Sulla Cassa pensioni di Torino

Sulla Cassa pensioni di Torino Sulla Cassa pensioni di Torino pParla l'on. Casalini • ,i v.1- i„ .«-uwitnM r a- Riprendendosi 1 bilancio_d agricoltura. CA-!SALi'NI parla all'art, lao. Egli arce: — L altro -r^ dt"e»o:~U Cassa .Mutua Cooperativa ài Torino. Egli ha valuto evidentemente farsi eco delle discussioni appassionate che fervono *n spiegazioni in materia tanto delibata. «Nel 1880 un operaio tipografo, Chatelus, in- troduceva in Francia, con les Prevòyantes de vavenir, un tipo nuovo di imprese a ripartizio- ne. La forma era perfettamente mutua. I soci di età superiore ai 15 anni, pagando una quo- ta mensile di lire una, per venti anni, doveva- . ?. 1 Orlila!"© ^^J^ C3Vp"Ìt ^1 * ^ vevan0 essere divisi fra i soci euperetiti, per co- stitUire a ciascuno di essi una pensione vitalizia. m> con la quota v» mune inalienabile. Gli interessi: del capitale do- njaie dell'istitutore. Égli dimostrava che la pen- gione di ognuno avrebbe potuto esseie tanto più alta quanto più grande sarebbe stato il numero dei soci nuovi chiamati a lai parte dell'Associa. ^ne. Di modo che ci«ava%el «no.-di essa lo • seguaci. La loro fortuna però fu grande, per- j che oramai nel monda le Società chatelueiane i hanno un milione e 200 mila soci, e 200 milioni di capitale accumulato. i a La nuova forma di assicurazione fu introdot- ta in Italia da un Impiegato ferroviario, Glo-''vanni Diatto, il quale, conviene sùbito dirlo a suo onore, intravvide il punto débole dell'istitu- zione francese. Siccome la stia fortuna si ba- , linùte alla sua espansione col 'limitare le quote ; ad una sola e col negare l'ingreeso al disotto dei 1 quindicilnui.~Tl IfilaTtò rimediò aU'uno ed al- I Vait.m «rffl«rto. Stshin Àhi.Jii mmtf.. ossero fetoà"Sp7^ miraggio di duemila lire dopo un ventennio, almeno per 1 primi anni di pensione. Il Tribù- naie di Torino, che esaminò lo statuto, non tro- t vò nulla a ridire, e diede il suo placet. La Cassa ' trovò patroni nelle alte sfere o nessuno fece ob- biezioni. Un sen.-isre, il compianto Colombini,!■locettò la presidenza. |«Fu uno studentello di mediicina. diciottenne,'| che nel teatro Vittorio Emanuele di Torino osò iffrontare f! Diattò e dimostrargli che la sua era una propaganda fantastica e che la sua Società era basata, sopra im'ing.ustJzia: il trattamento eguale di tu ti i soci, di qualunque età, di fron- ta alla pensione. Quello studentello ero io. La lotta per la sincerità e la riforma della Cassa fu continuata da socialisti, da democratici e alcuni pochi liberali; e. dopo una lotta di parecchi'i<uni, con un seguito di vertenze giudiziarie e di pole- ;miche.'6i affermava l'Amministrazione che injalcuni elementi dura tuttora. « La nuova Amministrazione disse : —-Noi ab. 'biamo volontà di bene amministrare, ma non siamo tecnici. Affidiamo ad una Commissione scientifica la sorte dell'istituzione. — E cercare- no cinque valentuomini, non socialisti : un niag- sior-generale, un preside di Istituto tecnico, un ispettore "del'Catasto, un ingegnere ed"un pròfès. crvro HI Infln'I+oelmnlA ' alVITnli.^l, =, Ai orale siano i risultati probabili che dalla •"stessa si possono ragionevolmente attèndere nel futuro :riparto delle pensioni: 2.0 Dire se. tutto consi-'derato, 'l'istituzione- sia da atteggiarsi, se non 60tto l'aspetto di- futura pensione, sotto l'aspetto1più modesto di futuro risparmio: 3.o Notare e nroporre quelle, modificazioni alle basi, sociili che possano migliorare e rendere più proficua l'istituzione, fissando, se è possibile, un minimo]CASALINI prosegue dicendo : « I commissari tennero conto dei risultati di sette anni di esercizio: ricercarono quali erano stati l'interesse del denaro, la mortalità, le decadenza. Tincremento degli associati e conclùsero che fino da allora il denaro del soci era stato impiegato al 30 0 0. Dimodoché la Cassa aveva istituita un'ottima forma di previdenza e di riftiiarraio. Quanto alla pensione se nei primi anni sarebbe stato possibile raggiungere le duemila lire annunziate, negli anni seguenti le pensioni sarebbero cadute a cifre sempre più modeste per rielevarsi in un avvenire più remoto. Però, dato lo svolgimento passato, la pensione massima poteva èssere stabilita in lire 200. 1 colcoli del prof. Peano furono rivisti da altri tecnici, furono esaminati dai più competenti del Consiglio di previdenza, diedero luogo a discussioni anche nel campo della scienza pura, ma le conclusioni del Peano furono accettate dai più: dal Governo stesso. Praticamente il limite massimo delle pensioni fu stabilito in L. 200 perchè ai soci della Cassa ed al Governo non parve giusto negare un premio ai pionieri, che avevano avuto fede nella nuova istituzione. Rimane per altro incontrastato che 2O0 lire per II primo quinquennio furono ritenute probabili dai tecnici e accettate e cresimate dallo Stato. • Assestata cosi la Caasa, l'amministrazione non si contentò del responso degli attuari; essa organizzò un servizio regolare di statistica per tenero dietro, giorno per giorno, allo svolgimento dell'istituzione. Il servizio stati- ctfs*r\ ;ilrlriinon(o lmnl«nfatA r>Anti»r.ltÀ 1a {ha stico. saldomente impiantato, controllò le ipo- tesi e le deduzioni scientifiche • potè coas'.a- .tare che le ipotesi, su cui i calcoli precedenti Isi erano istituiti, non ,si erano avverate; di-;^miii il tasso dell'interesse per la conver-1Si0ne de]]a Rendlt diminui & mortalità e. !SjCCorru, ouesta era un eleménto nntevnlR rlì i per l'estèndersi diminuirono; d'altra parte l'accrescimento del numerose! socinon si mostrò sufficiente ad ............ scienziati Stato di errori, perchè chi ha pratica di H sti problemi sa che la loro soluzione si basa tutta sopra ipotesi più che sopra fatti Solo nelle ordinarie assicurazioni libere non c'è, in genere, pericolo di delusioni: ciascuno si assicura per una somma determinata per vi- talizm preciso; ma la sicurezza è a scapito n ] J n ì of Jì H q 1 ' « l Jtfi A.'fi in t\ ìi*i A i m i rti l r\ gS^2^^ng*^^i^S^ f« t™?? Jì >^^^ìSSì^^^ì^i^l^ì^ «j» SaSS5.'^Ì'JSì,» i= c!?-.IlnJ.p,?,^iì ?"e™ pénsIònTl3o"ssrb"iir*b%,&^ 'i- gnote altre simili avventure » - .nr-,trtPB eT,nr,p|a no-^^hi hi „„a=ti >„ci «a k*«SSg« iS^aJg^^agK?"^^* ^v^^x^p^^^^^k^ nurtGiava che si sarebbe potuto dare per un quinquennio il massimo di 200 lire; c era in cassa" lanto"ca"plVaTe"da"faVvi~fronte;' ma'dare 200 lire voleva dire spendere dieci milioni di capitalo. In Francia se ne dispersero quattor- dicl: voleva dire acoontentare i soci superstiti dei pr'lrrii cinque anni a danno di tutti gli altri; e l'amministrazione onestamente di^se: Non Si può tacere. Proporre la liquidazione benèfico distruggere il. frutto di diciassette Wffi iiPrf-«Ht?o0' ""seminare cinquanta mi- "i1"' JL-'^11^,^^^^{!sNfe un'0' Pe.r.a c.!le._?.a in se gernii magnifici, troncare \ ^It^JXdI«e: " h,?1P .-^f-0 °Ce co^ una. 11ra 5?.ef™,„« p" t?u„ ^ ' anclie .co1 sìsten)a u.iateius, non si crea una pensione che sia degna ai tal nome; Bisogna cercare altre vie. La Cassa ne ha radicate alcune Finalmente ^te»1 .,ch,e f1 rtjennero, delusi possono ritirare U capitale versato all'Interesse del 3 % ». Voci: — E le pensioni per gli operai? (com- menti). CASALINI : — Quanto alle pensioni per gli operai, dichiaro apertamente che non ho aD- provato prima 6 non approvo oggi la concor- renza fatta alla Cassa Nazlonale previdenza, Vn.. _ „.„.„,_„. . v , ^, . ^ LOrTAFAVi: — Allora slamo d accordo ! (fta- rlta). CASALINI : — La legge e lo statuto fanno ohbligo. In caso di modificazioni anche fonda mentali di accettarne 'e conseguenze. L'Ani- ministrazione volle invece aprire questa vai- vola di sicurezza, perchè nessuno potesse, in buona fede, affermare di essere stato tratto in ima trappola senza via d'uscita. Questa è la stòria obbiettiva del fatti. Ed allora perchè tanta violenza di attacco? La spiegazione è semplice: la passione "politica. NÒ? Ma ce"neoffl-o la nrnVH 11 mnunex rtl nn. T>ur*a A*\ìo prese tontlnarle che funzionano nel nostro Paese ? Póròhè non si è parlato delle imprese forestière, che non sono, come questa, mutue e che qiiinai servono ad un piccolo nucleo di capitalisti? Perchè, sopratutto, non si è parlato di una di esse che contiene l'insidia, che fu ammessa, non si sa perchè, a funzionare in Italia? ■ ] * Se vi dicessi — conclude Casalini — che j pagare, avr.iinuulmente pagato le spese di amministrazionedi quindici anni; se vi dicessi che vi ha un'al-tra Associazione che nel-1908 ha esatto 43,803lire di premi ed ha prelevato 39,335 lire In speserii amministrazione, impiegando a favore delsoci W68 lire, voi trovereste. enorme che quinon se ne 6ia parlato. Se la critica dovevaavere per obbiettivo unico alto la difesa delrisparmio nazionale, non dovevano adoperaredue pesi e duo misure. Ed ora che ho rettiti-cato le narrazioni correnti, che ho ristabilita laesattezza del tatti, vi dico, onorevoli colleghi.dieo al Governo: indtgh'.amo pure. Le istitu-zióni sane non possono avere paura della luce Noi stessi, appunto perchè alta stima abbiamodfclamo? Indagate purt come è dovere vo? ro ì^v^'cUvrì^v^-licml previdenza sonritilt "fri™. sriiàu rtP hisne-na circolarli Alli* p i« enrft°?7if>• riftfin vTrftà nriWh?Ir-P77AIlllie le garanzie. IlOlin VP.riia^ UBl'-a CmareZZasi rafforzano e trionfano. On. Raineri, on. Luz zatti sono persuaso che voi non farete, di persecuzione; sono persuaso che aiuterete a distruggere, ma a forti! alberi migliori della previdenza umana. Nel-l'attesa ho voluto che giungesse una parola fiduciosa al mezzo milione di associati che tre-pidavano pel loro modesto risparmio. Confidoche la mia parola serena farà attendere con tranquillità i propositi del Governo. CHIESA ENGE.MO : — Ma 1 giornali socialisti debbono stampare che gl' operai non si deb' 1 bone iscrivere a quella Cassa. Parla Valli E. Fra viva attenzione, sorge a parlare dal banchl della Sinistra il deputato veneto EU- GÈNIO VALLI : « Io non ho aa fare che po- chlssime osservazioni, molto serene, molto cai- me. Avevo presentato un"nterrogazione al prò- posito quando il collega Cottafavi, certo con buonissime intenzioni. I passato avanti ed ha discusso, questa questione della Cassa pensioni in occasione del bilancio di agricoltura. E' ne- cessano parlarne, onorevoli colleglli, anche qui aila Camera, non par conto e colla foga, col sentlniento dall'on. Casalini, che è attaccato alla Cassa pensioni per vincoli anche di soli- dariflfà politica (infermitorti dall'Estrema), ma ne parlerò rnicamente lell'interesse generale, dirò così, anche dei Paese, perchè si tratta plccrle quoto che hanno raggiunto orma: di v . 50 milioni di capitale, con 500 mila associati I {nuov interrvioni aWFstrema). Basta ricor- ;;ta~ft momento- I i, i ' i si d'ceva che 1 ™ „n» «i £ <=i' " .nom rvttpnntp o000 ! ?.°n ^^^ay%l^^t^a^t^ i Lire di pensione: questa e-a una turiupiuauira, che lo diceva. V\LLl EUGENIO, proseguendo: — Guardate che non accuso nessuno: cercherò di essere e- 6ta questione non può ritenersi affatto sopita con'la discussione che facciamo oggi. Essa nr- néra molte altre, volte alla Camera, finché chi ha diritto che 0. : risparmio popolare, che deve essera 6acro per tutti, e quasi direi più sacro per . , deputati di Estrema Sinistra, abbia -la sua le- fi?*^^^*^ tutfilfl t trOV^Ì il JJl^ZZ *._»n _i_ » ì 'a Casa P^sioni merita tutti gli elogi; ma la- ^ sciamo staro .gii elogi. Si dice che essa con- sua sicurezza. Si 'dice iconcorre già! ^ prosegue Valli — che-Voce a Sinistra: può concórrere I Sotto la tutela del Governo a nulla : essa deve rimanere fedelmente entro i limiti dello statuto, quello statuto i cui articoli erano affissi per le cantonate per attrarre più ; Sente che fosse possibile, ! VaUI (a questo punto legge gli articoli 1 e 05 ei deUo statuto, e continua: — Dunque la Ca6sa i pensioni di Torino non deve fare mutui alle - case popolari, sebbene lo scopo sia nobilissima; deve ancor meno dare i milioni alla nuova Baiu ! ca del lavoro (Benissimo/). La .Cassa Mutua | per le pensioni ha uno scopo preciso, cioè la ! tutela del risparmio del popolo che è stato ad [strema Sinistra). - CASALINI : — Il denaro non lo gettiamo dan- ' e ] dolo alle case popolari ;d aito Banca del lavoro VALLI: — Non lo gettate via teoricamente, I ma il denaro sfugge por mille rivoli che non ponete controllare (approvazioni). Furono fatte alla : V^l^^^'r^b^^eM.'^» a le venture. Ma non basta. Vi è un aitro punto a degno deUa massima attenzione., ed è quello deaa ;a formuli de! recesso c'oè delia formula con . cui il 60cio può ritirare il cii-'tale va'sato Or- e banei q,1C0ta f0rTnula è capzic^a ln ^nio stae wiisceche, se dopo il determinato periodo di un , meso (e notate che si fanno difficoltà perchè ici -! vuole la carta bollata « l'usciere per avere le quote di ritorno) non si riscuote l'importo, l'im- i vorto $ Perduto : questa formula è poi assurda - per la bl'ev«à del termine: basta pensare che - la prescrizione dei bigUetti di Stato sono , concessi «nenie anni. In sostanza, io chiedo al Governo la nomina di una Commleaione d'in chiesta. Non parliamo delie altre Società. Sareb. -.bé una specie di sofisma per non farne niente - tatto con quelle brave persone"'esaniinr'i're- gistri; veda soprattuto con quale utilità, con n quale previdenza è stato impiegato l'enorme n capitale sociale. Credo che la nomina di una a commissione speciale permanente che controlli è La compra-vendita dei titoli e 1 impiego fatto è ,n"°r,.a 2* capitale sia necessario provvedi (tn'erraiioni « commenti all'Estrema Sinistra) * E" necessario — proseguo Valli — che qua! cimo penetri alla Cassa pensioni; venga a con- e "1j?il,tP BfSjffje^re fmalsiasi impiego di ca.: o WS, OlUIllUOri della Compera di titoli di siano indette le le garanzie pero soci T"èhe" la "minoranza^ e sia nelle assemblei, dei delegati sia nel Con e siglio d'amministrazione i « Dunque — conclude Valli — non ho parlato o per alcun scopo recondito. Conoscevo di vista u questa Cassa pensioni unicamente perchè non tavo molti avvisi per le strade in cui si constatava l'aumento straordinario dei quattrini e che venivano leggermente, come per una spe- i provvedimenti, perchè in tal modo vedrete rie suscitare questa questione, almeno per conto - niio. Io sono un uomo tenace assai; io palerò 3 dieci, venti, trenta volte in questa Camera e finché il mio giusto desiderio non sia appal ciato {Approvazioni). Sì. io parlerò sempre, i terrò d'occhio, vigilerò. Dunque mi raccomana do al ministro del commercio e al presidente l del Consiglio affinchè, nella loro saviezza, e Prendano tutti quei provvedimenti necessari - P.« dare. al risparmio del povero la tranquila ^„fhe„f *^5}ls2^ffiJii® ? ??8%?Hi . 2ffi$2ffi$p&°Mp det>utatl -l10'1™ a eonaraiuiarsi con,on. \auij. o! Parla l'on. Cottafavi Ha «Wtadi la Pa^a 1'™- COTTAFAVI. Egli ri ricorda i precedenti legislativi riflettenti la l Cassa Pensioni in genere, specialmente il prò- A Rett.° del 1902 «flettente le Associazioni tonti- a narÌ6. - llarltfrjicnerale) a e- rifa, o; n i ' BELTRAML con voce incerta. - Si. si ma.là- incredulità acnerale) COTTAFAVI. rivolgendosi all'Estrema, diccX 1.11 .1)1, il»Viascuu.*JiJA lai» LjJll bina, UlUt. — Del resto, certi sorrisi ironici, certi segni di noncuranza li abbiamo veduti partire davoi: siamo dunque noi t soli. 1 veri, sinceridifensori degli interessi collettivi (Approva-zion». Bene! Bravo! Rumori all'Estrema Sini- stra). TRE/VES dall'Estrema. — I nostri sorrisi e-'rano rivolti alle vostre insinuazioni. BELTRAMI a Cottafavi. — Tornate a far chiasso perchè non siete più sotto-eccellenza come nel Gabinetto Giolitti. Voci. — Ma tacete voi. Beltrami, che dite ! sempre delle sciocchezze! „ _ COTTAFAVI continuando. — Quella legge del ^ aveva uno SC°P° sacrosanto: quello cioè ^n^^r^^^^o^b ™sso di esercire Cas e *g*g^tg»$?à« *atu cn'e aJand0! si tratta di Associazioni per la invalidità e le pensioni operaie non si de Vono incontrare gli stessi obblighi che Incon tra il capitale dedicato alle speculazioni com merciali. Lo Stato ha infatti interesse di tute lare questi rivoli del risparmio nazionale come li ha chiamati l'on. Casalini. ed ha interesse a curare che essi non abbiano a distrarsi per altre vie. Perchè è interesse pubblico e politico che questi rivoli non debbano perdersi in de stmazloni sconosciute. E mi pare che qui den tro. a tutelare le idee di Marx e dei colletti visti, non siamo rimasti che noi! Noi abbiamo seniprft sostenuto U grande istituto di preyl ,]onrn Bnrtn nar mBrn ,,i rnmmn r.ivnnr nini meglio i concetti di Carlo Marx. Eppure, oggi lon casalini. certo in buona fede, è venuto ad affermare che noj altri, i quali denunziamo stesso giuoco, per impedirci debbo dichiarare piremo tir" .Torino av suo capitale, ^ummju™ """«"'^"a i',7 ì ntttn « W«* » "ssa U o*wtal« non s? -calo. Invece la Cassa pensioni ha dichiarato che sarebbe mai stato intaccato; come un minimo, risultò ora essere ottimistain confronto alle dolorose previsioni del do- (mani. Eppure io leggevo con amarezza, prò-prio in questi giorni, in ufi giornale una caricaa fondo contro la Cassa Nazionale di previ-denza. cioè -l'istituzione presa di mira dallaCassa mutua di Torino. In questo giornale ioleggevo anche una carica a fondo contro il??_s!ro^e£^?- *?™?. .a,.0??^*??': Fi!1'dente della Cassa Nazionale di previdenza: Eb- bene, mi rallegro in pubblica seduta con l'o.io- revole Ferrerò di Caniblanp, Il quale ha agito onestamente e non ha voluto promettere ciò che non poteva promettere... .. (L'on. Chiesa interrompe). COTTAFAVI, rivolto a Chiesa: —- On. Chiesa, ^U^lttt^ »Ì«SSnemS°dFTnH^0nnÌ della ,Cassa ™Tpensioni di Torino Ella on. Chiesa, ha pub-bucato un opuscolo nel quale sconfessa laCassa pensioni di Torino e, facendo un con-fronte fra la Cassa Nazlonale di previdenza ela Cassa di Torino, ha proprio lei consigliatodi iscriversi alla Cassa Nazionale di previdenza(ilarità^). EUGENIO CHIESA, rivolto a Cottafavi: — Iofaccio il mio dovere e non mi preoccupo delleconseguenze COTTAFAVI, continuando: — L'on. Casalinthn airi «fMtan-Mn rhn ta rB«n nonsinni aì Tn»rinr?Lt?J* *, h»« ,rlS»PSi «L^h«Snh! ^..?=\f=^ÌÌchm ■7 ffl?sembra che queste basi non ci siano affatto.E inutile fare delle Illusioni. La Cassa pensionidi Torino non può darò quello che ha prò-messo. Io non ho bisogno di andare moltolontano per rilevare le promesse assurde fattedalla Cassa pensioni di Torino, la quale prò-metteva una pensione di 200 lire mentre nonpotrà dare neppure una pensione di 35 tire al-l'anno (impressioni, commenti). Si, lo dico inpiena Camera, perchè rimanga consacrato nelverbale dell'Assemblea legislativa. Cosi nessu-no Dotrà dire in rvvp-iì™ ono nnn nhhH messo l nrom sSrll I La Calsà ne^sionl fi1 * "IP ^a1?a Pensioni diTorino, a meno di intaccare il suo capitale,non po rà forse dare neppure una pensioneche arrivi a 35 lire. Ora - prosegue l'on. Cot-tafavi — veniamo a cho cosa prometteva laCassa pensioni di Torino proprio in questoanno 1910. Sentite che cosa veniva stampatoiiell'.t vanti ! ael marzo 1910 (interruzioni, com-nienti). COTTAFAVI: — Non è cosa arcaica; è ròbadi qualche mese fa. A proposito della Bancadel lavoro, l'organo socialista pubblicava cheda lungo tempo esiste in Italia un Istituto de-stinato a favorire le Cooperativa IstltììtA *yìl ^tj5lS^toi?lWStiKite;«Si l riuscito a vincere la diffidenza generale e ad imporsi nel Paese. Questo diceva l'organo socialista a proposito della Banca del lavoro vo-!3fe ^^&^&^f^»L^i^a «7„S.gi rll^^^l^J^Mu^di coinvolgere il Governo nelle responsabilitàche.derivano dalla Cassa pensioni, affermandoche il Governo ha autorizzato tutto quello chesi è fatto. L'on. Nofrl diceva, tempo addietro,che la legge sulle Associazioni tontinariè pre-sentata alla Camera era un laccio al collo postoalla Cassa pensioni di Torino. Ora usate unaltro mezzo consimile, e dite che la lotta chenoi facciamo alla Cassa pensioni di Torinonoi la muoviamo per impedire a questa Cassadi destinare i suoi fondi a favore delle casennnnTirl Orbene coTletrhl dell'Fstrpmfl <;int rW^c^'c^^'Xn.Suquesto genere come quella a favore delle casepopolari? Lon. Cottafavi ricorda ancora le fallaci pro- messe fatte dalla Cassa pensioni di Torino ne a suoi prospetti diramati anche in questi ultimi tempi ed aggiunge: « Senta poi la Canora come è fatta la propaganda a favore della ì rnac* nsnilnnl HI TnFlnn in rumi namnn nifiCassa pensioni di Torino in ogni campo più.\™%JJ™™™%%Ì! eruzioni vivissime al- ,1 Estrema sinistra). i COTTAFAVI — Non rumoreggiate; vi leggerò , -1 * J i ti, ' i "n opuscolo cu data non lontana, che la CassaaPensl0nl destinava ai preti italiani. i! CLAUDIO TREVES, ridendo: — Anche que-\Ao è un aspetto della nostra lotta anticlericale- COTTAFAVI. Ironicamente rivolto all'Estro 'ma Sinistra: — Già, voi, se non mantenete rap porti diplomatici, mantenete almeno col cle ricali rapporti flanzlari. (Approvazioni vivissi- me sul banchi di Destra e del Centro). L'on. Cottafavi leggo a questo punto una epe eie di specchietto per le allodole contenuto nel- l'opuscolo accennato e ne legge taluni brani e la Camera ride specialmente quando l'on. Cottafavi legge la conclusione di questo opuscolo, nella quale i propagandisti della Cassa Pensioni di Torino si rivolgevano al sacerdoti, dicendo loro: « Ecco quello che potrebbero • dovrebbero fare i nostri sacerdoti nell'interesse dei nostri bravi ed ancora non guasti lavoratori. » Il lato comico di questa reclame — aggiunge l'on. Cottafavi — è che venne pubblicata specialmente in un giornale clericale modernista di Torino: probabilmente, facendo questa reclame, i signori della Cassa Pensioni hanno pensato come Vespasiano che il denaro è buono da qualunque fonte venga. (Dall'Estrema Sini- ' stra parecchi interrompono). L'on. COTTAFAVI grida: — Si mettano d'accordo con l'on .Nofrl, loro collega dell'Estrema, il quale ammise che 1 calcoli su oul la Cassa giorni sono, in quest'aula, riconosciuto che là Cassa Pensioni deve essere rifatta da capo su altre basi, perchè i calcoli =ono errati ^nzt, sioni di Torino Un errore sì mVn~ xWièèw ~ki può compatire ed anche perdonare; ma non si permettere che l'errore venga glorificato. Ella, on. Cirealini, ha parlato di basi grani- I^f JaUo personale. Mi pare che si dilunghi un p0,-J.~PP°\ COilAFAyl. — Onorevole presidente, questo ar6fpniento è molto delicato ed importante; se n°i,i\° ?,YR.i iì!?0 le r'sparmieremo In ^1%^^ ed K^Ìk.h ™ stringa ~ continui, ma re^ COTTAFAVI — Vorrei esprimerà una riamili «1 Govèrno. Gli aS!ministta3edX Sa pensioni di' Torino hanno detto che fecero1 tutto il possibile a favore della loro istitu- zione. Ad ogni modo pesa su di essi una re sponsabilità morale, ma domani potrebbero verificarsi anche responsabilità di altro ge nere. Ci troviamo dinanzi all'istituto che ha cinquanta milioni di. capitale circa, cinquecen-i ^C»l'« advvePnr4nreilClGeovde iUò comeTuelìl'della Ca^nMns?on?T t2 Perchè, on. Casalini, ella ha riconosciuto cho esiste una suprema riserva per i cinquecen tornila soci, cioè quella della restituzione del denaro versato. Ma questo a mio avviso non basta. Infatti voi, on. Luzzatti, che siete un apostolo della cooperazione, ditemi, voi, chi darà a questi lavoratori, che hanno versato Pei" tanti arlni le loro piccole quote alla Cassa Pensioni di Torino, la lena per ricominciare , da capo e procurarsi i mezzi per ottenere quella 'Pensione che oggi viene per essi a sfumare? iSe occorre — dice 1 on. Cottafavi rivolto al banco del Governo - si facciano anche dispo- sizionl transitorie per ottenere iltrapasso degli iscl.itU dalla Cassa pensioni di Torino aUa , Cassa nazionale di previdenza. Ad ogni modo ; raccomando vivamente una inchiesta: quel l'inchiesta che è invocata dall'on. Valli In tanti altri casi, assai meno gravi di questo, si è visto arrivare all'improviso. un commissàrio 'regio per la verifica di ciò "che avveniva ih 'ante Casse di risparmio stimate. Sarà quindi 'le°tto usare questo provvedimento anche per ia Cassa pensioni di 1 orino. Io non metto in d"bbl° 1 onesta degli amministratori della .Cassa pensioni; non ho accusato nessuno; non no «ccusato nessuno neppure otto anni fa quando io sostenni, in questa stessa Camera, cne le DaSi su cui si poggiava la Cassa pen sioni di Torino erano sbagliate. Ma io debbo oggi invocare che O diritto del povero di avere una pensione sia tutelato, e confido che l'ono revole Luzzatti e l'on Raineri provvederanno con prontezza e con sollecitudine. Il giorno 1 in cui il popolo italiano perdesse la fiducia nel Governo perchè lo vedesse esitante dinanzi.'ai provvedimenti necessari verso la Cassa pen si°ni di Torino, sarà quello un brutto giorno per,le istituzioni politiche e per l'avvenire dal "osV:o PaP>s? (^VPlausl vivissimi ai banchi di Destra e del centro; rumori all'Estrema SiniS Stm- ff™>™*&* lutatisi recano a con. aralularsi con l'on. Cottafavi). Dichiarazioni dei Governo d -! ^ ' UJZZ*ETI. Ai proposito delle Associazioni tontinariè, ricorda che esiste una legge che ordina un'ispezione biennale sull'andamento delle Associazioni stesse, e che avendo dovuto constatare come per colpa di un funzionario questa disposizione della legge non sia stata osservata, fu ordinata da tempo una severa ispezione generale. Dichiara di non approvare che il risparmio degli operai sia arrischiato In operazioni aleatorie; onde, quando era mi- nistro di agricoltura, ordinò .agli ispettori di vigilare rigorosamente sull'impiego dei capi- tali riservandosi di sottoporre al Consiglio su- periore della previdenza ì risultati dell'ispe- »urT|emcnÌtesS di creder necessaria una qualche riforma alla Wgp del 19W (Approvazioni). | rj0po l'on. Luzzatti-, prende la paiola il mini* siro di Agricoltura, on. RAINERI. incornicia a leggere la legge per far presente al]a camera nuali siano i Umili entro i quali si debba agire dal Ministero; ma la Camera si I„„„„1„„*J. r\„ i.i , mostra piuttosto impaziente. Da molti banchi si1 RAINERI — Solamente non voglio uscire'dal |limiti stabiliti dalla legge. (Protèste; commenti). Per ora non credo opportuna la proposta di — — — l- ~ - - v vj/-vi» --»• a, una speciale Commissione di inchiesta. (Prole \ste quasi generali). -1 I deputati del Centro confabulano con anelli 1, di Sinistra. L'on. Cottafavi ha un breve oollo- curio con l'on. Sonnino. -1 COTTAFAVI — Domando la parola.