Il duello aviatorio Paulhan-Effimoff a più di mille metri di altezza

Il duello aviatorio Paulhan-Effimoff a più di mille metri di altezza Il duello aviatorio Paulhan-Effimoff a più di mille metri di altezza (Per telefono «dal nostro inviato speciale) Vcron». 26, ore 20,10 tI commissari sportivi hanno riservato ai"-fe|rappresentanti di>i giornali maggiori una d dolce sorpresa: un viaggio in aréoplano. En- p vico Caviocbioli, del Secolo, fu affidato a r Pnuln!m. Arnaldo Frac-caro! del Corriere bUellaserk a-Chauret- il sottoscritto a Efflmoff s il convegno è alle l'i davanti agli- hangars.ìnlEfflrnoff mi squadra con l'occhio grigio, a'quando Mercanti ed Oldofredi gli dicono che p1110 ? Provare il motore nuovo. Efflmoff ha «levigato p*r ^M^i" ■ che Farman ha. sposato a tutte lo macchine Vii sua fabbricazione. Solo che il Gnome di j tjEfììmoff, avendo percorso a Nizza più ditì mille chilòmetri, aveva bisogno di una rovi-1 n «onerale. Fu spedito alla sua fabbrica: ! vieri ritornò tutto borio e lucente e stamane Sfu applicato all'elica. Mentre i tre aréoplanijb^«omessi a punto, noi'tre siamo còndoltfm: a.fili nm/i . n ni,. ÀÓMnb Mnlr..ln ✓..-.IWr.li I automobile alla cabina centrale, collocati so-il ' prn la bilancia e pesati. Mi duole per Eni-, d moff, ma l'inviato della Stampa è quello che c'pcsa cli r»iu : 70 chilogrammi! Il più leggero, p Gavicchioli, con 65 chilogrammi': tra i duo;m _i„ t?~<,„„„.~ì; „„„ ra \ |Sta Fraccaroli con Mi. I giornalisti volano uRitorniamo agli hangàr* accolti al rombo sdei tre motori che ci debbono portare in aria: 'Pil mio è più riottoso: la gita alla fabbricai?■t e molte u Gnomc m movimento. Ma il motoro b'»01' Pl'.deve essere piaciuta Effirnoff 6 al s»o~seggiolino, manovra e leve di comando f non vuole andare; hadclle raffi* terribili; perr [d de colpi ed attarda a tratti il suo moto ver- s ticosojsi riprende più furibondo per riaprire c 'te secondi dopo In sua piaga di silenzio e di'1 ; : T ' nneli-i nrnvn enn wchin p f£!'f ™°; 10 505,10 qwU,x pro^a con occni° particolarmente affettuoso•" mi =là a cuore os„i )H forz;l del Gnome di Efflmoff1 Oggi ■l posso capire come non avevo capito mai "lo ò sguardo di amore con cui gli aviatòri segitono 1 questo roteare del loro motore nella macchi-(C incatenata ni pali, prima-del volo. Il se- « del ]oro su^esc,0' ,. rhi;ive dolla !oro a^.j1(nria ò no] romDo'dÌ quell'ordigno di ac- d ciaio e di rome che scintilla tra le as«i i fili »ilo tele.-.è un cuore vero e proprio quel mazzo 'metro cubo di metallo piegalo a tubi sottili. V in serbatoi lucenti, in cilindri contornati di alette r ]oro „adroni ,le conoscono i palpiti n al„, : ,l „°, h0"r^""0. ì J?„li" ' nsani ed palpiti infermi, come un medico in- tencle solo appressando l'orecchio ad un r petto' l'ordino odii disordine di un cuoce c umano. Oggi, per esempio, il mio buon Effi- A moff segue con l'orecchio intento e l'occhio c Smicciató il canto striato di schianti e di si- r W . dpl suo fedole Gnòme che "li ha pfòcac- :cint() ^nte clorio a Nizza. Lo ha messo su n perchè lo pòrti altissimo nella grande garaU ret \^presoL posto1 'artimone 'e lòha^fattó f t-edero dietro di sè sul seggiolino dell'ospite.i'1 II collega si arrovescia irberretto e sembra che sia"a cavalcioni del suo pilota L'areo-10 pian0 parte nella direziono di Verona, e si - solleva presto ad un bel volo. " e- Poi viene la vtflta di Caviéchioli : qualcuno r gl'i "a messo incapo ridea che il motore ha s„ì l'abitudine di sprizzare olio sull'invitato; e incosì egli è andato da Culler e si è fatto im-1 n Iprest^e un costume di aviatore. Paulhan,!isvelto e silenzioso lo carica e parte. pe Mentre Effirnoff tenta di scendere dal seg-> a giolino e volgendo la grossa persona quadra- ro ta- vigila la messa a punto del motore, Paul- se''10»' Cavi«*iòli. e Fraccaroli navigano per l. ■ ^n^Tf*"'"'" jprenae 1 f o ! targo e v e!maggiore. miti"del prato Cheuret discende: una àuto- pmobile con meccanici va In soccorso: è -un'incidente da nulla. Dopo qualche minuto l'areoplano è di nuovo in'aria'con i dueviag.cKiatori IIntanto Paulhan gira sempre basso e fer- sfilino, compiendo il suo serio lavoro giornali- si stìco. Paulhan è veramente dello stampo di Curtiss. sempre calmo e freddo, non perdo mai la testa. Fa della strada nel minore tem- o L0 p0SSibiie, nella maggiore misura possibile te!mietendo premi quanti più può. Tutto il re- - -sto gli è indifferente: l'aviazione per !lui non c più uno sport ma è una industria. Dopo un certo numero cli giri Paulhan e Cheuret discendono, depongono i due viaggiatori che vanno scambiandosi 'le loro sensaaioui. Effi- moff.ha messo il motore ad un punto relativo e i fa da solo un giro di prova. L'esperienza lo ha soddisfatto: salte giù dal seggiolino e viene a darmi per mezzo dell'interprete le ultima e' istruzioni. In tasca ho qualche foglio di cai- , i ta : Effirnoff senza complimenti me li prende -je li dà all'interprete. L'interprete mi spiega iiche se nel vento del volo qualche foglio mi i I sfugge ed è preso nel vortice dell'elica ne pos- - sono nnscere guai. Poi Effirnoff mi mette le ^U J*«o e dice: froid. L'interprete gen j spillo.. Il nostro redattore vola Poi il pilota mi punta il grosso indice nella 'direzione della testa e. soggiunge: diapenti. ei L'intèrprete^ ^Ì soé a voUare il berretto con la%iliera sulla nuca perchè il vento non lo porti nei gorgo a, | Jj^.i^ ^r^^i la mia toilette, mi isso a bordo, e Accomodarsi in un aréoplano non è facile: e--bisogna passare traverso un ricamo di fili è ci,c non si possono toccare, passare sopra Ideile tele che non si possono neppure sfio- (Per telefono «dal nostmv-, ed andare a prendere posto sopra unls"-feggioliiio minuscolo collocato dietro quello z dell'aviatore e leggermente sopraelevato. 1 piedi vanno a finire dove vogliono, purché n rispettino quei certi fili, quelle certa tele c lo.c braccia dèi pi'Iota, ciò che vuol dire che pen- h solano senza sostegno, nell'aria. Le mani so- eìno più fortunato perchè possono afferrarsi e alle due usto di sostegno. In questa .bizzarra c posizione salpano verso il cielo i privilegiati t «iole. Uiauret e secco e deciso, l uiUna.ii spa ^ l^ra"^Tà ^ Visto di dietro dalla posizione in cui mi j trovo io, quel gesto paterno infonde conti tìènzà. L'àreoplaho parlo con viva velocità, 1 non ci arriva la più leggera scossa, e si corre Ehtii d ! via con una dolcezza divina come se fortis- ; l Simo appena le cime degli innumerevoli Sl,vjbi fioriti del trifoglio.. Fin dal primonoto, ^t: anche se i pneumatici sono tenuti dall'erba. ™ I» snnni'lu- .infintili /> l'nli/.a mimi min ni',1 0ile superlici portanti e l'elica compiono il loro , divino giuoco combinato, alleggeriscono la corsa vuotandola progressivamente de] suo , peso, finché dalla corsa sboccia insensibilo;mente il pieno volo. \ ^ ,> - -u . > Quando si osserva ! inizio di un volo da una tribuna, viene fatto di immaginare la sensazione di chi èa bordo dell 'aréoplano 1 e'i 'PnmS> momento di corse sul terreno, id-Miti- ai?» al,la, sensazione^! chi parte sopra un'i.u ■tomObile in una strada rovinata. La scivh- mcsltepso bziosa: "i quel primo moto vi è già n germe sil volo; si partecipa ancora della torri, ina ,5o~^ diveda molto -Hù <£ f.'°."L lL. "'y-^*5. <•• inversa, nwiiu -iu oc [de, - s™> ?•1,iela-, Le ali in. parte sono gin ni gi'iu- • 'untano le ruote fragili a portare via sul e co. .aiutano le ruote fnigJi a portare via suii'1 crb-> ,]. TC1,co!o smisurato La trasfusile ^ n progressiva del trasiwrto del voluminoso peso i° ' ••- --^«-> —--L-" le nu>lc alltì superfici portanti il gradua- p ■lc sfumare della rotazione neiiìa librazione so ò la Brande viva nuova gioia dcll'areopiano. so 11 Sl?" secretò profondo forse sta nella sua c-(Continuità ininterrotta, ne suo divenire ns- V- «duo: quando '.apparecchio s. e i-ttratto go alle ultime carezze dell erba mu alta, ;ia:u,- g- do 1! biphmo è tutto in aria, chi è a Iwr.to »'m ne acquista repentina ed immed'ata ci- o ,ezZH- yd nozione di essere in volo non arri- . Va cruda, subitanea, precisa come chi la nceye i la Visa, ma si era. insinuata vagamente i nella coscienza fin da'quando le ruote avo^i- d' nn fatto il loro «rimo mrn sui tomun « l'u- - n reoplanc- sembrava correre pesantemente; .1 e clli guardava poi si era accresciuta, intensi- - Acàta, precisata ad ogni attimo di secmii o che passavo, ad ogni frammento di giro di - ruote ad ogni centimetro di avanzamento; - Quando il volo pieno era raggiunto, la «sii u nn/> era più aiuova e nessun uno di serisazt)- aUle impreparata veniva ai sensi tesi, nessun mó francati dal pesò, "liberati dalla obbedienza i.i'1^18 legge di gravità; è la sensazione di una ta indicibile novità, di una divina bellezza, ma V-1*! esso l'animo si abitua con una rapidità i incomprensibile e disgustante; dopo dieci se- . " enndi sembra di essere stati in aria tutta la o rita. Possedere quel senso di leggerezza e di a sospensione pare un diritto, anzi e più un e istinto, una necessità, quasi della midolla le -1 nostre ossasi fossero rotaie 0 fossero state',!invase dall'aria tiepida come negli uccelli li-! prati al volo. i-> La sensazione a cui non ci si abitua c che - resta fino alla fine vergine e viva, è in scn-- sazione della velocità. In automobile si rea- : r lizzano velocità di gran lunga più veementi - prà, sotto ed ai fianchi, e ci involge tutti e ci;n'fa tremare le narici o le ciglia, e ci arrove-io scia i capelli, e mette un brivido in tuUoj.ciò che ci ricopre. Nò pure sui picchi piùi Ialti deile Alpi, in un'ora di tormenta, si può'- sentire un vento che assomigli a questo j - soffio del volo. Al contrario non esiste il'i senso di terribilità, che si aspettava dal rom- i o bo del motore cosi vio'iento e cosi vicino, che - stendendo un braccio poteva farmelo schian- e tare. Un aréoplano che passa a cento metril- lascia cadere sopra lo nostro testo un fra-:n stuono furibondo che fa pensare con terrore i o a ciò che deve essere quel fragore sentilo't proprio al suo punto di origine. Invece da e bordo la romba del motore sembra più cnl- ma e vaga che da trecento metri di distane za. Il vento che ci viene incontro si prende a il tremendo tempestare dei colpi nei cilindri, je e lo dà al vertice dell'elica che lo scaglia a lontanissimo dietro di noi. Il fragore si allon - tana e si attenua in un russare canno, in un e canto dolce che l'orecchio segue con gioia, a che occupa fortemente uno dei sensi nostri, mi mentre siamo costretti all'immobilità quasi s- assoluta che deve essere una compagnia cara e ai grandi pfioti dell'aria quando volano alti, Corriamo a Ct» chilometri all'ora lungo laiin un lampo, ma non così rapidamente che io non possa riconoscere le ligure amiche. 1.11verde fiorito del prato ci sfugge sotto la pu-\a Wjft. come se fosse fiilciato inaticabilmentedallolio anteriore dedala. Giriamo il pilone i. senza stringerci troppo: lo svoltate strettissi-a me di Palliali non piacciono a Effirnoff : egli o preferisce perdere un poco di cammino, ma non obliquare troppo la macchina. Forse e o, il suo apparecchio meno perfetto che non por: mette audaci manovre, voliamo a 6 e 7 meli tri, perciò 1 orizzonte e ristretto e privo di a maestà. Per questo credo che lunghi anni o- ancora e grandi perfezionamenti siano neces- stro inviato speciale) lsàrj all'areoplano prima che ci dia l'omo-1gr zione di una ascensione in pallone libero: zi nomando ad Efflmoff se la mia posizione) non lo disturba. Egli scuole il testone, e àc-.va.conna di no. L'osservo con acuto interesso : do ha grossa cervice incassata nelle spalle tozze, qu egli serra, nella destra la leva di comando pr e si tiene coli fa sinistra all'asta di sostegno, st calmo, tranquillo, in una immobilità di sta-jve tua quando il virage non il'obhliga a ma- quInvece dopo un paio di giri di pista, circa Idechilometri, abbiamo dovuto atterrare. I Erutto Gnome: non voleva tirare! Effimoft voha dovuto lavorare gagliardamente con j!j altimono di profondità per tenore l'areoplano;soin aria, ma poi anche la sua cocciutaggine Ihi dovette arrendersi alla pigrizia del motore. | ">La sensazione della congiunzione con il| Po ; lof rcnò'nònT sTmmetòcu" "aquella dell'entra: j imn Vii in tr-iiisizioiie dall'uno ai: ste ^t^m £iS™mZ*&^l ! va ™™JCT 0 Sl SOlllC 111 Ufl < 1 11101110. 1 Ole Clio «J IIUBIIC menibra raddoppino di peso: si comprendo clieSi passa nei dominio di un elemento più saldo e più forte. Discendo con tutti i riguardi per i fili e le tuie. Efflmoff ha il volto buio, e mi dice tenendo indietro le braccia : — Faut molcur qui va pas. Gli auguro di cuoro che possa scoprire e riparare il piccolo guasto occulto in tem- _sisiscretoInpo opportuno per la gara di altezza. Quo- prsto augurio naturalmente io glielo esprimo ina gesti. Egli capisce e sorride, si piega dal po seggiolino dóve è rimasto, per darmi una e ,51.ande stretta di mano. j16™ ^ n solito ie ore 15 le • •-• Maravigliosi voli di Cattaneo si pitemporale quotidiano scoppia al- ; ve., e mette molta genie in fuga.. Il : " pubblico in questo momento è meraviglio- Po so. l'aerodromo di Verona ha infine gli m spetlntori che merita. Forse c'è più genie d< che a Brescia nelle grandi giornate. Certo sm Verona oggi vinse per abbondanza di si- d gnore. belle ed eleganti. Dopo le 4 la piog- m gja cessa e lascia l'aria limpida e calma, co Gli aviatori sono eccitati dalla presenza di ch questo pubblico innumerevole c bramoso di ,*J battaglia. | de u premio di velocità fa uscire Chavet elfi Cattaneo, ma è il premio di totalizzazione ti delle distanze che ha la virtù di dare il in t» i«h. o t«^« ss oi,««« n*;. vo mi Molon 0 Cattaneo coi loro piccoli veloci , Blé.riot, torpediniere di questa flotta aerea die ha messo l'ancora a Verona. \I Si portano in unità di battaglia le coi-az- In zate di grande tonnellaggio i quattro.Far- co man dell'aerodromo. Molon resiste poco; il povero pilota ha un motoro che assoluta- 50 monte non va; dopo due o tre giri di pista p iute preferisce, perchè ne mette in evidenza ai tutta là grazia.'Se Paulhan è il Curtiss di Verona, Cattaneo è il Ro'ugier. La stessa si prodigalità folle, la stessa audacia disinte- o0 .ressatu, la stessa impulsiva generosità. n Paulhan quando entra in gara non sciu-1 ri pa un metro, Cattaneo invece si diverte a cu fare giri lunghissimi di quattro, invece di fe due chilometri. Oggi ha sconfinato dall'a reo- j ze'dromo in tutti i sensi: i 40 chilometri se 1 V! gnnti dai commissari per la totalizzazione « ideile distanze sono stati in realtà W). Si noti lae che questo premio oggi fu portato via se-, m-condo il solato da Paulhan e da Efflmoff con *'i- : appena Ì2 chilometri. ! di Il volo dei cinque areoplani è stato su-[see i;vwtiva a punzecchiare ed a tormentare -inueI buon armento al lavoro. In questo gioojco di astuzia 0 di periglio Cattaneo fu di sivùiuna temerità e di una" sicurezza, da fare ] suò'rabbrividire. A lui piaceva di dimostrare-vo j di quanto andava più veloce su tutti. Pi- dl'fflmva. per esempio, Paulhan, saliva di dio- ; sp- i « metri sopra, poi lo inseguiva, auperan- e dolo in 30 secondi, per riprendere 0 scher-; s- con il calmo fitfìmoff e con altri che gh , pil^esse davanti. Ed un altro_giuoco Cattaneo ]n-:1}" oggi inventato per fare fremere la gente, re i Quando doveva girare i due pitoni di po- o'"" a e mtPente che formano un angolo strettissimo, 0saliva altissimo, 0 poi compiva insieme lo ssvolto ed una discesa a velocità pazza. cQuesta bravura è elegantissima quando "l'Areodromo è vuoto, ma quando, come og-: c, jgi, cinque areoplani stanno giostrando si- j sa multaneamente, ed uno di essi, quelhT che vn , , si a , fa il giuoco, dispone di una velocità quasi vdoppia, che non gli altri, lo scherzo attor- erisco. | aPoi. quando questo raffinato genere di ] dpiaceri aveva stancato, Cattaneo usciva dall'Areodromo, andando a fare una ispezione sui campi e sulle alture veronesi, ritornan- ai?°,aualche m.inutn a0P°> co" un vo1" fermo. fulmineo, e ricominciava. Chavot e Chauret e .11 Mezz'ora durò, simultaneo ai voli dei 4 -\Farman, intorno all'Areodrómó,. e l'infernatei i0 scherzare di Cattaneo con la morte. Que e sta mezz'ora rivelò, oltre alla st cvrepitosa au- c-1 dacia, alla fenomenale abilità di "Cattaneo, Ioi elio i meccanici degli hangar* contemplava!, aalvallo con gli occhi sbigottiti, anche due vo-ine | latori di primo ordine, in Chavet e Chan-1 pedi i s- ret. Questi duo piloti avevano fatto '-neo fini aqui. Oggi si sono rivelati, come dicevo, due, sviaggiatori abilissimi. . : lCosi giunge il crepuscolo, ed il colpo di ! gcannoncino, che annunzia il principio deli5■: I grande premio di altezza, la gara più «nozionante che l'aviazione conosca. Il premio era di 100 mila lire, ma nortava una condizione serissimo: il vincitore doveva superare almeno 500 metri. Era quindi una/gara da fai- impallidire chi vi si' preparava Tutti disertano le tribune, si stringono ai parapetti dei recinti, perchè ivelari non impediscano la visione dei voli; quando gh aviatori fossero passati a meco deila vittoria. Immediatamente dopo, parte l'eroe dei voli sommi, detentore del terribile record di altezza, a Los Angeles, che mette i brividi, solo a pronunziarlo, di 1M00 metri: Pan Ihan. Il cielo era una sola nube immensa, "> colore eguale, corno i'1 piombo. Solo verso Ponente, min grande nube si squarciava, immenso golfo di serenità, mentre sulle e- stette colline basse altre nubi si incendia- vano al sole inSìley che"da mezzano b""'.<" l'wfcll LlMllllIia. _ Effirnoff e Paulhàii si alzavano, rapidissimamente, pigliando il cielo in giri larghissimi: il russo prima, il francesù" poi, riuscirono dalle nubi a passare sul golfo sereno. In pochi minuti erano saliti a duecento metri. Li» scalata al cielo Il fra core del motore'non si sente piùJ In quella zona ili cielo i due apparecchi si profilavano COn una cruda nettezza di linea incupendosi in colore buio come so avessero porxato nelle stecche nero un velo funereo, e salivano di continuo. La loro rotta adesso 16™ eguale ma contraria: si incontravano, si varcavano, e si disgiungevano, e ad un pimto parve che i due aviatori tendessero verso una stessa mèta invisibile; si riunirono "n attimo, e poi navigarono in direzioni op Poste, tenendo però .sempre la testa delle toro macchine puntata contro il cielo aumentali d<> a ogni palpito del loro motore la loro pros smuta alia immensa nuvola buia. La loro distanza era cosi grande da noi. che i loro mo^ienti apparivano lentissimi: con diffi colta si percepiva la loro direzione. Le mac- chine si sarebbero scambiate facilmente l'u. *Ja con l'altra; se l'architettura leggermente differente non ne avesse precisato l'identità fi» 1 conoscitori. E' evidente che la loro tat tic» e identica: formano larghi giri concen. ine, ed una immensa spirale al cui vertice vociiono nnrtore la loro vittoria ,.^on sembrano due rivali, ma due fratelli, cui ciascuno stia a vigilare ed a confor \IW il trionfo dell'altro, tanto è costante la Ino vicinanza ed eguale il sistema di lotta contio A-ciclo. Effimoif e Paulhan avevano oltrepassato i 500 metri, quando anche Chavet e Cattaneo partirono, cattaneo fece un grande giro fuo ai cielo. Chavet non volò mai a Verona cosi bene: si porto presto con sicurezza stupefacente a o0>j metri, mentre Effirnoff e Paulhan contS» nuavano nell'aria tenebrosa il loro duello ter ri bile. Quando i tre areoplani sostarono nella cupola del cielo a quella folle altezza, perfintandosi come in una corso di dispera zione, passa veramente' sull areodromo di Verona un fremito di orrore, qualche cosa «omo un brivido del circo romano quando la fiera scatenata azzannava i cristiani iner- mi. Era terribile pensare che in quelle ter *'ibui cellule quasi ingoiate dall'altezza a dalla distanza erravano per il cielo deba [sera, tre vite, che 'la lacerazione di una tela e ' si poteva torcere l'occhio, ma che si voleva vedere finito presto. A che altezza erano Paulhan che si vedeva ] supremo, Effirnoff che gli sta ostinato allo -veni. Chavet rhe spendeva tutta la forza della sua macchina e del suo cuore per ; splendere in quella gigantesca battaglia? I L occhio non poteva dirlo, ma doveva cs; sere un altezza favolosa, sopra mille metri, , perche le macchine non erano più che li¬ ]neette fluide dissolte nell'infinito.' Le forze mancarono prima al giovane Chavet, che torse il timone di altura e calò. Effimoft 0 Paulhan imitarono immediatamente nello stesso momento: dn tre punti distinti del cielo si videro tre macchine inclinarsi ad! "» angolo pauroso che divorava la china : celaste, tutto e tre convergenti col motore j spento ad una velocità vertiginosa sugli in. visibili binari di una diagonale spavento- vote. In pochi secondi Chavet e poi Eftimoff e poi Paulhan toccarono terra, e Paulhan | aveva superato i mille metri : duo pallide ] donne, la moglie e la madre, gli corsero in¬ contro, lo baciarono e lo serrarono al cuore. Giuseupe Bovione. (VEDI ULTIME NOTIZIE).