i cavoli a merenda; dlmissio*. ni che avrei dignitosamente dato senza esU tare se non fossi stato trattenuto dal consi* glio degli amici e dagli impegni finanziari as-t sunti dall'epoca della fondazione di detta AsH sociazione. Pur troppo, in certi ambienti tuti te le lotte diventano politiche e non si può; pret-andere che seguano la via della giustiziai e della cortesia. E' notorio infatti che nella' Trattoria del Paradiso, alcune sere dopo l'irx-i terrogazlone Pozzato, si riunirono a simposio; parecchi popolari, ed un avvocato consigliere,, amico indissolubile dell'oli. Pozzato, lesse adi alta voce il mio articolo sul « Tribunale dij Vattelapnsca » agli adunati pater conscriptì,. i quali ne chiusero la lettura al grido di:j «Viva Tescari e Pasqualini! Abbasso Roncai... ». — E poiché ricorda la Trattoria .dell'Orto* Inno, e credo che il suo nome è ormai oggetto di discussione, mi spieghi la veridicitài dell'asserzione del Tescari, il quale a molti' giornalisti ha confermato e ripetuto la di lui' frequenza alla suddetta osteria in compagnia1 di ufficiali dell'esercito. !, — 'Debbo smentire assolutamente questa falsa diceria die è seccata pure ad alcuni miei cinici ufficiali, i quali mi hanno stamane esternato personalmente il loro disgusto di essere anche loro tirati in ballo. A riguardo mio non vorrei curarmi di simili pettegolezzi; soltanto per dare sfogo allo sbizzarrirsi della pedantlgv sima cronaca dirò qualche cosa pure intorno a istruttoria suda misteriosa morte di una fanciulla, poiché dovevo informare sollecitamento' il procuratore del Re, Tescari, sulle indagini' compiute, non mi fu dato di trovarlo che alla Trattoria dell'Ortolano, unitamente al Pasqua-' lini. La mia permanenza fu di pochi istanti, onde poter dare giustificazione del telegramma ricevuto, e sino da quel tempo ricordo di non essere mai passato solo presso quelle vie, ma neppure per il rione stesso. — Ella ha rilevato che le si attribuisce di es-, sere in stretta amicizia con varii giornalisti a di essersi accaparrato in qualche modo il loro appoggio. E' spiegabile ed è naturale che dopo la pubblicità dell'affaire in questione qualche giornalista siasi a me avvicinato per assumere particolari ed avere delucidazioni in prono» sito. Questi giornalisti a cui si è alluso con strano insolito spirito di camaraderie sono poi ottime integre persone che giustificano onestamente ed imparzialmente la loro professione e meritano tutta la mia stima e considerazione. Ma si sa che qui tutto ciò che si vede si giudica sotto il colore politico; non si giustifica relazicne alcuna senza una stretta omogeneità di principii. Se si potesse, si farebbero anche le liste di proscrizione. Del resto tur giungo che per il mio hue non mi son<> diretto' ad alcuno; la verità deve etare sola e vincere

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