Le lagrime e la vergogna della ricca signorina infanticida innanzi ai giurati bolognesi

Le lagrime e la vergogna della ricca signorina infanticida innanzi ai giurati bolognesi Le lagrime e la vergogna della ricca signorina infanticida innanzi ai giurati bolognesi g gsuo delitto di sangue e di calunnia vien giudicato a porte chiuse L'interrogatorio, le perizie, la testimonianza dell'amante (Per telefono e per telegrafo dal nostro redattore giudiziario espressamente inviato). : fSt>l!«5S»>i»» 10, ore 21. iveUn anonimo novellatore senese dol 1350. ol coP.ocd piiì Rhi dopo aver narrato la lacrime- sivolo storia della figlia dì un principe della, gl| Catalogna che aveva fatto «copia di sé » accoun palafreniere del padre, il quale palafre-Ueniere era uomo vigoroso ina d'ignobile razza, l'ied ebbe da lui un figlio che essa strangolo|ticon lo sue stesso mani per orrore del castigo flpaterno, conclude: » E sogliono guaste còse riti v veni re perchè il cuore di una giovine e no- v<rente clonila è siccome l'arco teso per cui. scou mcano le quadrella più rapide .che .non lavo- \ ^cola talvolta dove ionia dell'arciere e vanno 'WjfSii^iffi0^ concludendo da-|rcvanti Tedici* nquirenU la°sua "più Inori- ^movole storia ancora di quella dolla figlia del re di Catalogna, ha detto qualcosa di molto simile. Ella disse infatti: « Fu un breve fallo, e fu un momento di follia amorosa, perché il cuore mio pulsava di gioventù e fremeva di desiderio ». •'«•«•E'o «Iella principe*!»» c!J Cntnloarna Il palafreniere è questa volta uno chaùfff.ur per essere ni corrente coi tempi, ma le due storie dimostrano che il cuore e la psicologia delle donne h sempre stata la stessa in tutti i rietto, fu -tempi. l'ili lacrimevole storia, ho 1 (,„eUa dl,||a signorina Sani, che non quella Ideila principessa di Catalogna, perche questa volto nelle ina trovò grazia presso il padre, che ebbe potere di dare una contoa. al rozzo palafreniere, che un giorno gli aveva salvato la vita perche potesse ora sposare la figlia. La. signorina Sani invece trovò un medico che. ligio fermamente al suo dovere, la denunciò ai giudici e versa ora lacrime più cocenti che i baci cho ella avida di vita e di gioia aveva cercato sulle labbra, eli uno chauffeur. Ne ha versate delle lagrime Maria Sani; ne ha versate tante che ogni onta forse potrebbe esserne lavata se il lavacro delle lacrime non fosse che una figura rettorica. Quando i non molti astanti la. vedono stamane entrare nella gabbia, quelli che la conoscevano nelle ore sue felici, in quelle ore in cui il sangue fluiva rapido, pulsante, fremente nelle vene, accelerando i fremiti dello nari, e i palpiti del cuore, e i battiti del polso, ebbero un angoscioso stupore. Ella non è che l'ombra di sé. esclamarono. Che rovina! L'esclamazione, che aveva solo un punto di visla estetico, ha però anche una profonda ripercussione morale. Chi sentendo questa esclamazione non ripensa alle terribili ore di vergogna, di onta, di sconforto, che questa giovinetta ha attraversato dal giorno in cui 1 dolori della maternità, quei dolori fin: mettono tanta luminosità di gioia sul viso delle giovani madri, incominciarono a farlo comprenderò tutta la dolorosa realtà del suo fallo, e a. mettere nel suo animo la disperazione di colei clie si trova di fronte all'irreparabile, così da l'arie maturare nell'animo il tragico e terribile proposito. Pure il giudizio intorno a lei non può essere a tutta prima benigno. La storia sempre torbida e angosciosa dolio Infanticide è storia molto frequente nella cronaca giudiziaria. E' frequente, conio sono frequenti le imprudenze entusiastiche e frenetiche di gioia dell'umore, come sono frequenti le fralezze e le cadute dello anime umane. Ma quasi sempre esse storio nascondono nelle loro pieghe l'ingenua storia di un'anima di una fanciulla, inesperta, abbandonata a sé senza il conforto di virtù materne e familiari, ingannata dall'uomo che per il primo lo apri gli occhi alla luce abbarbagliante dell'amore L'uomo ha noi tradito; è fuggito con la viltà del maschio, sazio delle gioie che ha godute coll'inganno e con lo blandizie o con le lusinghe. E allora, la piccola, operaia che ha respirato l'aria torbida e. corruttrice dei grandi falansteri che sono le fabbriche moderne, o 'a povera contadina che amore ha. convinto nelle veglie lunghe e pazienti al dolce tepore della stalla, o con l'ebbrezza del magnifico solo sfolgorante per l'arsa campagna, vengono davanti ai giudici a. narrare la loro sventura che è sempre la stessa, che. sarà sempre la stessa, 'perchè l'amore trionfa di ogni esperienza, e di ogni evoluzione moderna dell'intelligenza e della coscienza. Maria Sani, no. Maria. Sani era ricca, era corteggiata, aveva anche un fidanzato. La vita — se ella avesse avuto maggiore pazienza d'attesa — avrebbe potuto darle i suoi diritti alla gioia e alla felicità: ma ella volle scapricciarsi precipitosamente e non scelse 'a via più pura.. Anche nei falli d'amore la folla vuole che. non si fnccia. torto a una certa eleganza estetico. Ecco perchè la folla non simpatizza per Maria Sani. La folla è democratica; ma. però disprezza la donna che net suo amore scende in basso invece di salire. Le donne sono sempre inesorabili contro le loro simili che han peccato con imprudenza. t'imi.sve «."ti li» rerRofiin — Ed è contro le donne clic noi domandiamo le porte chiuse, non contro la stampa!— mi diceva stamane l'avv. Venturini, zelante difensore della disgraziata Maria Sani. — Esse sono troppo implacabili. Esse godrebbero troppo della sventura e della gogna di questa disgraziata!... Intanto Maria Sani, nella gabbia, piange, piange quasi quieta, .lungamente, desotlatamcnte, come quella che sola nel r.-langore trova un conforto nel suo dolore. Essa è entrata lenta, col pusso vacillante, in sguardo chino. Tutti hanno cercato il suo occhio ed 11 suo volto; ma ella li ha nascosti, prima in un fitto vello, poi nel molo di vergogna che le fa abbassare la fronte. Ora ò una figura molto arile, quasi patita. Un giorno, invece, era una gagliarda giovane. Ora dell'antica opulenza di forme non resta che la troppo inarcata grossezza di lineamenti nel volto. Nella nera, sottile, attutata e modesta veste, la sua desolata figura appare più triste ancora. La folla è venuta per vederla, ed é poca per ora. Molti studenti e scolaretti, che non hanno dovuto nemmeno marinare la 6cuola, perchè oggi è giorno di vacanza. Qualche donna va guardinga, quasi esitante ad avanzare; smora, dunque, la cattiva curiosità femminile, tanto temuta dal buon avv. Venturini, non ha mandato avanti che poche e prudenti avanguardie. — Non tema: i;i grosso verrà poi! — assicura il vecchio avvocato, che ha buona conoscenza, 10 credo, casi dell'ambiente giudiziario come delle consuetudini donnesche. Intanto Mania Sani, appena entrata nella gabbia, va a rincantucciarsi in un estremo angolo. Vasta è la gabbia e vasta è la sala, che vorrebbe avere anche una certa aria monumentale. Il carabiniere, vedendo la giovine camminare sino al fondo della gabbia, vorrebbe trattenerla; ma 11 capitano, che ha indovinato tutta la confusione e tutto l'orrore dell'accusata, che sente penetrare nella carne, quasi nell'intimo suo. mille sguardi indiscreti, si volgo ai! carabiniere fi gli dice: «Lasciala stare!». E Maria Sani si accascia sulla più alta panca. La disperazione della sua vergogna le ha suggerito una buona mossa strategica. Lassù, proprio all'ultimo canto della gabbia, un asse le topi;,» la visione del pubblico o ;a nasconde agli occhi indiscreti. Ella si rincantuccia là nel1- srvririZfl ,ij sottrarsi a tutti gli. sguardi. Ma presto la sniderà il presidente quando le dovrà chiedere '.e sue generalità. E' lassù, seduto, raggomitolala, nasconde il inguantate di nero. Piccole ma¬ ni: io penso la terribile ora hi cui esse colpi ron,n " 8<*t0 orrendo, non estetico, come quello M'«^!U ^"'°' tU ° A""US7'Ì0: 1,1,1 lir"- tale, feroce, che non si comprende come una madre .lbbla pcvtu.t0 compiere. Una madre! ni quale orrore riempie questo nome l'infelice don- na, che siede ora in questa gabbia! 11 pubblico, s inesorabile, questo le rimprovera, più che la sua 2 caduta- N(?n or?, clla ricca? Non poteva ella te- d .nere con sé quella creatura che. se pure nata dal- ddeKuocpstDd'dclegdzae stree ròculantimocchrureMtolaquobillobimdptrn1 bl'MAretofiterae SdStailndpcorGdonpigmacsgomipdnmsqtpgsfaMeadFdHhdecmdgIpnpcfPidqprCdrvqmmCaplvrla colpa, non poteva non essere, r.er una madre, _cara, rerchè fatta del suo sangue e della sua Ccarne? Maria Sani non è lal miserire he, cai luta cIn un momento di abbandono, deve nascondere al marito lontano, che ritorna, la tame S1I0 figlio; non la povcr; 7,T™r,"t™ cì uJISfJ? i.P^=»,.oP iSi 'epMtiirna' ^. S !^ dei' suo lavoro, e a cui la creatura D^}i dalla culpa le toghe 1 modo di procacciarsi il a nane... Ques.o, u punouco non peraona a Maria : m 1 _ .. . _ \& | Sani. 1.0 •* cliaulTetir .1 animiti I pc 11 ndanasafo rnlnnnlnto I eE' anche questa sua condizione di ricchezza, \ sche rendendo più Incomprensibile il suo delitto, j mfa fantasticare il pubblico, come gli antichi no- d vellieri, intossendo nella volgare storia della colpa di un amore sensuale, episodi strani, qua si leggendo. Per certuni, clic vogliono parere me gli o Informati, la verità non ò stata delta ancora, e 11 mistero si anniderebbe sotto il confiUeor della bella peccatrice, e il mea culpa del l'intraprendènte chavf/euT. I re dello novelle antic-lie regalavano talvolta la paternità, dei loro fl^it ai ncn ]oro salvatori. Il pubblico vorrebbe ricostruire cosi, forse con la memoria di tali no v<,lle, lln t.roppo cavalleresco romanzo. Lui, che m UR1.rett0 (la R,iidatore d'automobile, passsg ^ ora né]Vantt-sala, fumando una sigaretta, e con la disinvoltura di un uomo avvezzo a cor- rcre tutle ]e vie della vita e tutti i suoi risalii e ^ accidenti, avrebbe una compiacenza degna l ¬ o , stero se intenae far uso della fa colta "dell'ari 278 del Codice di procedura penale, riservan-.- dosi - qualora il pubblico ministero non ere- j desse opportuno l'applicazione di tale articolo degli scudieri del re Astolfo. Ma non mi pare Kuomo da far ciò. Ha un volto acceso, con due occhi inquieti o vivi; non ha la bellezza del paggio del racconto di Balzac, non ha la prestanza del palafreniere del re di Catalogna. Dunque, é vero che per le. fortunate conquiste d'amore con ie donne non occorro all'uomo che dare un punto al diavolo. E questo, forse, lo cliaiifleiir della signorina Sani Io dà. Mentre egli misura a passi nervosi la sala da un lato, dall'altro lato il tenente Pastrovich, l'ex-ftdanzato dolla signorina, tra alcuni amici, pisseggia e chiacchiera. Egli, è esile, bruno, elegante. Veste in borghese. Egli devo pensare che nel cuore, dello donne la perfidia «a tutte le raffinatezze e sa tutte le audacie. Egli potrà perdonare, rerò, se la disperazione, o il carcere, — come l'Accusa crede, — ha tratto la sua donna a cercare la sua rovina. Egli potrà perdonare, perchè l'anima di Maria Sani non conobbe ancora la pertinacia della perfidia, che è delie donne veramente malvagie. E quando egli la guardò negli occhi, invocando che ella facesse lo stesso e che fissasse le sue pupilli; nelle sue, Maria Sani ruppe in pianto, e più potè il ricordo dell'amore che la disperazione della salvezza. Perchè Maria Sani si indusse a calunniare l'ex-fldanzato? Fu proprio per la vergogna di confessare la bassezza della sua colpa, e per dare a questa quella dignità, che la salvasse da un maggiore obbrobrio? Fu calcolo? Fu speranza di trarre il fidanzato, con un tranello e con uno scandalo, al matrimonio? Qui è il mistero, che il pubblico senta; mistero d'anima. L'anima della donna è pur sempre la sfinge impenetrabile. Egli l'ha perdonata dell'accusa di calunnia. Le lacrimo travolsero nella loro piena irrefrenabile il mistero psicologico del tristo fatto, cho dopo l'infanticidio moveva costei nella via di un non meno odioso delitto. Nell'aula si 60110 andati intanto raggruppando 1 giurati. Si è seduto già il Presidente e il Pubblico Ministero. L'udienza, sta per principiare. Sj» costituzione tlellu. gliu*ìn Presiede l'udienza il cav. Rabascini. Sostiene l'accusa il sostituto procuratore generale cav. Morandi. L'imputata è difesa dagli avvocati Aristide Venturini. Ettore Nadalinl e dall'onorevole Bentini. Testimoni d'accusa sono i dottori Leonardo Cantelli, Cesare Gbillini. Cesare filasi, Giuseppe Guglielmini, Agostino Abate, tenente Ferruccio Pastrovich, 'Leonardo Marangoni. La Difesa ha indotto due testimoni e cioè i due medici che assisterono Maria Sani allorquando, dopo il parto, fu colpita da nefrite e venne ricoverata nella clinica di Sant'Orsola. Per concludere sullo stato mentale dell'imputata al momento in cui commise il delitto, sono stati indotti dal Pubblico Ministero il prof. Ruggero Tambroni, direttore del Manicomio di Ferrara, e dalla Difesa il prof. Raffaele Brugioni. direttore del Manicomio d'Imola. .Maria Sani non ha ancora mai levali gli occhi. Curva su se stessa, singhiozza disperatamente. 11 presidente intanto prepara la Giuria. Alcuni dei chiamati deducono ragioni di esclusione, alcuni per occupazioni speciali o per parentela coll'imputata. Il Pubblico Ministero acconsente che si rimandino per sempre costoro. Per costituire in modo definitivo ia Giuria il pubblico è allontanato. Esso s'ingolfa negli androni, si disperde per qualche momento, poi ritorna a sostare paziente avanti alle porte della sala. Lo chauffeur continua a camminare in lungo e in largo, fumando la sua ennesima sigaretta. L'essere l'uomo del giorno, non gli pesa. Dopo tutto, c'è un certo orgoglio maschile nell'essere l'eroe di un romanzo d'amore, ove l'eroina può essere stata invidiata e corteggiata assai. Uno chauffeur, poi... Ecco un personaggio che la civiltà moderna ha portato ad avere anche il suo ruolo nei pili singolari intrighi d'amore, E veramente questo personaggio — bisogna dirlo — si è affermato in questo ruolo con molta frequenza e con efficacia vittoriosa. La. Giuria è finalmente composta : ottimi cittadini dall'fV'ia bonaria 0 di brava gente carnpagnuola. «taria Sani troverà in essi dei bravi giudici? Li campagna è semplice, ma è anche semplicista. Se c'è una donna colpevole di un fallo d'amore. — dice la buona gente, — c'è anche un uomo traditore. E qui, lo chauffeur Marangoni, a quanto si dice, avrebbe moglie e figli! Maria Sani intanto è scesa ed è venuto al primo scalino della gabbia S3 unni, orfana, bolognese... Il presidente che ha l'aria grave e severa, le dice : — Voi sietn Maria Sani del fu Enrico? La ragazza leva finalmente il volto in alto. Fitto ò il velo che lo ricopro. Nulla o poco delle sue fattezze s'indovina dietrofdi esso. Ha gli occhi larghi del colore della pervinca; ha delle ciglia lunghe 0 fitte. Credete a me. — dice un collega bolognese che la conosceva! — era una bellissima giovine e aveva fama di correttezza 0 di onestà. Fu debolezza di un momento? Fu inganno? Ecco il problema che dovranno scioglierò i buoni giurati campagnnoli. Intanto il presidente continua: — Avete -23 anni? — «i. — Siete nata a Bologna? — Sì. — Siete stata a Bologna? — Si. L'imputata ha una voce chiara e vibrante. Il suo viso è di fiamma. Forse, per il lungo piangere. — Sedete — lo ordina il presidente. Maria Sani ricade sulla panca come prima; nascosto il viso nelle mani e ricominciando a piangere e a singhiozzare con lunghi singulti che le rompono il petto. Appena il presidente ha terminato tutte le formalità, l'avv. Venturini si alza e dice: — lo mi permetto di fare un'interpellanza al Pubblico Ministero par domandargli se egli intende o non usufruire della facoltà, che gli dà l'art. 278 del Codice di procedura penale, il quale vuole, che in certi speciali casi si possa procedere a porte chiuso. 11 presidente però interrompo l'avv Venturini e gli dice: «Aspetti che sia costituita la Corte ». Allora fa fare dal cancelliere l'appello dei giurati e quindi fa loro prestare il giuramento con la formola scritta che l'usciere va man mano presentando ad ogni giurato, il quale pone la mano su di essa e dice solennemente: Giuro! Durante questa funzione, che qui è fatta con molta maggiore solennità che non alla nostra Corte d'Assise di Torino, l'imputata continua a piangere e a singhiozzare. Tratto tratto si porto il fazzoletto agli orchi e con una mano la fiala dei sali al naso. I.is Difesa vuole le porte chiuse e 11 I». U. no. Api>ena anche quest'ultima formalità costituiva della giuria è teaminata, l'avvocato Venturini domanda un'altra volta al pubblico mini. qgsidutéCclabeappamsidlasleessmqinvdvdcucbliccdmmacmToiCflacgapqdfabs■fa«fapeaEcue dnaraBdrtfsqfurvtihdncPslrtsvlldccqantiqprnpccsvocCtltdbmsdd _ jj dire lo ragioni "per cui egli crede invéce | Che il procedimento debba cominciane a porte! chiuse. | cnuise. 1 11 Pubblico ministero subito si alza e dice: • —Non credo affatto che sia qui il caso di i . Sfontanare il pubblico dall'udienza. Qui si; ^}i^^a: M&^e¥»tó^oV«on' l affatl0 dl un'imputazione che possa ledere la ; a : moralità dol pubblico o che possa essere ra-' \&tono dl p.ul?!),.,.<Ì0 .^'??!4!^e-. Perctó.i° <*ed? che. I per ora si possa proseguire a porte aperte. In, I esguito. se capiterà qualche punto della discus-' \ sione che possa mettere in peoicolo la pubblica I j moralità, allora si potrà provvedere a proce- - dere a porte chiuse.. I .„ j f$?£? _?„K*a s ■ ^W*enT Ma l'avvocato Venturini non si arrende al questa ragione dol pubblico ministero e svolge i motivi per cui egli crede che il processo si debba svolgere a porte chiuse. Egli dice:; — Faccio questa istanza a nome di tutta la' difesa. La pubblicità dei giudizi è veramente la uegola. ma ognuno sa elio tutte le règole hanno té loro eccezioni. E' vero che l'articolo 278 del Cod. di proc. pen. dice che solo si possono chiudere ie porte dell'aula quando sia ia gioco la moralità o quando sia in pericolo in pubblico ordino; vero è che la richiesta dovrebbe essere fatta dal P M.: ma non è men vero, anche, che questo provvedimento può essero preso di ufficio dal presidente. » Quindi la difesa, questa volta, si rivolge at presidente perchè egli voglia faro buon viso, alle ra-gioui che essa oduuce, perchè il procedi-' mento prosegua a porle chiuse. La pubblicità, signor presidente, è stata fissata nell'interesse degli accusati. Ora è naturale ed è logico cha la difesa degli accusati possa far getto di que-' sto suo privilegio. Quindi, la difesa domanda le porte chiuse e non vedo quale diffirpltà possa essere avanzata dal P. M. come da chi regge le sorti dol dibattimento. E' vero che qui si trattai solo di un'accusa di infanticidio, ma non 6 men veno che per spiegare le ragioni per cui questo infanticidio è avvenuto, è necessario indagare tutta la vita di questa sciagurata giovine contro la quale il P. M. ha usato anche delle parole molto gravi perchè le ha rimproverato dei veri e proprii amorazzi. E' per la discussione di questi pretesi amorazzi che noi crediamo che in questo momento si verte in una materia tutt'altao cho ascetica e tutt'altro che pura. Anzi io direi che slamo in un ambiento molto lubrico. Io credo che per la moralità del pubblico sia necessario allontanare lai curiosità privata clie intorno a questo processo cerca l'occasione per poter provocare lo scandalo. E specialmente, io insito su questa domanda perché sia allontanato il pubblico femminile, come quello che più di tutti è accajnito a questi dolorosi e tnisti spettacoli. E' vero che, finora, poche sono le signore presenti; ma questa non è che la semplice avanguardia. Troppo di questo processo le donno si sono occupate e per loro, forse, si dovrebbero rin-, iovara i rimproveri acerbi del grande poeta' Carducci e anche del Mazzini, il quale scriveva flore parole contro la manìa delle donne di assistere ai dibattimenti. Quindi ned — conclude l'avvocato Venturini dopo anche una elegante disquisizione intorno alla morale pura e alla evoluzione del concetto della morale dar popoli dell'antica Grecia fino a noi — qualunque sia per essere il risultato della nostra domanda, avremo almeno il conforto di aver fatto il nostre- dovere per impedire che questo banco di dolore dove la sciagurata ragazza siede, non diventi una gogna e una berlina ! A queste parole dette con molta anima dal ■ecchio avvocato della Sani, gli altri patroni fanno eco con applausi. TI preridente allora si volge al P. M. e dice :i{ «Che cosa intende lei dire in proposito?». j Il P. M. se la sbriga con poche parole. 1 Egli dice: — Io ho detto il mio parere poco fa. La Difesa invoca il vostro potere, signor presidente, per il provvedimento che le è caro, e a me non resta che rimettermi completamente a voi, eccellenza. Il Presidente allora si rivolge all'accusata: — E voi avete qualche cosa da dire intorno all'incidente sollevato dalla vostra Difesa? ■ La ragazza si alza in piedi. Si toglie solo per un istante il fazzoletto dal viso, e con voce forte e anche un po' aspra, ma certo fredda, risponde : — Io preferirei le porte chiuse. Il «"resiliente esclude pubblico e itnaipn E pronunciate queste brevi parole si risiede, nascondendo il volto nello mani. Il Presidente allora 6i alza c si ritira nella camera di deliberazioni per stendere l'ordinanza. Non si prevede ancora chiaramente quale sarà l'opinione del Pre. Bidente intorno a questo incidente. Chi crede die le porle chiuse saranno concesse, chi invece ritiene che lo porte chiuse saranno negate, per tema che il pubblico non possa credere che si fecciano preferenze agli accusati di condizioni sociali più elevate. Ma il Presidente, si ritiene, seguirà la norma quasi generale: i processi per infanticidi si fanno sempre a porte chiuse. Se l'infanticidio è un delitto degno di pietà, — giacché la legge ritiene che sia un delitto per l'onore, — perchè si vorrà esporre alla gogna di un pubblico dibattimento colei, che, proprio per forza dell'onore, ha ucciso? Il presidente, infatti, con la sua ordinanza ordina le porte chiuse Uno ad istruttoria orale finita. — Anche la staimpa è esclusa? — chiedono i coKaghi zelanti. — Tutti fuori 1 — ordina il presidente. Ìjìx lettura dell'atto d'accusa. E la folla se ne va senza grande rammarico». Più che la ricostruzione della tragedia, che essa sa e che forse distruggerebbe molte leggende a lei caro, la folla ci teneva a vedere il viso dell'e. roma: lo ha veduto 0 lo basta. So ne va, neanche sospinta dai carabinieri, lentamente. Ora, soltanto Maria Sa.nl ha levato il suo sguardo sulla gente che esce. Ed il suo volto si è illuminato di gioia. Poi, a porte chiuse, s'è letto l'atto d'accusa, e la fanciulla ha dovuto rimpiangere tutte le sue lacrime amare; ha dovuto risentire Hi rossore della vergogna affocarle il viso. L'udienza fini con quella lettura, dove il racconto del delitto di una madre è stato ricostruito colla prosa energica e rigida dei magistrato requirente. Attraverso le porte chiuse Se vi è gente che abbia costanza, tenacia, abnegazione e. diciamolo pure, sfacciataggine, siamo noi giornalisti. Non dico una novità; quindi era da prevedere che anche oggi i resocontisti costretti ad uscire dall'aula — questa volte per volontà della Difesa, preoccupata giustamente di salvare anche l'ultimo resto di pudcre della disgraziata cliente — non avrobbero abbandonato del tutto il campo. Anzi, l'affronto al loro diritto di pubblico controllo li animò in una gara caratteristica di sotterfugi e di graziosi espedienti pjr sapere aualcosa di quanto nell'aula accade-va. Ora. si comprende la loro preoccupazione:* oggi maavaca loro il grande principio di tutti i processi a porte chiuse: mancavano loro,, cioè, le indiscrezioni generose dei difensori. Caratteristico fu dunque il movimento, l'af-' tannarsi, l'agitarsi nell'antisala, negli ambulatori dei piccoli gruppi di giornalisti. Assaltavano avvocati, testimoni e periti non appena questi mettevano per caso il naso fuori dell'aula. La signorina è stata ricondotta nella gabbia alle 14,25. mentre nell'aula si riunivano i periti e i testimoni, attendendo di essere chiamati a prestare il rispettivo giuramento. Il presidente, per cruella stolida formalità,' procedurale, che vuole che ad ogni ripresa di seduta si rinnovi la dijmanda di generalità dell'accusata, dice: — Siete Maria Sani? La signorina fa un cenno col capo, che vuol dire di si. 11 presidente, sollecito, chiama i periti, chiama i testinioni, e anche il galante chauffeur, che, dopo aver sentito l'intemerata presidenziale, ritoma— con aria non priva di una certa arrca passeggiare nell'atrio ed a fumare la | I/lnterroa-atorlo ! sbrigate tutte le formalità procedura*, | giunto il momento in cui l'accusate potrà 1 gjunto il momento in cui l'accusata potrà nar- • rare al suoi giudici le sue sventure ed il suo de- i imo. Il presidente si rivolge all'imputata ìt ; modo garbato, dicendole: — Maria Sani, aveU m ' ^nuto^aante "vITa^usa ™ ^ W** ; "Maria Sani interrompe con un' singhiozzo, eoa ' qualche parola pronunciata con cosi flebi'e voce . che nessuno la intende. Allora è fatta scendo» , nell'emiciclo, e finalmente, dopo aver d'oiainatoi -' per un istante la sua angoscia, può articolar» a I qualche parola. Il suo Énterrogatorlo è durato - pochi minuti. I — Sono venuta — ella dice r;entaniente o sem-

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