Tragica scena alla stazione di Porta Nuova

Tragica scena alla stazione di Porta Nuova Tragica scena alla stazione di Porta Nuova nacroataagerno che spara contro un compagno ferendolo gravemente L'arresto del colpevole i La tettoia della Stazione di Porta Nuova,| verso le 15 di ieri era affollata di viaggiatori, il che si incrociavano attraverso le banchine, l affannandosi alla ricerca dei troni in parten- p za, numerosi a quell'ora. |S Fra gli altri destavano assai curiosità al- E cuni tipi di forestieri, che dalla loro foggia n di vestire e dal bronzeo colorito del volto di- u notavano la loro origino araba. V'erano otto d uomini e alcune donne, che attendevano t 'salila terza banchina che giungesse, per es- sere formato, il treno in partenza per Mo- M dane. ri Un crocchio di curiosi s'era formato attorno c agli strani viaggiatori,, che parlavano tra B loro un linguaggio sconosciuto. Qualcuno,; (passando, aveva detto: il — Sono saltatori algerini del Varieté Maf- d! fei^ che lasciano Torino per recarsi a Vichy. gQuesta notizia aveva "eccitato vieppiù 'a ccuriosità, poiché è sempre divertente per il spubblico, vedere, fuori di scena, la gente di tteatro, sopratutto se si tratta di caffè- rchantant. !gDue uomini della compagnia erano assorti iin una conversazione così vivace, che aveva tutte ]e apparenze di una disputa. Nessuan f | però poteva capir nulla poiché i due si a esprimevano in algerino. Tuttavia, da.la \contrazione dei loro bei visi arabi, e dalla 'fiamma cupa che brillava nel loro sguar l>, " si capiva che dovevano essere in preda alla più grande eccitazione. Le rivoltellate di Ahmed Intanto il treno di Francia si era formato o 0 gruppo degli algerini era rimasto confuso tra il viavai delia folla. Una parte di essi si era allontanata por sMtfapdhSMS1f$ A&iSE? dmlSii imnSS? W n.™ ^ ,i Irn. zAli improvviso, le persone che sr tre- atreno, sentirono due r■lare ràbbmsamenté «ani- Pgvavano più vicine a voci maschie tir cosa come delle ingiù echi dèlia tettoia furono scossi da quattro rimbombanti detonazioni, a cui fecero segui- to grida di lamento ' Nello stesso tempo si videro correre alcuni Pferrovieri verso l'ufficio di P. S., gridando: m- Presto, le guardie! C'è un matto che sspara sMa'non si trattava di un matto: era uno ! idei due algerini, di cui abbiamo descritto ala disputa, che aveva sparato quattro rivol- rtellate contro l'altro icGli agenti di P. S. Cazzante e Spinazzola, !mseguiti da un nostro reporter, si sloitcinmno: sui luogo, donde erano partiti gli spari. La 3scena che si presentò ai loro occhi era delle Ppiti emozionanti. Un ciovane arabo, nerbo- pruto, alto, ben fatto, dalie pupille bruno iniet- atate di srmffue. guardava fieramente innanzi *a «è. stringendo' in pugno una grossa rtvnl- iella fumante. Intorno, gli altri uomini della tcomitiva si agitavano imprecando, e tentava- .vno invano di disarmarlo. Ai suoi piedi già- ceva disteso una specie di colosso, un giova-|tnottone dalle forme erculee, che si compri- zrneva colle mani l'amnio torace, dal quale Esprizzava in abbondanza il sangue per una sprofonda ferita. Il robusto arabo, sebbene ndovesse atrocemente" soffrire, non gridava, gSoltanto una singolare tensione di tutti i smuscoli del volto eun pallore cadaverico dif-infuso su'le guancie rivelavano la sofferenza, jzAi suoi lati un uomo e una donna, che dai lineamenti lasciavano indovinare d'essere i suoi genitori, cercavano di prestarg'i soccorso, e davano i segni della più cupa disperazione enL'uomo si strappava i capelli e si lacerava;lnscgli obiti, mentre la donna piangeva, si lamentava, implorava soccorso. I due agenti di Questura, precipitatisi sul feritore, lo disarmarono e lo accompagnarono all'ufficio di P. S., seguito dacrli altri algerini, dal padre del ferito e da un codazzo di persone. La donna rimase presso al fìg'iuolo ferito, che un brigadiere dei carabinieri o due guardie municipaP col'ocnrnno in una vettura e trasportarono al San Giovanni. Nell'ufficio di Questura, il cav. Ciambrone. richiese il fer.tore delle sue generalità ed|e~!i le diede od a'to voce, cosi: n\limed ben Larbie, d'anni 24, dì Tarfar. " Volevo il mio danaro ., Il funzionarlo lo sottomise poi ad un interrogatorio. Alle prime domande egli diede subito in francese questa risposta: — Volevo il mio denaro! Quindi raccontò i precedenti della tragica scena, che, secondo le nostre informazioni, possiamo ricostrurre nel modo seguente: p Da quindici giorni al Varieté Uaffeì agiva la troupe di saltatori acrobati, che si intitolava Hadji Moamed-Medan troupe. Si com- poneva di otto uomini, e di tre donne; ma Solo gli uomini lavoravano in palcoscenico, Essi eran mirabili nei loro esercizi, e ottonevan ogni sera gran successo colla «torre umana » un gioco di molto effetto, che man- dava in visibilio gli spettatori dell'elegante teatro di varietà, di via Principe Tomaso, Direttore della troupe era Mohamed Hadji Medan; e il più forte acrobata, colui che re»«va, nel suddetto esercizio, tutti i suoi compagni sulle spalle era il figlio di lui: Brnhim ben Medan, d'anni 24, di Lione, Tra i saltatori era pure Ahmed ben-Larbie, il quale già in passato aveva avuto motivi di disaccordo col capo della troupe e col riglio di lui. Però nell'ultima quindicina, in cui la compagnia agi al Maffei, parvi che egli si fosse pacificato, e infatti nò il direttore artistico del teatro, sig. Obert, nò il proprietàrio, sig. Maffei — che noi abbiamo interrogato — ebbero mai occasione d'accorgersi che in seno alla troupe vi fossero dissidii. Soltanto qualche voce vaga pervenutaci, riferisce che uno dei motivi del fatto avrebbe anche potuto essere l'amore. Il feritore cioè sarebbe stato innamorato di una figlia di Mohamed, ma tale amore non avrebbe incontrato le simpatie del fratello di lei. Tuttavia la causa efficiente della tragedia fu un'ajtra. Secondo dichiarazioni del feritore, questi aveva diritto a una somma di 125 lire, che però da tempo gli era rifiutata dal capo della troupe. Ieri egli intavolò col capo e col figlio Brahim una questione su quel suo accampato diritt0- La questione, incominciata verso mez zodi. «" »WW, continuo per via, nel tratto a , alla stazione, e parve calmarsi a r,,,,,^ „: i.UJl ., ,j. _:,..,»„ Porta N'uova- Poicnè Ahmed' colà 3iunt0' si g-ssr^con fare dispet- «^on mi vedrete più! . P°co dopo però, quando la comitiva in Partenza attendeva il convoglio sul terzo marciapiede delia stazione, egli entro, pas- sfnfl,°. "f cancello del lato arrivi, e accostatosi al Brahim, riprese il diverbio di poco iT1?.1.1^?. :UJi tr,all.0:iuu.^0-!=a.,-di?.^^.!ra a' suo massimo fervore, esli vide l'avversa rio far l'atto di metter mano alla rivoltella, c'16 P01''uva in losca, ed allora, con rapidissi m° Sesto- impugnò la sua e sparò, Ahmed ben Larbie dichiaro appunto ne! 3110 interrogatorio che aveva agito in un iniPet0 di esaltazione, credendo che il suo compagno volesse ferirlo con la rivoltella, che aveva fatto atto di estrarre in quei dramma*ico momento. Sparò all'impazzata, quasi senza sapere tan!o cl,e Per questo tre dei colpi andarono a vuoto. Dopo l'interrogatorio il giovane algerino tu dagli agenti tradotto alle carceri giudiziàrle a disposizione del Procuratore dèi Re. Egli aveva sul volto una lc'-erissima abrasione : gliel'aveva prodotta la madre di Branini ben Medan, che si era gettata su di lui graffiandolo forsennatamente nel parossi smo dell'ira. Il padre del ferito — come accennanimo di già — era in uno stato di esaltazione indicibile. Nell'ufficio del funzionario ebbe una crisi violenta e si dovette allontanarlo. Accompagnato nelltt sala d'aspetto d l.a classe, il vecchio proruppe in dirotto pianto, gridando che voleva morire. Si lacerò le vesti e si sarebbe forse ucciso se gli agenti non l'avessero trattenuto, cercando hello stesso tempo di confortarlo. Poco più tardi chiese di poter visitare il figlio. All'Ospedale t , M £erU 6 non si pronunciò suUa pro. h«h, ...m... ^„i nJL, L'infelice Brahtm ben Medan fu visitato all'Ospedale di San Giovanni dal dott. Jachia che gli riscontrò una grave ferita, penetrante al torace destro anteriore, e lo fece ricoverare nella sezione dei pensionati di prima catego ria. Il sanitario giudicò gravissime le condì babilità della guarigione, dovendosi prima procedere all'estrazione del proiettile. Si recò all'ospedale, per interrogarlo. 11 delegato dott. Mariano Norcia; ma Brahim era in tale stato di prostrazione da non poter ri spondere che a monosillabi alle domande rivoltegli. La notizia della tragedia ha prodotto molta impressione anche fra gli artisti del Varietà Maffei. tra i quali i componenti la troupe algerina avevano suscitato una certa simpatia. pzasaglpsmqsdgpiqcntmncsrrèiagQdngNdVvd

Persone citate: Ciambrone, Hadji Moamed-medan, Jachia, Maffei, Mariano Norcia, Mohamed Hadji, Obert

Luoghi citati: Francia, Torino