Il fidanzato calunniato e lo "chauffeur" amante

Il fidanzato calunniato e lo "chauffeur" amante Il fidanzato calunniato e lo "chauffeur" amante — SI... Il tenente è , ,,, .„.llM;Jp. f.j»^. ^!arj^ San'j ì ' — Fate entrare il tenente Pastrovitch! — ordirla il presidente. A questo nome l'accusata ha un sussulto angoscioso. 1! tenente Pastrovitch entra nell'aula a passo fiero e getta un fuggevole sguardo fino nella gabbia. Il dramma si intensifica: che passa in quelle due anime, in <;uelle due menti?... — Ella conobbe la signorina Maria Sani? — SI, signóre, l'hanno scorso. — I.o simpatizzò, si innamorarono, si lìdanrarono. nevvero? — Si, ci lidanzammo. — I suoi rapporti furono mai intimi? — -Mail Su! mio noro di soldato... dico mail - E quelle tenerezze che, senza cassare In misura del lecito, possono concedersi tra fidanzati? Si,'tenerezze da innamorati, ma che non varcarono mai un conveniente riserbo. — La signorina Sani non lo scrisse un giorno che si trovava in condizioni irregolari? — Si. — E che rispose lei? — Mi stupì che ella volesse ritenermi causa di questo suo stato; le spiegai che i noftri rapporti erano tali da non poter avere si i.-iili conseguenze: la consigliai ad ogni modo di recarsi da un medico, che 1 avrebbe rassi- ' Il presidente si volge all'accusata, che, co-me sotto il peso della vergogna, è rimasta curva, immensa nel suo dolore e nel suo al' fanno — le domanda — quello che il è vero che cosi vi scrisse? mormora appena i licenziato. Lo "chauEfeur,, altro che cavaliere Ma un altro uomo è già nell'emiciclo: il biondo rhtiuffcur Marangoni. La fanciulla, nel- la gabbiti, si è raggomitolata, si è fatta picei- ne piccina, come se volesse In questo istante naseonclersi tigli occhi di tutti. Ella, dunque, non e la donna fiera della sua colpa, sfidantecon l'orgoglio del proprio amore la voce pub-Mica e il pubblico giudizio: ha vergogna del suo peccato. Allora, per quale debolezza, per quale .^ordinamento dei sensi, per quale ab- bandoon dell anima ella lo commise? Ecco il tomigoni. il baldo ehautleur, non ha P«- D'altronde, come un chauf/cur potrebbe ossero cavalleresco .' — potrebbo diro qualcuno, con spirito mordace. — Da quanto tempo prestate servizio presso i signori Sani? — Da tre anni. E avete avuto occasione di condurre fre-quentemenie la signorina Maria a passeggio inautomobile nevvero? — Parecchie volte. — Avete mai avuto ra.pport-1 con lei? — SI signore. — Dove e come. Lo vhauffeur rimane per qualche istante per!Plesso: egli non sa come debba dire; ma il pre Sidento lo esorta a parlare. I — La signorina — esclama il teste — un giorno veircn a trovarmi nel garage. Fu nell'ot-!tobrc... i La signorina, singhiozza .risperatamenie co-'me se fosse presa da un spasimo infantile. — Avevate simpatia reciproca? — Sì. — Ve la siete mai manifestala7 — No. E come, allora, siete potuti giungere certe intimità se non vi siete manifestala quo-sta simpatia? a — Fu lei che ven.no a trovarmi nel garage... Ed egli fu ben lieto di cogliere la buonafortuna inaspettata e non andò a cercare oltre le cagioai per cui tale fortuna gli veniva, — Voi dite che la signorina venne in garage: ma in istruttoria iuvec-o avete detto che vi siete trovati nella camera della signorina stessa. — Ci fermammo dieci minuti nel garage; quindi salimmo nella camera. L'avv. Bernini ad un certo punto osserva: — Come va che non avete poi continuato la relaziono anche quando siete tornato dalla campagna alla città? — Fu perche la signorina non volle pifx^. L'avv. Venturini guardando fieramente il testimone gli domanda: — Dite, proprio, ò stata lei che vi ha cercato ? — Si. L'etcunaafn «ras enttace l'nrasmsite Quest'ultima dichiarazione del teste provoca la violenta reazione dei difensori che gli rimproverano aspramente il contegno ingeneroso. •Maria Sani, che in questo momento deve sen- tiro ancor più che nell'ora in cui si decise alla calùnnia, la vergogna di questo suo basso aìmore- ~ se «niow «M - *i «*rn«h In pianto | rr''si ja causa. Ld ora, dopo questa testimonian zn. che doveva essere la principale del dibatti mento, lo alire non hanno più colore ed inte resse. ; Il brigadiere Agostino Abbate riconferma 1 i suoi verbali e specialmente sul cadere di ogni sospetto e di ogni accusa nel confronto dei familiari della signorina Sani. I medici Busi, Rezzo, Azzaroni - clic curarono la signorina quando fu internata att'ospedalc per la nefrite feolf&Su & Cernii ^"tòsttóSinSdice il presidente al te-quasi lamentoso. Il presidente le dice. — Avete sentito (pianto afferma il testimone? Allora essa quasi balza In piedi ed esclama: — Non è evro quanto all'erma.! — E voi, sentito stintone. Ma il Marangoni si chiude nelle spalle: sotto le varie contestazioni degli .accusati il biondo fliau'fcur rimane impassibile, l'ermo nelle sue dichiarazioni. — Fu ella che volle, come fu ella che più non volle. E il presidente lo licenzia, perchè tanto da lui non si può più apprendere cosa che inte-ìronde si succedono quando l'udienza Incomincia ad essere stanca. Ma l'escussione testimoniale, con febbrile intensità di lavoro, è stata esaurita. I giurati hanno seguito molto attentamente l'escussione orale dei testimoni. 6>n foli» elise Usetlin ; Romani si avranno le perizie psichiatriche e ne arringhe, e forse la sentenza. Maria Sani : quando si leva sofferente per uscire dalla gnb bia. e scendere nel cortile, dove l'attende la vet aura privata che la dovrà ricondurre al carcere ! crede per oggi di aver Unito il suo martirio: ma -ha to]Uì._ cn0 è crudele in ogni città, clic pur- abbia fama di gentile e buona, l'attende al varco e quand'ella appare rimessa e curva, quasi sor ferente, quflle cento donne e quei renio sfacceit- dati che si sono raccolti nella, via, hanno un ghigno sarcastico altissimo; poi levano grida ed- urli e cosi rincorrono la voltura che si è alien-,0 | lanata in fretta. Maria Sani è ricca: forre 6 Iquésto che non le perdona il popolo, assi! più jche il suo fallo d'amore: ma per-Maria Sanluna donna del popolo ebbe una parola di conforto e di pietà: la sua cameriera fedele e lutoa na che l'assiste anche in queste oro di angoscia di ansia terribile... Cini

Persone citate: Agostino Abbate, Bernini, Busi, Cini, Rezzo, Venturini