Ciò che dice il Comitato Nazionale della Mostra italiana

Ciò che dice il Comitato Nazionale della Mostra italiana Ciò che dice il Comitato Nazionale della Mostra italiana e e e a inseLde a e a a a ù , ! o o a e e e, i , - aliana Milano, 15, ore 18. Per avere informazioni e spiegazioni sul disastro di Bruxelles, il Corriere detta Sera ha interrogato il cav. Vallardi, vice-presidente della Commissioqe esecutiva del Comitato nazionale per le Esposizioni italiane all'estero, e l'avvocato Cesare Agrati, segretario generale del Comitato stesso, che così riferiscono: « La prima notizia del disastro ci giunse stamane, alle ore ti e mezzo, con un laconico tele- sgrumma, non firmato pero, in cui è detto sola- ; v™6: 'i^0SruU0,^,^ Jart ,b#lé: ""(lamsauve ». Lora dt partenza era indicata nelle 1lore 3,10. L'incertezza nostra è resa Quindi oiù 1 penosa dall'accordo delle gravi notizie dei gior- -Ìnati che danno la Sezione italiana come distrut ! flta. L'ora però d'invio del telegramma da noi dricevuto, l'indirizzo convenzionale "ci fanno sup- i^porre che esso sia del nostro direttore generale ; me che questa parola che apre l'animo alla spe-jhr.anza sia attendibile. Ci siamo però subito af- sfrettati a telegrafare alla nostra..Direzione azbruxelles, ove trovansi i colleglli ing. commen- Pno^i"! ?™ r'A'-' naV- Maz1zol.a e 11 direttore ge- iS^rt^nrW&S^"^ 31 re?10,co!n: f=missino duca di Camastra ed al presidente del „Comitato a Roma, principe Colonna A questi eora si aggiungerà il cav Fusi, che appunto pieri sera è partito, accompagnandovi la comi- uUva operaia che la stessa Commissione aveva dorganizzato a studio e perfezionamento dei no- Dstri migliori operai. s« Finora non abbiamo risposta, ma riteniamo bche i colleglli che colà si trovano vorranno vfarci tenere notizie precise, nonché informarci dsul provvedimenti che hanno ritenuto di pren- zdere o die intendono suggerire per la gravita ddel disastro. Certamente il fuoco, che ebbe da gprima a prendere la Sezione del Belgio e che snon fu subito potuto domare, si'sarà propagato galla Sezione inglese da prima, poi alla conti- lgua Sezione francese ed infine a quella italiana cche è l'ultima ad angolo suljjrande piazzale è sprospetta da un lato 11 gran padiglione interna- czionale delle macchine. Di qui forse la ragione ldella contraddizione » . j fLa sezione italiana jpvVenendo a parlare della Sezione italiana, l'Esposizione italiana ed il suo apistico lC ?diglione, costituivano davvero la perla di tut-1 che tl'Italia elevato ta l'Esposizione. « Era la prima volta, certo, che affermava all'estero in modo così vigoroso. « La Sezione italiana dell'Esposizione era coetituita essenzia prima le zione iialiana propriamente detta che era contigua a quella francese nelle grandi gallerie formanti appunto le Sezioni: belga e inglese, francese e l'italiana : qui l'Italia occupava 9000 metri quadrati; la Sezione era siuta tutta decorata daH'archìteuo prof. Se- tegenzialmente da quattro pani: la j nallerio industriali formanti la Se-1 lvgcgs ) i zanne, coadiuvato dagli artisti Mazzucotelll,; Scandellari, Stroppa, V'edani, ed altri. La oe> «orazione tutto ispirata allo stile quattrocen-' tesco era riuscita una vera festa di colori e' dava una impressione tale di italianità che tutti ne restavano meravigliati. La Sezione italiana .anche per la vivacità degli artistici oggetti esposti, era divenuta il luogo' di convegno preferito dei visitatori. Nel magnifico' o salone di onore ornato ua un'artistica tonta-1 - na, figuravano tra l'altro esposte tutte le col ( fl. ^s; M ]ft o. Margherita, valutate centinaia di migliala di' e|jire. quelle non meno noto della Ditta Jea surum e dell'Aernilia Ars; i mobili artistici ) dl Marschall Cutter, di Firenze, il Rossi di Venezia, il Monti, il Bernasconi di Milano; i gioielli di Capuano, De Caro, Knight e Jacoangeli di Napoli, del Caneva di Genova a dei Castandi e Gautero di Torino: le ceramiche artistiche ed i marmi bellissimi di Firenze ,che avevano ottenuto cosi brillante successo, i « A fianco del Salone d'onore e sempre sotto lo stesse gallerie .eranvi le Mostre dei no-' stri Ministeri, «inolia delia Città di Milano, del Consorzio autonomo del Porto dl Genova, di numerosissimi Istituti di previdenza, e di beneficenza: ed anche ciucile delle automobili, dell'industria cotoniera e della tela, dell'abbigliamento e dei generi aimentari. « La seconda parte dell'Esposizione italiana è quella della galleria delle macchine, che sfortunatamente trovasi attigua alla parte che dicesi incendiata. In essa l'industria italiana1 si era affermata in modo davvero poderoso, specie colle mostre Franco Tosi, ing. A. Riva, ing. Rallerio, le Officine. Stigler, la Società Vender, la Società Meccanica Lombardo, Macchi e Passoni, Officine Togni. « La terza parte era costituita dall'artistico Padiglione Reale italiano. Esso rappresentava un palazzo a grandi porticati della migliore epoca della rinascenza. Ne era autore per la parte architettònica, l'ing. Marcello Piacentini di Roma e per la parte decorativa il prof . Galileo Chini di Firenze, che vi aveva lavorato personalmente col suo grande entusiasmo di artista, sicché il Padiglione., era riuscito incontrastabilmente il migliore fra»» tutti. « Il Padiglione stesso era congiunto da ua porlicato fiorentino alle gallerie della Sezione Industriale, sicché a differenza delle altre Nazioni, ch'erano sparse in vari punti dell'Espo» sizione, l'Italia tutta collegata ed unita, dava! una impressione completa e solenne della sua potenzialità. « L'ultima parte infine della partecipazione italiana — a prescindere dalla Mostra di Belle Arti, che trovasi raccolta in altra parte della città, nel Palazzo del Cinquantenario — era costituita dalle gallerie ferroviarie, che non! sembrano lese, e in cui figuravano fra l'altro1 le ammirabilissime macchine dell'Elvetica, quelle delle Officine Meccaniche, e le vetture, tranviarie della Società Carminati e Toselli. La mostra assicurata , Stri danni cui andrebbero eventualmente incontro il Comitato e gli espositori italiani, essi assicurarono: « Per quanto grave appaia il' disastro, pure possiamo confortarci che non vi siano vittime nella parte italiana, e che circai i danni materiali essi vennero dal Comitato preventivamente e prudentemente considerati e, per opera specialmente del dottor Alberto Pirelli, altro dei consiglieri del Comitato, che ora trovasi ,iusiemc"al presidente comm. Giovarmi Silvestri e al vicepresidente comm. architetto Moretti, nel viaggio di rilorno"dairaltra Esposizione che il Comitato ebbe a fare in America,, a Buenos Aires, venne conchiusa con una gran, de Compagnia inglese un'assicurazione generala sia per i padiglioni che por tutte le merci esposte, a seconda del valore dichiarato odagli stessi espositori, e all'uopo lo stesso dottor Pirelli fa a Londra più volte e furono qui i rappresentanti della grande Compagnia per la precisa stipulazione dell'ingente polizza. u II Comitato italiano, ha poi a BruxellW una sede propria, nella palazzina dell'Avenue du Pesage, 3, vicinissima all'Esposizione; essendovi là numeroso personale d'ufficio, ed alcuni consiglieri del Comitato stesso, si provvederà subito al dettagliato eventuale accertamento del danni. « Inoltre è da considerarsi che. poiché la Sezione italiana sarebbe stata l'ultima ad .essere investita, molta merce esposta avrà potuto essere posta ia salvo ■. a n e o e n e a i e e , ì e a o . a l o o , e i , a o a a à