Orribile tragedia in una chiesa

Orribile tragedia in una chiesa Orribile tragedia in una chiesa l . - a o o „ e 99 leoitie con una fucilata ii suo parroco mentri si reca all'aitar (Per telegrafo alla STAMPA) Vicenza, 18, are 22. Una tragedia spettacolosa, tremenda, ha messo a soqquadio V paese di Sarcedo, a pochi chilometri da Vicenza, nei circondario di Thiene: un prete, un capnellano, ha assassinalo in circostanze eccezionali, eoa infornale barbarie, il suo parroco, quasi ai ^.idi dell'altare, premeditatamente, a colpi di fucile. Sarcedo — un paese di circa 3000 abitanti sulla ferrovia di Thiene — non era mai stato commosso da più tragico misfatto: esso ha impressionato vivamente i paesi vicini, anche la nostra cittadinanza e non ha frequente riscontro negli annali del delitto. L'assassina e la vittima Il prete assassino è don Angelo Tirapello, di 33 anni, che da poco tempo era stato in caricato degli uffici di cappellano presso la parrocchia di Sarcedo, affidata all'arciprete don Pietro Meneghello, di quarantatre anni. E' questi la vittima di don TirapeEe. La figura dei due protagonisti della selvaggia tragedia è ben chiara nella memoria dei fedeli di Sarcedo: l'uno, l'assassino, ha fama Idi giovane irrequieto, di sacerdote intraprcn- curldts, !dente, eccessivamente risoluto, dalla condotta tutt'altro che morigerata, cosi da destare ne! m u , , . 'pdcso 11 su3sum> dl V0C1 P^0 benevole al suo indirizzo. Gli scottici lo giudicavano addirit|lura come «un prete moderno»; ma ai fe- 1dQ-i egli appariva piuttosto quale un tacer , , ,i , . . „ . clottì distratto dai suoi uffici smrituah, ec centrico, discretamente spregiudicato, un tan tino presuntuoso e ribelle. Perciò don Tira 1 pelle non era riuscito a crearsi nella parroci, . , . , . 'cl,ia quell ambiente favorevole che da tempo circondava il parroco Meneghello, uomo e \ sacerdote di tutt'altro stampo, verso il quale ffl^ cappeKa.no - che stamani lo ha -barbaramente ucciso — non era mai andato id'accordo Tutto compreso del suo magistero, temprato alla più intensa nzione cattolica, uso a ^.'^T* 7 PrÌ"5ÌPÌ "f* C liratica ecclesiastica, ne, tante meno, coi co Sturai sacerdotali, don Meneghello andava i troppo fiero delta sua austerità religiosa e jintorno all'altare e fuori. I fedeli di Sarcedo ' 8aPevano « capivano illlto ciò e ™*™<> di essi si faceva eccessive illusioni sulla stabi-I I:*x j: j— >r: . i, _ u:_ _ -Parroco stesso, che manifestava una cresce» te inquietudine al riguardo del suo iucon !ciliabiie cunne'lano Ed ecco che don Tiraol »i\ V , , .. , i,ra. iP0lIs ■ 110 e ar-dato- e ,un""to doP° es?ersl reso omicida, dopo essersi macchiato, conselvaggia bravura del sangue de. suo pre- Iteso «tiranno», il quale aveva recentemente iinvitnto l'autorità ecclesiastica superiore adb]allontanare dallo sua parrocchia l'insubordi o 0 « a nato cappellano. Questa è la causa, per lo meno apparente e immediata, de! misfatto che ha impressionato tremendamente la pacifica popolazione di Sarcedo. Più precis>amente, don Tirapelle era stato richiamatoall'ordine nei giorni scorsi ,0 l'altro ieri tr!iera pervenutoli decreto di sospensione « Uvinis, coli-imposizione di allontanarsi subitoda Sarcedo. Il cappellano rimase impressionatissimo pei' provvedimento che lo colpiva■ .• ^ ..... , . e ieri stesso si reco a Vicenza per tentarei°8D: r,m€d,° a f0 vuntagKio: ottenuta una uaie!!za l'ai'ucoiare dal \ icario generale, nlon?- Viviani, egli chiose e imnlorò la revoè ca del suo allontanamento dalla parrocchian di Sarcedo addurordo a sua discolia tmf». L« Snt S. •• -P a 0 rn-wl! 1«aEte gtie ne venivano mi mente. Ma invano: il Vicario che puree uo mo mite e buono, non potè promettere e con a a o i i i o a o, a e i. ia ea n- cederò nulla a don Tirapelli. Allora, più Ilurtato che mai. ma non sgomento, egli si precò durante la serate a Breganse per pa- lTccinare la sua causa innanzi aU'autorità vdel Vicario foraneo mons. Scottoli, prelato,iassai noto nel Vicentino pel suo spirito bat- ntaglierà E questa volta — cosi almeno sitassicura — don Tirapelli trovò più favore-j vole accoglienza, giacche pare che il mon-i signore promettesse al prete punito galene ' interessamento e financo una scappata a ^Hcedo per conferire col parroco e tentareruna riconciliazione. Mons. Scotton avrebbe' WMt'o fare questo passo stamani e_pare che don]a e! o te- rcna cpo e le a to ì quesio passo «om«u.,« jlle si accomiatasse dal Vicario d " e speranzoso. Invece, egli studiava giàTirape' 3fatto nelU sua torbida mente il feroce delitto che ha insanguinato la parrocchia di Sarcedo Ecco conio si è svolta la fosca tragedia. La tragedia Dopo le vane pratiche a Vicenza per la so | spensione del grave castigo, don Tirapelle ri- covette, ieri sera, un nuovo ordine dalia Cu-! ria, die gli intimava di lasciare subito if.paese di Sarcedo. Fu allora che il giovine isacerdote, meditò la vendetta: ritiratosi pre-jsto, si chiuse nella sua camera e vegliò tutta-la notte, perchè fu vista la sua stanza sem-| pre illuminata. | Alle ore 5,20 di stamane, l'arciprete stava indossando i sacri paramenti aiutato dal|chierichetto Gaetano TonioTo, quando rintro-jnò, spaventosa, una fucilata. |L'assassino si era appiattato nel piccolo]'ordtorio, tra gli scanni del coro o dietro il leggio. Teneva un fucilo spianato verso la porta della sagrestia, donde doveva uscire il parroco per celebrare la messa. In chiosa non v'era folla di fedeli, ma poche donne, j tra Ce quali le due sorelle di don Meneghello, a a ova e do di bi- _ _ che intanto si vestiva, aiutato dal sagrestano e dall'inserviente, per celebrare la messa. Egli non sospettava nulla: in chiesa era un gran silenzio, la quieto abituale dello paTroc- chie di campagna nei giorni feriali: nes-suno avrebbe potuto prevedere la tragedia che si preparava nell'ombra. Ad un certo punto, il sagrestano è uscito dalla sagrestia per recarsi all'aitare dove ilparroco doveva celebrare la messa; nè eglisi è accorto della presenza del cappellanoappostato pel suo delitto. Don MenegheFo èuscito subito dopo dalla sagrestia, preceduto dall'inserviente che portava il messale. II sacerdote aveva il calice in mano e non aveva fatti che pochi passi oltre la soglia, nell'o- ratorio, quando il cappe'lnno ha sparato il suo colpo. Un grido angoscioso ha fatto eco al fra- e»nrara. rsl on re- nte ad di lo tto cis>aato Alla detonazione accorsero molti fede'i tasugrestia: l'arciprete erti steso supino, in unlago di sangue: la parte occipitale sinistra era fracassata; la materia cerebrale gli imbrattava il viso e i sacri paramenti. Nel frattempo fu visto il Tirapelle dileguarsi veloce per un sentiero, impugnando ancora il fuci'e e poi gettare l'arma e darsi alla fuga per la strada che conduce a Roaampia. Prontamente avvertito, accorse poco dopo sul posto il dottor Garbar!; don Menegheilo rantolava e intorno la gente, inginocchiata, pregava. Il povero parroco fu trasportato inr!ii„ U ^friuS?^ T * ^v' T ito I r J , ^1 fr'™"""01?^ io- chkniche^ P " va ! ™lfS [f™0™ delIa„ tr°gedia'racconta di a\er veduto 1} cannellano sna-are;rare contro il parroco a poco più di duena metri di distanza, stando cioè sulla sogliaale ' delia porta che dalla sacrestia mette nell'atvo- tigno oratorio. hia; L'a«sa«=sino ha nnt.itn farsi ^-.ri-, ir., lmf» sa-st.io na potuto farsi strada tra i pnnu acc0VSl gridando come un forsennato: m « Mi vogliono uccidere! Aiuto!., uo- La tragica scena è stata fulminea: miandoon- fili accorsa si cono rati «mU, dal «.Ut-ii- l'omicida era fida lontano, in aperta campagna. Le sorelle di don Meneghe. lo — che, come vi ho detto, erano in chiesa — sono cadute in deliquio; il trambusto 6 stato enorme; la notizia si è sparsa fulminea nel paese, solletando un vero stordimento, Valeva il fucsie a due canno ^ EbaIordimento della pop^^ne è di. uto om)re quando si 8ono conosciuti i particolari déj delitla EvidmtementB, si u misfatto di ,m uomo Mlpito da pazzia improvvisa. Si è potuto stabilire che ^ Tirabello Dresc A m.ostjta „ fueila da). don Tirapello prese a prestito il fucile dai- l'oste Cappellotto, ai mule dette ad intenvoters: recaw a caccia. Ma, circostanza impressionante, resulta che il prete rimase male allorché l'oste gli consegnò un fucile ad una canna sola. Egli lo voleva a due canne. Insistette per averne uni altro; ma poiché Coste non possedeva che entello, dovette rassegnarsi, limitandosi a deplorare l'improveduta circostanza. Peraitro, chiese ed ottenne due cartuccie invece di una. E' evidente che il disgraziato si preoccupava di avere il colpo sicuro pel suo efferato omicidio. Fino a stasera l'assassino non è stato ai> restato; ma la Polizia non avrà molta fatica a fare per impadronirsi di fui. C'è da te. mere, tra l'altro, che don Tirapelle si sia j fatta giustizia da sè, dato lo state di pazze, |Bca eccitazione nel quale egli ha dovuto ca« ]dere per perpetrare il suo delitto. Nella stazione di Thiene fu, per alcuna ore, arrestato un «rete che fu preso per l'as'eassino; ma, chiarito l'equivoco, il prete fu irifascialo e dell'assassino finora non si ha j nessuna traccia. Il rigorismo della vittima Questione di donne? Sovrabbondano le versioni e i particolar: intorno al dissenso, al tenore di vita, 1alle qualità dei due protagonisti della tra gedia. | L'arciprete don Pietro Meneghello, uu j bell'uomo alto e tarchiato, era un tipo dav, !V6ro intelligente, .autoritario, che sapeva e 1 volova imporsi. Si ricorda in proposito cho 'dono 1 fam°si tumulti di Villa Ganzerla, :^ualldo Isella popolazione inferocita con. tro il vescovo voleva passare al protestantesimo, fu mandato in sopraluogo don Me. "eSvello a domare e vincere quei villici ri lel,i- ES'i era arciprete di Sarcedo da. soli quattro anni, ma aveva già cambiato pa recchi cappellani, perchè non andava con ^ d'accoido, volendoli troppo a lui sot- l abitava in canonica a dozzina dal parroco, ni Si aggiunge che i primi malumori fra. i o i o o , n T ^ ' - e a licenza pel sopraluo-o il sopraiuogo : o due preti sorsero per divergenze di vedute circa le organizzazioni cattoliche e l'azione clericale, nei riguardi specialmente delle sezioni giovanili. Ben presto le divergenze mutarono carattere e qualche maligno sustirra che anche ragioni di donne avessero accresciuto i rancori fra i due. Patto e che l'arciprete pensi) ultimamente di disfarsi del cappellano ribelle e si recò a Vicenza dal vescovo Feruglio, di cui godeva la massima fiducia. Il vescovo decise subito il trasloco del Tirapelle e con lettera di ieri gli annunciava che era sospeso a divinis, e gli ordinava di ritirarsi subito a casa sua, in attesa che la Curia Io ritenesse degno di ritornare al sacerdozio. Il gravissimo provvedimento del vescovo fa ritenere che le mancanze del prete omicida dovessero essere tutt'altro che leggiere. L'Autorità giudiziaria e alcuni delegati di polizia sono partiti in giornata da Vi» ALFREDO FRASSATI, Direttore Ponzo Giovanni, gerente.