Il secondo Giro ciclistico d'Italia vinto da Carlo Galetti

Il secondo Giro ciclistico d'Italia vinto da Carlo Galetti Il secondo Giro ciclistico d'Italia vinto da Carlo Galetti Canna vince l'ultima tappa Torino-JVIilano (Per telefono «In! nostro inviato speciale) Il cielo di Torino, par stare alla pari oon j ausili delle altre citte che ospitarono 1 corri-,dori dei sire ciclistico, ha voluto dimostrare ddi essere anch'esso un ottimo fabbricante dil pioggia: e si pose al lavoro sin dalla scorsa nnotte, marnando le strade con prodigalità au-irtunnale. Così stamane, poco prima delle cin- «uè, quando 1.corridori e chi li segue si, ave- cfilarono per la partenza, trovarono un'alba]^T^^^0^-M^w^nVr^rt}^\ Eantl, e le Vie molli di Poltiglia, ingemmavi lf£i certi laghetti traditori, che brillavano alla prima luce con riflessi sinistri. Una bella pro-imessa davvero per le gomme della bicicletteLe per i polpacci dei ciclisti, the dovranno il- •cevere du ogni pozzanghera un delizioso ri- cordo di fangol E quando si pensi che si | tratta d'un ricordo incancellabile... sino a Ui-\!lano, si avrà un'idea di che cosa esprimes-1 6ero le faccio dei corridori questa mattina. |.N'e abbiamo tuttavia veduto qualcuno uscire dall'albergo col sorriso sulle labbra. Avremmo. giurato che rideva per forza; ma potrebbe ; anche trattarsi di forza d'abitudine. I li bicchiere tìeila staila Intanto la Società 'dimenticare ai partenti un bòi ricevimento net neo. Alle cinque questi eran già affollati vi ;si notava il solite-gruppo di sportisi! e gJorna- listi che segnoii'la corsa. ì opali avevano unaI si esaminano le macchine e quelli che le asti che segnoii'lacorsa, i Oliali avevano una | '^',ai^^M1SfuUa- 0011113 SG !a taPPa fosse,State'a rallegrarvi - diciamo ad un collega. Non siamo che al principio... | — Sì. ma 6 il principio della line — ci ri- sponde l'altro con un sospiro. Idevono salire \nnati di i,*tn izi-ill-i irnnerinea-i^Wr^u^ ca^o ffi* e ?1^^ fasciato1 df'ìube'm d? gomma 'bianca6 e'1 rota" ! i giovani corridori hanno un aspetto milita-: resco. a cui accrescono snellezza i calzoncini! attillati, che scoprono in basso le «ambe ner-ibornie color di rame. I Essi sono assediati di complimenti, di do-1mande e di saluti, a cui rispondono un po nervosamente e con molta parsimonia di paiole. Pavesi è il più assalito. SI voglion sapere ;ie. sue impressioni sulla penultima tappa, ed egli dichiara tranquillamente che sono ottime. I — Soffrii poco la stanchezza — dice. — Soltanto m'ha tormentato alquanto la mia escoriazione al braccio. Infatti porta un braccio fasciato. Del resto, ;il vincitore della tappa Mondovì-Torino ha un aspetto florido, e nel volto rigido, rasato, duro Idi linee, reca una grande espressione di sicurezza e un senso di fredda tranquillità. Anche Corlaita è fatto segno a manifestazioni di simpatia, ch'egli accetta di buon •jgrado, col suo bel sorriso di bravo ragazzo, ■fiducioso sopratutto nella prò-"-- forza d'animo e nella sua buona volontà. Gli augurii '•lo bersagliano come proiettili. 'Ma ci vuol altro per spaventare un granatiere! ., La macchietta più tipica è quella di Ghezzi, «un buon diavolaccio, che non sa esser triste i nemmeno dinanzi ad un cielo da funerale nome quello di stamane. Quando piove, egli ■trova sempre modo d'infischiarsi dell'acqua, ^commerciando del vino. Infatti egli ha partu.cipato alla corsa cercando non tanto di far ;molta via. quanto di far molta piazza al suo vino; e in ogni tappa si è rivelato miglior ,piazzista che corridore. Lo confessa egli stesso, raccontando le peripezie del suo viaggio spor! tivo-commerciàle. e .affermando cho se le strade furono cattive, furono invece ottimi i euoi affari. In compenso, adesso, l'hanno sclassiflcato. E -Ghezzi se la ride, esclamando • — Sclassiflcato sì. mortificato mai! E poi la icolpa non è mia; è dei miei clienti... I corridori I corridori, prima di recarci al luogo di parlenza, ricevono i numeri'a firmano. Hanno firmato 23: anc'.ie Buzzi. Ghezzi e Fiore, che partono sclassifìcati. Ecco dunque i corridori dell'ultima tappa : ,'Galltti. Pavesi. Ganna. Corlaita, Ghironi. Danesi, Canepari. Marchese. 'Bruschera. Sivocci, Gamberini. Galbai. Perna, Botondi. Bho, Scarpetta. Osnaghi. Dusio. Mavernn, Secchi. Turrconi. Raimondo, Sonetti, Fiora, Rotta, Durante '.e Ghezzi. Alta Vii!?. Marchesa Alla Villa Marchese non esistono ville: eslite tnvee un-i cast,pula di legno n»ro. che un oste l"a trasformato in bonvette iel « Capandone. • E fu questo i! Iuoìio scelto per la partenza dei corridori: un luogo, come si v-?di^, tnolto modesto, e questa mattina anche molto pugnati'. Quando vi arriviamo noi, poco dopo le cinque, diguazzando allo meglio nei rigagnoli che Ricamano tutto lo stradale della Barriera di pillano ia bauvettc ci offrt: imo spettacolo da ■novella Goriziana. Vi stazionano gii i primi curio-i. quasi tutti «lovanotii del^popolo, che si sono precipitati *ul posto del convoglio appena l'alba ha dato .u.iiehe. riflesso turchiniccio al lividore del fciiun irriinediùbilrnahlc piovoso. Sferzati da jjir. acquazzone si sono rifugiati ne! piccolo rar, portandovi chiacchiere sportivo e umidiita, nonché un po' di guadagno all'esercente, •che of(re a liuon prezzo rinfreschi.... alcooUci e san.lwichs, benedicendo in cuor suo i! iJlro, '■: pioggia e fumana curiosità. ' Vi sono, fra gli altri, alcuni giovanotti nottambuli, che finn pensato bene di non andar li letto senza aver assistito alla partemu: e due ng.izze dotati: di cappelloni fantastici, nottambule anch'esse, che sono più allegre •del polirò e van fr,f.en,do uno spumino con un tippetito.... da corridori. Tomo il bar rigurgita, e bisogna che i nuovi [venuti si acconcino a ^ermatsi Bill viale nel (fango, cotto la pioggia.'chc scende a interniliteii7,i. ma in compenso dirotta. Non sono ancora le se!, e già duo i'.le di pub blico. e fra conseguenza di ombielli, sono Schierate lungo io stradale, trattenute dtt sitanti tj carabinieri agli ordini del commissario Carassi e dei delegati Orsini e Jotti. E' un pubblico di ciclisti e d'operai che aspettano i corridori, tutta una folla che attende coi. calma, perchè la pioggia ha smorzato lipni calore d'entusiasmo. Qualcuno ha pensate- di scegliersi una pianta come il miglior punto d'n.=5ervazione, e il suo gusto è stato subito imitato. In breve tutti i gelsi di quel tirano di stradale ospitano un osservatore cho stampa con ia sua persona un'ombra nera sullo sfondo pallido dell'orizzonte. j Mentri si aspetta, gli strilloni gridano e von-|c,cono giornali e cartoline illustrate coi ritrattilc de' corridori. Alle ^ei, ora fissata, non v'è ancora nessuno, ne del Comitato, nò della Giurìa uè dei corrj,jori Raccogliamo qualche voce. ch<i annunzia corfiU la partenza sia stata trasportata allo cdmprtop.cTuttavia ogni tanto qualche sprazzo di alle- eore psiq \ ^ gente allora sfoga 11 suo malumore con- fr. (, ,„„,nr, ininnQsthilu ,.liu i-Icnl.hHe o crii. - tlm}P°ni ™£°sslme- ,lle nslK,Rd6 a scu' a'*c ate ni Pioggia LJ4u".a3,°*nÌ„ia! , - -.. , ,. •8™ s. intuirà ira uno spruzzo e 1 altro. Un ga- stata che viene a spegne^ Pione, chei s'illudeva di far luce dinanzi alla, :m\l>ouvctle è accolto da applausi e da grida « Viva il podismo!». Un carro che passa ha ì al'onore d'esser salutato così: ic—Ecco l'automobile della Giuria. [c E. poco dopo, quasi l'avesse udito, un auto-, d mobile arriva, seguito da un secondo, da un' s terzo da un quarto. Tutte le vetture sono ca-'fi ri.clle <?,' membri della Giurìa, del Comitato, di| giornalisti, sepolti emro eli imnermeahili e soUM;cn[a Devono intervenire le guardie perchè es-, s( possano scendere, tanta è la ressa che li cir-LI d Ltt ma[r„inr nnrtn nt>Tf, Di„nmnll frl hf.id| ^ L maggior'parte però giungono in bi-id,cicletta, pronti a paruri. 6lune°no ln L ' la macchina ! I^| Sono le 6,30. Le automobili, riempiono la stra-ic da del chiasso dei loro motori e disseminando Iper l'aria un acuto profumo di benzina. Di flan-iznomi dei concor- i ailc"u '«•v.ur.m. scroscia nel pubblico, che or-i„ mal ha rotto 1 cord°ni o si precipita a corsal^ ! dietro le biciclette e le automobili frago- j ™: ro*f- S! Ma non è stata quella la vera partenza. Essa:Iipy^'iene un poco più oltre, dinanzi all'automo-Prenti favoriti I bile della Giuria n viene data dallo starter, si-j 1gnor Pejla. Allora, con scatto simultaneo tutti!fr i E a e e n , o e i i o l a o , ! r e , e n i l o ' e o l e a o i ciclisti si slanciano a corsa per lo stradale I diritto, tra una nube di fango e di poltiglia, j bche danza loro dintorno una ridda senza fine, rVediamo le ruote delle biciclette affondarsi nel |terriccio molle e segnarvi profondi canali: Poi.ira poco a poco, il gruppo dei ciclisti e. delle an-i^tomobili si fa piccino nella lontananza e noni™si scorge più che in forma.di una gran macchia! grigia... grigia come il cielo, come lo stradale, (ecome la campagna imbrattata di fango. (nLa partenza è avvenuta alle 6,35 precise; e.vla folla approfitta d'una breve sosta di pioggia per incamminarsi, anzi, imbarcarsi sulla via del ritorno. Sotto il " Capannone,, A colloquio coi corridori Mentre la pioggia, in una ripresa violenta, fustiga disperatamente le mal connesse tavole del capannone sotto, al buio, fra lo stillare, dell'acqua sedtuti- a cavalcioni di qualche panca i corridori attendono d'essere chiamati sulla strada per la disposizione di partenza. In fondo, la folla, trattenuta a stento; vorrebbe avvicinarsi ai campioni. Un nome fra gli altri è insistentemente ripetuto: Marchese. Il piccolo piemontese è giunto da poco in vettura col suo giubboncino di tela cerata e la faccia e le gambe lucide di vaselina; molti suoi ammiratori lo vorrebbero ora vedere, portargli l'ultimo saluto, l'estremo augurio: ma egli parla con Canepari e non se ne dà. per inteso. Canepari, garrulo, loquace, suscita un sorriso anche sulle labbra del taciturno Pavesi che. seduto davanti a Ganna, alza di tanto in tanto gli occhi con atto di sfiducia, verso il basso soffitto, su cui crepita sempre la pioggia. — Dunque, Pavesi? — Mah. arriveremo quando si potrà; con quest'acqua... —.'Per fortuna che è l'ultima corsa... — soggiunge Ganna. — Siete stanchi? — Oh. per quello no! — dice Pavesi, e si batte col pugno sulla coscia destra lucida del recente massaggio. E Canepari ride, sonorametne e poi esclama- — Bah. ancora una. e poi per trenta giorni, allegria! Domandiamo a Pavesi se il braccio sinistro lo faccia ancora soffrire. Egli dice di no e poi ammutolisce di nuovo, mentre Ganna col suo vocione forte interroga un individuale e gli batte fohiigliarmente sulle spaile. Per quel povero diseredato della corsa è un onore essere trattato rosi dal grande Luigi... In tutti c'è più noia che stanchezza. Sono nomini temprati, a questa lotta, su salite e discese, sotto il sole e la pioggia.. Gaietti soltanto conserva iWstio leggiero e furbo sorriso di uomo contento p lancia qualche frizzo a Bruschera. lungo ragazzone, piantato solidamente sulle massiccie coscie di atleta. Gli 'a simmetria Corlaita. che tutto solo in disparte fruga nella sua borsetta, borbottando qualcosa. Corlaita era nella tnpnn di Torino il.più temibile concorrente di Pavesi; quest'ultimo ancora stamane confessava che per unjjtniomèntov.aveya avuto paura di n quel diavolo di granatiere ». Già il tempo stringe Bruzzi ci prega d1 volerlo reggere sulla strada prima del segnale dello starter e di'-'dargli la spinta augurale quando partirà. Piccola domanda discreta pfcpdccfipncfnfth con delicatezza che si direbbe sconosciuta ia questi uomini in continuo contatto ccn l'avversità e l'imprcvedulo. Allora anche noi acconsentiamo. 1". mentre già gli altri con le loro macchine si fan lrirro tra la foli;), dividendola in due. e le ultim-\ rare, risate di Bruschera. ed i lepidi motti di Gaietti muoiono per l'aria, accompagnamo il corridore, diseredato e squalificato dopo 30.'n» chilometri di corsa. Lo aeconinagnan'o sulla slrada lo aiutiamo nd infilarsi le pedaliero. lo sosteniamo sulla macchina. Un segnale breve, t.a esile schiera si dilunga sulla strada fangosa con pedalate pesanti e tarile. Lo salutiamo: ci si siringe addosso: lo rUtìleviamo sulla macchina e lo spingiamo a tutta forza. Ancli'egli inseguirà il suo piccolo sogno ili gloria sportiva fino all'Arena di Milano. Se pure vi giungerà.. A traverso ili WO 2 li SI i controlii ffìÉÉ Due chilometri dòpo ia partenza e precisamente innanzi alla trattoria del Baraccone al Ponte Stura, Goletti, che guidava il grup-ipo di testa tenendo il lato^estro della stra-! |cia lcai si trovò improvvisamente dinanzi un carro, 'la vista del quale eragli stato impedita da un gruppetto di persone avanzate in mezzo alla via per vedere e applaudire al lor passaggio i corridori. Gaietti, all'improvvisa apparizione del carro, fece per sterzare e schivare così l'ostacolo Contemporaneamente il cavallo, spaventatosi .dall'automobile, si impennò portandosi proprio di contro al disgraziato corridpre, .che cozzò violentemente contro la sbarra de etra del veicolo. Sempre più imbizzarrito il cavallo fa salti trascinando per cinque e più metri :m Ga]etti che si era ™eraDnafn nlr, .i,'' f "f* '*T a ag 8™PPatoalU sbarra ì a.tfi, c.arro' tenen.d° "™ e gambe seriata la bi icreietta, angosciato dall idea, che la sua mac- [china, venendo travolta fra le ruote pesanti , del veicolo, possa venir contorta e resa in' servibile proprio alla vigilia ddlla vittoria 'finale. | Tale scena ha ia durata di pochi secondi. UM "- » * ■ - ■ - - -> , M,„.M „,. L ?} }™ gh- a'1" candori, approfittando ideila disgrazia del Qoro più temibile concor¬ ideUa disgrazia del qoro più temibile concorLente, proseguono veloci sulla fangosissima I^df. Buschera si arresta per soccorrere ico~ , z1 amicc"; Uuaicnegoccia vermiglia di sangue chias- -iza in punto la strada. Gaietti sanguina in quel inebetito subito sor » nrin wìtn i aUe labbra e allo" «en^ivV'iadTin ivn Hmi+o i„n»..ntn TI rnèninnisv n™,^*?* \- al^f^^vA 'f B,rusch«la,, eli epa- - j ™™£ *>f «et ta e.ro,^^elta destra Sì „,,„h™ ^.wskm^S m i ^^atoa:Iuor' squadra, probabilmente pel contraccol--PodeU urto del manubrio contro l'ostacolo, -j Bruschera giudica necessarie riparazioni i!fattibili in mezz'ora. I Sul luogo dell'incidente si aggiiomera in , j breve molto pubblico, che stigmatizza la ne- , rri^enza del carrettiere. Si fermano miro il |^ori Gatti e Roseo, direttoriTnortivi della .irfsitala ner "nrekaK? aintn^T nrnli n -i^na^,^tala- Per Prest«re aiuto al proprio ni™™"^, .. ... . . . . , •, . a! &e S,aue,,.. P°lra «prendere la marcia, (e arriverà a Milano nel tempo massimo, cioè(non più fardi di tre ore dopo il primo arrie.vato, egli non perderà il suo attua'e primo a e e, e i . e i posto nella classifica generale, avendo un forte vantaggio di punti su tutti gli altri concorrenti. Bla occorre che io condizioni della bicicletta possano permettergli di riprendere la strada, la non eccessiva gravità della ferita concedendogli di continuare. Intanto, oltre Castellamonte, dopo quaranta chilometri di percorso, marciano in testa in fila indiana sulla discreta banchina Canepari, Pavesi, Ganna, Ghironi, Marchese, Danesi. Gamberini. Corlaita e Osnaghi sono colpiti da pannes. A Bill kil 82

Luoghi citati: Castellamonte, Italia, Milano, Mondovì, Torino