Un prestito di mezzo miliardo per una grande riforma tributaria

Un prestito di mezzo miliardo per una grande riforma tributaria Un prestito di mezzo miliardo per una grande riforma tributaria Abbiamo dimostrato, in un precedente articolo, la magnifica ascensione della potenzialità economica del paese. In questa situazione di cose io Stato *>uò eoa animo pienamente riposato taro appello al credito. Al credito hanno largamente attinto in questi ultimi anni, e vi attingono tuttodì, i principali Stati europei per colmare i loro disavanzi annuali; vi mio quindi ben ricorrere anche l'Italia, la quale, sola in Europa, ha il suo bilancio in eccedenza attiva. Con il prestito di un mezzi miliardo l'Erario Italiano potrebbe fronteggiare i suoi bisogni più urgenti e dare, nel tempo stesso, a.l]'attività economica del Paese quel novello o potente stimolo ,rti vita, del quale Slitti sentiamo la necessità. D'altra parte, un notevole ed efficace aiItovi amento al bilancio dello Stato può derivare a nuora dalla conversione dei debiti redimibili più onerosi, cioè di truci debiti cho alilo Stufo costano un interesse superiore a'1 3 50 %. Per compiere queste due operazioni — del prestito e delia conver-'sione — lo Stato avrebbe la scélta di valer- si, tanto separatamente, quanto congiunta- monta, del titolo 3 1/2 % creato con la leg- ge del 24 dicembre 1908, e del nuovo titolo 3 0/0, che l'ex-niiinistro del tesoro, on. Sa- landra, propose con disegno di legge', di- cliiarato d'urgenza, alla Camera dèi depu- tati il 2 marzo u. s. La proposta di codesto nuovo titolo non ha trovato dovunque apv piazzamenti favorevoli, sia sotto l'aspetto, finanziario, che sotto quello polìtico. La Giunta generale do bilancio l'approvo, si,, ma non senza critiche e modificazioni di; rilievo (Seduta 12 marzo 1910; relatore lessio}. Le sorti del suo collocamento dipenderanno dal suo prezzo di emissione, il qua dovrà indubbiamente essere inferiore alla pari, e fors'anche ni disotto del corso di Vedansi di fatti i saiyo"! di inderesti e corsi ai quali furono emessinel^renteanli'no i prestiti di alcuni fra i maggiori Stati esteri : Ammontare Interesse Prezzo Interesse de', debiti.' uorainale di emiss. effettivo 3 0.0 99 SO 3 31 0/0 3 £2 3 92 4 37 Inghilterra 21 x.i!:cn di sMrilne Jmp. tedesco M0 milioni 4 0/0 102 di corono R. di Prussia 140 milk/ni 4 0/0 102 di corone Ungheria 112mil.cl/2 4 00 91 50 di corone Vero è che emesso sotto la pari, per esempio, a 90, il nuovo tipo 3 por cento, oltre all'offrire l'interesse effettivo del 3 33 per cento, presenterebbe il beneficio di un pi£m'o di lire 10 conseguibile, per sorteggio cid titolo, nel periodo massimo di 50 anni ; ma il capitalista italiano, e in ispecie il piccolo risparmiatore tiene assai più in conto il vantaggio immediato di un maggiore interesse, elio noti il profitto più o meno remoto di un maggiore rimborso di capitale ; «poi esso* si adatta male al disagio della verifica annuale delle estrazioni, la quale, so non eseguita in tempo, lo espone alla perdita degli interessi posteriori all'ultimu semestre dell'avvenuta estrazione. Lo Stato potrebbe utilmente usare di entrambi i titoli in tempi, naturalmente diversi, ad una certa distanza fra un'emissione e l'altra, 0 cioè: del 3 1/2 0/0 per :I prestito del mezzo miliardo e del 3 0/0 per la conversione del debito redimibile oneroso. La facoltà di disporre di due titoli, a seco.ida della maggioro convenienza, rappresenta un vantaggio non trascurabile. Se t.elle condizioni odierne dei mercati nazionali ed esteri il titolo 3 0/0 sarebbe noci; adatto per la stipulazione di un prestito di una certa importanza, esso potrebbe invece essere applicato con buoni risultati ad una operazione, la quale, come quella appunto risila conversione dei debiti redimibili, dovrebbe compiersi per gradi (a parità di rendita netta col titolo 3 1/2 0/0), in un certo spazio di tempo, a fine di non premero — .cocce opportunamente fu osservato nella relazione che accompagnò il menzionato progetto di legge « Salundra » — « sni « mercato dei nuovi debiti redimibili, con » ripercussione sul corso d;;i cambi. Itoci vandosi all'estero una parte non trascuraci bile dei nuovi titoli soggetti al riscatto ». La consistenza di codesto debito redimibilo superiore al saggio del 3 1/2 0/0 era il 31 dicembre 1909 di lire 13.141,124 in rendita netta e di lire 329.528.100 in capitale nominale; non tenuto calco'o dell'altra porzione di debito redimibile di lire 1,240,750 40 in rendita netta o di lire 27,718,660 in capitalo nominale per il servizio ed ammortamento del quale vengono somministrati i fondi dalla Cassa dei Depositi con graduale alienazione di rendita consolidata. f.'alleviatrento di bilancio che conseguirebbe da questa conversione, per il duplice fatto della riduzione dall'interesse e deUa proroga, ossia della ripartizione dell'ammortamento in un maggior numero medio di anni dell'attuale, roppresenterebbe un beneficio di 10 a 11 milioni circa all'anno. IValtra parte Io Stato, mediante lo stan ziarnento in bilancio dj un'annualità co stante di lire 31 milioni (31,136,000 circa), potrebbe estinguere intieramente in 25 anni il debito del mezzo miliardo, cioè fare il 6ervizio semestrale degli interessi al 3 1/2 pec cento e rimborsare ogni anno una quota di capitale, la quale di tanto progres divamente aumenterà di quanto andrà di minuendo, per effetto degli ammortamenti annuali la quota degli interessi E al pagamento di tale annualità si po trebberò espressamente destinare queste 2 risorse : l.o il risparmio dei 20 milioni annui che sarà dato dalla conversione automatica del nostro massimo consolidato dall'attuale su—io del 3 75 0/0 a quello minore del 3.50 per cento. i.'.o il beneficio o alleggerimento di bi lancio dei 10, od undici milioni che si trarrà dalla progettata conversione dei debiti redimibili fi). I primi 20 milioni che lo Stato risparmiò mediante la conversione della Rendita da' 5 0/0 lordo e 4 0/0 netto al 3 75 0/0 netto si dispersero, consunsero e vo'atilizzarono n-lln immensa voragine. In continua fusione. rfWe soese pubbliche. Nè l'Erario nè i contribuenti ne ebbero un apprezzabile sollievo: le nuove e maggiori spese ingoiarono subito il risparmio e i3 carico del'e imposte si infisnri; mentre i picco'i possessori di rendila furono duramente provati da questa nuova falcidia delle loro entrate annuali, ohe li costringe a ridurre, correlativamente, i loro consumi. (11 L'on Wollomborg in an'mtertilia «mcssei ad un redattore détti Tribuna c»loolava l'*llaggerirnento che deriverebbe. <Ja codesta oonversion», al bilancio dello Stato, in 13 milioni e meco «rea (dfr. Tribuna, 9 (rosaio 1910), Crislallizzando invece l'utile di queste due conversioni nella estinzione graduale del nuovo debito, si otterrebbero questi notevoli vantaggi: di impedire ogni possibile dispersione o sperpero del frutto delle convenzioni stesse o di fornirò allo Stato il mezzo pronto e sicuro di provvedere alle più pressanti esigenze sue e deTla economia pubblica, senza gravare di nuove imposte il Paese, in un momento iu cui la capacita, oontribuitiva di esso non potrebbe essere ulteriormente emunta. E d'altro canto quale maggiore soddisfazione, quale maggior vanto", per gli ideatori della conversione, oltre quello di veder i benefici della grandiosa operazione prolungarsi e accrescersi nel tempo, trasformati in nuovo e feconde energie ■ roduttrici?! , . . , , Si potrebbe obiettare che il principio del servizio del prestito no'n coinciderebbe col punto in cui io Stato comincerebbe a godere i risparmi e gli alleviamenti di bilancio dello due accennate riduzioni di interes- 'se. Difatti: mentre il prestito si dovrebbe stipulare in breve termine, il beneficio della riduzione della rendita dal 3 <o 0/0 al 3 50 0/0 sarà accertato soltanto col -nigno 1912 e si ridurrà, quindi, per quell'anno a. solo 10 milioni; e la conversione dei debta redimibili, per i motivi di convenienza finan- ziaria già indicati, difficilmente potrebbe essere portata a compimento prima ai un v periodo di due anni, vale a dire, prima.au , 2.0 semestre 1912. Se non che la «Ufficoua non Ji sostanziale. Supposto, invero, che U , prestito veuissc contette con _ decorrenza| ; dal l.o luglio 1910, lo Stato pagherebbe eoa; ctóa-compKnd-nlel'interesseeuna nuota dirimborsodelctipit.«lo--aon comiucierebbe a decorrere a carico dell'Erario che dal l.o luglio 1912; rimanendo così il debito ratio- rumente estinto con tutto il 30 giugno 1935. speciale, aa riiiiDursursi 111 i-urmiut; itJian- -.-amento breve, in 25 anni, mediante il pa- gamento dell'annualità anzidetta; perchè è prineipio di giustizia e di buona economia finanziaria, il non estendere il .peso dei dc. biti oltre quel certo numero di esercizi finan-isiari, durante i quali è da presumere che si svolgano gli effetti utili e produttivi del prestito contratto. |Inoltre, il suo prezzo di emissione nondovrebbe essere superiore élla pari, a fine di evitare all'acquisitore lo perdita che ad un prezzo maggiore verrebbe necessariamenteper a subire nell'occasione del rimborso sorteggio, al valore nominale. Come l'esperienza ha ormai dimostrato, '1 capitalista non si acconcia all'idea di una perdita a cui non può sfuggire: di qui la ritrosia del pubblico verso i titoli di scar- so rendimento, anche se ottimi, emessi od offerti a prezzo superiore alla pari. Nè sarebbe da temere che il minor prezzodei nuovo titdio potesse perniciosamente in liuenzare gli alti corsi odierni della rendita 3.75 netto. Ormai il nostro massimo consolidato è divenuto il titolo principe degli investimenti patrimoniali a reddito fisso; e labase dei suoi corsi è cosi salda che, a scuo-teiia. non basterebbe cortamente l'apparizio- nti sul mercato dai titolo di un prestito, di natura diversa, che corrisponderebbe a mala pena a un sedicesimo della massa totale del consolidate.stesso (L. 8.009.888.312 al 31 di- cembro 1909); come non riuscirono menoma- mente ad alterare quei corsi i 944 milioni di debito redimibile, che, in varie riprese, furo no lanciati sui mercati dal 1902 ai 191)9. Del resto il consoidato 3.75 per cento pre-tenterebbe, pur sempre sul nuovo tito.o di de- oito redimibile il vantaggio — sia pur anche per soli 2 anni - di un maggiore interesse — ai corsi attuali — almeno di 18 ner cento ai coioi uibudii uuiieuo ui 1/0 per cerno. e quello di risparmiare d, possessore il di- sturbo e il rischio del.e verifiche annuali delle estrazioni e del reimpiego del capitale rim-Al prezzo della «pari» e con questa ga-—-« « » ---- aunpiego uorsato. Può ancora affacciarsi il dubbio che, quan tunque offerto alla pari, il nuovo titolo 31/2 per ceuto non sia per trovare favorevole ac- coglienzafuor d'Italia,considerati icorsi benpiù rimunerativi di parecchi consolidati oste-ri di primaria importanza, come sarebbero quel.i della Germania, della Prussia, del-i'Austria e dell'Ungheria. Difatti: il tedesco 0 li prussiano 3 1/2 percento valgono 93 1,2 circa; l'austriaco -i- percento — sì argento che carta — è quotato a 94 3/4; l'ungherese 31/2 percento è negoziato a 82 1/2 circa e il 4 per cento a 93 circa. Al'a Borsa di Parigi de! 12 corrente, lo spagnuolo ezzo di 96.15; ili est. -4 per cento, segnava il prezzo russo 31/2 per cento, lire 80.50; il 41/2 per cento, 100.10 e il 5 per cento L. 105.35. Ma oltreché ci rimarrebbe aperto il grande mercato francese — dove il prezzo del 3 per cento, sia perpetuo sia ammortizzabile, si mantiene fra il 98 1/2 e il 99 pure sotto la minaccia della nuova imposta snia rendita, non sarebbe neppure un male por noi. qua-lora, a premunirci contro il pericolo di uno scacco all estero, si attribuisse al nuovo ti- telo 31/2 per cento, carattere puramente ul.temo. garantendone le inconvertibilità perun certo periodo di tempo, ad esempio diuna quindicina di anni. ranzia si potrebbe andar sicuri cho i! capitale disponibile nazionale assorbirebbe prontamente e abbondantemento il nuovo prestito.E' vero che gli acquisti dall'estero presenterebbero il vantaggio di migliorare — par¬ ticolarmente in questo momento — la nostrabilancia commerciale e fi corso dei cambiaIM?nJ^^ neuTa'rzzato. di^d^^ in specie metallica degli interessi e delle quot annuali di ammortamento del capitale mutuato. V'hn di più. La stabilità dei corsi di un prestito è, di regola, tanto minore quanto maggiore è la parte di esso collocata all'estero. Alienum aes acerba servitus. In casi di crisi politiche o finanziarie o di pertur-collocati; i quali subiranno indubbiamentedisastrosi ribassi qualora esso debitore nonsia in grado di riacquistarli in misura sem-pre corrispondente all'offerta. Guai al no-stro credito nazionale se dui-ante l'ultimacrisi che afflisse i mercati esteri monetari e finanziari noi non avessimo avuto in pronto i mezzi necessari par riassorbire senza indugi i titoli del nostro debito, irassimamento di quelli ferroviari, che ci venivano ricacciati a furia e a grondi fiotti dall'estero, in ispecie dalla Germania ! E' storia di ieri, che noi non dovremmo dimenticare mai ! Del resto, che il prestito si faccia piuttosto con una che con un'altra modalità, è tcosa che riguarda la « tecnica » finanzia- ria E la genialità e la competenza indi- mscus3e dell'eminente economista-finanziere nche oggi presiede ai Consigli della Corona, idannò affidamento che, una volta delibe-,«rato, il prestito verrebbe contratto alle con-j dizioni migliori e più lusinghiere per il cre-| dito del nostro Paese. I Meraviglioso enei'gie fremono tuttodì la-!ètenti nel seno della « gran madro Italia ». cE' compito urgente e sarà vanto, nel tviando, così, la « rinnovellata itala gente da lo molte vite», rapida e sicura, verso le cpiù alte vette di quel progresso civile ed economico, alla quale essa 6. irresisftihil- mento, chiamata dalla grandezza delle sue tradizioni, dalla vivacità e dagli ardimenti de! suo genio e dal fervore tenace delle sue copere. |