Occorre una liquidazione formale della Cassa M. C. per le Pensioni

Occorre una liquidazione formale della Cassa M. C. per le Pensioni Occorre una liquidazione formale della Cassa M. C. per le Pensioni e i e o m e . ee Dimostrammo che .lo Cassa M. C Italiana per ie Pensioni ha tallito completamento aLo scopo indicato dalia aenominazione. Nessuna illusione è più possibile. La pensione media non potrà aggirarsi che sulle trenta lire. Il cho non costituisce evidentemente una pensione. Di questa verità, del resto, il primo ad esserne convinto deve essere il Consiglio di Amministrazione; tanto che, non appena l'ufficio di statistica rivelò la esatta situazione di cose, esso cercò di correre ai ripari. E il riparo non consiste nella riduzione del masuno per il primo quinquennio da 200 a 100 lire, ma bensì nella istituzione di una sezione speciale « per m costituzione dei capitali differiti», da quale, nel pensiero deg.i amministratori, costituisce il nuovo metodo di assicuraziono a cui dovrebbero trasmigrare i soci attuali, attraverso al ponte di passag. gio del nuovo massimo di pensiono. Se però il riparo escogitato dall'Arnmini straziono presenta — pel modo con cui è congegnata la nuova sezione dei capitali differiti — il vantaggio di assidero l'Istituto suilenormaai basi tecniche e, quindi, non preparti più a nessuno dei disinganni, non sfuggo alla stessa obbiezione fondamentale che abbiamo mosso nell'articolo precedente: se lo scopo, dalia grandiosità iniziale, è sceso per gradi e poi è ruzzolato a cosi umile e mo desta cosa, inette conto di continuare? Diciamolo e ripetiamolo, chò la chiarezza oggi nuli sarà mai soverchia. O col sistema elei dividendi, o con la restituzione dei capituli differiti, la Cassa Italiana ha per bocca dei suoi tecnici dichiarato che le condizioni che offre ai suoi soci sono queste: l.o perdita del.o quoto ad essa versate, in caso di morte; 2.o spese di amministrazione nella misura do! 12 per cento; 3.o impiego dei capitoti ili 6.50-7 per conto, li! socio che paga tuia quota di L. 1 mensili per venti anni, più 10 centesimi mensili per spose di amministrazione e L. 3 per tassa d'ingresso, se non muore nel ventennio, riscuote circa L. 30 di pensione all'anno in media dopo i venti anni; oppure dopo aver pagato complessivamente per questo periodo L. 267, ritira un capitalo di circa L. 550. Se io stesso individuo avesso versato L. 267 con lo stesso sistema, presso una ordinaria Cassa di risparmio, impieghereibbe il suo denaro al 3-3.50 per cento; ossia ritirerebbe dopo venti anni la stessa somma diminuito della differenza di interesse fra il 6 e il 3.50. Ma, oltre al potere ritirare in qualunque momento il suo capitale con gli interessi, questo resta agli eredi in caso di .premorte. Evklente|nente dunque converrà a chiunque depositare i suoi risparmi alle Casse di risparmio anziché correre il rischio di. perdere tutto il capitano per avere il solo vantaggio di prendere un maggiore interesse e colla probabilità di perdere capitalo e interesse in caso di morte. Scioglimento dell'Istituto dunque? Dal (punto di vista dell'Istituto in sè e per sè nessun dubbio cho ia liquidazione di esso si impone come l'unica soluzione logica. Nno è stato i'Istituto creato puramente, sempltcemtjate ed essenzialmente per 1© pensioni? Poiché il suo scopo ò completamente fallito, la liquidazione s'imporrebbe. Ma, d'altra parte, conviene disperdere subito in 350 mila rigagnoli i 50 milioni accumulati, senza tentare di volgerò l'Istituto ad aiutare la conquista di qualche grande utilità umana, [ermo restando, s'intende, il sacrosanto diritto dei soci all'integrità assoluta del patrimonio sociale, e previa una minuta documentazione del come si sono spesi i denari dall'amministrazione in questi anni? Ma per potere con piena autorità giuridica e morale portare l'Istituto a que la profonda trasformazione da noi vagheggiata, si impone un primo atto di pura onestà: concedere ai soci dissidenti, il recesso dulia Società con tutti i capitali versati, più il rendimento che essi hanno prodotto. Bisogna, in una parola, porre in liquidazione la Cassa, intendendo con questa frase non già una liquidazione giuridica, quale è regolata daJ Codice di commercio, ma una liquidazione contabile. Questa operazione, notiamolo, è agevolata da una deliberazione dello stesso Consiglio d'Amministrazione. Difatti, nel progetto di istituzione doUa nuova seziono autonoma dei «capitali differiti», all'art. 3 delle disposizioni transitorie, è detto : « Durante il primo anno di funzionumento dei gruppi di mutualità per la costituzione dei capitali differiti è concessa facoltà ai soci della Cassa Pensioni di domandare il trasferimento in tali gruppi di mutualità. Tale trasferimento sarà consentito ai soci, coi diritto di ottenero la restituzione delle quote versate all'inamovibile della Cassa Pensioni capitalizzate ad un tasso di frutto medio, cho sarà stabilito in baso ad un inventario tecnico dei benefìci conseguiti alla data del 31 dicembre 1910». Ebbene, per la liquidazione conta bfle della Cqrospndglivi ccvhcgsqtAatdlmccrdsls«iPcvprgrctupgecv pCassa Pensioni non resta che da applicare questa disposiziono. Si faccia per ogni socio recedente un calcolo di questo genere — reso oggi possibile dai dati dell'ufficio statistico — sicché chiunque, ritirandosi dalla Società, possa dire di avere! perso una illusione, ma non di averci perduto finanziariamente. Insistiamo su questo punto, che pare a noi di suprema importanza morale. L'assemblea generale do'Ja Cassa, prevedendo che il falimento dello scopo primitivo dell'Istituto avrebbe provocato dei recessi, deliberava cho i soci recedenti ritirassero il loro capitale, con gli interessi a! 3 per cento. Questa concessione degli interessi è un indice significativo, perchè manifesta che gli stessi delegati hanno sentito che ci si trova di fronte a un caso eccezionaJle, per cui quindi si impongono speciali disposizioni di equità, al di sapra della rigida norma giuridica. Secondo questa, difatti, varrebbe l'art. 107 dello statuto sociale —- approvato dal Ministero 'i Agricoltura, Industria e Commercio in base alla legge di eccezione sulle associazioni tentinone .— il quale dice : « Quando si tratti delle deliberazioni di cui ai num. 3 e 6 dell'art. 158 Codice di commercio (e'eioè cambiamento della denominazione o dello scopo sociale), il socio dissenziente avrà diritto di recedere dalia Cassa Pensioni e di ottenere il rimborso delle quote da lui versate, colla perdita degili interessi e dei versamenti fatti per speso di Amministrazione». Ma 'l'assemblea dei delegati ha sentito che l'applicazione rigida di questo patto sociale sarebbe stata, nel caso specialissimo, una « summa injuria». Essa ha avuto presente il fatto indiscutibile che l'ente astratto Cassa Pensioni aveva attirato largo consenso di piccoli risparmi con l'illusione di póTere effettivamente distribuire qualche cosa che alla pensione assomigliasse. Sicché ora, in cui la realtà amara sfronda questa illusione, bisognava che almeno non si iugulassero tanti risparmiatori con la corda dall'art. 107 succitato. Ma, una volta messi su questa via di equità, perchè fermarsi a mezza strada, anzi, a un punto ignoto della via, che si chiema 3 per cento? Questo interesse del capitalo non è giusto, pei' sodi anziani, poiché siamo in caso eccezionalissimo di liquidazione: dunque occorre non far perdere un cenassimo ai soci, ai quali non si può far colpa ailcuna se è venuto a mancare lo scopo deila Società. Dichiarando francamente che la Cassa Pensioni, avendo perso il suo scopo, liquida, tronca ogni reclamo, ogni polemica incresciosa. I soci che, dopo questo atto onesto della Amministrazione, rimanarono ancora, in vista del futuro indirizzo dell'Istituto, saranno dei soci convinti, i quali non potranno recriminare sul passato e accetteranno loalmento lo nuove finalità che quello si propone di raggiunger© dal suo mutamento. E quali sono queste finalità? Lo vedremo pro-ysi.mamento. Ita fin da ora ci preme dichiarare in modo assoluto che da tutte queste finalità i soci non avranno da sperare alcun compenso morale o materiale. vnsùadAtnLmgmpdtndldrmdacmlgtmdlsacarmESnnpszgrs

Persone citate: Cassa M.