Uno spaventoso incendio nel cuore di Napoli

Uno spaventoso incendio nel cuore di Napoli Uno spaventoso incendio nel cuore di Napoli Deposito di materie infiammabili saltato in aria Un vecchio palazzo distrutto == Episodi di eroismo e di paura i d Un morto e uno seompapso - Numerosi pompieri, guardie e cittadini feriti (Per telefono alla STAMPA.) Napoli, 21, ore 19. Il deposito pericoloso Eccovi maggiori particolari sul grave incendio elio ha messo sottosopra mezza Napoli, A poca disianza dalla Borsa, in un isolato co¬ stltuftó da quattro antichi palazzi, cho il piecone demolitore rispettò all'epoca dello syentranK9'tó „e cll° furono , rimodernati mtoJl;llul(lU a]le nuove coslruziolli. m caseggiato abitano famìglie borghesi ed operaie. Vi è an-che qualche locanda. Adonta del vicino Retti- nlj 0 ontu dol regolamento urbano, questo caseggiato conserva l'aspetto tipico dei vecchi miartierl napoletani. In una bottega di via Lentieri, appartenente al negoziante Alfonso Pedrulla, il quale vi (j denosito di colori benzina acqua ragia, àn{irapni£ vernici ed altre materie coloranti 'cd infiammabile te ciò in barba ad ogni regola-mento e legge speciale che proibisce di tenere nell'abitato deposito di materie combustibili e ™,.i™ins,-> rtMnr..ónrtin\ nrien tirimn delle ore 8 miM0 e '««^ speciale che proibisce di tenere llellal)ilat0 deposito di materie combustibili e pericolose d'incendio), poco prima delle ore S di questa .natura, uno scoppio.formidabile hagettato 1 allarme ed il panico nel popolosoquartiere e singolarmente nella stessa via-Leai-tieri Dalla bottega del Pedrulla si sprigionava,un fumo densissimo e qualche secondo.dopoiimclv> lingue di fiamme, quasi fossero siate„,„,,,o Hnirimnrnn l'i.iiflntompnie hanno fattoeettute daii interno vioieniemenie, immiu lov -mi braciere. 11 primo allarmo Poco prima delle 8, un impiegato dell'azienda si era recato ad aprire i mugazziniN. 41, in viaLeulieri alle spade del teatro Umberto, non molto lungi da piazza della Borsa. Egli diede le chiavi ad un suo garzone perchè manovràs-se i complicali catenacci e chiavistelli di sicurezza che chiudevano le porte. .Non appena i due fecero per nie..tcre piede nel magazzino aperto, ne furono respinti da un violento getto di aria calda, da Un fumo denso e carico di aromi minerali che si sprigionava dal magazzino e da una corrente d'aria che irrompevaverso l'ingresso. Essi rimasero atterriti e nellostésso tempo sbalorditi perchè, in presenza del-l'incendio, ebbero a constatale che questo nonera stato preceduto da scoppio; altrimenti miai-tare in aria con fragore. Riflettendo cosi sullamanifestazione del fuoco e che scoppio non viera stato, si doveva sperare che il grosso deldeposito non fosse stato ancora preso dal ruocoe che il fumo fosse prodotto da qualche mer-canzia. cosicché si sarebbe potuto limitare lin-oendio. Fatte que-te considerazioni, le persone pre-scuti e quelle che sopravvenivano diedero o-pera per iniziare alacremente il salvataggio,•iitr, scono ni ininedire una catastrofe Tutti siS2r^^oV^A^tiSS2oSSKoft del ne-adopeiaiono, Cloe, a iraspurwnt inoli ici ut, nmin i« mi»ri»' eho hruninvnno e ad isolare legozio le merci che bruciavano e ad isolare le botti e le casse che contenevano sostanze combustibili. Accorreva frattanto altra gente, e fra questa il vicino negoziante in baccalà, signor Marino Slniberti, che diede l'opera sua coraggiosamente per mettere in salvo le carte, i registri ed i libri di commercio e due scrivanie, dove erano rinchiusi valori. Accorrevano altri con secchi d'acqua, che venivano gettati sul nucleo dell'incendio, il quale, da prin cipio appariva non molto grave. Tale nucleoera rappresentato dalla botticella di clorato di■potassa, la quale pare si fosse accesa per au-tocombustione e per decomposizione degli eie-menti che, lo compongono, ma rimanevano In-latte molte altre botticelle di clorato, acqua ra-già e nitro. Si sperava che ormai il fuoco sipotesse domare; ma d'altra parte non si potevatogliere la merce in pericolo, perchè sarebbestato lo stesso che affrettare io scoppio, anzuna serie di scoppi quasi simultanei, che si sarebbero avuti certamente traversando la zona dell'Incendio e tentando di trasportare all'aperto le casse In pericolo. Lo scoppio. Unica speranza era dunque che si potesse risparmiare il deposito. Tutta l'opera dei salvalori, che nel frattempo avevano avvertilo telefonicamente i pompieri, si limitava, per imomento, a circoscrivere il nucleo del fuoco eda gettare acqua nei recipienti del depòsito. Fu vana speranza, perchè improvvisamentedopo una decina di minuti dacché il fuoco crastato attaccato dai presenti e dai passanti, chesi affaticavano per portare opera di soccorsorimbombò un fragore spaventoso: lo scoppiolanto temuto si produceva, seguito da altrscoppi, come, fuochi d'artifizio. A quei disgraziati che erano sul limitare debraciere parve che la terra si fosse aperta pe inghiottirli. Come era avvenuto io scoppio ?'s: .piani 'i> tiuivuu ui ijuiassu in cuuiuusiiuiie | Evidentemente adunque la combustione er dovuta alla formazione di gas infiammabilsospesi nell'atmosfera densa è fumosa. La decomposizione del clorato di potassa e. la vicinanza del nitro diedero luogo alla formaziondel terribile gas detonante. una donna del vicinato, tutta sbigottita, donìa?.d.ala delle sue impressioni sullo scoppio I mille tuoni'insieme. Ne Fim^uièmnio'uiiTr'"às sordat! e intontiti. Il suolo traballò a lungo; l P« i cassette dèll'acaua rmi-i ni ■ ni/inni ,ìt>u„ Von is,ss"le ael!«qu.d ragia, ed i bidoni della ben un altra. I utte le vetrate cadderodappertutto con fracasso infernale. Oh! è avvenutJin«lhS i nl(>nao- eernetti, e caddi in giliocorno! ». Frattanto le esplosioni non cessavano: »in dopo l'altra furono avviluppate dalle fiamme ••Lul'l>'avano come tanti prolet b°"esa veiJiva f,,ori un 1™*°. colonna <Y: ««""ne violette, dal m il?.Zina scoppiavano come tanti proiettili. Dalluna ver!""*1"""1 '," viuieue. uai nucleo pao naz7-°- p R1 proiettava con violenza contro Tedi flri0, (ìl npnpettb, separato dal primo — orma s.l°rmato in bolgia infernale — da uno spa !z'° pieno di quattro metri. Chi le porte de|n*agazz^ eaz ad altissima tensione, erano lanciate a una grande distanza e noi erano ricadute in! minutissime srbeergie ardenti. Troppo breve er I11 ^tuAen e troppo angusto il vicolo, perch ttiffiSf? to ^.^Tve'tóDopo avere tutto scardinato e abbattuto all'intemo, le fiamme si volsero nH'msù: si lanciaremo sopra tutta la verticale dei caseggiati. e fliniiiiiiito famin-lio. in ,,n,.;.,/.ì.i UnqUMIta famiglie in pei ICOlO Le fiamme si dilatarono a destra e a sinistra avviluppando, a mano a mano, l'intero isolato accennato, è formato da auat- lro an'tlchissjml |miazzi .;d(lossali e tommU- U11 corpo di fabbrica di aspètto bizzarro, tutt accidentato da terrazze, terrazzini e sporgenze L'na cinquantina almeno di famiglie, da ua momento all'altro, si sono viste in pericolo d rimanere arse vive e di sprofondare nel tre m,.'!iti0 cratere aperto ai piedi dell'edificio. è Ji ^¥*:^;l"leJ,T™Z 5?n. si alle sole famiglie abitanti in de'to capeggiti ! ma an 'che offrivano tante persone rese pazze dallSrSS^fW^imassniì, serrati uome si! altri Lo sNoti'irol .<>""• «««colanti «a balconi, sulle terrszzeai nnéstroni dei pianerottoli, invocanti aiutoincapaci di scendere nel dedalo di vicoli e vi- coletti dei Lentieri ner timore di tindarsi o J":ic<ji;5lre no1 vivo^leinncenrtjo^ i pianti e le orla del'e donne, dei bambini, (lavano una senI sazioas di terrò*» inesprimibile. ¬ Salvataggio eroico Giungevano, appena dopo una diecina di minuti dalla segnalazione dell'incendio, i pompieri del primo scaglione, cioè gli automobilisti e i ciclisti, che attaccarono animosamente le damme con gli apparecchi leggeri portati sulle loro macchine. Poco tempo dopo, sopraggiungeva il grosso dei pompieri. Tulli si slanciarono al salvataggio ponendo in azione le loro pompe con undici bocche da incendio, per circoscrivere il fuoco, il quale, dopo aver sfondato il soffitto del magazzino, aveva, distrutto il piano superiore, quindi aveva invaso la parte posteriore del fabbricato ed era risalito su per la verticale di un palazzo attl¬ i gito. 1 nostri pompieri, arrampicatisi a corde e a scalette, in breve tempo fecero discendere ! nella strada tutte le donne e i fanciulli e tutti -1 coloro che non avevano avuto il coraggio di di scendere dalla -calmala La folla ammirava da lontano, e applaudiva allo slancio dei pompieri, alcuni dei quali erano orribilmente bruciac scendere nana scannali lontano, e applaudiva a alcuni dei quali eran a cIda! e irriconoscibili e seguitavano ad arram o r-• ••»*•• 'ii.a e_ ..i. _ -; ^pompieri Francesco Pedrone e Alberto Onza , sfidando la morte per recarsi ad attaccare il o fuoco da un altezza donde il getto d'acqua dava e mi risultato utilissimo, camminarono lungao mente su di uno strettissimo cornicione, sospesi -Jnei vuolo Sopravvennero intanto i pompieri di mari.-vi con ire potentissime pompe, che efficacemente contribuirono coi loro larghi getti a mitigare la veemenza delle fiamme. Li comandava il a i loro rapo signor Ferrara, e anche questi bra vìsslmi militi si distinsero ner un'opera n:nn;i di coraggio e di abnegazione che contribuì -1 grandemente a circoscrivere il terrificante bra¬ ciere Le vittime o a j cine soffersero per la veemenza delle nsfìso j slami vampate. Non si poterono evitare dis- grazi- ira gli eroici salvatori e si deve deplon rare la mono di uno di coloro che furono vinti -1 dal panico e che e staio vittima di una terrifl-Purtroppo, se furono salvati tutti coloro che correvano pericolo, il caseggiato fu divorato alla base dallincendio ed i gruppi di case vi-a ;Lp colon|le (il fmnn deleterio sprigionatesi al i;prlmo s(.opnio abbatterono al suolo una quial diclna ui an&1 valorosi, alcuni dei quali, in o | B|..|U, s|at0 ,n asfigsla e orribilmente ustionali -|fllron port;l(i jr) barella o in vettura nll'Ospe-l(n,ie dei Pellegrini. Fra i pili gravi è il ventenne Francesco Kel--iler. un giovane che. trovandosi fra i passami, - non aveva esitato ad accorrere per recare hoc, corso. Nel lrattempo. in un caseggiato cor,ii Ugno al magazzino incendiato, dove e un W - berno Per gli emigranti, il proprietario del ,..,,h niffnf.|e noisetti «i adonerava i ei i«•inerbo, it.in.itu. jtuueui. a uuoi»tia>a. i e e a , mettere in salvo qualche oggetto prezioso delia sua casa: ma mentre era a ciò interno si sciti mancare il terreno sotto i piedi e poco dopo lo sventurato era precipitato in una voragine ardente, poiché le fiamme avevano staccato il pavimento. Un pompiere, che assisteva atterrito al terribile episodio, ebbe la prontezza di spirilo di gettargli una fune alla quale il Rossetti si avviticchiò e così il povero albergatore, lutto abbruciacchiato, veniva tratto ,i s-u- o [vamenlo e ricoverato ancll'egli ai Pellegrini, ii Da piazza della Morsa all'Ospedale dei l'el- legrini. la popolazione costernata era sehte- rata Attissima. Nell'ospedale, inoessantememe, - squillava il campanello d'allarme, e il -«ner - toro prof. Sorrentino coi direttori di saia r i con tutti gli assistenti sedevano in permanenza a'] per arrecare pronto soccorso ai feriti, e;,. . , . . j„n„ „,„„i:„ ;„„;I1+ni Vuol salvarsi prima della moglie incinta. a aa: cade e muore In via Lentieri, da un terzo piano, un giovane a nome Giuseppe Huocco, di 33 anni, era più di tutti disperato di non poter mettersi in salvo. Già le fiamme lambivano il secondo piano e seguitavano a salire. La tromba della scala era tutta una canna da camino ardente. Non essendo possibile mettersi in salvo per quellae-,via, il povero uomo gridava che, per pietà, gli l ■ porgessero una scala, una fune, per salvare lui d e la moglie incinta! I pompieri, i soldati, lo u jdirono, e, di piano in piano, issando una scae, In a rampini, la fecero pervenire lino al terzo ai piano. Il Ritocco, prima di far discendere la e!moglie e gli alni suoi familiari, si avvinghiò o, alla scala e prese a discendere per poter arrio vare al secondo piano e di qui discendere al ri;primo di una casa di rimpetto. Ma nel dlscen aere tremava tanto, egli era cosi agitato dael ! convulsioni nervose e dal panico indescrivibiler che la scala pendente si scosse, usci dai ganci:i e il disgraziato precipitò giù, nella via, frae. cuiniiusei.j/.ioue ui iuiu, i a urini: ma poche ore dopo li ripreso conoscenza. La mc spirava senza aver - ripreso conoscenza. La moglie, tratta a salvae- mento subito dopo, ignorava la tragica fine dei- marito. Non le si disse nulla, stante il suo stae to interessante. I TT . .... i„i „ „ .„„,■„ o-! Un marinaio vittima del suo coraggio o,] continua la serie delle vittime: il marinaios- • to^Tal nen^Giui e b'bttega di fronte al negoziò incendiato, fu col«iS5T:K- -iettili infocati ed ebbe erri n n r- mi ferUe una lesta ed alle gambe, ta Méntre di tanto in tanto le sezioni della Croi-'ce Rossa e pu infermieri della Compagnia d assistenza accorrevano con barelle e materiala di pronto soccorso e di medicazione e rac.ole glievano pompieri e qualche borghese feriti ed?: «Ì^LLU™^ la co non accennava a domarsi, alimentato comra era dalle forti riserve di materiale incendiabileo- del negozio Petrulla. i- Non per tutte le pompe vi erano prese d'acai qua sufficienti, e il comandante dei pompieri ea- il sindaco dovettero fare innestare lunphi tubel di presa per assorbire l'acqua marina, sino da bacino del Mandraccio. Varie voli e la foga delle d fiamme, sotto la valanga di acqua vomitata n dalle numerose canne del'e pomi*» ultrapotenti ra accennava ti spegnersi, ma subito dopo divamhè pavane più minacciose che mai. tó ifSffaWtf^n- perdale, malgrado lo ricerche accurate fattesia- Si suppone che il disgraziato sia rimasto sotto le macerie, perchè i pavimenti delle stanzcrollavano l'uno dopo l'altro. j jj I)uca yMt& j feriti a, „ *,,,,,;„„ „„,..,. ... , ..o.: 1 Mattino puhblicu in edizione straordit-' narla un'ordinanza del Municipio che stabiU cBe, entro 21 ore devono essere rimossto dalla città i depositi della benzina ed altre, materiali esplodenti. Alle 13 si sono recatn all'ospedale dei Pellegrini por visitar© i feritdi ivi ricoverati il Duca di Aosta, il prefettoe- il sindaco, il comandante della Divisione, 'Pa nizzardi ed altre autorità. Questi hanno a vutoper i feriti parole di conformo e di lodla ^j ^SLmo 0 VabaesaM ^M uelo t.- « i i e, a!Pf,lt0 u? |»™Mno lattante o All'ospedale dei Peregrini, oltre 11 pompiei- r; e vari •*>r;L,hesi. sono feriti e sono statSi nutrono timori per una donna che avevapompie a ricoverate pure 10 guardie con contusionr- ; ed ustioni e sintomi di asfissia. n- Infine, mercè i soccorsi prestati dal 47.o reggi j mento fanteria, dalla compagina degli •»»»_» i e e o a , , a a ¬ e e i a , m l a i i e e l i ì ¬ sti l- e o - l an - , ci i a i o e l ri - i, e, r r a n a oa n aan a patori, dagli agenti di P. S. e dai marinai e dai pompieri e dalla regia marina, alle ore 13 l'Incendio era completamente domato, il proprietario del negozio ove è avvenuto lo scoppio è assicurato con l'Adriatica per una somma rilevante. 1 feriti sono 30 ÌV'npoll. 21, ore 24. Perdura in tutta Napoli la sinistra impressione pel disastroso incendio di oggi. Si rjlaingo.no le vittime e si scovano i numeri del lotto. Venisse il terno, almeno I L'incendio verso le ore quattordici cominci»a languire; ebbe una lieve ripresa un'ora dòpo, ma un'ultima manovra con le pompe lo ridusse definitivamente all'innocuità assoluta. Pur tuttavia 1 pompieri sono rimasti Ano alle ore 21 a lavorare. Sul luùgo del disastro permane un'atmosfera greve, una nube di fumo nerastro, che si alza fra j puntelli piantali dai pompieri e.gli ordigni di salvataggio sparsi qua e Hi attorno all'enorme braciere spento e insanguinato. Durante, il massimo della crisi del fuoco unlargo getto di faville penetrò per molte feritoie nel deposito di filati e di cotoni del signor Bossi, poco distante dal luogo dove tlttrendlii scoppiava, indubbiamente jc fiamme non avrebbero tardato a svilupparsi anche cola e già m\-nacciava un nuovo più colossale incenllo, se il sergente dei pompieri e alcuni militi non avessero spento il principio di incendia provvedendo inoltre ad isolare le mercanzie del deposito stesso. Il terrore del proprietario Sul luogo del disastro si sono recati 11 prefetto, il sindaco, gH assessori e altre principali Autorità. Il proprietario ffelTn. bottega incen-diala, signor Alfonso Pedrulla, trovandosi al Vomero ad assistere un suo figliuolo ammalato/ fu avvertito immediatamente d'urgenza del si-nist.ro toccatogli. Beli disceso allarmato in città ed in. presenza dell'orribile scèna ebbe un.de-Urlo per cui dovette esser allontanato dallabottega in fiamme. . - . Perù egli non fece ritorno a casa e la suafamiglia dice che ne fu consigliato da alcuniamici perchè gli si risparmiasse pei momento l'emozione di un lungo interrogatorio, date la condizioni precarie della sua salute" I suoi famigliari assicurano che domani si presenterà almagistrato per dare tutti gli opportunischiartmenti. Intanto un ispettore di P. S. della sezione Porto, ha interrogato a lungo 11 nipote del Pedrulla, colui che erasi recato ad aprire il ne-pozio, e questi ha affermato che aprendo 11negozio stesso trovò l'incendio già Iniziato eall'uopo ha addotte lo testimonianze di com-messi, fattorini e di passanti. Oltre, all'inchiesta iniziata dall'Autorilà giu-diziaria. il prefetto ha iniziata uji'inchlesta pri-vata. All'ospedale dei Pellegrini fin dalle ore 9incominciarono a giungere \ primi pompieri feriti e furono subito soccorsj_colle migliori;cure. La maggioranza delle ferite dei disgra-ziati vigili è di scottature, e solo aIcun.Lh.anno delle ferite e fratture per'cadute o percbè~investiti da pietre e travi cadente (lltrew pompieri, che sono i più, si trovano ricoverate an.che delle guardie e qualche borghese: in tuttouna trentina di persone. I due feriti cho soffrono maggiormente 6ono11 sottocapo del pompieri Venturini Francesco,cho ha delle scottature al capo, al viso, al dor-so, alle mani ed alle gambe, e il pompiere Fe>rindeo Nicola che ha delle scottature al viso,alle spalle, alle braccia e alle. mani. Sono inoltre ricoverate le seguenti guardie di città colpito da asfissia: De Simone Rooco. A«rena Giuseppe. Ghiotti Gennaro, Abate Arturo,Somma Ignazio e Caruso Anselmo. li ui uao a ò ial nda e, i, a er ael aio olri odi le Un grosso incendio a Milano in una casa piena di fabbriche Milano, 21, ore 24. Stasera è scoppiato un grave incendio inuna fabbrica di berretti, in via Vettaobia. Sono accorsi i pompieri ed un'immensa folla, che un cordone di soldati a stento tratteneva.L'allarme 6 stato dato dal ragazzo di noveanni Gino Erba, figlio del berrettaio TeodoroErba, il quale è sceso in istrada gridando:, — Al fuoco! Babbo il fuoco! Molta gente si è affacciata alle finestre evedendo, atterrita, le lingue del fuoco, ha ri-potuto a gran voce il grido d'allarme. Gli inquilini, uscendo dalle abitazioni, si riversavano verso il cortile della fabbrica. Le grl-da altissime in breve erano giunte alle altre case del popolare quartiere cho è traversato dal Naviglio e dalla via Mulino delle Armi dal corso San Celso e da Porta Ticinese. Cosi una grande folla si ondò subito riversandosi verso l'ala del vecchio fabbricato segnato col N. 5di via Vettabbia. stretto fra cose vecchissime: si tratta di un vecchio convento. Il cortile d'ingresso ha. al lato sinistro, la portiaevia ed il primo ed unico piano di appartamenti; al lato destro la carrozzeria Crespi, che occupa anche una parte dell'adiacente palazzo Gozzadini. del XVI secolo. L'incendio si 9 sviluppato, verso le 20, nellafabbrica di berretti Erba — situata al secondo piano dello stabile — quando tutti gli operai erano già usciti. La favilla è partita da un fornello. Vennero subito tre pompe a vapore; ma, vista la gravità del caso, il comandante, Ingegnere Pennesi, faceva venire altri carri. L'incendio dura tuttora. Oltre all'ala nel fabbricalo, completamente bruciata, la ditta Erba ha subito danni per circa quarantamila lire. Un'altra fabbrica, pure di berretti, è al plano inferiore — ditta Brlsi — ed ha subito anch'essa un danno di circa trentamila lire. Lafabbrica di attrezzeria teatrale, il cut magaz-j;ino si trova al piano terreno, è stata inon-data dall'acqua, provocando un danno di cin-o- a aia a.ii«, uiu. ^« infine è danneged «unetm«a.^^-"^Sffi^^'-M^tt^ aqsUsÌcura?onÌNonresi S£Kme le c- e bi al deplorare vittime, essendo gli operai usciti Itine ore prima che scoppiasse l'incendio. Sul posto accorse inolia gente e dovette chiamarsi la truppa, carabinieri, cavalleria e l'artiglieria del treno per tenere indietro i curiosi. Fino alle 23 è restata sul posto la truppa.

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