Un colloquio con Gabriella Réjane

Un colloquio con Gabriella Réjane Un colloquio con Gabriella Réjane Scendeva. dall'automobile nell'atrio dell'Hotel d'Etirope, dove l'attendevano, al piedi dello scalone, un concierge impassibile, Dario Niccodeny. sorridente e un giornalista curioso. Vista oosi, guizzante nella guaina dell'lmpermeabi'.'e grisperle, circonfusa ancora da una loggera nuvola di polvere, il viso annegato in un fluttuar tcmi-a di veli indefinibili (cinerinl, azzurrini, giallognoii... chilo sa?),Gabrielle Rcjane aveva l'aspetto rli una qualunque graziosa incognita, reduce da una qualunque corsa in automobile, che l'avesse emozionata un poco e divertita asari). Soltanto dopo, quando entrò con due passi nell'a-scenseur, scorsi una caviglia snella in basso, e un lampo di sorriso, in alto : un sorr.so vivace di bimba in un volto intelligente di donna sotto una cornice magnifica di capelli color... Parigi (biondo d'oro, rosso rame, fulvo tenero?... chi lo sa!). Di solito, quando una signora scende daU'au- un mer—autogno——verchezi', Ldi Ntro mag—va —franIoEssatorntomobile per salire in un ascensore d'albergo, unaviene da poco lungi e sente il bisogno di ripo-; innsarai: la Réjane, invece, viene sempre di lon-|tal tano e sente il bisogno di chiacchierare. renQuesta volta, però, veniva soltanto da Londra: 'deliquattro giorni di viaggio, con contorno di marei _e di stelle, di polvere e di pioggia, di fiori e di prodneve. | agli- La neve delle Alpi, la neve italiana, la neve ! rn(>rdi maggio! Che bellezza! — esclama a'attr.ce m, Duno scatto d'entusiasmo sincero, con la sua voce dQrcalda, «meridionale », come direbbero in Francia. c;mE, mentre nell'anticamera del suo apparta- de] mento al primo piano, si libera dai veli e dai qUaseccatori, racconta le peripezie di qsust'ultlma j _corsa folle attraverso l'Inghilterra, la Francia e| j_un pezzettino d'Italia, tutta fresca e gioiosa, co-itounme se uscisse appena dal gabinetto di toilette. |vosNiccodemi, commediografo, giornalista e via* n&lgiatore, gran divoratore di .libri e di chilometri, splil vagabondo per eccellenza, che passa la sua piUvita tra una cabina di piroscafo e una stanza da Ahotel, tra un gabinetto di slecpmg-car e ««iaJlecamerino di palcoscenico, aveva ragione dl dirmi Ja che la Réjane è la donna più parigina dl Pa-| Lrigi. corno è l'attrice più femminile d'Europa i,ia Basta sentirla parlare per capire come recita; ul basta sentirla recitare per indovinare come parla. E1 sincera e semplice; tutta impeto, nervi ed' attività, capace di precipitarsi in soena in ritar- dopo aver viaggiato un giorno intero a cento chilometri all'ora e di respirare con voluttà l'aria pesante del teatri, odorosa di chiuso e di folla. esetor» ' ; dopo essersi inebbriata con gioia d'aria campe- stre. profumata dl fiori e di benzinaInstancabile : ecco l'aggettivo, che le 'Si addice. Instancabile e giovane. E' NmosotId'utricd'eQuanti anni? - domando a una persona p.pseguito. QL'età della Duse... - mi si risponde argu- L,, idei... seguito, I — L'd l tamente i la,me,lle' .. . Ax, l8at Ho Mplt0- letà M'a.-Duse= con Quota dif-sto' ferenza: che !a Duse è italiana e la Réjane e SflJ ' nariplna. E per .le parigine — lo sapete bene La moda della Réjane, tuttavia, non passa, forse perchè è la Réjane stessa che detta... la gli anni non passano. Passano le mode, però... Da un superlativo all'altro Dtoml'Olei lei alpmoda. Le signore di Parigi la copiano, e quan-: in do son vestite sul suo figurino, sono convinte i spldi fax bella figura. Convinte loro, contenti tutti! La chiamano la donna più elegante dl Parigi, usando il superlativo come sempre accade nella sua citta quando si parla di lei. — I miei concittadini — mi dice sorridendo — son molto buoni con me. Io sono, per esa!., la cher, Panadenocitchdonna più elegante, l'attrice più donna, l'automobilista più coraggiosa: una filza di « più » j acche non termina mai. CesTutta la sua vita, del resto, è stata una serie !tesdi superlativi. Cominciò coll'essere la più povera. | ME' vero che a quei tempi era anche la più gio- cuvane: ma essa della giovinezza non s'accorgeva; Es'accòrgeva invece della povertà, tanto che de- deelse di cambiare sistema e di diventare ricca. ItavLa sua fortuna fu una cintura di rese che le mocircondava bizzarramente il corpo snello, m una 6cesera indimenticabile in cm recitava Les ftonnes cedpauvres, di Emlle Augler. S'era appassionata'unalla parte e aveva cercato di trasfondere tutta Vicl'anima sua nel personaggio che incarnava; ma U11 pubblico non la comprendeva e rimaneva di'estghiaccio. Ciò la esasperò, e al terz'atto. in un| _impeto di ribellione contro se stessa e l'avversa fortuna, si strappò te cintura di rose e la gittò | Qlontano. Quel gesto, che s'adattava mirabilmente alla scena, fu giudicato un'abile mossa di commediante ed enne la virtù di susoitare un entu- jGaelastico applauso: il primo di quella serata e' della carriera di Gabriella Réjane. Ecco, per una volta tanto, delle rose senza spine. — E da allora ? — damando per avvil'arla sul sentiero fiorito dei ricordi belli. — Da allora ho lavorato senza posa, con ardore infanticabile, cercando di rimaner fedele al mio ideale d'arte fatto dl sincerità e d'umanità. E vi rimase fedele attraverso alle più svariate: piùdes, ! form« dl teatro, per le quali passò, [ Alle Varictées essa divenne l'interprete favo Il Aro—pr—meso coconai ..•...<. . «.«..tnun, 's'i: rita di Melllac e Hallevy, che soróssero per lei . !., . j.. j v .....la | ie loro" migliori commedie, ottenendo mercè suala \ . ^ &raiKU SUC06ssl. Fu giudicata l'attrice co-1 V'mica per eccellenza ed i magnati del:a critica la chiamarono la regbia del sorriso. Continua, come vedete, la serie dei superlativi. bel giorno la lieta Gabriella, la beniapubblico, cessa di seminare ilarità, e intadedaI „ . .„ _.ju-,i . ,„ .„« cr > - — =>'ie ln Profonda meditazione: la BUa'I)r - | signor ,p0Te] direttore dell'Odèon, allora ed'_~' ! ora direttore'del Vaudeville, I Sto^1"™"'" Renne^ta al signor Pore' ed 'u- l^d_jeoc° la Re'.ane SP0^ al 91Sn°r p«e- ea se aliarle drammatica. , | ! aij spettatori delle Varietées non ridono più! e j alle brloae trovate dell'interprete di Melllac, maìm-j in camponso queIU noirodéon si commuovonojPri, P»r virtù della protagonista di Germinie Lucer- l'ux di Edmond De Goncourt... re , - — Nella recitazione di questo dramma potentissimo, a tinte forti — mi ddee — io ho scoperto in me le doti di attrice tragica, che sin allora non s'erano rivelate. E pensare che appunto in quel dramma la donna pili elegante di Parigi ra.ppresentava te, parte d'una servetta meschina e sventurata I In seguito la Douloureuse di Donnay, la Cour. se au flambeau di Paul Hervseu ribadiscono il successo, e te grande attrice passa dl trionfo, in trionfo e dal genere tragico al comico con indescrivibile facilità. Una delle sue creazioni a i re l e , a o a' r e a e , a- -|t vei "siete la padrona! -1 e o vdenoRDdoirIè Madame sans gène, il cui ricordo le suggerisce Aun aneddoto grazioso. leNel terzo atto, una sera, l'attore solito arap- dpresentare la parte del turco Rouslan. si ani- Mmalo, e lo si dovette sostituire all'improvviso. I loChi lo sostituì, invece di guardare e salutare 1 Mmilitarmente Napoleone, guardò e salutò per tutto l'atto la Réjane. che s'affannava invano ad avvertirlo a gesti dello sbaglio. Quando fu calata la tela, la Réjane lo rimproverò : — Perchè guardavi me invece di guardar? l'imperatore? Perchè lui è l'imperatore soltanto, men- La sua diletta Italia. Ed essa è davvero una padrona: della sce na, anzitutto, di se stessa, del pubblico e di msemdramrcV un teatro, nel quale si combattono da tempo meravigliose battaglie d'arte. — Io incoraggio l'arte giovane ed i giovani autori, che abbiano dell'arditezza e dell'ingegno! — esclama con energia la Réjane. — E che pensate degli italiani? — Ho molta simpatia per essi, perchè sono versatili e audaci, lo non temo le commedie che si sogliono chiamare pericolose. Amo, anzi', affrontare il pericolo. Lo affronta e lo vince sempre: Il rifugio di Nicodemi, che Impauri il direttore del teatro Antoine. e fu invece da lei accolto nel maggio 1909, è una prova di quanto afferma. — Non avete nessun lavoro italiano in prova per l'avvenire? — Sì; la Locandiera di Goldoni, tradotta in francese da Dario Nicodemi. ROGOOMOOOOROOIo so a questo proposito un episodio grazioso. Essa passava un giorno in automobile, nei din-1 Otorni di Bologna e dovette, per una panne, far Ouna tappa in nn'osteriola di campagna, che la ninnamorò pel suo sapore d'antico e per una Ttal quale rassomiglianza con l'albergucclo flo-jOrentino ideato da GoTdoni come sfondo alla sua;Odeliziosa Mirandolina. lo_ jja scena della mia Locandiera dovrà ri-1 produrne questa osteria! — esclamò la RèTano iOagli amici, battendo le mani in un de' suoi ; Orn(>rneati d'entusiasmo. j ODett<) e fnttl0 ordinò a un pittore di npro- dQrre fedelmente sulla tela quell'angolo di l0-|Uc;mcia bolognese, senz'aggiungere — per amorjRde] cie]o, _ nulla di su0. e si fece spedire 11 OqUacir0 a paiigi ro _ slele dunqUe un'appassionata dell'Italia? II j_ certamente. Ogni anno vi faccio la mia \ Otounnée d'artista e di sportista; percorro la'Ovostra bm& penisola in lungo e in largo,n&lte citla e nel pacsi> indugiandomi lungo leirsplaiggi,e incantevoli e frugando i recessi del : OpiUorescni Apen<nin:i. OA 6stq (0 non m a meno f]. pensar(,! aJle nostre attrici, che attraversano l'oceano al- rJa rioerca dell'America.... jO La Réja,n€ na una co'{tura artistica sull'Ita- ,ia davver(> inquietante. Essa vi sa dire che alla ! ul pare|ie daUa tol p(lrte m M museo, ad I esempio di Roma, vi è la tal opera del tal au tore. E ciò non in un caso soltanto: sempre.{E' prodigioso! Non consiglierei certi nostri conservatori dl monumenti, o certi impiegati della Minerva dl sottoporla ad un interrogatorio! In letteratura poi, è certamente più còlta d'una studentessa in belle lettere E' ammira- j trice di D'Annunzio, il che non le impedisce! d'esser tutfaltro che d'annunziarla e di saper p.pUa part<J ^ Dgnte g d. Car(lucc. a memoria. iQuesto essa non vuole che si sappia perchè L, 03a dire di n Jp P 8ate m proposito, vi risponde, come ha rispo¬ sto ft me_ r?ccontendo raneddt>t0 del picCo,a SflJ1 Bernardo Durante una delle sue Innumerevoli gite automobilistiche in Italia, la Réjane si fermò all'Ospizio del Piccolo San Bernardo. Erano con lei un gruppo di attori, attrici e autori, come ' lei entusiasti della meravigliosa passeggiata alpina. La comitiva, di sera, aveva preso posto in quel tepi40 e confortevole refettorio dell'O splzl0i che quando l'appetito stuzzica e la stenchezza invade, ha molti punti dl contatto col r, ., ,, ' , . , Paradiso. Ma alcuni touristi italiani, che ce-| navano allora a un tavolo prossimo a quello ; del gruppo Réjane, pensavano invece all'Inter-,no... di Dante ed uno di essi cominciò a re-1 citare i canti più nota, alternandoli con qual- che ode di Carducci. A un tratto però, essendosi 1j accorto che al tavolo vicino si " parlava frati- ! Cese, smise di recitare per un atto di cor- :tesia. l| M.a la Rejane Jo prflRÒ di continuare, assi., curandolo che capiva Vitaliano. | E QUel sigrmre deo;amo nnCora il canto XJ deinnferno Si fece cosi tra i due gruppi Itavola comune, e la Réjane, conversando, ebbe mouo di Qar ppova QeUa sua perfetta cono- 6cenza dei nostri maggiori poeti, finché, per ! cedere alte insistenze degli altri, salita sopra''uno sganello, disse versi di De Musset e di, Victor Hugo, eli disseda par sua | Una signora della comitiva Italiana andò Ini'esta5i queste parole| _ Come recita bene! Recita quasi come un'at| Qua\ QUasi ,a RéJme n0R lQ dtrnenUc6 ma1 jGabriella" Réjane ' più, ma quella signora non sa nemmeno a-desso daver assistito gratis ad una recita diIl fascino e il... processo di Venezia Approfittando del momento propizio Inter-rogo ancora : — Quale citta d'Italia ha l'onore delle vostrepreferenze? — Venezia, la città dei sogno; Venezia ha per me un fascino irresistibile ch'io stessa non mi so spiegare. Quando ne sono lontana, la penso continuamente e la rivedo colla fantasia e ri cordo con piacere infinito le ore" deliziose pas- natii rnlft nhhnnrtnna'o »„..o .«li i 's'ite colà abbaildona'a tutta f. oil i inpnntl HaIIt . n™„,iVw». c , ; , lz .laguna ammaliatrice. Sapete Olial'è 11 mio PIÙ lagun* am™!ta^ice;, Safele (Jual'è 11 mI° più 1 V'V0 desKlerk5 ? Quello di finire i miei giorni in grembo alla regina dell'Adriatico, ascoi-tando fino all'ultimo Istante la dolce musica del mare percorso dalle gondole e percosso dal remi. I La Réjane fa della poesia, ma io la trascino crudelmente alia prosa, all'antipatica prosa ael'I)rocosso Tar,,owsky v - Q'aTè dunque la vostra Impressione» '_~J non^ne no provata nessuna; sono 1 I Stornali «he me ne hanno attribuite... Per 'uella dt>nna ho Provato solta"to un gran senSo dl pietà | . " - ... ! VorrM sapfre dl Plù' ma Pare cne l'argo-ìmen,° n,on Piccia ali attrice, perchè si rifugia jPresso 1 autore... del Rifugio, che deve parlarlea a te, l della recita serale. Rimango cosi senza l'impressione sulla Tar- nowsky, ma con molte Impressioni sullaRéjane. Il suo viso sopratutto è caratteristico. Di primo acchito vi lascia indifferenti, ma dopo cinque minuti lo trovate bello, dopo dieci irresistibile... Come lo trovereste. Dio mio!, dopo mezz'ora?_. ! _ Giovanni Corvetto.