Iniziative ed opere nel Montenegro

Iniziative ed opere nel Montenegro Iniziative ed opere nel Montenegro (Dal nostro inviato speciale) CetH»nc, ageito. lerisera, mentre seduti davanti al caffè principale di Cettigne, il comm. Buccolini ed io parlavamo delle risorse di questo interessante Montenegro, e facevamo i confronti ra quello che si fa in Itulia ed hi Austria por la conquista economica del Principato, l mio gentile interlocutore, il quale 6 stato ino a qualche giorno fa direttore del Monopolio italiano dei tabacchi di Podgoritza, e che va ora in Oriente per incarico del Governo nostro, mi raccontava la storia della penetrazione economica dei nostri connazionali al Montenegro. Storia lunga ed interessatile, piena di ostacoli incontrati ad ogni passo, e superati a forza di costanza e di eo aggio, e coronati alla fine dal successo. Por il solito, quando un italiano va all'estero, non ha spesso da andar orgoglioso del'importanza che al di là del contine ha il bel paese-, e si trova quasi sempre in uno stato di inferiorità di fronte ai cittadini di altri paesi che sono più stimati e considerati. Al Montenegro non si può dire così. Da quando una compagnia di intelligenti industriali ottenne il permesso di costruire ùua ferrovia eh* dal mare, da un porto monte negrino, sboccasse nel lago di Scutari, mettendo così in diretta comunicazione l'Italia col Principato e con l'Albania settentrionale, d;i quando la principale industria di questi paesi, l'industria del tabacco, fu monopolizzata da un altra società italiana, gli italiani acquistarono importanza e considerazione. . Qualche mno la, imperando anche l'articolo 2G del trattato di Berlino che chiudeva alle navi dà guerra d'ogni paese che non fosse Austria, il porto d'Antivari, soggetto alla sorveglianza austriaca, il Principato comincio a sentire la necessità di avere una rapida comunicazione col mare. Da Cettigne a via c'era di già; era la strada che salendo allo vette dirute dol sacro Lòntcen scendeva poi per la famosa serpentina, alle Bocche di Cattaro. Era una strada faticosa, ma relativamente breve, 11 guaio non era nella stra ogni oggetto che partisse du lui a subire il controllo di una Potenza che non è la più simpatica ai montenegrinij e. che con l'occupazione prima, con l'annessione poi, della Bosnia ed Erzegovina, lo stringe al nord in ni cerchio di Imito. Anche per la posta ora la identica faccenda; i sacchi delie lettere e del pacchi. dovevano passar© da Catturo e prendere i vapori delle Società austriache. ■ Era sicuro e tranquillo questo stato- di cose? 1 montenegrini cominciarono a pensare che n caso., non impossibile, di un conflitto con 'Ausiria, essi avrebbero avuta subito chiusa «gai. comunicazióne con l'estero, se se ne toglie il telegrafo Marconi in bilia anche quello dei cannoni da fortezza di Spizza. E con le comunicazioni avrebl>ero avuto ptir'u-aizzata e sicura per poterne fare un conto. Come fare a sostituire Cattaro? 11 Montenegro aveva anche un tratto lul]dlizzato anche il commercio, perchè il, lugo difc>c.uul.n t u!1^ru uaa.VJ,a..ll"oPpo.poc0 0l:sa"sempre in diligenza a Podgoritza ed a Pia-nimtza a prendere il battello venerabile cheaceva il servizio sul lugo di Scutari, e di là,•ni htlT + iil'y-i nuirirrnirn finn r. I7-1m J~l. ~. montagne rendono un golfo esclusivnmentonuli tire. Antivan, conquistato con guerreerribili, contrastato ai turchi e strappato conl valore eroico del principe Nicola e dei suoiseguaci, all impero della mezzaluna, erapure capace di ospitare navi e vapori postalil unire poteva essere la via aperta. 11 roppo lontano questo bi Per arrivar,' i, da Cetti re ore» di diligenza lino u rui, an< p-.mL'Austrin, che voleva assicurarsi" la sogge zions economica e postale della Tsernagorapensò a soddisfare i desideri del Montenegro, in modo du tenerlo sempre sotto le avide unghie; e propose al Governo di Cottigliea costruzione di un tronco ferroviario che unisse Cattaro a Spizza, nel golfo di Antivari ,e Spizza a Vir. Il Montenegro rifiutò; l principe Nicola aveva mangiata la foglia ù non abboccò all'amo. Allora sorse la Compagnia di Aiilivari Qui, al Montenegro, l'idea della ferroviaembrò un sogno di paradiso. Gli abitantiabituati a stare ore ed ore accoccolati nelleconquassate diligenze, che quando arriva-yano sane ed in orario, bastavano a fiaccaree ossa a chi non fosse stato abituato a diagi di simil genere, pensarono alla strada errata come ad un Dio mandato, che li avrebbe fatti felici. Ma non ci credevano, però: pareva a loro impossibile che lassù, opra le vette del Sutorman, doveessicucciavai:') le aquile e ne depredavano i nidi, poesse arrivare la macchina sbuffante della vaporiera. ' .La Compagnia d'Antivari si, mise presto al lavoro; le trattative col Governo montenegrino furono abbastanza laboriose; il principato mise come prima condizione il fon dare alcun sussidio. Cosa strana, quefta, che uno Stato al quale si rende un beiv^flcip come quello di renderlo indipendente du un altro Statò, non voglia concorrere con un soldo a l'impresa. Ma il Ministero delle finanze è il meno importante del Monenegro, le rendite sono tanto limitate che bastano appena alle spese ordinarie; se si tesse dovuto fare una spesa straordinaria 'era da indebitare tutto lo- Stato. --- Ne faremo a meno — cosi rispose il comm. Volpi a chi gli parlò del mancato ussidiò; ed almeno la ferrovia di Antivari opera assolutamente italiana. Quando i primi ingegneri della Compagnia si recarono a vedere il terreno per-orso dal tracciato, compresero che dovevano cominciare col far tutto, anche le cae. Era come lavorare nel deserto; Antivari, a vecchia città nascosta sotto la fortezza che vide la strage di duemila turchi, e la irto ria dei montenegrini nuotanti- nel saniii* lino alle ginocchia, era troppo lontana itilla ràda per farne iil punto di partenza le! Ironco ferroviario. Bisognò costruirò j.n iva al mare il villaggio di Pristan, un gruppo di case nuove che potessero contenere gli uffici della Compagnia, della Navigazione Puglia, della posta, e le abitazioni degli ini ptegatr, per i quali anche fu creato VflòtelVarata che è l'unico albergo di Pristan. Ilprimo passo era fatto. Ora bisognava farea ferrovia. E per farla occorrevano anzi- tutto gli operai. Al Montenegro la mano d'opera è una delle cose più difficile ad aversi. I montenegrini sono un popolo di guerrieri; il fucile è la loro arnia, ed all'infuori, diquella non sanno adoperare altra cosa ; jquando si tratta di correre per i monti ad inseguire il nemico, quando c'è bisogno d marciare giorno e notte ,P«r una settimana alila difesa di un confine o alla vendetta di un oltraggio, i montenegrini sopportano fatiche e disagi, come un guitto della campagna romana. Ma se c'è da compiere un lavoro, che non sia da soldati, se c'è da muovere la terra o da portare delle travi, se c'è, insomma, da dedicarsi al lavoro da operaio al lavoro umile e necessario per ogni gran-]de e piccola cosa, il montenegrino si rifiuta.-Le donne debbono lavorare! Fino dai tem pi degli antichi pladika, l'uomo della Montagna nera combatte, e la donna serve; gli uomini difendono la patria, uccidono il nemico, cacciano le aquile e si esercitano al bersaglio; le mogli e le figlie curano la casa, coltivano l'arido campo e compiono tutte le|fatiche più dure. L'uomo che lavora è una domiiociuola indegno di morire in guerra e per la patria. Con questo concetto assai bellicoso, ma estremamente incomodo, la difficoltà di tru la strada ferrata; i pugliesi, pili intelligenti e sia pratici, ebbero le mansioni più deli- caie; tri albanesi, sudici, e barbari, nmlnu-tinti col pane e coni la. cipolla, meni dima-lattie. e di fame ebbero il lavoro rude e fati- coso delle probazioni piti materiali e seni- pl.ci. C.onun simile-reclutamento la ferrovia u fatta. Le pendenze del quaranta per nulle furono, raggiunte per arrivare all'imbocco dall'unica galleria: quella del Suinmiun. Le rotaie a poco a poco salirono per le scoscese rette contro i montanari della ^m^mCos£5fsono. a confronto di questa ferrovia, le celebri ferrovie del Gottardo, dcll'Albuln?!Pazar. nostrum, rendono certamente la ferrovia più originale d'Europa. Dalle vette della montagna la strada ferrata discende al piano; forma serie di (ournirructls, che fanno venir-3 la pelle d'oca, ai viaggiatori, per l'angolo acuto delle curve, e per l'altezza a cui si elevano nelle vallatestrette e dirute. La ferrovia t=iTnina.^u^Ì£Ì'urtila dalle rive ridenti del iiwrodalla rada incantevole, in :ui ;,mare viene quasi a riposarsi dalia furia de 0 . ette eccelse, è venuta a. mori- .re in mezzo alle palude malariche, che an- iiunciàno il lugo'di Scutari. Poche cose fan- jno da capolinea. Vir Pazar è un villaggio |,e tempeste e dei ven?rirsc€sa'arcieÌ!'Vur'o 'e sereno delle vette eccelse, è venula a. mori- Uranici con l'Albania settentrionale o con pai te più produttiva del'Montenegro, che tamia Podgoritza. Vinterland dei Princii i_ » i j . - ,. i :canneti,- e dalle ninfee, che inverdiscono pit- Moresca monte le sponde d-_4 lago. Stare quag- |siù deve essere un tormento; il capo-stazione -,è già stato affatto dalle febbri, ed è ancoraimezzo consunto dalla malaria; gli impiegati Inoli sanno resistere al inurbo che devasta, ed » n , r; , p^j. l la at- rincipa- che per politica, un'opera sterile. Occorreva profittare anche del lago, per a.vere assicurato al tronco ferroviario il commercio di Scutari e di quella Turchia occidentale, che con i nuovi orizzonti dell'Impero ottomano e col risvéglio di energie e di lavoro, che si pota in tutta l'Albania, dà speranze di diventare, presto, una delle Provincie più produttive. Ed ecco che la ferrovia non bastava più; Tutti coloro, che negli anni scorsi capitavano sul lago di Scutari, conoscevano il venerando battello, elio faceva il servizio, di trasporti da una all'ultra riva. Il capitano maltese che lo guidava e lo eserciva, non aveva mai pensuto a modificarlo; era vecjchio, andava come Dio voleva, ma era solo e poteva fare il suo comodo-. Per disgrazia del maltese e della sua carcassa, con la ferrovia la Compagnia di Antivari volle anche la navigazione. Dopo aver in mano i monti era giusto che avesse in suo potere il lugo! Col Governo montenegrino fu stipulato un contratto, per cui alla Compagnia restava affidato il serrieio postale sul lago di Scutari; e subito quattro battelli nuovi, di cui uno fila dieci miglia all'ora, furono varati nelle acque chiare del vasto bacino, ed un servizio regolare e giornaliero fu impiantato fra il Principato e la Turchia. Tutte cose, queste, che alle popolazioni di qua hanno giovato Un mondo. Ed il terminare la ferrovia a Vir Pazar, era necessario anche nel caso, assai probabile, di un prolungamento fino a Cettigne. Perchè, fatta la strada ferrata, eseguito un progetto, gli altri sorgono subito come i funghi dopo un acquazzone. Cettigne è ancora troppo isolata; li a bisogno di essere avvicinata ancor più all'unico porto libero che abhiu, e quelle tre ore o quattro di- carrozza per arrivare a Ricka, e quell'ora e mezza di battello per arrivale a Vir, sono un incomodo sensibilissimo. E corra dunque il treno fino alla capitule! Sbuffi, il vapore per le montagne che formano i contrafforti della catena d*i Umeen, e che racchiudano Cettigne in un cerchio di montagne frastagliate e squarciate in mille modi-, come per una convulsione della terra. Questo è il sogno dei montenegrini; ora che la capitale ha il telegrafo, ora che gli automobili c le biciclette corrono per le strade doi-e passavano prima soltanto i cavailli da battaglia ed i somari da lavoro, è giusto ed è indispensabile che miche il treno arrivi all'antica città, che sarà la sede Jel Re del Montenegro. Un altro progetto, di grande utilità, : e sarà effettuato, è quello, che vorrebbe congiungere Planiwiza a Podgoritza e Koloscin. Podgoritza è la città più commerciale dei, Montenegro : grande tre volle più di Cetti-\gne, vi affluiscono nei giorni diauercuto ii mercanti di tutta la Tsernagora e dell'Albania, che fa capo a Scutari. Le migliori ditte commerciali del Monte- ]negro sono a Podgoritza; e là esiste anche j un'altra industria italiana, che è la più fan portante nello Stato di -\ikita I, il monopolio i del tubaci Per Lujn dritto, dunque, quella città deve avere la ferrovia; la pianura che la congiunge a Piavnitza ed al lago, renderà facile ed economico il prolungamento della ferrovia. Questi i progetti; e sono progetti che diverranno assai presto realtà. Ormai il principato ha preso la via del progresso, ed il ]principe Nicola cerca in ogni modo di toglie-re il Montenegro dall'isolamento in cui si e|dère la lingua e la cultura del popolo che la a compie. Se sapeste com'è caro ili sentire che' trova E fra qualche anno una Società italiana! avrà dunque in mano le ferrovie e la navigazione del Montenegro. Dobbiamo ralle-, grarcene? Sicuramente. Anzitutto l'espansio" Jie commerciale ed industriale serve a diffon¬ di un paese come questo, in parte slavo ecì in parte turco, dove la dominazione italica non potè lasciar segni di. civiltà, si parla e si comprende l'idioma gentile. E ci pare i nostri operai costruttori di opere civili - Poi. questo Montenegro è la chiave dei ilìalcani. Ed è una chiave che chiuse più di jun;a voita le te ai prelendentj Q<J una - esremonia che darebbe a chi la conquistasse - ima;grande •importanza, ed una grande pr> a ; t.enza. Noi abbiamo ora quella chiave in |noslrft nmlw; „ tanlo mas^orm<;nil |e opere o e le jujziative itaI|ane si ,„0itj^Sar!no^nl e Montenegro; tanlo più la porta dei Balcani e sarà apj8Pta n<M..110 Abblino «ostruito, ceto^T^^^^l'A^, L&VfJ* f™;" Programma balcanico del ?!ITlmiSlro A".1'"1- «»» s»P«va servir bene lii e e., £Ì!£^, CD*tr"ll'e. nel -principato, ma da patì» oj7Wsna ^ulla ,,uveVe,.na da temere; noi avr-e-abbiamo noi; e quel, nido si ingrandisce, si fortifica, si completa. Certo, il Montenegro ha fatto anche il suo interesse. Egli sapeva bene che il programma ferroviario dell'Austria era pericoloso anche per la sua indipendenza, ed era un dono traditore quello della ferrovia che l'Austria vo ,Imo certamente delle aspirazioni nell'Alba h'ia, e saranno pure aspirazioni commerciali0 « cnjiiuiuicue, uni ne - nt«oceré ad uno Stato che per tradizioni, per - |imPattc, per vincoli di case regnanti ed in- tino W 11 «ostro stesso interesse, ci conviene o avere amico, ed amico s'incero. o oJ economiche, "imi non tenteremo mai di - nuocere ad uno Stato ci - Rumante'; la Serbia e la Turchia con l'Adria - tlco- Tutti decantano gli immensi vantaggi e che ne verranno aJl'Italia, ed haimo ragione a," decantarli. Ma non può staggire la magi S~or& importanza che acquisterà allora anche d'Jil ferrovia del Montenegro. Dovunque ventò 1 a e l'iniziativa, italiana saranno ancor piùred - ditizie, non solo agli effetti commerciali, ma - anche agli effetti politici.. Una volta tanto avremo superate le altre nazioni nell'espansione in un paese estero. Non ci eravamo abituati, e per questo dobbiamo esserne contenti di più. _ O. M. P a

Persone citate: Buccolini, Cetti, Marconi