L'On. Romano assolto per non provata reità

L'On. Romano assolto per non provata reitàL'On. Romano assolto per non provata reità ,,. ueraL'udienza si apre alle ore 11. Nell'aula v'è reguna folla enorme, venuta per assistere mì^^lievanclettura della sentenza, che il Tribunale do vrà eméttere oggi. L'aw. Zampegna presenta le conclusioni nell'interesse della Parte civile. Si alza quindi l'aw. Marciano, che ha per ultimo la paróla in difesa del Romano. Dòpo un'ora il Tribunale esce dalla camera di deliberazione. Il presidente cavaliere Picinni legge il dispositivo della sentenza, con la quale l'on. Romano viene assolto per non provata reità. U pubblico applaude, e Fon. Romano ba un breve deliquio. La sentenza è commentata in vario senso. Le ultime arringhe nel processo Ammannttl Flrenae, 10, are 12 Siamo già alla fine di questo processo. Oggi ba la, parola l'avy. Cónti, difensore del Par¬ di meGanograidinaccchidala cGiurivsulPnisdi conpeifalordgrucomcolrini, il quale sostiene vigorosamente la buona ! — fede del suo raccomandato nei rapporti col-1 utti Ammanati. Dopo di lui parla l'aw. Monti in ! madifesa del Bellini Samuele, ed in difesa dello inv[stesso BaìlmlTaiirrubl^ d?po"unTltnTdt-1gri ;J«»f*.raVv. Marte Paoli. Avvlandoel aUa 1 ^ i conclusione della sua arringa pronuncia vi 1 vacl ****** vacl parole all'indirizzo del Credito Italiano che si è costituito Parta civile. Una parte del pubblico che affolla l'aula si abbandona a clamoróse approvazióni, tanto méIn nacomTlaeu? tm te8i sta 11 ,att0 che l'Am ^ cercato l suol complici di cui ?ità assoluta fra gli impiegati dtì o I fra nersone affetto «Mnmèk airi ^ , ;suo direttóre, rileva che nemméno il lontano aTAìL^Ji^^^Kl^ì ^ltS5«i 6! SSlj^s^&i^hi^ktto che l'A^mannaKh sui aveva néces... del Credito, mti fra persone affatto estranea all'istituto. Domani avremo la sentenza. l'aula, mentre U pùbblico seguita I tumu™ ; cotuare. falDopo l'avv. Paoli parta V3W. Aglietti In di- defesa del Pinelder; quindi repUCa là Parte ci-ióonvile per bocca dell'on. Muratori. L'òn. Mura-j l'ectori dopo aver notato la mite e moderata di-'méfesa fatta dall'egregio collèga om Bosndi, dòpo Paver accennato alle ragióni per cui il Credito fensi è costituito Parte civile nella persona dèl|,eoaiddààa... —li ' _•_ ii . • T j« a . i. . - o - , e - a l ^ l Tra patrigno e figliastro (Tribunale Penale di Suso). e a . e i - - e ò o , . i i , o a l . l . a à > i a i i r o 4 , e - < Le vedova Che hanno dei ftgU non si sposano! s; sentenziava, rivólto al patrigno, il cancelliere dèi Tribunale, mentre questo si era ritirato per decidere. Ma il patrigno, Richetto Tèlesfòro., non aveva pensato così quando queUa donna rimase vedova, ed egU ne era innamorato, èd il figlio di lei, Rossero Camillo, era In Francia che lavorava. Forse non sarebbe ritornato più in Chianoò, nel roccioso paese nativo, vicino a Bussoleno di Susa: d'altronde la filosofia sul matrimonio la si fa sempre dopo. Ma il figliastro ritornò! E cól patrigno non córse buon sangue. Nella séra del 6 febbraio ultimò, nella cantina di cruestt il Rossero Camillo bavette un litro; non volle pagarlo, dicendo: «L'ho già pagato a mia madre! ». ed attaccò lite col patrigno; ci fu anche uno scambio di pugni, un pugilato. In cui intervenne Vivaldi Agostino, une garzone del Richetto Telesforo. che prese, naturalmente, le parti dèi padróne. Il Rossero. Camillo usci. Più tardi, anche U Vivaldi. Costui, armato di bastone, andò, contro il Rossero nella notte buia. Si senti un colpo di Pistola, ed il Vivaldi fuggi. Lo stèsso Vivaldi quattro giórni dopo al reali carabinièri di Bussoleno narrava di essere stato minacciato dal Rossero con una rivoltèlla, e domandò che si prèndessero del provvedimenti. : - ,-;*;' Il brigadière Zuccò Giovanni ri recò a Chjanoc, acóompagnato da un milite dell'arma, per assumere informazioni; ma convintosi che la rivoltella fosse state sparata dal patrigno, che il Rossero fosse innocente, e che neU'accusarlò il Vivaldi avesse agito dietro istigazione del dettò patrigno, denunciò il Vivaldi ed 11 Richetto per calunnia. Il dibattimento durò due lunghe udienze, e riuscì molto interessante, non solò per l'urto e per.il contrasto degU affètti in giuoco, ma ancóra per l'enigma che urgeva In causa: Rossero Camillo aveva realmente sparato lui ti colpo di rivoltèlla, davanti al quale 11 Vivaldi fuggi? E la discussione di diritto anche riuscì quindi suggestiva sul punto se la denuncia verbale, non tradotta in iscritto, non comunicata all'Autorità giudiziaria dai reali carabinieri; fosse la denuncia che estremizza il reato di calunnia. : Su questi punti fu viva la lotta tra il Pubblico Ministero ed U difensore degli imputati. Ma il Tribunale deferì a questi, èd assolse per Inesistenza di reato. . ... Presidente: Vemettt; giudici::,Parigi e.Bàrberls; difensore: Abramo Levi; cancelliere: Cavallaro. Le audaci imprese : (Tribunale penale di Torino — so maòak>). Auleti» Pietro, sènza essere un eccellènte tiratore è riuscito, in un glomo dèi febbraio Vé pmrePadadinodimsamneal l'aIhaliclasiscPp.ceAunvimzadùcóstibuSopegachcoà òtinvaè Ecle inbisopochil sctemprtindoerneso,nJ !r^ìi£*^;&^ Il numero di... centro deus nostre leste regio- nati a lare un mirabile colpo: ad asportare 7<?otto carabine e due pistole Flobert. Poi, per un ^naturale senso di modestia, senza aspettare l timcomplimenti del proprietario dalla baracca si- e èclissó e, per un altrettanto naturala istinto sadi prudenza, cercò di disfarsi di quella perìco-, deIòsa mercanzia. Per questo non trovo di maglio che Impe- a gnare le armi presso varie agenzie, ivi com- mpresa quella del signor Msllatìo Giovanni. Ma ge^^^f.^r&«^?^ hU££?Calori* /» ftèqualcuna ne acquistò 1 armaiuolo Biacco Ale*- „sandro. ed una l'Aùlètte - òhe è confidente deUa Questura — con un'audacia ammirevole sala véndette... ad un agente di P. S. .coMa costui, che deve avere buono il fiuto, non raebbe per l'Aulettó quella cieca fiducia che so- chvente nel giudizi pénali la Questura dimostra teper suoi confidenti, e, subodorando qualche sicosà di poco pulito. Iniziò per proprio conto delle indagini che lo condussero alla «co- G~ e a a l e o i o 1 perta dell'origine delittuosa delle polizze. E questa volta tu l'agente che fece un brutto... Uro all'Auletto, che, arrestato, ba dovuto comparire 'eri avanti U Tribunale. Sulla stèssa panca erano seduti 11 Maliano edVu11. Bianco, per rispondere di omissione di cau-j ^tele néUe operazioni di commèrcio. \SQuesti due ultimi, difesi dagli avvocati Zini1". Vlllabruna, hanno pero potuto provare la cacorrettézza dèi loro agire e furono assolti per «<inesistenza di reato. L'Aulettó, difeso dall'avvo- saceto Kònrad, si buscò 11 mesi di reclusione. ! fiNè meno audace ha dimostrato di essere il eticalderaio Scrivano Giulio, il quale, trovandosi Nta notte dal 3 al 4 maggio rinchiuso in camera tedl sicurezza alla Questura centrate abusando g(Cosi recita 11 decreto di citazione, ma evlden- 25temente Vè dell'esagerazione) della fiducia ile- curlvanta da scambievoli -elezioni di temporanea nanch'egU della locanda deU. Questura. Ladro è derubato èrano stati condotti e ite, >*chiusi in guardina dagli agenti che U avevano nsorpresi in un caffè di córso Umberto a farai«baccano. Nella nòtte lo Scrivano aveva perqul- sitò il compagno, òhe dormiva saporitaménte U sonno degli ubbrlaehl. - lo aveva alleggerito i de>le sette lire che custodiva in un taschino* ! Ma ai mattino, mentre stava congedandosi dal pcortesi ospiti. l'Appendtno et accórse del furto tenatito e se ne lag^ò con gli ageMi, l quali in teuna invwtigarione operata sulla Persona dello nScrivano, rinvennero le sette lire nascoste te è un lembo della camicia costui. Ièri »1 Tribunale ha segnate sul carteDIno Rpenale di Scrivano Glulte la sua dicSortestm* «condanna: 13 mesi di reclusione.. , ui Presidente: Qalienga; P. M. : Grati; Dtesa-. IacKunrad; cane.: Germano. lete

Luoghi citati: Bussoleno, Francia, Parigi, Susa, Torino