Lo scoppio di un gazogeno nello stabilimento Ansaldi

Lo scoppio di un gazogeno nello stabilimento Ansaldi Lo scoppio di un gazogeno nello stabilimento Ansaldi Un operaio morto e tre gravemente feriti Nello stabilimento metallurgico AnsaMi, sito sul corso Stupinigi, N. 65, oltre il passaggio a livello della ferrovia, e precisamente nei locali già 'occupati dalla fabbrica di automobili Standard, è successa ieri una orribile disgrazia, che costò la vita ad un. giovane manovale, e ha posto a grave repentaglio quella di altri tre operai. Verso le ore 16, nel grandioso Stabilimento, che occupa numerosi edifici, a un sol piano, disposti attorno ad un ampio cortile rettangolare, tutti gli operai erano intenti al loro lavoro. Nell'angolo nord-est del vasto recinto, in un luogo assolutamente- appartato dagli altri edifici, è un padiglione, a un piano, composto di un solo ambiente, in cui è collocato un grosso serbatoio, ili "-azo.geno, cai relativi apparecchi od acetilene per la saldatura autogena dei materiali in costruzione. Ieri, si stava operando una importante saldatura di questo genere, tra due pezzi .iù metallo diverso. Vi erano adibiti quattro dei migliori operai, e cioè: il capo-reparto Pietro Faussone, di anni 31, residente negli stessi locali dell'Officina; ,1'allievo fabbro Secondo Zaninetti, abitante in via Pallaimaglio, N. 20; il saldatore Federico Ccrutti, dii anni 33, abitante in corso Cairoli, N. 22; e il calderaio Pietro Ronconi di anni 46, abitante in via Corte d'Appello, N. 13. L'istante terribile I quattro operai, alle ore 16,20, accesero la fiamma ad acetilene, sviluppata dal serbatoio, alla temperatura di oltre 2000 gradi, e incominciarono ad arroventare i pezzi di metallo. Essi erano collocati a semicerchio attorno al serbatoio, chini sul lavoro, che richiede molta oculatezza e grande rapidità. Vicino ad essi erano quattro grosse bombe di ossigeno, che, per il pericolo che presentano, erano state poste colà, in quel padiglione appartato. Stavano per scoccare le 16,30, quando all'improvviso una detonazione formidabile si fece udire. Una fiammata rossa, impetuosa, violenta, brillò per un istante, invadendo tutto il locale, in modo da rendere impossibile distinguere che cosa accadesse; e nel medesimo tempo, tutto il padiglione saltava in aria, tra una pioggia infernule di proiettili, di scheggio, brani di muro e pezzi di metallo, lanciati con forza straordinaria, in tutte le direzioni. Parve a coloro, che assistettero di lontano alla scena spaventosa, che il proiettile di un cannone fosso scoppiato nel reparto, seminando la strage e la rovina. La detonazione fu tale, che venne udita a grandissima distanza, dagli edifici della prossima Barriera, dall'Ospedale Mauriziano, e dalle Officine ferroviarie. I soccorsi Quando, pochi minuti dopo, il direttore tecnico dello stabilimento Oreste) Cassano, seguito da tutti gli impiegati e da molti ope rai si precipitò sul luogo del disastro del padiglione non appariva che un ammasso informe di rottami, sui quali si distinguevano i corpi dei quattro infelici operai. Prima cura degii accorsi fu di raccogliere questi e tra sportarli nel recinto principale dello stabilimento, per visitarli e constatare la gravità del loro stato. Essi mandavano tutti strazianti grida di lamento ed apparivano in condizioni pietose. Uno poi, il più giovane, il povero allievo fab bro Zaninetti, non era più riconoscibile. Egli aveva il ventre squarciato, la testa ridotta nella parte superiore in una informe poltiglia, le gambe spezzate, e tutto il corpo macerato da orribili piaghe. I proiettili lo avevano assalito con furia crudele, facendo a dirittura su zio del corpo Avvicinandolo, lo abbiamo udito ripetere con insistenza dolorosa t • — Mamma! mammal aiuto! Come il disgraziato avesse ancora in sè tanta vitalità per emettere tali voci, a potesse ancora sopravvivere, è un fenomento che ha del miracoloso. a e o a à i a eli Cerum" abrasioni varie, ma di minore!entità. IIl più grave dopo di lui era il Ronconi, che presentava la testa divisa quasi in due J„ + n„,|,'^ nn'fr, A HT1 » ì « fì TI > + à H, forÌ+P perche venissero d'urgenza allo Stabflraien- to quattro barelle. j Questo giunsero poco prima delle ore 17, dal vicino Ospedale Mauriziano, accomipa-iPassato il primo momento di doloroso stu- ^^S-M^S-^Sr^T^trXfl dinanzi gli impiegati e gli ^ ^^^^pore, che li aveva come inchiodati dinanzi ai corpi delle vittime e ridotti aim^ gnate da numerosi infermieri. In esse i feriti vennero trasportati al nosocomio. Aiì'9:*pedale Mauriziano Abbiamo seguito il mesto corteo all'Ospedale, e abbiamo assistito alla visita chirur;ica, nella sala di operazione. 11 dottore Carbonatto constatò subito che non vi era più nessun tentativo a fare per la salvezza del giovane Zaninetti. Questi era già in afonia e aveva perduto la conoscen- straordinario za, e Soltantoriusciva, a lottare con grande energia contro j 'la morte vicina. Il sanitario poi, dopo aver medicato il Roncóni, non escluse nemmeno per lui il pericolo d'i vita, data la gravissima ferita alla testa. Più benigne furono le prognosi per il Faussone, che fu giudicato guaribile in -iO giorni, e per il Cerotti, che guarirà in otto giorni. Quest'ultimo, interrogato sulla catastrofe, disse che questa fu cosi fulminea, che egli non è più capace di ricordare nessun particolare. I feriti vennero pure visitati dal sen. prof. Carle, che confermò le prognosi del dott. Carbonatto. All'ospedale giunse in automobile, il direttore dello stabilimento cav. Ansaldi, accompagnato dal segretario rag. Fino. Una scena straziante accadde quando al letto del povero' Zaninietti si accostarono i suoi genitori, che parvero impazzire dalia disperazione. Il ragazzo intanto non conosceva nessuno, ma continuava a scuotere gli echi della sala, col grido acutissimo di: «Mamma, mamma!» Abbiamo interrogato alcuni impiegati dello sta,bilimento sulle possibili cause dello scoppio, ma nessuno ci seppe dare una risposta precisa. E' quasi certo però che lo scoppio dev'essere stato originato da una fuga del gaz che Si trovò così a contatto con la fiamma. Ad ogni modo, per stabilire le cause, la direzione dello stabilimenio ha aperto un'inchiesta. La morte dello Zaninetti Dopo un'atroce agonia, alla quale dovettero assistere, senza poter nulla fare, gli sciagurati genitori, il ragazzo Secondo Zaninetti cessava di vivere, ieri sera, alle ore 21. Lo stato del Ronconi si mantenne inalterato per tutta la sera; .per lui non è scomparso il pericolo, II Fairssone ebbe invece qualche leggero miglioramento, mercè le assidue cure dei medici. Il Cerutti, che è più lievemente ferito, fu rimandato alla sua abitazione. La notizia della catastrofe ha prodotto in tutto il personale dello Stabilimento viva e profonda impressione. Molti impiegati e operai si recarono, entro la sera, all'Ospedale a chiedere notizie dei loro compagni. Alcuni dei richiedenti, apprendendo la morte del povero Zaninetti, furono presi da intensa commozione, e piansero. I genitori del giovane dovettero essere al^ lontanati a viva forza dal cadavere del loro unico figlio, che a nessun costo volevano abbandonare.