Il drammatico suicidio dell'onorevole Pompilj presso il cadavere della moglie Vittoria Aganoor

Il drammatico suicidio dell'onorevole Pompilj presso il cadavere della moglie Vittoria Aganoor Il drammatico suicidio dell'onorevole Pompilj presso il cadavere della moglie Vittoria Aganoor (Per telefono «Ila STAMPA) Hetaa, 8, ore li- La malattia e la morte di V.Uoria Aganoor Roma ò tutta sotto l'impressione del tra gico futto che conduce contemporaneamente al cimitero Iti salmo di Guido Pompili e del.ai di lui moglie Vittoria Aganoor Pompilj. j L'on. Pompilj sentendo di non poter vivere solo dopo la inerte della moglie, si è ucciso con una revolverata alla testa. L'impresalo- ne per questo fatto, ripoto, 6 immensal 11.compianto è genoralo. Ecco come i lutti sono avvenuti. li luogo, dovè, la tragedia si è compiuta 6 un elegante ma. Il villino sorge in uno dei punti estrenuidi Roma, quasi sotto o mura dei giardini!viAiho privato tenuto da! prof.«Pomperai o'diretto da! prof. Péstaiozza, direttore dell'Iòti- tutu Ginecologico presso la Università di Ho-i Vaticani, iu fondo al nuovo quarte© dcirPrati di Castello. Il ridente villino è di nuo-1va cosvtruzione. noor si era recata aL"!a clinica;orivi ta de' Pampersi nell'aprile =rorsi\ Il professore Péstaiozza l'av»vd induri à|farsi operare di una cisti all'utero che si érajtrasformata in filiroma. Il marito, on. Pom-' Vittoria Aganoor si era recata at!»a clinica ;pili che adorava la moH;e aveva invano'tentato di dissuaderla dai ".-óttoporsi all'atto operativo. Il matrimonio fra l'on. Pompilj c Vittoria to bella, l"Aganoor era donna nio'to attraente; a parte le sue qualità intellettuali, anche Ki suo fisico esercitava un vivo fasi-ino: bru na, dagli occhi ardenti, magnifici, de'.Jn razza armena, da lo quale ossa derivava; poetessa; era di non alta statura; di fattezze e forme regolari. Pompilj era molto più avanzato di lei in età; aveva varcato ora la sessantina ma, alto, diritto, roseo di viso, non va nemmeno fisicamente in confrontò moglie. sfigura- to alla Eg'ii si era innamorato, con una di quelle rdenti passioni dell'età avanzata di Vitto- ia Aganoor. Il suo adunque fu veramente ardent ria Aganoor. il suo adunque . un matrimonio di amore. Una soia nube tur- bava la felicità dei coniugi: la mancanza di figli Nell'aprile scorso, dopo avere impiegato, come essa diceva, oltre un meso a persuadere il marito, del'a necessità di lasciarsi operare, Vittoria Aganoor era entrata nella clinica del Pampersi, Fu operata con esito fé.icis- sirno dallo stesso prof. Pestalozza e la gua- irigiono era ritenuta imminente, tanto che, operata, era ammessa a ricevere •mente numerosissime visite. Le pi _ a visitare l'inferma erano specialmente . gnora e le signorine Barrerò, figlie dell'am- basciatoro di Francia, la contessa Ersllià'>Caetani Lovatelii, accademica dei Lincei; la contessa Barbava'ra, ecc. Vittoria Aganoor si mostrava felice di es- sersi liberata dal!incomodo o dichiarava allo amiche che la visitavano che fra pochi giorni sarebbe uscita dalla clinica, anzi si meravi- g'iava che questa decisione dei medici tanto ritardasse. " Giorni sono, ad un giornalista romano cho si era recato a salutarla, aveva dichiarato ene non voleva assolutamente che si narice de la sua malattia. Nelle lettere alla di "lei sorella scriveva che, essendo «marta non — »'••• - -» i--.-~°ao-.{'ua£Qe;^ era più il caso di occuparsene. venne dai mollici sottoposta dopo l'opera- BordeauT. In questi ultimi giorni però erano sorte complicazioni e stanotte avvenne la ca- tastrofe. L'assistevano, oltre il marito, Te so- rel'e Angelica, Virginia, Maria, che non si allontanarono mai dalla stanza nella quale 1 inferma soffriva. L'altra sorella Clelia è ri- masta a Venezia, L'on Pompili da tre o quattro giorni non fu dovuto allontanare dal Ietto della mo-idavere la sorella dell'Aganoor-Pompilj e il fratello dell'on. Pompilj. Verso l'alba il do- loro del povero marito parve calmarsi, e infatti egli diede con mente abbastanza lu-jcida le disposizioni per i funerali. Scrisse'parecchi dispacci. j Come avvenne il suicidio |che non poteva sopravvivere alla morte della moglie, dalla quale egli era inseparabile, come Vittoria era inseparabile dal marito, e che perciò si suicidava. La lettera continua: «Scrissi questa lettera mentre tu facevi la toilette. L'altro giorno ho avuto la fortuna di scrivere in presenza tua un testamento olografo, ove, tra le altre cose, ripetevo la disposizione di essere seppellito insieme a Vittoria, come insieme voglio essere trasportato. Andremo tutti e due a Perugia, la città, dol resto, dove essa è stata felice almeno per poco tempo. Ti bacio e t prego di ricordarti di me ». Dopo aver scritto questa lettera si eri gettato sul letto, aveva estratto una rivoltella, l'aveva applicata alla testa, premen- do con l'altra mano il bottone de! campa- nello elettrico che srli stava vicino. Annona vibrato il suono del cnmpnnello elettrico l'on. Pompili fece partire il colpo e cadde riverso. Ln detonazione suscitò grande pa- nico nello clinica. Accorsero medici, infermieri e infermi,'- re. Il Pompili Giaceva a terra, aveva la te- l'onorevole, adagiandolo sul letto. Ma, mal- grado tutte' le cure, dopo cinque minuti l'on. Pompili cessava di vivere. E' impossibile descrivere la scena avve- nuta quando le sorelle dell'estinta poetessa sta insanguinata e stringeva ancora nel pugno la rivoltella di metallo brunito. Si era tirato un colpo di rivoltella alla tempia flestra. Il Pompili era p?rò ancora vivo. Accorse il dottor Pampersi. la direttrice della Casa di salute. Italia Michetti, nitri sanitari e infermieri: sollevarono il corpo dei- hanno appreso cho una nuova tragedia lo aveva colpite. Intanto Vittoria AganoorPompilj era distesa sul ledo di morto tutta coperta di roso rosse e bianche, cho la pietà de) marito o degli amici e ammiratori e delle sorelle vi aveva deposto, Nulla stanza dell'estinta ardono quattro ceri o vegliano continuamente le suore. i nrimi ir-^.-.rei . ... V»"'"11 aLLJf5J ..^ »o;izia si difluse come il baleno in citsuscitando euwme impressione. Ven R)'S;t0- telefonato al Ministero liell'intcr- ■'yi- _Luzzatti, il quale so ne mostrò 'W'naussimo. - i.utn.0 al villino Pampersi anche il Pompilj, monsignor Basilio e di baerà Rota. , VUV iIllW0 PomIJl|J, vestito in nero, sul !0"0 ùl '-none, souiura addormentato. I suoi f-",V, *J r' aL'-^°n "IUP-'J. u'Ji.or rln^a"}enti ao" Sùno alterati, ,.,.;,!,,JPPr^ii _suicidio dol deputato di . H he si mostro vivamente addolorato a*u» Magica morte ed ha latto esprimere leco"doS«anze alla famiglia Pompilj. t5U.l"to alia cinica Pumpersi tu un accorre-ierugia mentre i ministri si trovavano alV"lr,Hutì 1H'r 'a consuelil nrma doi decreti, 1?,"' deputali, senatóri, giornalisti ed amici deUa laaìiS 'a PompKj. Uno dei primi fu il ministro guarda siglili* on. Fani, conterraneo ga aimesti- U pavimento, nel posto ove il suicida ò ca- duto, è macchiato di una larga pozza di sanaguo coagulato. Giungono intanto dal coni- ™ssario di Trevi due delegati di Publ/iica urezza con degli agenti i quali piantonano ri stanza ove è ta sauna dell on. Pompiij; il Pretoro e parecchi ufficiali di carabinieri. A ^mecitorio. oggi scarsamente popolato 9ausa dei tre giorni di vacanza per il lutto 'flS'ese e per il giorno festivo, l'impressione fu indicibile. I deputati presenti a Montoci- £rio hanno inviato alla famiglia del!' PomP:iJ un telegramma di condoglianza «gemente ha fatto ii presidente della ( on. ed Ca- m^ra: °?- Marcora. Alla Camera furono l Enrni ad apprendere la triste notizia, gli on. Enrico Fei-ri, Rubini e BorsarelU. L'on. Bor-marcili in preda a una grande commozione a;coya che mentre apprese la notizia della morte della signora Aganoor, stava per recar- !J alla clinica per condo:ersi con l'amico PomPil] e confortarlo. Raccontava che la sua amicizia con Pompilj data da moltissimi anni ed era diventata quasi fraterna da al- piando negli stessi alberghi e facendo si puòtìiro vita comune. Diceva un gran bene delle doti inte'lettuali e di cuore del povero mortocn0 in questi uìtiml giorni, tutto compreso dello stato di salute della moglie sofferente,pi era completamente appartato da tutti, ri- fiutando persino, nonostante Io vive e reite- ra*e insistenze del Borsnrelli. di accettare ospitalità nel villino Eorsnre>M. prossimo a!!acasa di salute ove la sig. Aganoor era in cura. L'on' p°mpilj rispondeva invariabi'mente : "No- no! Ne^e condizioni in cui mi trovo, non va?'*0 veder nessuno, nemmeno gli in-timi!....» Ed è stata forse questi feroce solitudine nel dolore una delle cause cho l'hanno con- dotto all'estrema risoluzione Varese, uomo simpatico, cui «"amane sembrava quasi res ■i..mi<intpnnp rhor*bS dal S-a- seguito d. avvenimenti dei quali e» stato testimone. Egli poco dopo la tragedia, e stato interrogato: y-.Non aveva lei mai saputo quache cosa dei tristi dosamenti dell onorevole? — No. assolutamente. Egli, che amava ladita nizzàva e dove è già composto il suo cada-vero. Di tratto in tratto si accostava al ca-pezzate delia monbonda. Quando la signoramori, noi e il dottore, che avevamo assistitoalla morto, lo dissuademmo dal ritornare avisitare ii cadavere. Egli pianse a lungo;ancora una volta ripetè lagrimando, Telonio della sua siraora. Fini più tardi per calmar-ti no'la camera. La morta fra stata già com- posta. Ivi si abbandonò a lungo sul cadavere di donna Vittoria, piangendo di un pianto calmo e rassegnato che non suscitò in noi allarmanti apprensioni. Con dolce violenza 'o persuademmo più tardi ad allontanarsi dalla camera luttuosa. Egli uscì con noi e si incontrò col eoa-nato, prender brava cho calma. Disse che il funerale delia i col co-nato, duca MilrVi. Egli volle e le disposizioni oer i funerali" Sem- ho egli fosse tornato in una re'ativa 1 ras ma :one- 'Tn .è P^sibilp che io segua la sa]- M Vittoria:, sono, sicuro che, per la via. "JJ" "1, Y "i"rm\ so,,°J sicura cne, per la via. ™£erer.?' '^rimando sulla sua bora ». Poi. ^,f,nno i! cognato gli disse che egli avrebbe se*"''0 H fprp«<'o m carrozza chiusa, d'ehio- ro che aretine ondn.o anche lui. Fra nppa-J^memenfp assai colmo Anzi diceva cho vo- ni, J? t anche fi «oeo ove il corteo a- vreime dovuto fermarsi ner rtJ eventtin'i di- S;'0!'.s'- ""' verso le 7 di stamane, mi chiamò e mi. prego d! recarmi n casa sua in viti «Jan Nicola di Tolentino per rendere a'eune cor- te che gli bisognavano e di cui ignoro la natura. Quando '.ornai, verso le nove. !o ri- trovai calmo comi prima. S;eenme aveva la abitudine di farsi ogni mattina'la barba, mi prego di andare a chiamare un barbiere, Questi venne e gli tagiò la barba. Egli sicambiò poi di abiti e di camicia; più tardi giunse il fratello Riccardo, che da Tivoli eravenuto a Roma per i funerali. L'onorevolenon si mostrò mai eccitato. Dono aver &cam- jpersi o altri infermieri, spaventati, salivano 1 di corso le scaìe, mi incamminai anch'i* come un pazzo. L'avevano rialzato da terra jrxl era morto sul ietto, ! _. Cosi lei non crede che il suicidio sia stato meditato? j — >;on so. biato alcune parole col fratello, espresse i) desiderio di ritornare in camera sua, quando erano ormai le dieci dell mattino. Il frate! o ed io lo accompagnammo fino alla soglia della camera. I! fratello se ne andò quasi subito. Io rimaci però, giacche sapevo che a me aveva .sempre qualche cosa da dire sulla soglia dosa camera. Egli aàiora mi disse: » Vada pure, vada, e senta che cosa dicono di sotto, mio fratello e mio cognato pei fur nerali ». Io, di nulla temendo, undai. Quando fui in fondo alla scala, udii una specie idi colpo secco. Subito dopo U dottor Pnm- Ma la rivoltella? | di Castello, per venire alla clinica a visitare i sua mogliie. — E non lascia lettere? ! — Lascia so:o una lettera alla cognata cheL'aveva acquistata tempo fa perchè 'aveva paura di fare dei cattivi incontri nel percorrere di notte le strade d«erte dei prati fu trovata sul letto, — Ma si dice che l'onoravo! consegnato due lettere n lei in tenuto il suo testamento. e avesse ieri cui era con- rolla Ada Parameci Pompl'j. residente a Poratici presso Napoli. L'on. mi disse: « In quo ste due lettere sta il mio testamento » e non volle aggiungere' altre sulle ragioni che lo avevano determinato n consegnarmelo. Anne ria me le consegnò mi disre: «Lo spedisca domani sera. » Avrei dovuto quindi spedirle ; ieri sera : senonchè. avendolo io interloquito in proposito, egli ieri sera mi disse: «Le spe d;Vn quando g ie'o dirò io ». Esso sono qninc'i ancora iie-lkr mie tasche. Questo la gelerebbe su',T>orre che 0 suicidio fosse pro meditato. Forse; comunque, noi non ovem,mo mai occasione di sospettarlo. i Buìmi 0invni ; . giurui , dei due coniugi sventurati : Eccovi nuovi particolari sui precedenti daila malattia della signora Vittoria Aga noor. Ella cominciò a soffrire disturbi in terni che a poco a poco ti aggravarono ribellandosi ai soccorsi e agli espedienti dall'arte medica. Dopo alternative dolorose e dopo spasimi atroci, seguiva poi uu pò e di lenimento per ricominciare re le torture sempre più gravi è medici di Perugia declinarono ro necessario irurgo, se si atastrofo auriche aveva ogni responsabilità o ritennero l'inKl-vento d-ucfeìvo del' chiru ; voleva scongiurare urna catasi ■ menti inevitabile. L'on. Pompilj, per la sua signora l'affetto più intenso, folle, come un innamorato fanciullo, ebbe uno ' schianto; esitò, ma dovette inchinarsi o rassegnarsi alla terribile alea, : La signora Vittoria già florida e bella, rssa smunta, accasciata dal male che la ro- deva implacabilmente, conservava il lampo dolcissimo e voluttuoso negli occhi aeris;?'nl1 .soUo 1 ebano della chioma folta che ' Ì'Ìm "im,av o dl UnL gra.z,a nu^a- 11 'óiso ^csuc. ed. esangue., Sono trascorsi circa due l «a^ .dal giorno m cui: fu compiuto P viaggio dell'inferma da Pcmatia a Roma. i La. ma!a'a fu accolla nella clinica Pam'P61']! V!ffidat^ aLia sPecinle assistenza del ^^^ScìSTSiSd^-'nSS^" ^0 ^^^^R^R comS" dJmu^^'^I^r^i^cS torXM alla foro progIlosl doTOttero asnòr ;Uire un tumore ^ doHovaia o sJnza .dir nulla, si Intende ai congiunti com" I Vittoria Aganoor Pompilj fu" qui accorci-un sensibile miglioramento che colmò d enne i ; letiucio candido vegliata dulia sorella e l dalie infermiere clie si alternavano La ;signora Angelica nella stessa camera aveva , fatto collocare un'ottomana sulla quale «i !adagiava per concedersi, quando era esau! sta, qualche ora di riposo. L'on. Pompilj, durante la sua lunga settimana di no'ssio- i ne, non usciva più dalla casa di salato¬ k'3"-n3.1 al suo trasporto nella sala operativa Z ^J^^ì ??^,?J_u?esto- degli anestotici e lasciarsi squarciare o frugare le vi scere dai bisturi sapienti del prof. Pestalozza e dei suoi aiutanti. L'inferma torno nella sua stanza in condizioni ormai d'ispo rate, ma cosciente, con la mento scevra da ogni nebbia e pronta al grande trapasso S „. .? '"T uVal Branue trapasso, ff-emjta dalla volontà tenace di non ad- 11 mR"t0 6 !a SC'^Uf",La si<nl,';ra Angelica non si mosse più dal capezzale: rató errava per' in camera: a volte si but tava in ginocchio r tava in ginocchio piangendo come un fan ciun0; llon dava tregua agli infermieri ni medici, alla direttrice signorina Mietetti — Ma lei crede che guarisca? Mi dica — ,gridava supplicando — posso sperare' 1 — Ma lei è un uomo, abbia cr-rngtno — rispondeva la signora Italia — non deve perdere le speranza — E Pompilj rico:r,in ciava lo sue lagrime e i singhiozzi sira- zianti. la fine si "avvicinava e ieri sera Vii torta Aganoor era morente. Il dottor Cova tentò più tardi una iniezione eccitante ma a nulla valse: l'agonia incominciava I" signora Vittoria conservò lucida la niente .uno all'estremo; le sue sofferenze si er-l movano per la fine e penetrava il gelo della 'morte. Non poteva più parlare e fissava in volto il marito e si spense senza tremiti 'e senza sussulti alle 11,45. i L'on. Pompilj si recò nella sua camera e tvolle la signorina Michetti per esprimere che so¬ la sua volontà: — Ella mi/ha dftfe no un uomo; ebbene, noiy pi Jtgo pi», voglio che la componiate nt-i ~v : 'etto; la vedrò e mi parrà più belle - X gemiti erano cessati e si cominciava. , t sbigliare crual cho frase per accorefer' E' strano — o"c<t7ò i ini* ••: . pareva cho con sua mogli mente a letf>! di i pie' ajjjj cadav neh; sui preparativi, signora Angelica « dovesse morivo piìj, nel pomeriggio, il pretore ùà^^'4ffl&l io una grossa busta di cuoio gi)Mta3|g|^S?:< aperta alla presenza dei segretario Vàreg^.f ; del fratello dell'estinto, del conte Corrg^E. stabile della Staffa e dei funzionari di pun- mica sicurezza. In essa ha rinvenuta una busta di pelle nera, contenente numerose carte e la minuta di una lettera, che l'ono revolo Pompilj aveva consegnato ieri sera al segretario Varese, perchè stamane la impostasse. Da questa minuta si apprende come la lettera diretta alla sorella uterina signora Ada Palmarini, domiciliata a Portici, il Pompili aveva incluso copia del suo tostamente. Si è rinvenuta pure un'altra busta bianca suggellata con ceralacca rossa, sulla quale è scritto: Testamento da aprirsì dopo la mia morte. II testamento e stato aperto: in esso, dopo alcune disposizioni di ultima volontà, è scritto che la salma dell'on. Pompili dovrà ossero accompagnata a Perugia e tumulata insieme a quella evia sua consorte. Questo testamento è di -'ata remota precedente al matrimonio dell'on. Pompilj. Presenziava alla sun apertura anche il senatore Tiepolo. E' stato rinvenuto in una busta, di cuoio un altro testamento olografo dell'on. Pompilj, indirizzato ad una signora parente dell'onorevole Pompilj, lontana da Roma. Poiquesto motivo il secondo testamento non è stato aperto. Intanto è -foto dato ordino li apporre i suggelli all'appartaménto abitnito dall'on. Pompilj, in via San Nicolò da Tolentino. L'operazione è stata compiuta stasera in presenza del senatore Tiepolo. Nel pianterreno del villino ove ho sedo In clinica, è stato preparata una piccola camera ardente, nel'a quale è stata deposta, circondata di fiori, la salma di dorma Vittoria Pompilj. Vegliano il cadavere alcune monache e sorelle dèi'èstinta e numerose amiclic. L'on. Pompili aveva ?6 anni. A Roma abitava un appartamento mobiglia to in vi^ ^nn Nicoln fin Tolentino. Da tre" giorni soli si era trasferito nlla clinica ove ora curata la moglie. Ciò che narra I! guardasigilli Il guardasigilli Fani, affranto dal dolane, si trattenne per esitasi tutta In giornata al villino Pamperi. Parlando con alcuni giornalisti, il guardasigilli ha detto: «Eravamo starnano con gli altri ministri aU» firma t-eele. L'on. Luzzarti. cho aveva Ietto come gli altri colleghi sui giornali del mattino la notizia che l'illustro consorte d.el povero Pompilj aveva cessato di vivere nella notte, ri aveva incaricato di portare lo sue condoglianze al consorte superstite. Come sre un fosco presentimento ci pesasse sull'animo, con Lttzzntti ci preoccupavamo delle conseguenze che la morte della consorto avrebbe avuto sul povero nostro amico. Po- !00 dopo fummo ricevuti dal Re. il cniali.-, anche lui. si mostrò con me vivamente addolorato per la morte dell'insitme poetessa Avevo ieri sera promesso all'on. Pomr,!:j di non mancare di recarmi a visitarlo sta-, •nane dopo la firma reale, e mi proponevo di accorrere alla clinica per assistere il mio caro Guido nei momenti di angoscia suprema non appena avessi controfirm-to i decreti di stamane sottoposti alla firma reale ; quando si è precipitato nel mio gabinetto al Ministero il barone Conhostabile urlando «Guido si * ammazzato presso il cadavere della moglie !». Mi pareva impossibile prestare fede all'annunzio che mi riempiva di doloroso stupore. Appena riavutomi, ho finito alla meglio di compiono il mio dovere, e sono venuto enti, novero Guido ! Più di trenta anni di fratellanza, sempre conservata anche in mezzo alle rivalità politiche, mi vieta quasi di credere alla sua violenta scomparsa. Mi è parso di non poter prestar fede al miei occhi nel vederlo cosparso de! suo sangue in questa casa non sua, mentre intorno alla salma della sua Vittoria, dalla quale non ha voluto separarsi nò pure in morte, ardono ceri funerei ed olezzano le reo che essa predilesse. Vittoria Aganoor-Pompilj — continua» va mestamente il guardasigilli — non fu soltanto la compagna degli ultimi anni della sua vita; essa fu tutto; era diventata tutto per lui ; seppe essere consorte emorosa, ma anche lo amò rruusi con tenerezza materna. Vittoria Agsrioor-Pompilj fu anche la buona amica che seppe infondere in Guido ren.ei~rin di cui abbisognava per menare a termine le varie imprese a cui rsrli si è dedicato e che sempre erano ispirato dalla luco limpida e soave della femminilità molta e fervida f]j iei. Pompilj si lucciso, perchè nella disperazione del supremo istante, hu sentito il freddo ed il vuoto nella propria esistenza avvenire senza la sua Vittoria. Noi, suoi amici, avevamo dubitato della sua resistenza a tanta sciagura : ma ieri sera egli mi pareva ormai rassegnato, e lo lasciai più tranquillo. Slamano stesso, a quanto mi ò stato riferito, crii simulando una grande serenità, si occupava personalmente dei particolari doi funerali della moglie estinta, incannando fino ali ultimo momento i famigliari ed i pochi amici che lo assistevano. L'atto nobile e romantico con cui egli ha posto fiue ai suoi giorni avrà una forte ripercussione iteli Umbria nostra, che egli ha servito da figlio devoto. Dopo tanti anni di comuni battaglie e di partigiane divisioni, tutti i miei concittadini già riunitisi recentemente in una sintesi di pace, no onoreranno concordi la memoria. li mesto pellegrinaggio Nd! pomeriggio l- continuato alla villetta ove risiede la clinica, il mesto pellenrmaggio degli amici degli estinti. Giunse- il presidente del'a deputozione provinciale di Perugia cho si trovava a Roma, e dopo di lui molte notabilità politiche: l'ou. Barzi'.ai, fi senatore Pieri, il senatore Faina, il senatore Pastrengo, il marchese Guglielmi, l'on Borsarelli. l'on. Tiepo'o e un numero infinito di altri visitatori. Il pellegrinaggio fu tanto più commovente in quanto tutti i visitatori compivano un doppio omaggio alle due sal-