Il terribile dramma domestico d'Ivrea

Il terribile dramma domestico d'IvreaIl terribile dramma domestico ' Ivrea (CorteAsssevrea. Ivrea. 18, or* 16. , .i « Venne a questa Corte a Assise ripreso il prò-cosso di cui vi ho già. informati e che ha fatto accorrere gran nuiuero di compaesani dell'ac- cusato ans osi di assistere allo svolgimentodell'i causa* L'escussione dei testi d'accusa riuscì terrabile per il padre, che vede con tali deposizioni e testimonianze distrutto tutto U suo edificio difensionale E appare luminosa la prova del tormento dell'esistenza dei povero Chinetli dopo il matrimonio, e 1 tristi presentimenti del disgraziato. „„_. Oravi risultanze emergerebbero pure a carico della figlia circa i suoi rapporti coi paare,risultanze che farebbero tramontare 1 ipotesi di un delicato sacrificio della medesima cnosl sarebbe assoggettata la maternità di bambino per salvare l'onore di una sorella Tulti concordi i testi riportarono che è una- Dime la voce in paese che accusa:l,™°ne"* déll'cccldio del povero 1 inetti. I testi in ge- rièrale, di fronte agli imputati, si dimostrarci-no quasi tutti assai rct'cent, ed ,nde'clal;.manifestarono un vela io timore una mal ce Ima paura di ossi e delle lojo vendete. Ui fatti I sindaci, di ^os&ja.SMjJ&Mno - Piatti e cav. Gianolio - B negar io ^ e ' 1 cheta erano persone ci e meu evano w«*a u> tutti i paesi. Ciò nono, a e II toste Tornano disse che la aera del ''V^rn^nrrlw nVr l ventilo presso l ponto un iioino c""rer,e p« ( pra i, e che in esso gli sembro ravvisare " Oltre'al contegno manierato degli imputati alla vista voce elio subito, del oro co >iùnlo ùccUo oUre a „ subitoMI mau no ste^ del ra^c^ sfdiffuse sulla lóro partecipazione in tale de- Ulto s'aggiunga elio 1 carabinieri, portatisi dietro (juèsa sospetti a perquisirò l'abitazione rìel niohetta, furono da questo Ingannati e sviati nelle loro ricerche, avendo costui impe-dito che visitassero una cantina di sua prò-prietà, vicino a casa sua, affermando che essaapparteneva ari altra persona Una donna del paese,' certa Testa Maddale-na. trovò, poco dono, pascolando una capraper il monte, presso una ceppala, un paio dlpantaloni insanguinati, ch'essa riconobbe co-me appartenenti al Ricqetta, e che affermò a- vèrgll visti addosso anche dopo il delitto, poi- chè ò d'uopo aggiungere che questi pantaloni sparvèro da quel luogo dopo poco tempo. ca medesima donna nel giugno scorso tro-vo sui monte, sotto un sasso, una sottana In- sangiiinata, e che essa, sospettando avessequalche attinenza col presente delitto, portòu persona che la consegnò all'Autorità. Tlammostrata questa veste all'imputata, essan'èga che mai le sia appartenuta. La Parte civile fa istanza aeeiò la sottanasia fatta vedere alla figlia di primo letto del-l'uccisa, una bambina di 1?. anni, la quale af-ferma e sostiene con fermezza the la veste èoell'imputala, dichiarando riconoscerla da unsegno della stolfn L'imputato strilla e smaniacontro queste schiaccianti constatazioni, mentre la bambina continua dicendo che la seradopo il òelil'o. (piatirlo essa, ritornata da Vini.tré, passò la notta in casa con la Etichetta-Pronzoii Lucia, questa gli disse: « Dicono chesiamo noi che abbiamo ucciso tuo padre, masta zitta perchè gli assassini che lo hanno àm-bazzuto possono venire ad ammazzare an-che te ». Iti vela poi che il padre suo era mal-trattato in casa dai Bronzini e dalla Pas'orCostaliza, la moglie dell'imputato e che iinavolta anzi volevano buttarlo giù dalla balco-nata, che lo torturavano e seviziavano tn ogiìImodo Una teste, Paslor Maria, finalmente deponeche la sera prima del delitto udì che il ni-chotta profferiva parole di minaccia all'indi rizzo del Tlnettl. dicendo: .Se esco fuori lo ammazzo! Avrà, da Iar9 con mei •. Domani le arringhe. Strascichi elettorali. late li iiiii Hologua, 18, ore 16. Venerdì prossimo, davanti al nostro Tribunale Penalo, si discuterà un interessante processo, cliu è unu strascico delle elezioni patziaii amministrative del giorno -Ì6 giugno u. s.Lavv. hugonio .lacchia, uno dei maggiorenti del partito radicale bolognese, vide pupblicatj sul giornale L'Avvenire d'Italia, alcuni giorni prima dello elezioni, un brano di una sui lettera, riservata, dirotta al presidente delia Unione radicale bolognese. Un'inchiesta rapidissima riuscì a stabilire che autore dell'indiscrezione era il copista dell'avv. .Incelila, tale Aldo Bontiglioli. socio dell'Associazione clericale elettorale e da poche settimane assunto dai jacclil'u, in seguito a raccomandazioni del deputato socialista avv. Alberto Ca-lcla. il Bonfiglioll, stretto dalle domande, ed alla Presenza dell'on. Calda, degli avvocati Jacchia, 7ornielli. .Maccaferri e del sindaco di Moli nelle, signor .Massarenti, fece un'ampia confessione, the venni; resa pubblica con un manifesto infisso ai muri e distribuito a mano In seguito a tale confessione, l'avv. Eugenio .lacchia diresse all'avv. Domenico Nardi (.il quale, secondo la confessione'del Bonflglioli. avrebbe promesso un compenso a costui) il seguente biglietto: « Bologna, 25 giugno 1910. « All'avv. Domenico Sardi, ' Vi mando copia testuale eli un atto cho vi riguarda direttamente, e che mi autorizza a dirvi che siete un miserabile vigliacco. «Finn. Eugenio Jacchu•. L'avv. Domenico Nardi rispondeva all'avvacato Jaechia con la seguente lettera: « Bologna. SG giugno 1910, ore 9. «Allure. Eupeilio Jarcltia, « Sono in possesso di una dichiarazione tutta di pugno del signor Aldo Bontlgiioli. chi smentisce recisamente le afférmazioni per cuvi siete ritenuto autorizzato a rivolgermi una plateale ed atroce ingiuria, la quale sarete costretto a vergognosamente ringoiare. a domenico N'ardi ». Nel contempo il Comitato elettorele clericale pubblicava una nuova dichiarazione del Bonliglioli, nella quale questi, sconfessando l'indiscrezione, diceva d'essere stato costretto colla violenza degli amici del Jaechia a fare la confessione. Nel pomeriggio del giorno 89 giugno, in via Castiglione, s'incontrarono l'avv. Jaechia c l'avv. N'ardi, e fra i due avvenne una colluttazione. E poiché di questa si danno diverse versioni, cosi noi diamo quella del Resto deCuiiitto. che è la più accreditata- « Pochi minuti prima delle ore 10, l'avvocato Eugenio Jaechia se ne andava per via Castiglione-, verso le due Torri, quando, giunta presso il negozio Biancaiii. si incontrò nell'avv. Domenico Nardi, il quale era in compagnia dell'avv. Segni ti, del prof. Pasquìnelle del signor Bolognesi, amministratore delV A ir-.-a h:1. 1 quattro erano sul marciapiedil'avv. Jaechia in mezzo alla strada. Quando l'avv. .lacchia fu giunto al loro livello, l'avvocato Nardi si ferino improvvisamente, e staccandosi dal gruppo degli amici, esclamò in dialetto, proprio sotto l'avv. Jaechia: « Eccolo uni uueslo gran omo! 'Cosa ne facciamo? »■L'avv. Jaechia. supponendo che l'incidente non si sarebbe limitato allo parole, afferrò con le due mani il collo dell'avv. Nardi. II. segnale della colluttazione era dato. Il Nardi con una rapida mossa tonfò di liberarsi dalla stretta ma. perduto l'equilibrio, ruzzolò, battendo la lesta contro la serranda del negozio .Biancani Non diversamente l'avv. Jaechia. che, perduto a sua volti l'equilibrio, cadde seduto sul selciato. Rialzatisi entrambi e separati dai compagni del N'ardi, l'avv. Seganti, che tratteneva l'avv. Jaechia, andava chiedendo: » Ma che cosa è questo? ». E l'avv. Jaechia, a voce alta « Lei ò testimone cho io passavo per la strada tranquillo, senza dire una parola. Io non aggredisco nessuno ma non tollero .nè aggressioni, nò provocazioni ». In seguito a questi fatti ed alle pubblicazionàoM'Avvcnire ri'llulia. Voti. Calda e l'avv. Jaechia sporgevano querela per diffamazione contro l'avv. Nardi, e questi a sua volta querelava l'on. Calda e l'avv. Jaechia per ingiurie e diffamazione, costituendosi Parte civile. L'on. Calda e l'avv. Jaechia sono rappresentati diill'on. Rentinl e dall'avv. Oviglio. mentre l'avv. Nardi è assistito dall'on. Pagani-Cesa e dall'avv. Storni. Visconte truffatore condannato Ci tr-lofotiatio do S:in Remo. 13. ero 22: A San Retilo. oij?;, presso il Tributale», s: è evoltun luleressaiite prece*». Em imputato il viincontBaz I>e Savignao di spendita di monete false, di trute o ili innumerevoli altri rati eh! genere. I! Swn gnac era sluto arrt.sta.to lo scorso marzo. <i San Remo, uirtlenie ad una bellissima demimondaine. La inoglie del Savignao, certa Carola Ruolph, aveva sport Una nota ufficiosa sulle vecchie liti (xiraudo querela par adulterio. Eoa» inoltre accusala il marito di averle dsla.pidsto il patrimonio di oiroa 300 m:!o ■lire. Il Savignao è dalla Poltra parigina d>p nto tota» un perniino soggetto; egli era inoltre conceduto a San Remo per un giocatore di ;u«irdo, ed avnvw porduto Ì0 mila l.re, somma che -in piccola parte aveva « | asportato ella elegante mondana, colla quole convi- ò-; veva u f^.j^,,.,,. 6fa ara;m.,to nli'odferno procedo o [dall'avvocato Urazio Raimondo; fllia Parto Cxiìa sec- deva il g;ov«no avvocato Macerici. Il Tribunale, leo, mito conto di un cumulo di droòstanxe, condannava jl Sanratfjao a <«L tre meei di carcere, ed a 200 bre di ai multa ed alle épesa processuali ni o el o el Konaa, 13, ore 'li. Il Giornale d'Italia pubblica: «Giorni sono co 6un>Avanlu k apr>arsa un'intervista coll'on. Bene,;tinj> t-.gual.uant0 un'interpellanza, presentata si dal medesimo1 nelle ultime sedute della Calne no ra 0 discussa in causa dello vacanze, in torno al varii giudizi sostenuti datale Giuseppe I Girando, contro il Banco Sconto e lieto di To- a- ,nnanzl a„a nastratura giudiziaria di. * Torino, Parma, Firenze, noma. In quesfintere- vi_u g. faoeva C€nn0 dl vùcl corso di pressioni ci-1 di corru7Ìoui ed a magistrati che avrebbero ; coiaUutintito il Giraudo, pure essendo Interrar e sati come a7ÌonisU riel Banc0 n giornale dava i ,tem,ne all'intervista proponendo un'inchiesta - a,ccertare ]a verilà 0 meno della denunzia. : ,'intervista fu riprodotta da molti giornali u> , penisola. Un comunicato ministeriale dà o n ■ seguenti notizie che mettono le l «»• a posto. La lite, di cui si tratta tu iniziata ( : sin dal 1807 dal Giraudo, il quale, avendo depo" Llta(0 (leUo azlonl (lel ,ìaIlcf> f)Cr garanzia ai|0 ti [operazioni sconto da tal empiute per niwzo f1' certo Anfossl suo commesso, prima, di fronsf^- M ribasso delle azioni negò formalmente e- .n giudjzio, la proprietà delle azioni medesime si llasciando che li commesso, in nome del quale e j apparivano fatte le operazioni, fosso condari e natoe scontasse persino l'arresto personale per e-! debito. Poi, di fronte al rialzo, pretese riverì; ò- '''carne la proprietà ed accuso il direttore di a'falso o di trutta per essersi (mesti liberato, me jdianlo transazione, delle domande di uno dei e- suoi due avversari. Il Giraudo. in oltre trenta rai anni di giudizio, riuscì costantemente perdente dli'n ogni sede e grarlo di giurisdizione civile e, o-'quanto al giudizio penale, la Corte di Appello a- di Firenze, riparando la sentenza del Tribù i- naie, assolse il direttore del Umico per inesini stanza di reato. Allora il Girando, con una se irle di esposti ai ministri guardasigilli del tanio- pò, accusò di favoritismo e di corruzione din- versi matristra'i che lo avevano giudicato ti. Tose rino. Parma. Firenze e Roma, e eli stessi avtò vociti che lo avevano difeso. Sebbene l'inde tenninatezza delle accuse, le persone accusate sa e il loro carattere morale rendessero inverosi mili le denunzie, tuttavia questo formarono ng- a getto r!5 scrupolose indagini e vennero riconol- scinte destituite di qualsiasi fondamento ». f-i — -» è I -v-i i li i • ni I I COYìuTfi hh9TinÌfi?P ia1 *A ^ v±* uiobuJ. O nra i.1 ebbe a trasportare sulle più alte vette del sen a- timentoe della poesia l'opera di frode Odi Viohe lenza dei contrabandieri ed a circondare ma di un fascino cintisi gentile la loro vita avveiim-1 turosa e temeraria e a tesserne la difficile n-imarCia fra lo scoscese Wtccie ed i perigliosi l- Passi colle più sublimi note, non pare che il or delitto di contrabbando, consumato a. traverso na! ' monti, e passando le valli e vincendo le o- Biogaie aguzze e nevose, scenda a noi ed alla ìI pnnuiV!' Rlnstizla con quell'allarme, con quel ; senso di antipatia e di reazione sociale, ^ol ne' '1u:''.e PW?Ì°, ac,c<a}i- °' con ragione gli altri i- l'ea-' ««evitabile turbamento della pubblica oi 1)ln]0ne'' (Corte d'Appello di Torino ■ 13 luglio'). Dopo che la deliziosa musica di Giorgio Bizet lo uot s. nti tj ni ui ia pidile rito el la cdi ia un o io il li. il vi a authi ui na te le nGli autori del contrabbando, figli delle Alpi, robusti e svelti, contrastano con la idea della, frode e dell'inganno, e contro di loro non si appuntano i commenti malevoli della gente, sorridente al loro ardire ed alla loro forza, .Piuttosto si appuntano contro di essi gli strali del giudiziario castigo. t Tre individui, sorpresi assieme a comméttere contrabbando commettono reato per cui sono a penti sufficienti tre anni di carcere e relativa multa: e la pena si estende fino a cinque anni' Un episodio caratteristico di questo genere di contrabbando in associazione, aveva testé giudicato il Tribunale di Pinerolo. contro tre giovani individui di Bobbio Pellico i quali passata la vicina frontiera verso la Francia, ne erano ritornati con un centinaio di chilogrammi di zucchero. Ad un certo punto, in una ristretta vallea, furono sorpresi dai do ganieri. Nacque una fiera mischia: due di quei giovanotti arrampicandosi su per l'erta, abbattendosi poi nel rapido pendio riuscirono a salvarsi colla fuga, e ad eludere guardie e giudici: il terzo, un tal Molii Stefano, fu tratto dinanzi al Tribunale di Pinerolo. reo del contrabbando di una trentina di chilogrammi dl zucchero. coU'aggr.ivante dell'unione delle tre persone: e fu condannato a due anni, un mese dl carcere: limite minimo di pena. La Corte, in appello, dovette confermarne la sentenza. Presidente: D'Agiiano: P. M. : cav. Pulciano; difensore: avv. C. A. Damiani; cancelliere Torna ri. Le vicende di nn " atelier „ La discussione (Tribunato penalo di Torir.o — 13 luglio 1910). Rinviato da mercoledì scordo, conio fu annunciato, alla udienza, di i<'ri, si è ripreso il procèsso contro lo eignorine 'l'eresiti Mohzeglio e Pra.nce.-cti Saccone, impiliate di furto, a- da,'Jno della Ditti Qulrlco, e da' pr.neipale di questa e da, qualcuna di quel perdonale, accusate. Quasi terminata la inehic-ta testimoniale, (calvo un teste interrogato per rogatoria, t Poltre), l'mlkmza era stata prorogata per la d'scu?nione. cha ieri si ò ripresa appunto, con grande ardore di di&pube e di arringhe. CV)l:oh!ii#oro la Parte Civile, avvocato SHv:o Bo--eHi, ed il P. M., chiedendo quest'ultimo la condanna delle giudicabili. Perorarono calorosamente c vivacemente, in difesa, gli avvocati cav. Ferdinando Ctiire e Poddigue: a stamane (di altri oratori o la sentenza, attesa con uti certo nervosismo da quel numeroso pubblico di signore e signorine, di cu; dicenimo nei nostro primo cenno, momentanea niente dagli eleganti salotti dei laboratori, postate nello auk- severe di Temi. caqdssdPrntlpl1 anjilecuetrpvcnraltdam—ilsto8tmtcp1rImesatueasGc