L'arringa di Arturo Vecchini in difesa di Maria Tarnowsky

L'arringa di Arturo Vecchini in difesa di Maria Tarnowsky L'arringa di Arturo Vecchini in difesa di Maria Tarnowsky (Per telefono e per telegrafo dal nostro redattore giudiziario espressamente inviato). Venezia, 17, »r« ZI. ha confessato che la Tarnowsky fu l'Istigatrice ma e gli faceva meri Venezia, 17, »r« ZI. Con evidente anacronismo, quello di oggi si potrebbe chiamare il giorno della « purificazione di Maria •. Perchè oggi parlerà di lei, idealizzandola anche nel peccato, l'on. Vecchini, il cui nome rievoca alla memoria un non lontano dranuma giudiziario, che ebbe per eroina un'altra contessa e per difensore lo stesso onorevole .Vecchi ni. Enorme attesa La sua arringa è attesa con curiosità iperbolica, per la lama di immaginosa e dantesca ideazione da cui la sua oratoria è preceduta, fama che mi ha spinto anche ad abbandonare 11 processo di Bologna per ritornare a questa Venezia, di cui oggi ricorre, si può dire, la giornata più interessarne. Le previsioni indiscreto sull'arringa 60no disparate, e. diciamolo pure, per molti disperate per il risultato Anale del processo, che i più ritengono ormai deciso per I giurati. Sarà perciò, quello dell'on. Vecchmi, uno sforzo supremo, amorevolissimo, uno splendido squarcio di lirica, del quale nulla si è potuto penetrare, perche l'on. Veochlni, desideroso di sfuggire aE'assedIante, morbosa curiosità degli Indiscreti accaparratori di primizie, ha meditato la sua orazione in lunghi e solitari abbandoni in gondola, nella placida tranquillità della laguna. La curiosità del pubblico è subito manifestata aille porte dell'Assise, dove si accalca una marea irrequieta di spettatori, in attesa di poter penetrare nella sella; ma l'ingresso è sbarrato da una fittissima folla di' armati, come nel primo giorno di udienza. E poiché i patrocinatori dell'ordine non sono stamane proprio quelli dei giorni passati, avvengono *rU immancabili incidenti per il ■iiconoscimento. L'aula è occupata in ogni angolo: appena si entra si ha 'l'impressione di una tempesta di teste umane che si agitano irrequiete. Entrano inosservati gli accusati. Un mormorio come di api in alveare, ma ingrandito, si leva quando ascende al suo posto l'avvocato Vecohimi. Il presidente dichiara aperta l'udienza, e, con tono insolito in lui, giustificato dalla necessità del momento, impone silenzio. Poi dà la parola al difensore della Tarnowsky. Grande, improvviso silenzio. L'avv. Vecchini, con gesto solenne, imprende B dire: « Io mi sono domandato., ascoltando l'elegante parola del collega che mi ha preceduto, se non mi trovassi per avventura a.l cospetto del « Viaggio verso Citerà», isola delle belle e degli amar tori, il grazioso quadro popolato dal pennello Idei Vatteau di flgurette che sorridono fra madrigali e minuetti, ma dentro l'anima mi rispondeva balenando la scritta della soglia infernale : Per me si va nella città dolente, per me si va nell'eterno dolore, per me si va fra la perduta gente. « Anche trai, ahimè, tormentati o tormentatori, anche qui giacenti nella colpa, nell'abisso, anche qui i deviati dal destino, che hanno perduto l'intelletto, i vinti della natura. Ma mentre le ombre dantesche pur senza carni, si levano dalla cintola in su a lanciare la pescante e triplice invocazione all'amore, come sfida alla morte e all'inferno, qui giacciono supinamente, senza rilievo, senza forza e 6enza parola, ombre come una grondaia stillante nel fango. Solo uno l'intelletto ed 11 volere, solo un maleficio fatto persona, la perversità fatta iperbole. « Ebbene, ascoltate o giurati. Io vi dirò quello che la esperienza ha imparato al mio cuore, quello che alla mia voce, alla mia mente dà il tremito e la commozione, quando in ore tragiche mi levo a difendere. Quante volte ho accostato l'anima a tristi anime avvolte come in manto funereo nella oscurità più atroce del delitto, ho inteso sempre pulsazioni profonde di vita, palpiti di profonda bontà ed ho pensato che bene il metro armonioso dell'Eliade raffigurava la psiche alata come la vittoria, a significare che t'anima umana, pure fra il delitto é la colpa, sovrasta agli abissi e non può scendere cosi basso che alcuna parte di lei non rimanga inviolata ed eterea. « E nessuna cosa deve farci pensosi o guardinghi come il giudicare di quello che ha nome 0 sostanza di fragilità: sia del bambini, speranza delle anime, con le inconsapevolezze e 1 fermenti del divenire, sia della donna che anela al respiro della ascensione e toccherà, quando che sia, nuove vette, ma a cui la natura ha posto agguati e caducità, misteri di ombre e di luce, in cui gli uomini lungo parecchi millenni di storia hanno posto lo stampo che viene dal regime della soggezione, dalla esclusione, dalla sua educazione emotiva, dalla leggiadra fatuità. Qui una donna prosternata nella polvere, vinta negli ultimi rifugi, denudata delle 'Ultime vesti, tutta lividori nelle membra e tutta una agonia dentro 11 cuore, ha confessato la colpa e rivelato la catastrofe della 6ua vita. I veitri coatro di lei « Ella ha ascoltato gli uomini che le avevano richiesto, e ne avevano ottenuto, le gioie del suo amore, e li ha visti sguinzagliarseli contro come veltri da caccia e non per l'onore, ma per un cencio di libertà farsi pigmei, dichiararsi vili, discutere sulla intelligenza e sulla volontà propria, come Amleto sul teschio di Yorick. « Ella ha inteso salirle contro l'anatema sommesso delle sorelle in Cristo e nell'umanità (benedette le pie che nascoste nell'ombra non temono per l'altrui vizio di avvilirsi, nè pensano di esaltarsi al confronto!) e le ha viste tristi, pallide, col pollice verso delle antiche matrone nel circo. Ella ha raccolto le urla del popolo non briaco ma ottuso, che vuole senza prove assolvere o condannare, dimenticando che al suo cospetto passava, quale ella si fosse, una donna, una madre, una sventura^ Ma dopo due mesi di ricerche e di dibattimento, abbiamo udito il Pubblico Ministero affermare che fra tutti solo Maria Tarnowsky aveva nel giudizio guadagnato qualcosa. Ma sorse la Parte civile, in nome del denaro e della pecunia non a fare indagini pacate e serene, nè a cercare più addentro della superficie, nè a riannodare le fila dei fatti con gelosa sincerità nel graduale svolgersi del dibattimento, ma a bersagliare col suo martello terribile come il Dio Toro; e col maglio possente ha fatto sprizzare la scintilla e colla bellezza di uno spettacolo estetico ha foggiato la spada che ha taglio mortale. Ma le mani che l'hanno levata non erano le mani della giustizia, cui le bilance non debbono mai mancare. « Ascoltando anch'io, nato di popolo ed esperto nel rude travaglio, pensavo, ascoltan dovi, o rappresentanti della Parte civile, ad un europeo travetsito da barbaro e il « J'accuse » zollano, gridato per tanta causa umana, mi parve deformato quando lo vidi risolversi in uno schiaffo sulla pallida guancia di una donna in carcere. y'imullez jamais à un infame qui tombe Qui sait som quel fardeau sa pauvre dme tuccombe. '• Io ora voglio con debole forza, ma con acceso intelletto, intorno chiamare a questa dolente 1 ricordi dell'ora innocente, i sogni dell'alba lontana, c fare la requisitoria contro tutto ciò che offusca quell'ora e schianta quel sogno e dall'impeto dell'anima mia che insorge. Io voglio dimostrarvi che Maria Nicolai ewna Tarnoswky ebbe nemici gli uomini e più la natura, voglio dimostrarvi che ella, come barca intessuta di debole abete, nell'oscurità della notte tra l'infuriar della tempesta, fu tratta a perder la via, la forza motrice, il timone. E al nocchiero chiamò chi avesse assunto a guidare — egli che aveva esperienza dei marosi e polso fermo e cuora d'uomo — e lanciato contro gli scogli e con piede villano rilanciato tra i fischi e le minacce della procella. PrilukoH'PiimaUone « Chi era Maria Nicolajewna Tarnowsky fuori del processo? Nel processo è la creatura foggiata da Donato Prilukoff. di questo strano Pigmallone che a suo modo la plasma Cerchiamo il magistero di questo artefice, che che deturpa ed uccide ■ >>on leggerò gli interrogatori, mi limiterò ad una sintesi, ricordando due telegrammi, quelli della Polizia dl Vienna al-giudice istruttore dl Venezia. Il 9 settembre: «In questo momento Maria Nicolajewna Tarnowsky ha confessato di aver indotto Naumow al misfatto ». « L'8 settembre è la data dell'altro telegramma della Polizia viennese al gì adice inquirente di Venezia. Esso diceva: « prilukoff ha confessato che la Tarnowsky fu l'Istigatrice dell'omicidio ». « Prilukoff ha scelto subito la sua via. ma mentre essa non incolpa egli si getta di peso su una donna. Il protocollo di Prilukoff presentò la Tarnowsky come 11 demone maligno, cui egli non poteva sottrarsi. « Oh, l'ha bollata il demonio, ma gli tremano i ginocchi, si commuove all'odoro della sigaretta, alla vista della valigia, ma chiede egli che tutti le siano benigni, che la inghirlandino di rose. Miserie umane. Egli può quasi baciare le mani a chi l'accusa di averlo macerato. Egli può passare per uomo pio, pur avendo il viscido del coccodrillo. Ella può essere detta cinica di indifferenza, perche, come ha detto il Pollach. non dimontica della dignità umana neppure nell'angoscia, che solo il labbro inferiore la fa tremare per la profonda interna agitazione. «Ma poi in cella. — grida l'on. Vecchini, che parla fra un religioso silenzio della folla, — ma poi in cella, solo la coscienza che veda, il Pollach lo attestò, scoppia in una tormenta terribile di singhiozzi. « Così in quest'aula — riprende l'oratore dopo una breve pausa — e cosi suggestivo veder piangere una donna, è così pietoso vederla tremare nell'angoscia. No. gemano, piangano gli uomini, ma essa no. « Non è forte; anche ella piange, anche essa trema; si sente morire; ma si leva in piedi, domanda pardon al presidente e fuggirà dalla gabbia. Anche giù, negli abissi, le anime non volgari hanno feste di dignità. Soffrono senza istriojiia, consentendo ed. accettando tutta la loro espiazione! Dunque il Prilukoff l'ha colpita al cuore. Ella fu il demone malvagio: ella la forza, la mente, l'astuzia, la volontà, la do minazione. Per far credere ciò, occorre una creatura di Imperio. Non basta aver asito la spinta ad un reato di lucro: è triste, è odioso: ma occorre creare una creatura di cupidigia Ed oggi egli crea l'egresse, l'orca che passa, divora lui, lo circonda di un corteo di vaghe giiatori cui ella occhieggia e comanda: l'Odokosky, Sandiba, Codkevle, Trlevic. Chi ne par la? Solamente Prilukoff I E' lui che nei ricordi di avvocato dall'ufficio di consulente trae fuori Il processo Borgenaky e ne parla accrescer! dolo : è lui che parla di Staelk morente; per lui sappiamo di Tolstol duellante con 11 marito; è lui che per il primo parla di Paolo Tarnow sky, l'adolescente cognato penzolante. E lui Insiste con violenza di avvocato! E' lui che disse simulato col ratto la tenerezza per 11 figlio. E' lui che insinua lo sciampagna avvelenato da un ignoto signore; lui, Prilukoff, Prilukoff, sempre lui ! Ora la dominatrice è creata. Occorre che divenga l'arpia dal sozzo ventre e dall'unghia di ferro; egli doveva non solo creare la creatura di imperio; ma anche la creatura di cupidigia. Ecco, non basta: Nicola Nicolajewna Tarnowsky ha fatto impiccare per incesto e per arraffare un patrimonio. « Oh il candido cuore del collega Diena. che 10 fa correre anelante verso il bene ed odiare tutto quanto parla di male ! Ben rispondesti al la turpe calunnia, ben meravigliasti che l'ac cogltessero i magistrati per amore di pittura, quando è provato che ella era assente da mesi e che era di tutto inconsapevole! Non basta ancora: occorre, per completare la figura dell'arpia, occorro ZolatariefI e creare così di un povero paria un Nababbo innamorato. Non basta: si costrinse per bocca di Prilukoff un de biio fatto dalla contessa e fittizio per simulare le spesa ingenti di lei e egli l'afferma sull'autorità del Bernstein. che nega però di averlo mai detto; o dice di aver pagato lui 25 mila lire di debito col sarto Schanzer. « Come, in quel modo, vedere quindi la cupidigia della donna? Ed allora non essendoci un fatto, non essendo possibile un testimone, afferma la caccia di lei alle centomila lire, del suo furto a Berlino, a Tarascona, a Monaco Ora sì, che tutto ha provato 1 Ebbene, proveremo come questa sventurata non fu mai avida di denaro, nè fece atto che questa avidità comprovasse! Molti ne fece, ma di disinteresse. > Buona e infelicissima iPer dimostrare quésto suo asserto, l'on. Vec chini si rifa dalla storia della giovinezza dell'accusata, tendendo a mettere in luce le doti innate del cuore e del curattere di lei. Fa varii accenni al processo Borgensky; riduce ad un episodio di amorosi sensi le suo nozze contrastate all'età di 17 anni dicendo che ella fuggi dal tetto natale con la benedizione materna; afferma che il marito « il bel pavone dall'ugula canora » non l'amò, non la sostenne, la trudì con le cameriere ed anche con la balia di suo figlio. Quando ella apri gli occhi, lo ritrovò nelle baldorie notturne, negli ambienti più dissoluti dove volle traseinare anche lei. Il facondo oratore segue passo a passo l'esistenza della sposa e della madre. « Nella maternità sperò, vano sogno; nell'amore del peccato sperò, vano sogno; ed allora volle la pace e pensò che da una parte e dall'altra potevano essere compensati. Ma 11 maschio che aveva ucciso a tradimento per difendersi, passa sul corpo di lei; per difendersi chiama intorno a se i pietosi, i proseliti, i oompinrenil che narrano. Inventano, nascondono, diffamano, calunniano. Questa creatura è vivente; essa ha inteso che vedrà il padre dei suoi figli brutalmente gettarla nel fango. 11 processo B.orgensky è una nuova infamia! Se avesse commesso varii adulteri sarebbe stata perdonata, e se 11 avesse moltiplicati o li avesse saputi nascondere, la società l'avrebbe accettata ancora a braccia aperte. Ma. così non fu e la società la respinse. In quel 1904 ella aveva la casa a sè e non più frequentava 1 balli ed i ricevimenti ». « Dove essa ha steso la mano ? Chi essa ha ghermito? E' una sconcia menzogna che questa donna 6ia stata venale! Di tutti gli amanti che le hanno dato, tutti sono le piccole foglie mulinanti per il vento, i dilraqucs. Borgenski, bello, superbo, ma senza un soldo, che è senza niente In tasca; 'Staelk, ridotto per disperazione acuta e cronica al suicidio; Zolatarieft ,nudo come un verme... Dove sono tutti gli uomini, i bajardi a cui essa potesse chiedere denaro ed al quali sarebbe bastato lo scintillio dei suoi occhi? Prilukoff mezza coscienza, tignola, sofista... « E' l'ora del Prilukoff. Ella non lo ha chiamato perchè fosse un avvocato celebre: la piccola lampada che sbadiglia nella festa di Natale è una pagina di fantasia-; è una margherita di prato, non mi flore di storia. Egli fu invitato non quando era il Natale, nè con lettera che abbia potuto far corrugare le ciglia. Fu invitato a trattare di affari perchè non era un avvocato locale; ed egli si presentò a lei come protentora di interessi, come l'avvocato che ha la parola dolce e l'omaggio dei fiori. Chi era Prilukoff a quell'ora? Sono venuti i lauda'orcs; è venula la carovana dei portatori di acqua e di pane; sono venuti i sostituiti dello studio, gli scriva-ni dell'anticamera, t clientii, i colleghi avvocatiche non lo temono più e che quindi possono lo-darlo... (Ilarità): i Ciburnt che avevano ricevuto grandi servizi da lui e che possono rendergliene uno. E noi accogliamo queste dichiarazioni so-spette. Donato Prilukoff nessun mule aveva com-messo; la pagina di Donato Prilukoff, a chi Va-vesse voluta scrivere, era bianca. Ma giova in- dagare di più. Vi siete mai domandati se sia possibile sopra un fondo di bontà cristiana, so- vra una roccia di granito inviolabile, so sia pos-sibile tanta devastazione, tanta scelleratezza quanta per lo meno ebbe nel pensiero, secondo i suol difensori, Donato Prilukoff? I difensori ve lo hanno descritto come un colpito da impo- tenza nell'azione; ma pronto, fervido feconda-torà di tutte le scelleratezze pensate. Come è possibile dalla roccia di granito passare allo sco- scendimento, alla devastazione così assoluta? alo questo affermo: che quest'uomo era unadi quelle mezze nature, di quelle mezze coscien- ze, di quelle mezze anime, in oui sono i vibrioni del dissolvimento. Non era il poeta che fugge nel mondo del sogni; non era il sapiente che si chiude nella vita unilaterale; era un uomo <ì pratico », era il combinatore degli affari civili, li commercialista che cerca un espediente, che discorre della, possibilità dei guadagni, che de- esazione: I questo è Prilukoff. Io ho cercato anche nella sua memoria ed ho inteso le pulsazioni del suo cervello. Non è un cervello superiore; e l'uomo Ignoto che perfora; e la tignola intellettuale; è un sofista. • E' disinteressato? SI, sino a contentarsi di propine minori, quando minori gli furono of- ferie, fino a non accettare la concussione prò- posta. Un testimone venne a dite di aver dato a lui le ricevute per una somma non indiffe- rente e che egli gli avrebbe restituito la som- ma e gli faceva merito di avaria restituita perchè non potevano costringerlo a renderla. « Altri ha affermato che la sua onestà si spingeva a tanto da restituire le somme — che si dir covano grandi — che gli ex-rivoluzionari gli avevano affidato. Oh! Quel dabbene fanciulli rivoluzionari che danno mezzo milione ad un uomo che non possono citare davanti al giudice conciliatore o davanti ai Tribunali I " Povera donna!,, Continuando ad occuparsi di Priluokff, l'oratore lo insegue nella famiglia, lo giudica oiue uomo e come sposo e contesta che gli sia fiancato ad un tratto l'imperio della volontà. Hictirda un eroe foggiato dalla michelangiolesca fantasia di Dostoyesky, il quale è pronto a morire di fame per salvare altrui e poi. per una via di deviazione, di transazione, di ac.'rtscimento, di bisogni, per tutto un processo sofistico, arriva al furto ed al suicidio. >< Quando Prilukoff giunge a Kiew — nel 1901 — Maria Tarnowsky è in uno stato di tristezza infinita; ha negli occhi lo scandalo del processo appena allora finito; ha dinanzi a sè le nere ombre di dolore; contende per dare un affetto alla sua vita; contende per avere presso di sè il figliuolo. Ella darà assetto al suoi interessi ed alla sua vita. Poi, quando arriva Prilukoff, una nuova sciagura la coglie; essa è morsa da un cane idrofobo, e nel terrore per sè e per i figli è assoggettata alle iniezioni antirabbiche e scrive a Donato Prilukoff: «Ho passato una settimana a letto1. La colpa è tutta delle iniezioni, che portano essenzialmente- un grande disordine nervoso». Povera donna, destinata al disseccarsi dei nervi del sottili fili preziosi che ricevono, distribuiscono, suggono la vita dall'anima profondai L oratore, che ha parlato con foga veemente,aimrniratt&simo nel gesto, nell'espressione, do-manda- a questo punto un rinvio all'udienzapomerldlana. Pprrhr orni volle rirrmmrorp rercac non voile riconoscere le sue lettere L'Assise è In Istato d'assedio; tutte le portesono guardate da soldati, perchè ad ognuna di esse si assiepa tumultuante la folla. E' stra- bocchevolo, immensa; non bastano ì numerosi funzionari, agenti e soldati a raffrenarne l#a- pelo irruente. Un grande clamore di ammirazione accogli* l'entrata dell'avv. Vecchini, li quale subito prende la parola al cortese Invito del presi-dente, « E' stato portato — egli dice — come un proietttle che uccide, un manipolo di ventotto fra lettere e telegrammi, i quali molta luce gettano sulle ore in cui furono vergati. La contessa, qui all'udienza, negò. Perchè? Molte versioni e spiegazioni furono date: ma nes-suna mi paro risponda a verità. Ella sapeva l'affermazione di Prilukoff aver egli quelle let-tere distrutte; e quando se le vele insorgere di- nainzi, improvvisamente, ha dubitato._ sospet- tosa, dal carattere delle lettere. Della isteria il carattere princ.ipa.le è l'idea di persecuzione. Hanno dubitato gli occhi e la mente dì questadisgraziata suggestionabile. L'avv. Diena eriio. tutti e due che tergemmo le lettere, ab- binimo trovato che esse contenevano circo- stanze a lei favorevoli. Dunque, essa era prò- tondament.fi sincera negando. Che cosa atte- stano quelle lettere? Pi è dipinta la Tarnow- sky come una cortigiana abbietta. In queste lettere invece è la documentazione dell'anima confile di una signora di alti sentimenti: è un cranne desiderio di conciliarsi col marito, una Brande tristezza per l'avvenire: mentre ancoranon è Anito il dolore passato ha desiderio che Prilultoff venga ad assisterla perchè una sola cosa, può rivivere la questione: la pace col marito n il divorzio. Mentre intenta questa sua ennsa. l'aggrediscono nuovi mali, nuovi do-lori, è assalita dalla calcolosi al fegato». ... , "Ladra no! Ladra no!,, . dice: — Quando voi della Parte civile, e fcpe-oralmente voi avvocato Caraelutti, gridavate alla Tarnowsky: a Siete una ladra »; voi eravate ogni chiamata di Prilukoff : òlla, di tale denaro, non fece mai strumento di fa6to, perchè ella inlutti i suoi viaggi viveva con modestia e parsi- un barbaro vestito da europeo che si diletta degli spasimi straziando la carne col ferro rovente! Voi. non dicevate il vero. Ladra no, ladra no! Mai spinse al furto l'amante, mai eeppe che quel furto era avvenuto; mai seppe la provenienza di quel denaro! Più tardi ella seppe, è vero, ma più tardi assai, quando ella diventò depositaria del denaro rubato .perchè Prilukoff aveva temuto di perdere a denaro con la libertà. Ella, de! resto, restituisce la 6omma ad e parsi monia. Allora, merita ella quella taccia di ve*nalltà ricettatrioe con la quale avete voluto gettare su di lei — o accusatori privati e pubblici — l'ultima manata di fango ? Mania Tarnowsky per Il 6uo Tokia fu poi presa da un nostalgico desiderio di ritornare In Russia: cola conobbe Naumow. Un fuoco di paglia: Naumow « Questo 'incontro fece fare delle visioni macabre al giovane e valoroso difensore del Prilukoff, avv. Luzzatil, il quale vi disse carne ella subito indovinò nel Naumow il futuro sicario. •E questo incontro suggerì anche al rappresentante della Parte Civile la similitudine peregrina per cui ella sarebbe stata il falco che avrebbe ghermito l'ignaro colombo, similitudine ben severa per le donne che all'umore chiedono un momento di oblio del codice coniugale! « Ma in Russia si ha un concetto molto diverso dell'amore sensuale, sia nelle classi alte, sia nelle basse classi sociali.. Ma vi è poi bisogno di tutto ciò ? Ella era giovane e belio, ed a lui balenavano negli occhi i 20 anni; aveva voce squillante e sonora; aveva la vanità sonante come lo sperone battuto; la vanità di poeta precoce e di giornalista autorevole e facente | funzione di governatore. E poi accarezzava così : dolcemente i bambini! Non era ancora sorto, ;allora, nel cuore della Tarnowsky il pensiero di j Kamarowsky, nò in Kamarowsky era sorto il ; pensiero di lei. Naumow fu un interlugno iste jrico o forse, più umanamente, una vampata di 1 giovinezza. La Parte Civile ha creduto'di ve1 dere nei telegrammi dove ella scrisse la sola 1 parola o caro » un mezzo di accerchiamento a ì moroso; ma invece quella parola non era sug gerita che dalla tenerezza affettuosa e ìicono scente per l'uomo che aveva portato un po' di .luce nell'ombra della sua vita. Forse si potrebbe sospettare invece una espressione di vero lim perlo femminile in quel telegramma a Naumow: « Ti proibisco di bare»; ma essa non è che ; una reminiscenza letteraria ed un plagio poeti1 co. Infatti, un verseggiatore decadente c ma sohista dt OreL il Mirklei, in- una sua poesia, : fa esclamare ad una donna amante : « Cullami accanto al tuo capezzale; ti proibisco di allen;tanarti da me... ». E l'amato risponde: «SI, so no il tuo schiavo, o regina!». Proprio come Nicola Naumow nel telegramma di risposta a quello della Turnowscky. Ma poi la disgraziata | donna dovette accorgersi che Naumow non era che un piccolo uomo, pieno di una vanità, che suggeriva indiscrezioni compromettenti. Quell'a more che appariva un'aurora non era che un fuoco di paglia. Naumow non è più nulla per lei; ma ella non mtB nell'animoso la forza di abbandonarlo » n p- • . 11 aamarowsay e la sua generosità Dopo un breve riposo, l'on. Vecchini riprende la sua magnifica arringa per occuparsi del K.a- marowsky. Diceche, sebbene manifestasse misti che tendenze, egli conosceva le crudezze della realtà: sognava il chiostro e parlava di lubrici amori. Quanto al contegno della Tarnowsky, in quei tempo, verso il Prilukoff e il Naumow, cre de che esso debba spiegarsi cosi: ella avrebbe confessato all'avvocato 11 suo amore col Naumow ! per opporre una..barriera insormontabile fra t-à ; od il Priìukoff e cosi raggiungere il suo desi- derio di sposare il Kamarowsky che le Offriva ; riabilitazione ed una nuova vita di pace e di : amore. Non è vero poi che la Tarnowsky abbia I isìigato al suicidio II Prilukoff. Si è forse gio- caio itin po' troppo su una possibile frase di te-1 dio che, "chiuncìue può pronunciare contro ornalpersona che querula e annoia, che troppo si la-1 gna, troppo si duole. Quello che invece è vero 1 è la scena del denaro; ma il risultato di tutta, questa scena fu che la Tarnowsky restimi le t fa fede la lettera che "Kamarowsky scrive dal Berlino alla contessa, lettera disperata nella qua-1le dice: "Ciò ini ha spezzato il cuore. Spero però che ritornerai sulla tua clelerminazioiu; ». Promette allora spontaneamente il testamento dove è detto che il suo patrimonio apparterrà in parte anche al secondo suo figlio Tokia. Dunque, non fu ella che sollecitò il testamento, questa donazione fu offerta spontaneamente dal conte- Prilukoff ideò l'omicidio « Intanto, Prilukoff è partito. Invece, però, di andare in Russia prende la via che conduce a Venezia per dove ella dovrà passare e le 6cnve la lettera di minaccia: « Ho saputo amarla e saprò vendicarmi ». EMa, \m la minaccia dell'uorno che ha amato, ebbe uno spavento, ebbe l'allucinazione che sempre la tormentava del ! peritolo di vedere il figlio Tolda rapito. Ma ; Prilukoff, che cosi minacciava, era veramente geloso7 Forse lo fu a Mosca, ma non più a ; Monaco. Egli, intanto, mlnacclerà il suicidio; : ino eesa non lo ascolterà ». I L'avv. Vecchini si dilunga a trattare la que stione di quando some l'idea del delitto; con1 traata :e varie teorie sostenute dalla Parte civile le dagli avversari difensori di Prilukoff e dice: 1 come vivo fosse il contrasto, ormai, fra la I 1 donna ed i 6uoi due amanti. La donna cercava j il matrimonio perchè il Kamarowsky nobile i t di «Ita nobiltà, con un ricco patrimonio, jx>teva | l uscire dal triste cerchio che la fatalità de! caso j1e la circostanza stessa della sua avventura a-!veva croato. IPerciò l'avv. Vecchini lungamente mostra co- j me la prima idea del delitto sia sorta nella j mente di Prilukoff; ma dopo il suo lungo d;ro'all'avvocato diventa la voce roca e poiché egli, ha messo nella sua. arringa, poderosa, vibrante di entusiasmo, gran foga e tutto il fervore intonso, cosi egli è stanco e chiede al presidente il pernxv=so di continuare domani l'arringa, rtfornettendo però dt finirla nella mattinata. Il pubblico colmo esce sotto l'impressione ancor viva p. palpitante della magnifica ed alata parola dell'illustro difensore dotla Maria Tarnowsky. CINI.!