La voragine dei milioni

La voragine dei milioni La voragine dei milioni Le fa Bufera,, nell'ordinanz (Per telefono alla STAMPA) istruttore (Gemova, 16, ore 22,30. : amseUera ». che ha^nmo pT&tttinpo daansie terribili gli speculatori della nostra! >rsa. e ricorderete pure i funesti effetti dei- Ricorderte il colossale dissesto della m in Bo l'immane crack La giustizia ha avuto da allora non poco da faro, ma sembra che essa sia 1liialme.nu prossima a dire l'ultima paxola. Di questi giorni infatti il giudice istruttore capo presso il nostro Tribunale, cuv. Dussol, ha profferito un'ordinanza che è una esposizione dettagliata delie varie fusi attraversate dalla famosa Società, che doveva costituire la « terru promessa » del rame e ciie invece si ridusse ad essere la buia voragine di circa otto milioni. Oli imputati e i ca;.i d'accusa Gli imputati, persone conosciutissime a Genova, specialmente nel mondo degli affari, sono : l.o De-Ferrari marchese Pietro fu Tommaso e fu Rosa Spigno, nato in Genova li 2tì settembre 1866, ivi residente via San Lorenzo, lì. banchiere — 2.0 De-Ferrari Carlo fu Tommaso t fu Spigno Rosa, nato in Genova imi gennaio 1879, residente in Livorno, via Marzucco, 7, ingegnere — 3.o Peirano Giuseppe Maria fu Luigi e fu Musso Giovanna, nato in Genova il ss maggio 1836, ivi residente in via Giustiniani, 10-6 — 4.o Bauer Roberto fu Giacinio e fu Angela Dousset. nato in Genova il 19 settembre IStó. ivi residente via Luccoli. 10, via Venti Settembre. 33-3 — 5.o Brown Federico fu Timoteo e fu Stuardo Cristina, nato in Monaco di Baviera il 28 settembre 1837.- residente in Genova, via Montallegro (San Francesco d'Aìbaro) — Co Bombrini comm. Raffaele fu Carlo e fu Carlotta Avanzini, nato in Genova il 21 gennaio 1342, ivi residente corso A. Podestà presso il ponte monumentale — 7.o Canepa Vittorio fu Pietro e fu Elisabetta Tagliavacche, nato in Torino nel luglio -1859. residente in Genova via Luccoli. 21. avvocato — S.o Badaracco Giambattista fu Giovanni Bono e di Vittoria Picasso, nato in Recco il 20 febbraio 1*69, residente in Genova via del Sansone. 15-4, impiegato — 9.o Badano Tommaso di Gaetano e fu Nicoletta Garbarino, nato in Veltri il 13 gennaio 1S79. residente in Genova via Galeazzo Alessi. 3-2. impiegato al Municipio (lavori pubblici). Sono tutti liberi e debbono rispondere: I primi sei : fu D'avere di correità fra di loro e nella loro qualità di amministratori della Socieanonima Ramifera Ligure, ed in esecuzione della medesima risoluzione, enunciati nei rilanci della Società stessa per gli esercizi lOOri 190G-19Ù7, rispettivamente presentati nelle as semblee degli azionisti in Genova li 26 febbraio 1906, 2-5 marzo 1907 e 18 maggio 1908 fatti falsi sulle condizioni della Società sciente mente attribuendo alle attività immobiliari (ti lutti e tre i bilanci) alle azioni della Società Ramifera italo-austriaca (nei bilanci 1900-907; ed italo-snagnuola (bilancio 1907) un valore che non avevano e scientemente segnandovi -,nei bilanci 1906-907) un quantitativo di minerale e merci a magazzeno molto superiore a quniio realmente esistente, e di avere per tal modo e su tali bilanci fraudolentemente formati per gli esercizi 1905-1906 scientemente distribuite in Genova negli anni 1906-1907 agli azionisti e ripartite anche fra essi amministratori, dividendi ingenti per oltre un milione non prelevati su utili reali (articoli 63. 7'j C. P., 24/, N. 1-2 Cod. comm.). b) Di avere in Genova di correità fra di loro e nella suddetta qualità di amministratori nepli anni 1904-1907 coi fatti di cui è cenno nel precedente capo di imputazione, e con diùusione di false notizie procurato a sè ingiusto profitto inducendo il pubblico, tratto in inganno sulle condizioni della Società Ramifera Ligure, a comprare le azioni ad alto prezzo non corrispondente al valore intrinseco del titolo (articoli 63. 79, 413 X. 1 C. P.). Gli ultimi tre di concorso nei reati come sovra ascritti agli amministratori della Ramifera per avere di correità fra di loro e nella loro qualità di sindaci della Società stessa nelle relazioni alle assemblee 26 febbraio 190ò. "5 marzo 1907 e 18 maggio 1U0S in Genova, pro- ree zididedeolpostoTirapprovazione" degli azionisti i bia lanci degli esercizi 1905-1906-1907 assicurandoli ^«ffiS dèlia Società e permettendo cosi la distribu jxT io Cod. comm.e 413 C. P.). zione di dividendi non prelevati su utili reali, e concorrendo anche a creare una falsa opinione sul valore delle azioni della Società (articoli 63, 79 C. P.. 247 N. 1-2 ed ultimo capoverso in relazione agli articoli 176, 181 e lai a La costituzione della "Ramifera,, Con atto 6 febbraio 1904 si costituiva in Ge nova la Società anonima Ligure Ramifera, a vente per oggetto la ricerca e la coltivazione di miniere di rame, ed anche eventualmente di miniere diverse, sia in Italia che all'estero, nonché la lavorazione ed il commercio del minerale proprio come di altrui produziona. Tale Società, ideata e creata più specialmente dal marchese De-Ferrari Pietro, si iniziava col capitale di L. 1,000,000 diviso in 5000 azioni di L. 200. che nello stesso anno veniva por' nel 1905 a 5.00n.COO. e nel 1907 nodefaveglderavivanididavae zae vafinchlaLdostbr1.deledimamci19coedda1 aItgnsttivssira19dLtrinpecodz!a'umacsatatodd19asdloinpdLfLlvnlnlatudecI primi voli fantastici -I^^ùé'ttìiiroe emissioni si facevano ',-0\' rilevante sopraprezzo rispettivamente di -L. 150 e L. 60). ^ I Intanto le speranze concepite e le promesse - '"Trattandosi di una azienda appena iniziata o u risultato parve ed era veramente straordi- - nario. Il favore e la considerazione per la Ra mifera Ligure, si accrebbero notevolmente nel pubblico tanto da destare in molti un vero 'entusiasmo per le sue azioni, che venivano avidamente ricercate, quantunque già a prezzi a altissimi. Questo entusiasmo era stato iibilintente suscitato anche con atti ufficiali doda |società., e veniva eccitato e confermato con o notizie ottimiste diffuse da qualche amminia stratore. ! Infatti nella relazione al bilancio del 190S si - accennava alla « -rilevante Quantità di 'ninei mie accumulatosi, a incessante produttività strtìzione dTiiniiitro o Si parlava della ricchezza straordinaria dela ile miniere di Casarza, della Spagna, di San i Bovo; quasi ogni giorno si annunziava 11 rin- e- venimento di nuovi e ricchi filoni di rame; si o partecipava l'acquisto di un piroscafo che do jveva trasportare il minerale dalla Spagna, ecc. e! Le iHusiani di un medico • Il querelante dottor 3erloloni. tra gli altri, i si era lasciato indurre ad acquistare tante a:zioni per circa mezzo milione ed a non ven 1 rlerle. Però le grandi illusioni si dileguarono al]a flne del rnese di maggio, quando si rilevò a che lo straordinario favore della Ramifera era e tutto una gonfiatura e l'aumento di prezzo (ielo le azioni era dovuto a manovre fraudolenti dei aicmensscacalsnFiccsvrdda fratelli Pietro e Francesco De Ferrari, di Kran- : ..... . ,_ ._ , . ,_. »_..! reTcTParodi'ed*Alfredo'VucciV;lantochè"ird^lri ziatosi conno di hssì procadimento penalo, ve- i" nivano rinviati al giudizio di questo Tribù- e naie con ordinanza del 13 luglio 1908, per ri- ul spondere del rejto di aggiotaggio, previsto r- dall'art. 293 Cod. Pen. Le azioni della Rami- di fera allora precipitarono, e fu un vero lisa- stro per quelli che, come il dottor Bertoloni, ' facili e grandi guadagni, da investirvi i loro capitali ssemblea del 18 maggio pre- sentava uri bilancio, dal quale risultavano già i svalutazioni per circa 3,'ino,0fi0, essendosi, fra l'altro, depennalo il credito di L. 1,765.755 W ; verso la Ditta De Ferrari: ma, nonostante, 1 presentava un utile di L. 382,402. che si propo- p-fe s^aiutÌ?ioni mTtU'^ approvava o '''cosi sf dile^va'nÓ cirefeìnque milioni di n- una società che ne aveva sei di rapitale, don- ti (J(, frB u\\ azionisti e nel pubblico sorsero voci i- di alterazioni rti bilancio e di altre gravi irre- r- solarità, che indussero ad iniziare procerti- |menio penale contro gli imputati, che furono (: amministratori e sindaci nei primi quattro e-1 nesercizi. dando loro carico dei reati previsti di dagli art. 2-Ì7, N. 1-2 Cod. comm.. 413 Cod. Pen. \^! I bilanci falsificati 10 1 Duancl iaismcau ]a Dal complesso dell'istruttoria compiutasi sa rebbe risultata la falsità dei bilanci 1905 906 e 1907. Ed invero il solo fatto che colle svalutazioni si dileguarono quattri) milioni e mezzo zativqusi di riserva speciale, formata coi soprapiezzi |mdelle azioni, basterebbe a dimostrare che i ; stdetti bilanci, che davano rilevanti saldi utili,lei à i e e , l . e l i r7 non corrispondevano a verità. Le svalutazioni dell'assemblea del 18 maggio 1908 erano state fatte in modo sommario ed incompleto, tanto vero che nella successiva, tenutasi nel 30 luglio stesso anno, si presentava una relazione dei nuovi sindaci, nella quale questi dichiaravano che nel minerali e merci a magazzino vi era una deficienza per L. 1,089,750, e che le. variazioni apportato ai coefficienti patrimoniali dell'azienda avevano accertato un deficit di L. 2,243,893, che, secondo il rag. commendatore Viale, assunto dal Consiglio, si riduceva a L. 2,192,987 08. Gli amministratori comm. Bombrini. Bauer e Brown consentirono di rifondere la deficienza di L. 1,0S9,750, accertata dai nuovi sindaci, e la transazione relativa venne anche approvata, in detta assemblea del 30 luglio. Ma neanche questa sistemazione restava definitiva, perchè il successivo esercizio 1908 si chiudeva con una perdita di L. 530,317 64; della quale somma i sindaci riconoscevano che L. 241,899 38 si riferivano ai precedenti, dimodoché, senza che vi fossero stati rovesci industriali, e quantunque tre amministratori, Bombrini. Bauer e Brown avessero versato lire 1.039,750. svanirono L. 6.344,763 04. Queste disastrose risultanze delia gestione della Ramifera Ligure, secondo i risultati dalle indagini fatto, non sarebbero imputabili a distrazioni o sottrazioni dolose di denaro e merci, ma appariscono conseguenza di cattiva amministrazione, ed in ispecie di false enunciazioni di attività, appunto nei bilanci 1905, 1906 e 1907. Sulla china disastrosa Il valore negativo di dette miniere, che pure contribuirono a gonfiare le attività dei bilanci ed a dimostrare utili insussistenti, si desume dalla relazione de* ing. Toso e dal fatto cho 1 assemblea del 18 maggio valutavate azioni Italo-Austriaca a L. 4000 e queUe Italo-Spagnuola a L. GOOO. Quindi è certo che la impostazione nei bilanci del 1906 e del 1907 delle attività riguardanti le miniere di S. Bovo e della spagna non corrispondevano a verità Altra, impostazione falsa, riguardante gli stessi bilanci, è quella della voce merci e minerali a magazzino. Questa voce nel bilancio del 1905 portava un valore di L. 410,589, in quello del 1906 di L. 2,187,991 e nel successivo di L. 3,060,811. Salta subito, agli occhi la enorme differenza tra il 1905 e il 1906. La quantità di minerale, segnato in inventario in 16,410 tomi, per quest'ultimo esercizio sorpassa de! doppio quella complessiva dei due esercizi 1904 e 1905, e anche per il rame, tenuto conto della produzione giornaliera massima data dall'ing. Blumenau quando il forno funzionava dopo le innovazioni, noa poteva aversi !a quantità di tonnellate che è segnata e va'utata nel bilancio 1906. La falsità dell'impostazione del valore del mineiale e del rame riguardo al 1907 venne accertata con maggiore certezza. Intatti secondo la perizia Daneri, alla fine, del 1907 si sarebbero inventariati in più, e quinai valutate in bilancio, 14,440 tonn. di minerale e 651 tonnellate di rame, per un valore complessivo di L. 1,089.750, e, tenuto conto della relazione dell'ing. Toso e della statistica mineraria del 1908, parrebbe che la differenza potesse essere anche maggiore. Pure il valore delle miniere di Casarza venne segnato in modo esagerato nei tre bilanci presi di mira dalla presente istruttoria. Questo valore fu segnato in L. 1,002,796 nel bilancio 1905, in L 1,040,514 in quello del 1906 ed in L. 785.479 per quello del 1907, mentre, secondo la perizia dell'ing. Toso, non doveva essere superiore a L. 615,738. E ciò sarebbe provato anche dal fatto che nell'atto 23 ottobre 1899, col quale Lorenzo Gardella e la ditta Bauer acquistarono le ragioni dj altri soci alle miniere in parola veniva dato il valore di L. 480,000. Un maggior valore si attribuì pure alla miniera di Ceresier, portata per L. 69,343. nel bilancio 1905, per L. 89,940 nel 1906 e per L. 80,417 nel 1907, mentre l'assemblea del 18 maggio 1908 lo calcolò per circa L. 4000 e più tardi venne addirittura depennato, perchè non rappresen tava un conto di consistenza patrimoniale, ma. un conto di spesa. Evidentemente infine, seguendo il sistema di mettere in rilievo e gonfiare le attività si esagerarono i valori dei fabbricati e del macchinario. o i e a i- ererechpiE chmutf'i',ava•..c.»''cose*grilatrpeglpescnmbudsastcodbpelovsipceglatupfammBinzpmpdscbDpmael o o zi la n isi eà ln n- si oc. i, anno ò ra lei La colpa &i morii ! Gli imputati in proposito eccepiscono di avere agito nella massima buona fede, scagionandosi in gran parte col dire che i bilanci venivano compilati dal Gardella. Certo è cosa comoda riversare la, colpa ai morti, ma nel caso non giova, giacché risulta evidente la responsabilità di tutti gli imputali nella formazione e presentazione di bilanci falsi. Non può ammettersi, infatti, che \ bilanci siano Opera del solo Gardella, quando risultò che venivano compilati non solo col previo accordo, ma col concorso di tutto il Consiglio, che all'uopo si adunava a Casarza, ove gli amministratori avevano il mezzo di controllare, e controllarono, quale era la vera, consi stenza patrimoniale. Non deve parlare di buo na fede, ad esempio, il marchese Pietro De Ferrari, creatore della Ramifera, e nemmeno il oomm. Bombrini, che successe al De-Ferrarl come presidente, poteva essere in buona fede circa il valore delle attività, dal momento che spessimo si recava a Casarza a verificare vigilare l'andamento dell'azienda, ed a curare le formazione dei bilanci. Altrettanto dicasi del Bauer, che era stato socio del Gardena nell'esercizio delle miniere di Casarza, e del Brown. Il De-Ferrarl, il Bombrini e gli altri sapevano benissimo quali e quanti castelli fantastici con molte Società anonime si erano campati in aria, che poi si erano dileguati, portando gran di rovine, e quindi dovevano intendere che avevano il dovere imprescindibile di essere oculuati. vigili e prudenti, per evitare nuove illusioni ed ulteriori disastri economici. Ma essi evidentemente non vollero compiere tale do vere. La condotta del Consiglio d'amministra £Ìone verso gli azionisti, quale risulta dalle relazioni dell'assemblea, fu sempre tale da-non porli in grado di conoscere le vere condizioni dell'azienda, rendendosi così possibile la formazione di esagerate previsioni e di Illusioni sull'avvenire della Società. Il rame noa viene L'assemblea non venne mal Informata esat- n- : ta mente circa le operazioni delle azioni ua^ .! o,ictria/,Q aA iialA.cnnpnnAÌn „A ci ^MCAP inni d^laustriaca ed italo-spagnuola, riè si disse mai e- la verità sulla consistenza celle miniere di ù- Bovo e della Spagna. NeUa^relazione aUassemri- biea del 25 marzo 1907 si disse * già m questo to anno speriamo di poter contare sopra .ina cu mi- screta quantitàidi minerale provenienteida quel a- le minare ». Ma il minerale^.non venne e.quel ni, che è più grave, si sapeva che non poteva ve i, nire. I bilanci della Ramifera ltalo-aus»riaca, i al 30 giugno 1907, e dell'italo-spagnuola. al 30 e- settembre 1907, non avevano nemmeno il conto ià «profitti e perdite, e tanto meno segnavano ra merci e minerali in attivo, nè accennavano a W cambiare: nonostante ciò. quando gU amministrae, tori della Ramifera Ligure fecero le note sva- o- lutazioni a riguardo delle mmière della Sra va dircene tov&^Stt^dllot di sedere unTgrande qu^Ui.tó^i^mineraie' in n- modo che nell'anno avrebbero concorso ad au- ci mentar notevolmente la produzione di Ca e- sarza ». i- ©all'altra parte il Consiglio cercava di illu no dere gli azionisti coll'annunzio della costruzio- pPtBccdcddn1aeievl1uuapadcnBdnpcz -1 ne di un forno capace di fendere "0 tonnellata i di minerale al giorno, mentre la 6ua capacità . \^^\^^^^.^^J^ 101 e al!e-50 t0Pne lae', ecl aì'-a Prob?blll,à del- ]a costruzione d. al:ro forno di maggiore poten- 6 o za. Così nessuno poteva dubitare della produttività della miniera quando si accennava a questa probabilità. Nel sistema de'.le illusioni si persisteva anche quando !a rovina era co¬ i |minciata, giacché gli amministratori, nell'asi ; stmblea del maggio 1908, dando conto dell'eser-' ,lezio 1907 riprendevano a commentarle, dicen- i e o e o e. t r , oesi le ome e la e a n5, e ci e o ni aota seel o di a o re o a nsi ael ne esi u51 vo ne el re ne si a5, 79 ia a al le no la mii17 08 ne n ma. ma si cere nella loro relazione « che la Società aveva resistito vittoriosamente a tutte le difficoltà, che le miniere liguri avevano rialzato la ioro pioduttività, e che l'azienua era a base salda ». E questa solida baee era poggiata al bilancio che con una consistenza falsa di minerali e mer -.: per oltre un milione, dava ancora degli utili. Un milione regalato fi Gli imputati comm. Bombrini, Bauer e Brown. f'a gP argomenti dimostrativi della 1 o "ouui',a fede adducono il pagamento delie me ci t'-v va-; deficienti per lire 1.089.750. Ma l'ar^umeiuo •..io ritorcersi centro di essi. In sostanza detti imputali, pagando 'lutilo c.»;e n<"ti era mai esistito, avrebbero fatto un ''• c di oltre 1 milione, alla Società. Ora n<-n si comprende, come gli amministratori -n parola, senledosl sicuri della loro coscienza di avere *g';i in buona, fede, facessero un clone iti to rilavante, ed il fatto invece fa ersdea che: la ;oro determinazione tendesse piu'ioj-o h l'ii malcontenti ed a stornare un p:ocei»' tr.enco penale. Questo complesso di i'rco.t'a*.i?«. pertanto, dimostra la. penale responsabilità degli amministratori nei sensi degli art. 79 Codice pen.. 247, Ni 1, C'".cl. comm., giacctTè essi, cosclentementc avrebbero fatte false, comunicazioni nei bilanci 1905 1906-1907 della Società Bamifeia Ligure e scientemente avrebbero distri-! buito o tentato di distribuire utili insussistenti, "sala i! reato ri truEìa Ma la imputazione di truffa non può giuridicamente sostenersi. La locupletazione, secondo 11 dottor Bertoloni, sarebbe avvenuta per il maggior valore acquistato dalle azioni, trattenute dagli imputati o colle vendite. Ma non può parlarsi di locupletazione e di Indebita ricchezza nel caso che gl'Imputati abbiano trattenuto in proprio possesso le azioni, perchè se queste non sono considerate di valore per gli altri non possono considerarsi di valore per essi. L'aggiotaggio E. del resto, i fatti di cui più specialmente si duole il dottor Bertoloni, formarono in gran parte obbietto di esame della precedente processura, e si ritennero costituire il reato di aggiotaggio. E cosi si può, ed anzi si deve, mettere in relazione e riannodate la straordinaria gonfiatura del bilancio 1906, la distribuzione di utili per circa un milione, e la diffusione di notizie fantastiche sull'avvenire della Bamifera con le manovre di aggiotaggio svoltesi nell'aprile e maggio e 1907, per le quali il presidente della Bamifera, march. De-Ferrari, ed altri vennero inviati al giudizio colla succitata ordinanza. : Queste manovre sono certamente di quei mezzi fraudolenti previsti nell'art. 293 Cod. pen., perchè furono dal De-Ferrari compiute per premere sul mercato e per la speculazione di Borsa, siccome questi mezzi non vennero contem-. piati e perseguiti con detta ordinanza,, può e deve darsene nuovo carico al De-Ferrari Pietro, salvo al giudizio la valutazione complessiva come, fatto continuato. Il reato di aggiotaggio ha un dolo specifico ben determinato, e non può sussistere senza na speculazione del mercato dei titoli presi i mira dalle manovre fraudolenti; tale simulazione, se risulta evidente nei riguardi del De Ferrari Pietro, non è stata in aicun modo provata in confronto degli altri imputati, nemmeno del Peirano. re osi no ai ta ali alci tò io io, gli olsi o De no arl de he udiar e II rinvio a giudizio Visti gli art. 250, 253, 237 Codice procedura penale; su conformi conclusioni del P. M. : l.o Rinvia al giudizio di questo TribunalePenale per rispondere: A) Gli imputati De Ferrari marchese Pietro. De Ferrari Carlo, Peirano Giuseppe Mario, Bauer Roberto, Brown Federico e Bombrini; comm. Raffaele del reato continuato di cut gli art. 63, 79 C. P., 217, N. 1-2 Cod. comm.,. come nel capo d'Imputazione sotto la lettera 1. B) Gli imputati Canepa avv. Vittorio, Badaracco G. B. e Badano Tommaso di avere di correità fra di loro, e nella loro qualità di sindaci della Società Ramifera Ligure, in dipendenza della medesima risoluzione, in Genova, nelle loro relazioni alle assemblee 28 febbraio 1900, 25 marzo 1907 e 18 maggio 1908, proposto agli azionisti l'approvazione dei bilanci degli esercizi 1905, 1900 e 1907, assicurandoli fatti, in conformità di legge, mentre sapevano che enunciavano fatti falsi sulle condizioni (attività mobiliare) della Società, e permessa cosi la successiva distribuzione agli azionisti ed! ìmministratori di dividendi per l'esercizio 1906, per circa un milione, non prelevati su utili reali. Art. C3-79 Cod. .Pen., 247, N. 1-2 ed uh. capov. in relazione agli art. 176, 181, 1?4, 10 Cod. comm. C) L'imputato De Ferrari Pietro inoltre di aver commesso i fatti di cui nel l.o capo d'inv putazione (G. 2 sotto la lettera a, G. 2 postilla aggiunta) relativi all'esercizio 1905-1906 per prò. durre, e cosi di avere con gli stessi, nonché con diffusione di false notizie, concorso in Genova a produrre sul pubbl.co mercato e nellai, Borsa di commercio un aumento del prezzo' delle azioni della Società. Ramifera Ligure' nell'anno 1906 e fino al maggio 1907. Art. 79-293 p. p. Cod. pea. 2.o Dichiara non farsi luogo a procedere in^ confronto di tutti gli imputati per la imputa-: zione di truffa, por inesistenza di reato. Firmato: A. Dussol, consigliere. \ » Pieri C. segretario. Mi consta che le Parti civili hanno fatto opposizione alla surriferita ordinanza.