L'omicida Liaboeuf ghigliottinato in mezzo ad una folla tumultuosa

L'omicida Liaboeuf ghigliottinato in mezzo ad una folla tumultuosa L'omicida Liaboeuf ghigliottinato in mezzo ad una folla tumultuosa Sanguinoso scontro tra rivouzionarieagenti ==secuzoneragca (Per telefono alla STAMPA.) U Paris-I, 1. ore 8,5. Davanti all' "hangar,, della ghigliottina Fin da mezzanotte, in via delle Folies Re- gnault, dinanzi all'/innfirar della ghigliottina, f mtaciano a formarsi capannelli di gente La sunstra porta si apro stridendo: tic ca- . {H fJ ^ conflotu a ma. ^ dQ m mimno sritto u portico pie- no d-ombra_ La porta viene chiusa novamerde senza rumore, ed i curiosi si ritirano sopra il marciapiede opposto : una ventina di agenti sorvegliano nei paraggi. Due a duo Sii agenti fanno cento passi in su e in giù: ^1^\«5d"-'B^,^J^^ Ula «Mia Roquette, sbuca un Plotone di gnardie repubblicane a cavallo, che prende posto Limmi alVhannar, ed è seguito presto dagli agentj cic!isti VIVILO circondano. Le viciLanze della prigione sono ancora catane: duecento persone stazionano all'angolo di via deila Sante e del boulevard Arago : nei gruppi si palla a bassa voce e a bassa voce p"ure * venditori di giornali offrono l'edizione speciale della Guerre sociale, contenente 1 ap- c pedo di cui vi ho già accennato. A mezzanotte e trenta i due aiutanti di pDlassdzdndi Lvrtgszs enU.ano mii'hangar delle Folies Re- gnnult. u pubblico continua ad accorrere c sempre più numeroso. La folla può essere :r valutata ad un migliaio di persone. Il servizio d'ordine è considerevolmente aumentato da amiche minuto. Le vie laterali sono strada scoppiano invece grida di: Liahoeuf! Abbasso gli assassini! ». ce Viva 11 conflitto sbarrate da cordoni di agenti, ., . , Alle 0,35 la porta della camera ove si trova . , . ,'. .... ,. „, „„„„ ;l „rinlri la ghigliottina viene aperta ed esce il primo furg0M contenente! legni di giustizia a cui 60no attaccati un cavallo bianco e un cavallo nero: lo segue, qualche minuto dopo, il secondo furgone, contenente la lama d'acciaio. e tirato da un cavallo bianco. Pare u"° scherno! Il cavallo ha nome Taglialaria. 11 >jlot0ne *ella guardie repubblicane a ca vallo circonda lo due vetture. Poi un coman- flan(e doUo comanda ravnntì e, in mczz0 ai ]fmlpi [U mag7iesio dei fotografi, n funebre convoglio si mette lentamente in marcia per la via della Roquette, seguito da un plotone di guardie cicliste e da numerosi nSenti- Si odono alcmìc Srlda, dai balconi e dalle finestre, di: «Viva Deib'ier ! ». Nei Sono le ore 1,15 ed il percorso si è effettuali tranquillamente. Solo .all'angolo del Boulevard Arago e via Broca avviene un piccolo tafferuglio tra la Polizia ed i dimostranti. Allo 1,35 il corteo arriva sul luogo... Sono le 2: numerosi cordoni di polizia sono stati stabiliti in tutte le vie e boulevards dei dintorni della Sante. Mentre gli aiutanti del carnefice cominciano i preparativi, la folla ingrossa e tenta di rompere i cordoni stabiliti. Si è costretti a fare una carica di cavalleria e parecchie persone sono rovesciate al suolo. Corre voce che un agente di polizia abbia avuto una coltellata all'orecchio. Si dice pure che parecchi dimostranti siano riusciti a penetrare in un terreno incolto che fiancheggia il Boulevard Arago. Un cerio numero di guardie repubblicane a cavalle parte in quella direzione. Nella notte cupa l'aspetto del boulevard h davvero tragico. Sotto la brezza dell'alba che nasce le foglie tremolano; la vettura che conduce il condannato avrà circa 140 metri da percorrere fra la porta della prigione e la ghigliottina. Dietro i cordoni i rumori continuano. Un carro carico di sabbia sbocca sul Boulevard Arago e si ferma davanti al marciapiede sinistro e rovescia il suo carico. Alcuni istanti dopo arriva un furgone. Gli operai lo scaricano con molta fretta: esso momigmcpfmNrt« servirà di barriera per circondare il pati j bolo. I preparativi dell'esecuzione sono fatti j senza rumore; regna ora un silenzio ve j rumente impressionante. Arriva^ anche V furgone conlenente il patibolo. Sorvegliati da Deibler gli aiutanti del carnefice ritirano dal furgone le funebre travi e la lugubre mannaia di acciaio ricoperta dalla SUQ guniaa_ Con sord0 rumore di ferramenta e cupe martellate si inizia il lavoro. Il profilo del j patibolo comincia a disegnarsi nello te 1 il numero speciale della Guerra Sociale. i D:! Pal'te arrivano vetture con curiosi, nh imbatt°n0 ,n0ì c0,'d™i ch° n0n .la: isciane passare alcuno. Sinora non vi è a , £ glligliottina che U sotto-capo della Polizia di Parigi, nehre Alle 2,15 tutte le vie che conducono alla prigione della Sante sono sbarrate per il raggio di un chilometro circa da guardie municipali e poliziotti. Un ufficiale di pace è collocato ad ogni sbarramento con un luogotenente della guardia repubblicana. Non si lasciano passare che le persone munite eli biglietti speciali. Revolverate: l'agente ferito Intorno alla ghigliottina si pigiano numerosi giornalisti. Intorno oltre a tutti i cordoni gli strilloni continuano a vendere Sono le 3: il sostituto procuratore della Repubblica, Daniel, il giudice istruttore, il cancelliere, il direttore della Sante, l'avv. Leduc, Lepine penetrano nel carcere. Alle ore 3,15 avviene una violenta raa- ! nifestazione all'incrocio di via Arago con la i via del borgo San Giorgio. Si grida contro SU agenti: «Assassini! Assassini!». i o . n Rumori formidabili si levano da ogni parte. Fra i dimostranti vi sono molte donne. Ad un tratto si ode il rumore di tre rivoltellate. Gli agenti di polizia si mettono a far*, cariche. Sul Boulevard Arago c staio sparato contro gii agenti. Una palla tirata dall'alto di un albero ha colpito al colli, la. guardia in borghese Arasconi. Un'altra palla va a schiacciarsi sul calcio del fucile di una guardia repubblicana. Durante la carica un dimostrante •> ferito abbastanza gravemente al capo da una sciabolata ed è trasportato al vicino ospedale. cviduNcècslsdfdmvsLccsidcmApt Nella prigione I cordoni sono stati portati a 60 metri più in là a sinistra della tristo macchina. Dcibler ed i suoi aiutanti si dirigono verso la prigione. La porta al loro passaggio si schiude poi si rinchiude rapidamente, quasi misteriosamente... Nei lunghi corridoi i magistrati preceduti da un porta-fiaccola si dirigono silenziosamente verso la cella ove riposa il condannato. Nonostante le precauzioni e il camminare guardingo arriva alla porta del condannato il rumore dei passi della comitiva; i suoni si sono infiltrati attraverso i muri... Liahoeuf ha tutto udito, e quando, improvvisamente la porta si apre, egli appare ritio, pallido, cogli occhi sbarrati, sul lettuccio. I due guardiani che lo vegliano gli si sono avvicinati e con mano pietosa lo sorreggono. II procuratore della Repubblica si avanza : (( Liahoeuf, — dice con voce che si sforza di far apparire sicura, è venuto il | | con mano i r' momento di avere coraggio! ». » No avrò » dice il condannato. Egli è j ora disceso dal letticciolo. I due custodi ; tremante ritirano la camicia di ieri, come si usa, gli era stata) messa. Gli tolgono i ferri che trattengono j i suoi piedi e lo aiutano a vestirsi. Ora Liahoeuf ha ripreso tutto il suo sangue freddo. Dolcemente, con gesto cortese, ma categorico, allontana l'elemosiniere del carcere che gli si avvicina mormorando parole di coraggio e di pietà. « Signor elemosiniere — egli dice con voce ferma — vi ringrazio della vostra bontà per me, ma la vostra insistenza sarebbe inutile. Non voglio confessarmi! ». Allora, triste nell'aspetto, l'elemosiniere si ritira. Alla sua volta si avvicina il giudice istruttore. Egli dice al condannato con voce sorda : « Avete qua'chc comunicazione da fare? ». a l l o a Un'improvvisa collera brilla negli occhi del Icondannato: ma è in tono calmissimo e con voce sicurissima, improntata ad un po' di ironia, che egli dice: «Io ho una cosa sola da dire, signor giudice, ed ò che sono stato una prima volta ingiustamente condannato. Non sono mai stato un souteneur ». Il giudice accoglie in silenzio questa dichiarazione. " Mamma perdonami ! „ Liaboeuf, visto che l'avv. Luciano Leduc è pallidissimo, gli prende la mano: l'avvocato gli rivolge qualche esortazione. Liuboeuf si sforza a sua volta di confortarlo e, con un lieve sorriso, gli manifesta la sua riconoscenza. L'avv. Leduc gli rimette un ritratto di sua madre, che il condannato bacia con fervore. Una grossa lacrima brilla, scendendo sulla sua guancia. « La mia povera mamma! » esclama con un singhiozzo... « Le scriverò un ultimo addio!... ». Carta ed inchiostro sono sopra il tavolo. Con mano febbrile Liaboeuf traccia alcune linee, nelle quali chiede nerdnno alla madre del doloro che le cagiona e attesta ancora ima volta l'ingiustizia della sua prima condanna. Rimette poi la lettera all'avvocato, che si incarica di farla pervenire a destinazione. Mi resta almeno questa consolazione — dice poi il condannato al suo avvocato — che un uomo, «voi», ha potuto dire liberamente, coraggiosamente, in piena Corte di Assise, la verità. Giuro, in questo istante supremo, che io non sono stato mai un souteneur! ». M'i il tempo stringe; sulla soglia i magistrati ed i custodi attendono. Il capo custode del carcere si avanza. Liaboeuf lo segue per i lunghi corridoi silenziosi. Il corteo, preceduto da guardie, si dirige verso la cancelleria. Liaboeuf marcia con passo sicuro; solo un leggero fremito fa tremare le sue palpebre; egli ha visto già Deibler e i suoi aiutanti. Ha sullo labbra un sorriso di disprezzo. Rifiuta con una crollata di spalle il cordiale che un aiutante 5,li offre, mentre gli altri con gesti precipitali procedono ai preparativi della funebre toilette. Deibler ha firmato sopra il registro del carcere la presa in consegna del condannai' e si impadronisce di lui, che è ormai divenuto cosa sua. 11 paziente ha un so- prassalto quando le forbici degli aiutanti SU tagliano la camicia sul collo comuni- candogli col loro contatto un brivido di freddo per tutto il corpo. L'aiutante ter- mini dl legarlo; di condannato può appena muoversi. Egli è spinto verso la porta della pr.gionc. Si odono in lontananza i rumori della folla nella strada... Sono le 3,47: di fronte alla ghigliottina i gendarmi a cavallo e i soldati tengono lasciabola in pugno. Ora anche dietro i cor-doni le voci sono cessate; il silenzio è cupo, tragico... Un rumore si avvicina; le teste si scoprono...; tutti figgono ansiosamente lo sguardo verso il furgone che arriva... Il furgone si ferma a pochi passi dalla ghiglu ttina. Rapidamente Deibler è saltato a terra dal suo seggio; ha aperto lo sportelli quasi automaticamente, e fa un cenno ul medico dolla prigione che si avvicina. " Vili! „ La scena si fa sempre più sinistra anche per i legami che stringono il condannato. Nel lugubre silenzio si leva una sola voce chiara e sonora: è la voce di Liahoeuf: » Dirò sino all'estremo che non sono un souteneur... l.o dirò ad ogni costo!». Ma le mani che si sono fatte quasi pietose per aiutarlo a discendere dalla vettura, ora ci c ha toccato terra, diventano vigorose e brutali per affrettargli il suo destino. Con una pressione il condannato è rivoltato. Ora ha dinanzi lo strumento dell'estremaespiazione. Alla terribile visione però é?Un ni manca di coraggio, anzi parve a colori che lo guardavano 0 raccoglievano con ansietà l'ultimo istante di quell'agonia tragica, che il petto si fosse drizzato in una sfida orgogliosa e l'ombra di sorriso che il condannato aveva spiezzo che di mal celata pvura. La spin¬ sr tsrsts. ta degli aiutanti si fa più imperiosa. Un passo lo separa dalla bascule. Una mano piomba sulla nuca. L'uomo ha fatto un brusco movimento come per fuggire alla stretta. Poi improvvisamente una voce quasi stridente si eleva di nuovo. E' Liahoeuf che grida: «AI momento della mia esecuzione nessuno mi impedirà di gridare : Io non sono un souteneur, non sono un souteneur. Vili!... »; poi un grido lungo e prolungato. In quel momento la bascule si rivolta; la mannaia ha tagliato sopra le labbra la suprema invettiva e il grido uscì rauco come un urlo di rabbia... Giustizia è fatta.... Giustizia è fatta! Il corpo rotola nel paniere che 6 stato collocato vicino alla ghigliottina. Gli aiutanti raccolgon la testa e la collocano nello stesso paniere. Questo è collocato quindi nello stesso furgone che ha condotto Liahoeuf alla ghigliottina e scortato da un plotone di gendarmi a cavalle si dirise rapidamente verso il cimi | tero di Ivry. | Alle ore i la ghigliottina è stata smontati j tata e ricaricata nel furgone che l'aveva ; condotta sul luogo dell'esecuzione; la folla si è dispersa od il servizio d'ordine fu tolto, ) TI furgone contenente i resti di Liahoeuf j scortato dai gendarmi e dai corazzieri 6 giunto al cimitero allo ore 4,15. I magistrali hanno fatto seppellire la salma non avendola reclamata la famiglia. Dalle edizioni speciali dei giornali uscite questa mattina si apprendono questi particolari : Liahoeuf avevi! scritto all'elemosiniere del carcere spiegandogli i motivi del suo rifiuto di sentire la messa e di confessarsi. Durante il conflitto cho avvenne all'angolo delia via Saint-Jacques parecchi dimostranti sono rimasti feriti, ma nessuno di essi si è fatto conoscere nè si è presentato per le neetssarie medicazioni. L'ispettore della terza brigata, ferito nella via da un colpo di rivoltella alla gola, dovette essere I trasportato dalla prigione della Sante al l'Cspedale Ccchin. Non è stato ancora possibile estrarre il proiettile. Si notò nei dintorni della prigione la pitsenza di numerosi chaulJeurs di automobili che nella sera avevano tenuto una riunione alla Borsa del lavoro e quindi erp.no venuti in massa ad assistere all'esecuzione. Perchè uccise e come in condannato Quest'esecuzione capitale, che ha arrossato di sfliigue un'altra alba parigina, ed ha sollevato anche una volta la turbolenta folla rivoluzionaria, è stata l'epilogo di un processo tanto singolare quanto precipitoso. Sebbene non risulti chiaramente quale potesse essere il vincolo di solidarietà tra la testa di questo condannato a morte e l'anima del rivoluzionarismo francese, è interessante ricordare brevemente i> fatti, che hanno condotto alla nuova fatica di monsieur Deibler. Giacomo Giovanni Liaboeuf — un calzolaio ventiquattrenne — era stato arrestato il 30 luglio 1909, come souteneur, e condannato appresso dal Tribunale correzionale di Parigi a novantun giorni di carcere, a cento franchi di ammenda e a cinque anni di interdizione di soggiorno. D'allora, il Liaboeuf aveva giurato odio implacabile ai due agenti di Polizia, che avevano operato il suo arresto, e, in genere, alla istituzione stessa della Polizia, di cui si dikeva vittima. Deciso a vendicarsi, terminata la sua pena, il Liaboeuf rimase a Parigi. Fu di nuovo arrestato e venne di nuovo condannato ad un mese di prigione, per violazione d-ni decreto di interdizione di soggiorno. Da allora risolse di uccidere gli agenti che lo avevano arrestato, ma siccome temeva di cadere tra le loro- mani, immaginò, onde sfuggire loro più sicuramente di guarnirsi il braccio di anelli di cuoio, irti di punte, Egli non dubitava di potere così liberarsi più facilmente dagli agenti, quando questi avrebbero voluto impadronirsi di lui. De! resto, egli non tenne questi preparativi nascosti : ne fece parte a certa Gerault, la quale si affrettò ad avvertire gli agenti. La situazione era a questo ipur.to l'8 gennaio scorso, quando, verso le 7 di sera, il Lia y a I c f n o n e i e i . — — i l à a a e ! e l i - ddilmadl„gfmrcuvKcmi 1 booui sl presentò ad un Bar di via Aubry - te Boucher. Era armato di trincetto affilato i di una rivoltella carica di 5 palile blindate - ed aveva inoltre quattro palle di ricambio a Qualcuno dogli avventori, spaventato dela I l'apparizione, accorse ad avvertire le miari dice. I! Liaboeuf andò loro incontro, ed uc L;^. i'3g-.ento Deray, con un colpo di rivol- i tolta e sei colpi di trincetto al ventre, e ferì aju]tn agenti, che erano accorsi in soccorso -|d€i ioro collega. , j L'assassino fu giudicato da'lln Corte d'As. e della Senna, il l.o maggio scorso, oae vanti ad un pubblico enorme, ed in un batter d'occhio; aperto il dibattimento alle 10 del mattino, i giurati pronunciavano il loro verdetto di morte alle 19,5. Dopo aver ripetuto le mille volte che egli era stato condannato ingiustamente conusouteneur, iil Liaboeuf ammise di avere gridato, dopo il delitto, e all'ospedale: «Non « ho che un rimorso : quello di non avere « ucciso tutti! ». E poi : « Sì, mi condanneranno; ma I « miei compagni sapranno vendicarmi! ». E' noto, inoltre, che la Guerre Sociale, — l'organo di Gustavo Hervé, — fece una I inchiesta sul passato del Liaboeut ; che i ! redattori di quel giornale deposero al processo a favore dell'omicida: che il direttore l a o . e . e : n a r a e n . ai U wiifómw"Fv^ch n si busscò due anni di carcere per una troppi, vivace apologia di reato. Evidentemente, con la sanguinosa dimostrazion'! davanti al patibolo, i rivoluzionari parigini hanno volu-jreRiudizio alla ; r Ha, ipii è uc- Rabagas; uccidere un cidere un uomo...

Luoghi citati: Bar Di Via Aubry, Parigi