Tragiche scene di dolore e disperazione dinanzi alle vittime dello scontro di Villepreux

Tragiche scene di dolore e disperazione dinanzi alle vittime dello scontro di Villepreux Tragiche scene di dolore e disperazione dinanzi alle vittime dello scontro di Villepreux Senio«peaaelaSampa. Parliti, 20, ore, 1.10 In questa splendida domenica di sole tutte e strade che conducevano al teatro della catastrofe immane erano solcate da ciclisti, automobMi da veicoli di ogni sorta. Innumerevoli pedoni in compatte carovane si avviavano verso la sinistra stazione dove ancora fumavano informe carcasse di vagoni. II prefetto della Seinet Oise Autrand ha requisito due sezioni del genio ed uno squadrone di dragoni e cavalleggeri della scuola di, Saint Cyr per 11 servizio di ordine la maggior parte dei soldati avevano passato una notte faticosissima sui luoghi dell'accidente. Si notano parecchi atti di abnegazione veramente straordinari: un soldato ha ritirato 14 cadaveri dalle macerie con pericolo della sua vita. Jl prefetto della Senna ci ha raccontato : « La locomotiva del diretto era lan ciata, non a 80 km. all'ora come si era dotto, ma a 102 km. L'apparecchio registratore Flamant che è stato sequestrato segnava questa vertiginosa velocità. Il dolore di chi resta Intanto alla stazione di ViMepreux, sui banchi estenuti, con volto esterrefatto ed in lagrime, dei poveri esseri affranti dal dolore si lamentano disperatamente. La signora Montfort Lamoum-y chiede notizie di sua madre stata travolta nella catastrofi;: suo padre l'accompagna. Il disgraziato si trovava nel treno investito con sua moglie, era sceso dal vagone, mentre la disgrazii.ta era rimasta in treno. Egli aveva veduto sopraggiungere il diretto ed aveva assistito allo spaventevole urto. Era lui che la notte scorsa percorreva il binario in fiamme gridando co-me pazzo: « 'Mia mogliel ». E poveruomo senza cappeRo, con il viso inondato da lagrima. Egli balbetta parole confuse, forse una preghiera La figliuola ci dice : « Mia madre proveniva da Nizza, aveva indosso due o tremila l'ire, una mano ornata di anelli che è stata tratta dalie macerie questa notte è forse la sua: io vorrei sapere ». Si cerca la mano informe, si tolgono gli anelli: e la verità appare brutale e dolorosa. Si presenta un anello: con strazianti singhiozzi ft> marito e la figlia lo riconoscono. Il commissario di Versailles presenta pure un orologio d'oro: i parenti disperati lo riconoscono pure e sul banco di dolore si accasciano piangendo. Nella sala d'aspetto dove giacciono i corpi carbonizzati lo spettacolo è spaventoso. Poveri cenci liquefatti senza torma, aggrovigliati dal fuoco, riposano qua e là. Le suore dell'asilo dipartimentale dei Pelits Prés pregano presso i cadaveri. Il dottor Villon procede afie constatazioni, cerca di scoprire fra i resti un torace, un cranio deforme, un membro consumato dalle fiamme crudeli. estimoni della catastrofe Il t$f>:.Sr Leriche che si recava a Dreux aveva»^i'so il treno investito con la sua moglie anni, che dava fi latto ad una bambina «•tr^'-'iè mesi, la picco! aSmona. Era pure con lui la sua madre. Le due signore, e la bambina erano rimaste nel vagone. Il signor Leriche, seccato di aspettare e incomodato dal calore, scese tenendo per mano un'altra sua fìg'liuolina, Luciana, di 23 mesi. « Passeggiavo sul quai attendendo il segnale di partenza, quando intesi dure da un impiegato che il diretto stava per essere arrestato: volii vedere come si arresta un treno. Scorsi dei segnali effettuati da un ferroviere, ma allo stessa istante il diretto, invece di ferJmrsi, si precipitava sul treno fermo in cui c'erano i miei. L'urto fu spaventoso : un rombo orribile rintronò per l'aria unito a grida strazianti Ebbi appena il tempo di scansarmi stringendo la mia bambina fra le braccia : provai a!lla fronte un dolore acuto; una scheggia di metallo mi aveva ferito all'occhio destro, e sanguinavo abbondantemente. Sentivo sul mio cuore la mia piccina vivente, ma pensavo a coloro che erano stati vittime della formidabile collisione. Mi strapparono dal luogo della catastrofe dove cercavo piangendo coloro che avevo perduto ». Luigi Berthelot, carrettiere, è stato pura testimone della catastrofe. Fu lui che trasse dalle macerie i corpi della famiglia Worms di Romilly: « Scaricavo alcuni vagoni di legname al momento in cui avvenne l'urto; intesi un rombo formidabile, simile ad un tuono. Passata ila prima emozione mi avanzai in mezzo alla fiamme: ho potuto trarr® una signora ed un bambina morte. Salvai pure un uomo che mancava della parte superiore del cranio: aveva soltanto la barba insanguinata: era una atroce poltiglia orribile a vedersi ». Oggi a mezzogiorno si e scoperto sotto il tender del diretto sollevato per mezzo di un cavo una pietosissima cosa che non ha piùalcuna specie umana: un piedino di fanciullaspezzato al melecolo rivestito di uno stivalettoa bottoni carbonizzato fino alla caviglia. I lamentevoli resti sono portati nella sala lugubre accanto agli altri resti. Un anellino fu pure trovato non lontano dal piccolo piede. Tragico riconoscimento Il signor Francesco Brachacha, abitante in via Grenelle, a Parigi, in preda ad un indicibile dolore, venne a chiedere notizie di una ragazzina di 14 anni, che aveva preso alla stawone degli Invalidi, il treno investito. Venne mostrato ail poveretto la scarpetta calcinata e l'anello. Il disgraziato ruppe in un grido stridente: appartenevano i resti, l'uno a sua moglie, e l'altro a sua □glia. Uno zappatore del 5.o Genio, non potendo reggere a tanto strazio, sviene. Fra i parenti delle vittime, il cui volto.è improntato ad una indicibile angoscia, si intraprendono colloqui, interrotti da singhiozzi disperati. Il signor Babourdin, che egli pure ha riconosciuto sua moglie da unmazzo1 di chiavi, trovate su orribile ammasso di carni abbrustolite, parla dolcemente, piangendo, al jtignor Bracha«ha: — Mia moglie portava un corsetto bianco, simile a quello di vostra figlia.: Abbiamo e auea a a ga e. eo a cn o, e eui n e a a o oa a go a I ^B colpii i> da congestione cere) vale Lo si o-L,^^,^,. „na gua carnera. dove n si pose a fatto conoscenza durante il breve, terribile viaggio. Ella era grande : alla sua età, sembrava già una giovane dorma, — risponde il vecchio. La signorina Giovanna Gangois ha trovato fra le macerie una borsetta appartenente a sua sorella. Così, per tutta la giornata fu alla stai-ione di Villepreux un continuo strazio : nel cortile della stazione, uno spettacolo impressionante stringe il cuore delle numerose persone, che sono presenti: una tettoia, dipinta a nero, si erge presso una siepe, dietro cui sta una fila muta di persone frementi di orrore. Sotto la tettoia sono disposte le bare per raccogliere i resti umani) racimolati lungo i binari infranti. Sopra le bare sono posti dei. fiori freschi; fiori di campi, colti da una mano pia: ciò che più commuove è una piccala bara, ricoperta di un drappo bianco, che racchiude ì resti della signorina Brochacha. Tutti gli occhi sono pieni -cti lagrime; la folla piange coi parenti desolati, che si inginocchiano dinanzi alle tragiche bare. Il gravissimo stato del capostazione Si era diffusa oggi la voce che il disgraziato capo-stazione Cozic, di Villepreux fosse morto o scomparso: certe persone avevano annunziato che si era suicidato. Alla vista della spaventosa catastrofe, il capostazione provò una violenta emozione: egli non potè sopportare più a lungo questa visione di incuba: le grida dei morenti, l'incendio che avvolgeva le vettore, lo riempi no di ialo terrore, che il disgraziato cad- o ia ea a a li onIl n oae o a a ei i, ale x omre a or o a en eo. e, rui ma nca o na a al nra se ms enn nr® ai ua iil n Ist.lo- Qv.-esta sera il suo stato oiv, gravissimo. Un testimone ha raccontato il seguente pietosissimo episodio. SI è trovato il piccolo Karl Longuet, di cinque anni, che ha due gambe spezzate, ad alcuni metri dal binario in un campo, due ore dopo la catastrofe. Il povero bambino gemeva pietosamente: il rombo della catastrofe, il fracasso dell'incendio che bruciava le carcasse dei vagoni, e gli appelli dei salvatori e altre grida avevano impedito di intendere prima le grida del piccolo bambino, che venne risollevato con le gambe fratturate. Il piccolo Karl Longuet è un pronipote di Carlo Marx. In cerca delle responsabilità Il direttore e l'ingegnere capo del servìzio di esercizio di trazione e del traffico sono sui luoghi del disastro da ieri sera, ed hanno incominciato la loro inchiesta. Finora negli uffici della direzione non si vuole dir nulla intorno alle cause dell'accidente e sulle responsabilità che vi sono impegnate. Non ci sono che due ipotesi da considerare, ci si dice: o i segnali di protezione erano stati fatti, ed allora la responsabilità del macchinista del treno 777, il treno investitore, è interamente provata ; o i segnali non sono stati fatti, ed il responsabile del disastro è il personale della stazione di Villepreux. Finora però non possiamo darvi alcuna Informazione ufficiale a questo proposito, giacché l'inchiesta non è finita, e non avremo infatti nulla di ufficiale prima di domani. Comprendiamo assai bene la riserva dei capi che non vogliono accusare alcuno dei loro subordinati, ma secondo lo informazioni raccolte da voci autorizzate, se non ufficiali, risulta fin d'ora la responsabilit del macchinista Leduc, del treno investitore, e tutti i telegrammi giunti dal Ministero dei lavori pubblici dicono chiaramente che il macchinista Leduc non ha tenuto nessun conto dei segnali di formata. Egli ha dato per iscusa, a quanto si dice, che era occupato a riparare una fuga al tubo del livello d'acqua, e quindi non ha potuto fare attenzione dovuta ai segnali della linea. Tuttavia fino alle 7 di questa sera non è ancora intervenuta nessuna sanzione ufficiale contro Leduc. La via è stata in parte sgomberata. Alle 5 del pomeriggio è stato ripreso il servizio sopra una via unica temporanea, il tragico racconto dpi ronduttorp aramnafn ... C?°r"U,".e.i!Pa.mp?Tt0 Il conduttore del treno Investitore, No veu, sfuggito per miracolo alla morte, giacché il furgono di testa nel quale si trovava è stato completamente infranto fra la locomotiva ed il vagone ristornnto che ha preso fuoco, cosi narna l'accidente: — Mai dimenticherò l'orribile visione. Dopo la fermata regolamentare a Versailles, li nostro treno si era lanciato come al solito a piena velocità nella-campagna. Non dovevamo formarci che a Breux, ove il tre-,„_ . . . , , no 467 doveva fermarsi per lasciarci pns-— C'erano dei petardi sul binario per segnalare la presenza del treno fermo a Villepreux ? — Non ne so nulla, non ho inteso nessun rumore, non ho seatito nulla. — I segnali sono stati chiusi o sono stati aperti? — Soltanto il macchinista ed il fuochista del mio treno potranno dirlo : il fatto è che giungemmo alla stazione di Villepreux come un vento d'uragano. Mi trovavo per fortuna alla porta del mio furgone, -appoggiando*una mano ad un sostegno e l'altra alla parete. Ad un tratto avvenne un urto formidabile inimmaginabile: ebbi l'impressione cho il furgono si rizzasse verticalnien- ' te, e prima che avessi potuto rendermi conto di quanto accadeva, venivo precipitato come un proiettile in un giardino, e di là sul binario. Mi risollevai di un salto, senza nemmeno preoccuparmi in quel momento che avevo la mano sinistra spaccata in due. Vidi allora un orrendo spettacolo: la locomotiva del mio treno, piuttosto ciò elio rimaneva, giacché a mano a mano essa si spezzava, era entrata in un altro treno rimasto sul binario dinanzi a noi. Il mio furgone era In frantumi. . sare. Un po' prima di Villepreux c'è un ù pondi0i 6 noi attraversiamo per solito la a|stazione con una velocità anprossimativa;o! di so chilometri all'ora, I uu te n e enro o a n i nazi iabal o, o «II furgone del treno investito ed il mio furgone non formavano più che delle macerie. Dietro il mio furgone il vagone re- Qlsstaurant ed altri vagoni si erano rizzati e ' ricadevano gli uni sugli altri. Poi un den- j so fumo avvolse tutto, poi sprizzarono le fiamme : i due treni erano incendiati ». La colpevolezza del macchinista Il commissario di sorveglianza amministrativa deTia stazione di Versailles ci ha detto : ce II diretto procedeva con una velocità di 102 chilometri all'ora, come si può vedere dal registratore della velocità situoto sul'fci loco moriva: Questa velocità è" lavelocità normale '. , ^,M2f„ 177 ,] „<ui,,,ul-„ j, -^nnr, del diretto 177. Il macchinista non è respon |sabile della catastrofe. Se non ha scorto il i primo segnalle non poteva a causa della cur-l va dalla llnoa vnrwB 11 treno fprmo in sta-lva aeua lineo, scorgere il treno fermo m sta |ziono, e se ha scorto ì segnali non poteva,evitare la collisione. Anche chiudendo tutti!i frani, data la velocità di 102 chilometri all'ora non avrebbe potuto fermare il convoglio senza percorrere almeno una distanza di cinquecento metri. Si è detto cho il personale della stazione non avevo no«tn i detonatoredona stazione non aveva posto t detonatoliid'avvertimento. Ma un qudsto 'caso deilaipanne del treno fermo Jn stazione il rego- lamento non prescrive affatto il collocamentoi dei detonatori. della <;in7ione hn ni-P^n tnftA 1a nrPonii7inni iaeua stazione na preso tutte le precauzioni | che poteva prendere ». Un impiegato ci ha detto: » La responsabilità della direziono delle ferrovie dell'est è sempre dal materiale che dipendono le ! o grandi catastrofi. Noi impiegati subalterni non facciamo che applicare alla lettera il regolamento, ma non possiamo far nulla con¬ txo il cattivo stato dei vagoni e delle macchine j e contro ii funzionamento detestabile di certa, locomotive, buone soltanto ad essere venduteicome" ferrivecchi » Poco dopo la catastrofe il macchinista del treno investitore Leduc era scomparso. Egli era rimasto ferito leggermente, ma aveva potuto prendere un treno per Argentan. Prima della sua partenza ha veduto il capo del deposito di Versailles e gli ha dichiarato : « Ahimè I non ho fatto attenzione ai segnali. Al momento in cui la mia macchina si avvicinava alla stazione di Villepreux, stavo verificando una fuga del tubo del livello d'acqua. Non ho veduto i segnali, e non ho scorto i segnali che, à quanto si dice, mi aveva 'fatto un impiegato. Quando vidi in stazione un convoglio fermo sulla linea ove il mio treno stava per passare, ho bloccato i freni, ma era troppo tardi : poi sono saltato a terra. La responsabilità del macchinista Leduc è ora nettamente stabilita: è stato spiccato contro di lui mandato di arresto, che fu trasmesso al procuratore della repubblica di Argentan, giacché Leduc abita in quest'ultima città. Il procuratore della repubblica dl Argontan ha telegrafato querta sera che Leduc, ferito all'anca, non può per il momento essere trtsportato. Il macchinista è a letto, ma ò guardato a vista da agenti di pubblica sicurezza. Domani, per mezzo di una rogatoria, egli darà tutte le spiegazioni che saranno del caso.

Luoghi citati: Nizza, Parigi, Versailles