Le nuove finalità della Cassa Mutua per le Pensioni

Le nuove finalità della Cassa Mutua per le PensioniLe nuove finalità della Cassa Mutua per le Pensioni ■Poiché alla Camera la questione ha avuta una prima eco -nel discorso pronunciato ]"aItro giorno dall'on. Cottafavi, ci affrettiamo a concludere il nostro discorso. Dopo avorc accertato l'esito negativo dato dall'impresa cosi come iu iniziata e lanciata, o dopo di avere suggerita la necessità dì mia formale liquidazione, abbiamo posto il quesito: — Quale dovrebbe essere la trasformarono dell'Istituto? Secondo noi, triplice: trasformazione tecnica, morale, e nell'impiego dei capitali sociali; quest'ultima, nel nostro pensiero, è quella di gran lunga più importante. Poche parole circa alla trasformazione tecnica. Visto che di pensione non si può più parlare, l'avviamento al sistema dei capitali differiti è il migliore che si presentasse. 10 poiché certamente nessuno più, o quasi, si iscriverà alla Cassa, ne deriva che fra venti anni da oggi la Cassa rimarrà liquidata da sè, ma prima di rientrare nel nuJIa avrà almeno servito, se non ai poveri soci, stati crudelmente delusi, a qualche nobile scopo. Quale dovrebbe essere questo scopo? In Italia si ha un risparmio largo e per contro un sistema di previdenza popolare ancora infantile e rozzo. Le classi operaie, già restìe a ogni risparmio a lunga scadenza, nffldano quel poco che destinano per la previdenza a tante minuscole Società di mutuo soccorso, funzionanti anemicamente e senza mia base scientifica, impossibilMatc, per la c1upcdrnsmdelimpiego più redditivo di quel! rendita pubblica. Ebbene, la Cassa Italiana può appuntare tu questi organismi embrionali il suo sguardo. L-tudiarno le cifre, raccoglierne le forze, divenirne il centro e creare nel suo organismo tan- ddlRcCssasdimnSspvIesiguità dei capitali, a tentare qualunque!Rììa /.v,» cu .i il faIH) CIHJ Dia 111 asptstudio dell'assicurazione contro la disoccu pazione involontaria. Qui pure gli embrioni si ritrovano sparsi nello migliori organizzazioni operaio a forma federativa. D'altra parte l'esempio pratico dell'UniaiHfaria di Milano, che ha adottato con tanta fortuna il sistema di Gand, ci dimostra che. in tempi normali, il problema non presenta quel costo che a prima vista potrebbe lasciar temere. Qui puro la Cassa Italiana, cho dispone dei mezzi tecnici per lo studio della questione, potrebbe, con facili accordi con le organizzazioni, studiare — incominciando dai mestieri più noti e megh'o federati — la curva della disoccupazione e proporre un nuovo campo di assicurazione — sempre a seziono autonoma — di una utilità materiale a morale incalcolar bile. Tutto ciò e un ('divenire» per quanto di applicazione tutt'altro che impossibile, ove si sappia volere. Ma, accanto ad esso, vi ò un « essere », cho richiama tutta la nostra attenzione: ed è quello costituito dai 47 milioni attuali, che ne! 1911 potrebbero essere 60 milioni e che rappresentano una grande forza. La nuova legge concessai su domanda della Cassa ha permesso a questo Istituto —-come è noto — di impiegamo il patrimonio, in proporzioni definito, fra i seguenti impieghi: j.o rendita pubblico, e altri titoli emessi o garantiti dallo Stato; 2.o immobili urbani; 3-o mutui a Società per la costruzione di case popolari; i-.o riscatto di mutui ipotecari; 5.o prestiti a impiegati di pubhliche amministrazioni, contro cessione del quinto degli stipendi; Co mutui a Società cooperative di produzione e lavoro. In 'questo insieme di impieghi s'intravede già un cerio pensiero ideale: quello di rivòl-|fgero a beneficio sociale quei fondi, che spersi mancano di forza e di scopo; riunitiIinvece presentano un fascio imponente e he- tl(vnco "dpedcsssbcencSi tratta ora di imprimerò un risoluto movimento a questo pensiero primitivo. La Cassa, se vuole vantare una grande ragione d'e , l'sistere. non deve uccon tentarsi di impiegare :ai '1.25 una somma così ingente di patri- j monio, a destra o a sinistra a seconda delloermaHiii-iriire Rpitì rlevn faro nssurcrere. nue-icongiunture, tfeu-i deve late assurgete que- sto impiego a una vera grondo funzione di| previdonztt sociale. Lasciando dieci milioni sui sessanta a qua- ,. . . . . ,. . ., . M gli sparsi scopi designati dalla legge, essa devo accordarsi col Governo perchè i cin- ! quanta restanti compiano una duplico opera |integratrice della, mancante iniziativa statale; l'iì milioni per creare -la Banca nazionale; dei.lavoro; trenta per aiutare con .accorgimenti ! speciali l'angoscioso problemu dello case po-|* . polari. Un breve commento a questa duplice e chiara pronoita. Quanto al primo punto, noi avanziamoì'ìdea basandoci su una conosc^ za esatta dello stato della cooperazione ìta-jliana in fatto e in potenza. Uno svolgimento completo di questo argomento esigerebbe un t,...i:...: _u. i_ ilungo articolo. Basti qui avvertire che la cooperartene di produzione e lavoro ha trovato, dopo mille traversie e infelici esperimenti, un largo sviluppo, creando qua e là organismi industriali veramente poderosi: basti ricordare la cooperativa dei facchini del carbone del porto di Genova; la coopcrazione reggiana —- che è giunta a costruire ed esercirò un tronco di ferrovia; la Vetreria federale coi suoi quattro grandi stabilimenti di Livorno, Vietri, Forlì ed Asti; la Cooperativa «Aste dorato» di Milano, ecc. Attorno a questi colossi, fioriscono le cooperativo di braccianti dell'Emiliano, quelle di vari mestieri della Lombardia e del Piemonto, le cooperative di pescatori dell'Adriatico. Ancor più rigogliose fiorirebbero queste giovani forze, ove un credito Illuminato desse loro con iirudente cautela quel capitale circolante che è il sangue di ogni vita industriale. L'on. Luzzatti è così convinto di questa verità e conosce cosi bene, come noi, i precedenti del problema, che sta cercando di ù i 0 i i a à i . r e , , o a a creare una Banca naziouole del lavoro con 15 milioni di capitale, attinto faticosamente un poco a tutte lo fonti. La Cassa Italiana potrebbe essa stare alla testa dell'iniziativa con venti milioni, che, uniti ai quindici o ai dieci degli altri istituti volonterosi, sarebbero pienamente sufficienti a creare in «-uosta nostra Italia., cosi ricca di abilità quanto, esperta a far miracoli con poco danaro, un movimento cooperativo, che nulla avrebbe da invidiare a "quello esìero e che potrebbe estendere la sua azione alle colonie agricole, desiderate dall'on. Pantano1. Naturalmente un istituto di questo --enere e . - diretti : dipende dall'Ispettorato ito e della Previdenza presso il Mini-jsigerebbe un impianto amministrativo e',. ... . . , . . .„, idirettivo a se: e, per sicurezza dei: soci del-|la Cassa Italiana, dovrebbe sempre anuog- Riarsi a quella Sezione della coopcrazione'che Credito *. ; » iu-, (..'i ....... stero di Agricoltura e la anale sinora nonistero ai Agricoltura e la quale sinora, D.on,avendo a fianco una.banca, non ha notutojservire la cooperazione se non coi consigli, jQuanto ai trenta milioni che vorremmo;dedicati alle case popolari, qui pure bisognaiintendersi. Noi non siamo fautori del siste- ,, , ... . , , „„„.„ !ma attuale, di immobvlizzare cioè un certo numero di milioni della Cassa in mutui a1acqulstando terreni e rivendendoliSocietà costruttrici, perchè questi milioni sono troppo pochi di fronte al bisogno, per portare in Italia un contributo considerevole. All'estero, in Austria, in Germania, in Inghilterra, lo Stato interviene molto ener- e!Reamente nel movimento costruttivo c per,Uil favorire la piccola proprietà con mezzi in-11 ....... , . . , .. a lotti: dando in forme svariate il •credito, specialmente alle Cooperative di impiegati pubblici; garantendo per esse presso istituti bancari, ecc., ecc. I (. 1 . "n tal modo, coni i o i i e, ti ui— r i si n i . a e di venti o trenta milioni necessari all'impresa, potrebbe iniziarlo la Cassa Italiana, entrando col Governo — sotto questo uunto di vista — nei rapporti in cui- è, mutate le condizioni, la Banca d'itailia. sotto, altri' aspetti economici-: un istituto essenzialmente statale, retto con libertà e metodi industriali. * * Se uomini eminenti, superiori ad ogni partito, infiammati solo dal desiderio di fare del bene, faranno loro queste nostre proposte, non ci peritiamo di affermare che rial disastroso tramonto di tutte le illusioni, che hanno formato per circa un ventennio la base essenziale della Cassa Pensioni, qualche cosa di buono nascerà certamente: non per i soci,-ben inteso, i quali non avranno altra speranza che conservare integralmente il capitale versato al tesso di interesse che risulterà man mano da una ripartizione tecnica. E su questo punto bisognerà che tutti, onestamente insistano, con chiarezza e con larghezza. So questi uomini eminenti mancheranno, non rimarrà che procedere ad una immediata e completa liquidazione.

Persone citate: Cottafavi, Luzzatti