Alla ricerca d'una regola spirituale

Alla ricerca d'una regola spirituale Alla ricerca d'una regola spirituale Nello scorrerò il resoconto parlamentare, mi fermo a leggere se scorgo il nome dell'on. Orlando, perchè mi pare che egli ragioni e parli come se non fosse deputato nè mai fosso stato ministro: voglio dire che parla letterariamente e ragiona filosoficamente. In un brevissimo discorso che ha persuaso la Camera ad accordare una pensione alla vedova del prof. Ghelli, ucciso a Palermo dallo scolaro cho a sua volta b'ucciso, il deputato siciliano ha fatto dello sciagurato caso un'analisi psicologica e morale che mi è piaciuta quanto i pensieri altrui piacciono allorché sembrano un'eco rafforzata dei pensieri propri. Tale rispondenza v'ha fra il discorso di cui parlo e un articolo che pooo tempo fa scrissi su questo medsimo argomento. « Un delitto simile — « dice l'on. Orlando — commesso senza alci cuna spinta individuale, collegato alle va- ergfimsda l^T^SÙ^A^^li^ |*« appare come la efficienza ultima di una z« serie di cause quali lo scadimento della ir«autorità del maestro, il sostituirsi del hsospetto e dell'odio a quei legami che na-1 sc tura volle fossero di fiducia o d'amore, e sdqlclznzcznaj'sopratuUo 'rivela un turbamento ^«-'g« do perfido nelle coscienze dei giovanetti \*«cho già s'abituano a consideraro l'auto- j s< rità come un nemico, il capo come un ti-1 d« ranno ». E più oltre soggiunge: a Io non ] S«amo esagerare; sento e comprendo che -« quell'avvenimento, per la stessa atrocità r« sua, resterà un'eccezione unica; ma d'al-;c«tra parte corno liberarsi dall'angosciosa | « preoccupazione cho la mancanza d'un'au- s« s'tera disciplina della vita — generale di- : fi« fotte, pericolo o minaccia per la gente no- . , \ i, ; « stra che pure ha tante e così magnifiche « virtù — si riproduca e si aggravi perfino n« nella scuola e ne soffochi l'efficacia edu- t« cativa e la trasformi in un istituto nefan-M« do e deleterio? ». lePensieri di questa natura, spiccioli di ve- nrità inconvertibili por la diffidenza e l'igno- vranza pubblica, diffusi da un giornalista, si n"7 r > "* ™chiamano paradossi. La fantasia del lettere mintravvede il giornalista seduto a uno scrit ctoio traballante e ingombro di carte in di- dsordine, sotto i raggi d'una lampadina cui rfa da paralume un giornalo stracciato o fche traversano a stente un'atmosfera neb- bbiosa di tabacco. Questa visione non'rassi- ecura un popolo di funzionari e di laureati M•i a x -ì_l t • f li „come il nostro. Lo scrittore di giornali dà cil suo pensiero a qualche cartella volante; pli pare che all'ultima di esse non si debba mricordare ciò che ha scritto nella prima, sì da mettere la conclusione in disaccordo con ; elo premesse. Ma se accade cho una voce uf- ( Sciale si levi a ripetere i nostri paradossi, igecco che questi sono riconsa.crati e diventa- j no idee. Per aver denunziate l'anarchia de-1 gli spiriti italiani, dissimulata sotto l'or- i dine esteriore dell'indifferenza e dell'assen teismo, io sono passate talora per un nemi co pubblico, talora per uno spacciatore di ! monete false della cultura. Mi sia lecito di imporre alla pubblica fiducia i miei paradossi ora che un antico ministro, ritto e visibile dalla cintela in su dietro un banco parlamentare, li ha tuonati con eloquio rotondo ; e la Camera, presa dalla sfericità dei periodi e dalla pietà del caso, incapace di intenderli nel giuste lor senso di atto d'accusa contro la falsità e l'imbecillità di una educazione di cui il parlamentarismo è padre insieme e figliuolo, creatore e crea- —Lcc.„„.. di» « h. .M»d.«Scon frenesia come usa ad applaudire sol-: dtanto se stessa quando si conforta nel prendere le vacanze o s'eccita fantasticando di far guerra all'Austria. Dichiarando il sentire traviato e la generale indisciplinatezza italiana, giudicando la scuola che ne è la prima scaturigine, l'on. Orlando ha pronunziato parole gravi ondo sono condannati principi! o sistemi che Montecitorio esalta je svergognate tolleranze o bassezze delle j quali Montecitorio vive. E Montecitorio lo ha coscienziosamente applaudito. Nel turbamento degli affetti commossi, i deputati avrebbero acclamato anche un'orazione che dimostrasse la infinita inutilità e volgarità loro, perchè quando l'assemblea è commossa allora non ascolta bene quel che ode così come non ode bene quel chc ascolta quando ha il cuore riposato perchè allora l'assemblea è distratta. Come in quest'occasione hanno lacrimato di tristezza sullo scadimento morale che la menzogna scolastica ha preparato all'Italia, così i deputati lacrimeranno domani di gioia alla riaffermazione trionfante di quella medesima menzogna. Hanno applaudito l'on. Orlando assertore di alcune amare e antidemocratiche verità — ma applaudiranno allo stesso modo un onorevole preopinante che reclami una sessione straordinaria diesami, affermata necessaria dall'incendio d'un'aula: un onorevole interpellante incandesconte d'ira per l'espulsione dalle scuole d'un ragazzo che altro non fece che sputare in un occhio al profossore; un onorevole rolatore cho riferisca doversi riporre ogni speranza di rinnovamento civile nell'aggiunzione di alcune materie al programma scolastico troppo lieve: un onorevole membro della Commissione che proclami essere la buona coscienza questione di fegato e di intestini, e che però a rinnovare moralmente l'Italia basti diffondere fra la scolaresca l'uso delle acque antiuriche: un onorevole proponente annunziatole della sostituzione del sentimento religioso col senso estetico e del sentimento morale col senso fisiologico, geologico e cosmico: e, sopra ogni altro, acclameranno un onorevole ministro dispensatore di onorificenze ai professori che non vedono mai scolari, di indulgenze agli scolari che non hanno mai visto i professori, di cattedre ai negatori della morale o della verità, di sus- sidi agli amici, di amabilità agli avversari, di laudi alla scuola culla dell'Italia avvenire, all'Italia avvenire matrice Hi innumerevoli scuole: dispensatore di gloria all'età nostra che, aprendo un liceo a ogni cantonata dovo sorgeva prima una vespasiana ed esaltando lui sopra una poltrona ministeriale, ha infine illuminato il mondo e ha generato questa società ordinata, secura, fidente dovo tutto va per il meglio come nel miglioro dei mondi possibili. Intanto a tutti coloro che nel nostro paese hanno officio di organizzare, di comari Uclgdei santissimi luoghi comuni. Ora non solo |* ferrovieri> g" molari, i deputati, gli spaz- zlni> 1 magistrati e i postelegrafici perdono' iruso della sommessione, bensì tutti gli ita- ham:. voi. io. quel siSnors cne Pas8a> cni chi fimo 1 sfca Piu in alfco e chi sta più in basso, si°de al fastigio o chi s'accuccia all'in dare, di dirigore, e si sforzano di piegare 11questo pigro e sbandato gregge italiano al elavoro duro, uguale, monotono della civiltà ncontemporanea, sia delitto di lesa patria sla denunzia della universale insubordinar, ^, .... , ,| ziono cho intralcia, rallenta e arresta ogni nnostra attività. Esagerazioni! Generalizza-imzioni ! Generalizza ed esagera in Italia, j chiunque scopra qualche carattere csson-: sziale, qualche legge della vita comune che pnon furono mai dichiarati o denunziati per Pamore della vanità nazionale o per rispetto kj„. 4.....„, , . ^_ ùscanstigio t'gradino della scala sociale. Como la Francia ^ \*i oggi, così l'Italia è alquanto Spagna: ci fi j serpeggia cioè anche in essa un sordo istinto 41 d> pronunciamento; Il disordine sociale la ] Scadenza politica e militare delle naziom tee -sì dette latine si concretano in un solo ^à risultato o forse si riferiscono ad una unica i^c;caU8a: U di disciplina, a | E perchè dovremmo e come potremmo .- soffrire una disciplina se ciascuno di noi è f- : fiero quanto un casigliano anche se fosso c- pidocchioso come un marocchino? Fiorisco- j s . . , , . ne no improvvise al nostro sole le vanità come | nella concentrazione sotto le nebbie sotten-, - trionali lentamente maturano "le ambizioni. j aMa, per realizzarsi, l'ambizione si sommette s le la vanità si ribella. Dalla grande monda- te na che socialisteggia allo scolaretto che prò-: p voca lo guardie, dal socialista che sale di s nascosto lo scalone di palazzo Braschi al n ™„,.„„ ,t «u :'■■_•'*• j ne mercante che s rovina per non accordarsi gt con i concorrenti, i casi di inamabilità e ;Sv- di indisciplinatezza sono in Italia innume- i rovoli. E' questo il segno rivelatore dell'an-i o fico nostro state di servitù perche non ob- ' l bodisco senza umiliazione se non colui che è t educato a domare e a governare se stesso.'mi Ma a ciò bisogna una regola spirituale. Ur „o4-(.„i;„—™ ■ i sà cattolicesimo ne imponeva una sua eguale»; por tutti: parve ci soffocasse e ne uscimmo: ! a ma non per questo acquistammo quella ca- ì pacità di autonomia religiosa e morale che ln ; ebboro i popoli della Riforma. Fuori dal - ( cattolicesimo non abbiamo più avuto fSÌ^ igione: fuori dalla disciplina cattolica non - j abbiamo più conosciuto disciplina, -1 E so a taluno questo parole sembrassero - i intrise di clericalismo gli dichiaro volentieri ! i ! sonica, necessariamente i e o à cho, ove dovessi cercare un equivalente alla;repugnanza che suscita in me la Loggia mas- j penserei al Comi- ' tato diocesano. Perchè italiano - facciamo !, ., ., . . , . , - _ , un po ridere 1 Asino/, cioè 1 on. Podreccald— italiano comprende cattolico e anticle- j cricalo. i sBergeret. |t• ^ jp

Persone citate: Braschi, Comi, Ghelli