Vecchi sbadigli e novissimi applausi di Ernesto Ragazzoni

Vecchi sbadigli e novissimi applausi Vecchi sbadigli e novissimi applausi gppIl " Candidato „ di Flaubert all'Odeon j (Nostra corrispondenza particolare). borsa e, senza per altro ripromettersi gran gloria e gran fortuna, fondava qualche spe- ranza sulla curiosità del pubblico, per cui ( pl'nrlr.l. maggio Fu la sera dell'll marzo 1874 al teatro 'del Vaudeville. Como mai Gustavo Flaubert, lo scontroso artista solitario, il paziente cesellatore di Madame Bovary © di Salammbo, era stato trascinato ai lumi della ribalta? Si trovava un po' sottile di lo spettacolo di un romanziere celebre che ville, glie lo avevo allestito ed il pubblico, corno ora da prevedersi, aveva invaso la sala numerosissimo. Pochi, a. dir yero avevano molta fiducia nei talenti teatiah di Flau-bert ed anche coloro che più ammiravano il grande scrittore si lusingavano di troppe speranze..., ma l'esito del Candidato, fu al di là di tutte le previsioni e di tutte lo aspettative..-, quolle peggiori. Fu una ca-duta? Così lo fosse stato! Una caduta pre- suppone almeno un principio di volo; uno slancio, — disgraziato, — ma uno slancio: il Candidato non cadde per la semplicissima ragione che non si sollevò mai un istante di contro terra. Fu uno dei maggiori successi... di noia che mai sia stato registrato dalle cronache teatrali. Gli spettatori non ebbero nemmeno la consolazione di poter fischiare. Si può forse fischiare quando si sbadiglia? E quella sera del 12 marzd 1874 — come scriveva il giorno dopo Auguste Vitu nel Figaro — non si sbadigliava neppur più, si dormiva. Non fu il naufragio nella tempesta: fu il silenzioso impaludamento negli stagni molli del sopore. Il Candidalo cessava d'essere... senza aver vissuto. Flaubert, del resto, fu il primo a riconoscerlo colla più bonaria filosofia. Qualcuno gli si affaccendava intorno colle solite rosee parole con cui le anime miti sogliono rappezzare gli strappi fatti nelle illusioni del prossimo. « Ma che! » rispose egli con una scrollatina di spalle, « per fiasco non si può negare che sia un hel fiasco !... e il fatto ò fatto ! ». La critica, a sua volta, lo conciò per bene, « Quando un ragazzo » diceva il Vitu nella sua critica « fa qualche sciocchezzarisponde invariabilmente: non l'ho fatto apposta. E' la sua unica scusa. Ora, Gustavo Flaubert non è più un ragazzo e l'ha fatto appositamente. Dunque, niente circostanze attenuanti. E, parola d'onore, il delitto è veramente eccezionale. Mai, di memoria d'uomo, la noia è stata spinta a tal grado di intensità ». E Francisque Sarcey sentenziava, dalle colonne del Temps; « Eravamo già inquieti prima sulla nuova opera di Gustavo Flaubert... Le nostre tristi previsioni sono state anche superate. Non avremmo mai immaginato che un uomo, il quale ha dato prova di tanto ingegno, forse eli genio, persino, nel romanzo, potesse dimostrare una così assoluta insipienza nel maneggiare le passioni della commedia del dramma. Il Candidato di Flaubert non esiste ». Così fu sepolta, nel 1874, la commedia di Flaubert. Nessuno, nemmeno il suo autore, ne parlò più. Nella raccolta delle sue opere complete, il Candidato non si trova Esso non fu più cho un episodio biografico nella vita del prosatore più perfetto che la letteratura francese abbia avuto dopo Chateaubriand... e gli anni passarono. Ne pas Faro'no trentasei ! Oggi, il Candidato, quello stesso Candidato finito tra ingloriosi sbadigli al Vaudeville, il « delitto veramente eccezionale di Auguste Vitu, l'« insussistente. » Candidato di Francisque Sarcey,-quel Candidato sempre ritenuto per un eccelso monumento di noia, il povero lavoro, che persino il suo autore ha rinnegato e che i librai dimenticarono, — ripescato dall'oblio e riportato da Autoine con felice ardimento alla ribalta-— ripescato dall'oblio e riportato da Ante-ine con lelice ardimento alla ribalta, — 1' « infantile », il « vuoto », il « scipito Candidato (sono tutti aggettivi regalatigldalla vecchia critica) trionfa all'Odeon ! Ma chi spiega, dinanzi a questo pubblicdel 1910 che ride, si diverte ed applaudegli sbadigli del 1874? *** Flaubert ha portato sulla scena nel Candidato, tutto l'innato odio. Tutta l'istintivripugnanza cho egli ha sempre profossate sentito por la volgarità, la vanità, l'arroganza, la sicumera della gente mediocre che gli avevano già inspirato il famoso Homais di -.adame. Bovary, e gli ineffabilBouvard e Pccuchet, prototipi, ormai classici nella letteratura, del borghese- grettopettegolo e saccente. Nella sua gioventù, in collaborazione cosuo grande amico Luigi Bouilhet, GustavFlaubert aveva già tentato per il teatro unsatira della borghesia. In quest'opera « Castello dei Cuori », opera ignorata e pecosì dire_ perduta, si vedeva la pignatta, ltonda pignatta dove cuoce la zuppa, erettquasi a simbolo assunta all'altezza di altardella patria e della società ed intorno a cuevoluiscono tutti i pensieri, tutte le ambzioni, tutti gli ideali. I giovani sposi si giurano eterna fedeltà sulla pignatta; i pensatori non si avventurano per strade troppdiscoste per tema di non giungere in tempallo scoprirsi della pignatta; i poeti amadalle folle cantano gli olezzi dello rose msolo realmente si inteneriscono ai profumdella pignatta... ecc. Rousselin, il futuro deputato del « Cadidato » è della stessa famiglia degli Hmais, dei Bouvard e dei Pecuchet: la « pgnatta » è in questo caso un seggio elettorle. Che cosa non fa Rousselin per arrivarvGli amici elettori lo pelano e lo derubaned egli si lascia pelare c derubare; i rivalo ingiuriano ed egli risponde miele al fieper paura di inasprire troppo gli avversare per evitare una forse più accanita guerrsua figlia ha un suo affetto ed un suo ideaed egli la sacrifica egoisticamente, senesitare, all'imbecille figliuolo di un nobilucio di campagna, che all'ultimo momengli può far guadagnare quaranta voti ; unlettera anonima gli denuncia e prova l'infdeltà di sua moglie ed egli non ha che uscrollata di spalle : « Bah ! non pensiamopiù!..- ho ben altro pel capo »: e poi lmante è un buon elettore influente ! Le tribolazioni e le ansie di Rousselformano tutta la sostanza dei quattro adel Candidato. Rousselin, " anzi, è il soyero personaggio. Gli altri non sono c j_jcomparse, motivi, pretesti di dialogo o «i scena. L'episodio della signorina Rnusselin e del suo amore sagrificato, accennato ap- pena, non commuove; il romanzo entra co- nuigale della signora, raccontato più che non sia vissuto scenicamente, non interessa; ti conte di Bouvigny, il competitore del «candidato i> c un conte dr maniera, senza alcuna consistenza di realtà; suo figlio One- Simo e un bamboccio di cui, a rigore, l'a- p) zione potrebbe far senza;., le scene, che si sonaggio, fargli dire: «un urgente affare mi chiama altrove »;... ma c'è Rousselin! e se la sua figura è la sola messa in luce, dob- biamo anche convenire che essa c da sola abbastanza grande ed abbastanza forte per riempire tutto il quadro. ' Chi è Rousselin ? Un anti ; arricchito, che vive in ca..., 1 dagli affari, od a cui l'ambizione per la de \putaziono viene dalla nòia del non far nuiU ò o a l e a i n l e l n a e a o a s u i io o o ia a, i— » li co e, nva to o e oli so, ol vo na il er la ta re ui biunpo po ati ma mi nHopiravi? no, ali ele rli a; ale nza ucnto na fena oci 'alin atti olo che co commerciante che vive in ^campagna ritirato 11 sonno gli ha insinuato il piacere del't politica. — Dopo un anno che mi ero ritirato qui, in campagna — egli dice ad un suo conoscente, Murel, — ho sentito a poco a poco una strana spossatezza; notai che mi facevo pesante. La sera, dopo pranzo, mi addormentavo, od il medico ha detto a mia moglie: bisogna che vostro marito si occupi. Allora ho cercato fra me e me ciò che avrei potute fare... ». _— Ed avete pensato alla deputazione? — gli chiede l'interlocutore. — Naturalmente ! — prosegue Rousselin. — Del resto, venivo appunto nell'età in cui un uomo deve occuparsi di queste cose. Ho dunque comprato una biblioteca. Mi sono abbonato al Monitore... Mi sono fatto ammettere in una società archeologica ed ho cominciato a ricevere degli opuscoli per la posta... Poi, ho fatto parte del Consiglio municipale, del Consiglio del distretto, ed in tutte le questioni importanti per paura di compromettermi... sorridevo. Ah!... è utilissimo, qualche volta, il sorriso! Ecco subito tratteggiato e dipinto il nostro uomo. Rousselin è il candidato che sorride...; Rousselin è il candidato che ha tutte lo opinioni che gli si chiedono... ; Rousselin è il candidato che promette tutto quollo che si vuole. Un elettore protende che il Governo si occupi dell'allevamento dei suoi figliuoli? Il Governo se ne occuperà. Un altro vuole che la futura linea ferroviaria traversi il suo campo? La linea ci passerà. Un terzo reclama l'abolizione dell'imposta sugli alcool ? Sarà i! primo dovere che compirà la Camera. « Oh ! nessuno sa fin dove io sia capace di giungere per piacere agli elettori ! » si van ta il candidato, ed assicura in un grande slancio d'altruismo: « I miei principi.-, sono i vostri ! ». La compiacenze di Rousselin vanno in fatti fino all'inverosimile. Non c'è mano che egli non stringa affettuosissimamente; non c'è scarsella in cui non lasci cadere qualche obolo. « Caro amico! » egli grida abbracciando in un momento eli elistrazione il proprio servitore, e poi quando si ravvede borbotta fra sè : « L'abitudine di dare al primo venuto delle strette di mano è più forte di me ! Ne ho la palma gonfia ! ». Un mendicante, persino un povero diavolo di mendicante, che gli viene tra i piedi l'ultimo momento e che in un primo impeto vorrebbe cacciare (« Ah ! non è. un elettore, costui! » - pensa. — « Finalmente, ceco uno che posso trattare come mi piace !) diventa per lui oggetto di riguardi superstiziosi, e non restandogli in tasca più nulla a dare, gli dà l'orologio. « L'elemosina, fatta in circostanze supreme ha forse un potere sconosciuto... Avrefatto bene di entraro in una chiesa stamattina (strappandosi l'orologio e la catena dataschino del panciotto). Ebbene, prendeteil ciclo avrà pietà di me! ». So con tanta disinvoltura dà un orologioben si può immaginare con qual maggior disinvoltura un uomo siffatto tratti le sue idee... le quali, poi, non stanno nel taschino e non si pesano tanto facilmente. Colla scusa che « in ogni partito c'è qualche cosa dbuono da prendere », egli prende qua e là ciò cho più gli conviene e lascia quanto ha preso quando più gli accomoda. Coi popolani fa il demagogo: « Io chiedl'affrancamento dei poteri municipali, unmiglior composizione della giurìa, la libertdella stampa, l'abolizione di tutte lo sine cure ed i titoli nobiliari (Foci: Benissimo!)... E voglio l'applicazione seria del suffragio universale ! Ve ne stupite 1 Io sonfatto così, io ! Il vostro nuovo prefetto sostiene la reazione : io gli ho scritto tre lettere, a mo' d'avvertimento. Sì, signori ! sono capace di sfidarlo di fronte e di insultarlo!-.. Voi potete dir questo agli operai! »Ed un istante dopo, Rabagas campagnuolo, parlando col conte di Bouvigny che viene a proporgli il patto : egli, conte di Bouvigny desisterà dalla campagna avversariaritirerà la sua candidatura, purché il riccsignor Rousselin accordi la mano di sua figlia a suo figlio Onesimo, che non ha uquattrino ; il candidato fa il più tranquillvoltafaccia. Bisogna sentirli i due uomini ! — I miei buoni contadini — dice il sgnor di Bouvigny — non sanno che farEssi sono, del resto, sempre a mia disposzione, e mi obbediscono come un sol uomoSe dicessi loro di votare por... non importchi... per voi-, per esempio... ». — Mio Dio, — osserva Rousselin modestamente, — io non sono poi di una opposzione così avanzata... — Eh ! Eh ! — ripiglia il conte — Top posizione è utile qualche volta. — Come strumento di guerra, sia ! — con cede Rousselin. — Ma non si tratta di dstruggere. Bisogna fondare !... Io ho il masimo orrore per queste utopie, per tutte qusto dottrine sovversive che oggi si mettonin giro... Non si ha l'idea forse dj ristablire il divorzio ? Figuratevi un po' !... E stampa, bisogna riconoscerlo, si permettali eccessi... — Dolorosissimi! — lamenta il futusuocero della signorina Rousselin. — Le nstre campagne sono infestate da mucchi librucci !... — E non c'è più nessuna guida ! — candidato conclude. - - Ah ! c'era pur dbuono nella nobiltà; ed a questo proposi io pienamente condivido le idee di alcunipubblicisti inglesi... Nè manca alla pittura dell'ambiente, tut-to l'arsenale di retorica e d'enfasi dei comi-zi elettorali, dei discorsi, dei proclami, deifervorini. Vi si trova: la a semplicità di /m-guaggio che oserò dire antica del nostro il-j lustre concittadino » ; ci sono le fatidichejparolo: «amici, cedendo a vivissime insi- sterne, ho creduto mio dovere presentarmi nj vostri su frani... « : e non sono dimenti- ca,tj i lUSgi clej|e solite sfavillanti gemme oratorie: « l'idra dell'anarchia », <t il vam- pira del potere »,« il chiudersi dell'era delle rivoluzioni ». « il progresso innegabile, gra- z,> „ C1,i, dall'astronomo col suo telescopio fi,ln ni modesto campagnuolo che bagna coi ,,„„,' sudori... », « il proletario delle nostre dita, l'artista la cui inspirazione... », e ven- g0no poi: « le camarille... », i « diritti im n discorso di Rousselin è a questo nguar- do un modello del genero. Il « finale » a gran cassa, quante volte l'abbiamo udito.. fuori della scena ! , Che cosa si rimprovera al popolo? », de- 'dama commosso il candidato « di essere Po- vero !.-. Ah ! per quegli che conosce le sue virtù, quanto è dolce la missione di chi puòdiventare il suo rappresentante!... E saràsempre con nobile orgoglio che io sentirònella mia mano la mano callosa dell'ope-t raio !, perchè la sua stretta, appunto pel fatto che è più rude, non è che più simpa-ltica!, perche tutte le differenze di grado, di titolo e di fortuna sono ormai, grazio a Dio, jd'altri tempi, e nulla è paragonabile all'afifetto degli uomini di cuore! ». | Certamente nel «r Candidato « c'è più in ! tenzione ài satira che senso di teatro, ma se 1 l'insistenza, l'eccesso, la violenza della satira e della caricatura ftrt-ono precisamente la ' causa dei famosi sbadigli del 1874, sono in'vece quest'oggi la ragione prima e la sola, ìforse, del s-jecesso. , chissà? l'odierno pubblico dell'Odèon a vrebbe forse fatto a]la commedia di Flau berfc le stes3e accogiien7,e dell'antico pubblii co clej Vaudeville senza certe circostanze del momento ma il momento non poteva esse- re p;u opportuno alla ripresa d»l « Gaudi-dato », ed il pubblico in condizioni d'animo'' valore satiricoquesta volta.'aria speciale di periodo' di elezioni, ed il pubblico che- 'si fe trovato dinanzi trasportata sulla scenaa la commedia, che ogni giorno ha avuto sot. |t-occhi la via)6nei8comizi. sui giornal sj fe divertito ed ha applaudito come allo- ift fiE caraturedi una re^°f di X - "h^ e, e c'è da scommettere che, se allora ci fosò sero statc ie elezioni, il pubblico del Vaudoà ville avrebbe fatto lo stesso! ò j -1 Ernesto Ragazzoni.

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