Il rapporto fra l'aumento delle entrate e l'accrescimento della nostra potenzialità economica

Il rapporto fra l'aumento delle entrate e l'accrescimento della nostra potenzialità economica Il rapporto fra l'aumento delle entrate e l'accrescimento della nostra potenzialità economica Conchiudevamo l'articolo « Contro le nuove tosse e ver una grande riforma trioutnria», ponendo il problema se l'uumonw dehe entrate fosse stalo in proporzione a la accresciuta capacità del paese. Mettendo a riscontro i risultamenti tfeil'esercizio finanziario 1899-900 con quelli dell'esercizio ltiUMlOS, si scorge che le trate effettive delio Stato, dedotti i redditi j ; maggwre^passivo del 29,<8 0/0; dalle imposte dirette invece, non 91 ebbe che un magg ore geUjto del 6,28 0/0, tenuto pure conto dr.la dimtnu-, zione di 79 milioni verificatasi nella nscos- siòns, per via di ritenuta, dell|imposta sulla ricchezza mobile tu conseguenza della con-' versione della Rendila 5 0/0 lordo e 4 u/U|netto In Ueudita 3,75 0/0 netto. Analizzando gli aumenti dati dalle impo-l Dte diretto, due fatti appaiono particolar-| insule degni di nota. I Lo Dal 1901 al 1907 il nostro movimento commerciale aumentò da 3092 milioni a 4828 milioni, ossia del 56,44 0/0. Nelio stesso trat- to di tempo la massa dei redditi mobiliari! imponibili della Categoria B — derivanti da l'esercizio di industrio e commerci —;crebbe de! 27,86 0/0, cioè da L. 265,21S,449 nel i1901 a L. 339,104.309 nel 1907. Quest'aumento.però risulta di una importanza ben diversa, !seoondochè si tratta di redditi tassati ul no-, me di contribuenti privati oppure di enti col- lettivi. Difatti, mentre per questa seconda.specie di redditi l'aumento fu del 71,85 0/0 (da L. 69,652,082 81 a L. 119,701,388 10), i retiditi della prima specie non aumenta- rono che doli'11,84 0/0 (da L. 196,165,467 89 a L. 219,403,251 11). E' vero che nel dello settennio si costituì- reno moltissime nuove Società per azioni, delle quali non poche provviste di ingenti •al /,yo u/u_ equivalenza di" rapporti fra la natura è la capitali; ma non si deve neppure dimenticaro che i mezzi di cui la finanza dispone per l'accertamento dei redditi degli enti collcttivi — particolarmente di quelli delle Società per azioni — sono assai più numerosi e ben più sicuri di quelli che la logge non le consenta per l'accertamento dei redditi dei privati! Nè si traggono risultati molto dissimili dall'esame delle tassazioni dei redditi della categoria C, procedenti dall'esercizio di professioni ed impieghi, i quali per l'attinenza che hanno, con le industrie ed i commerci, debbono pur sentire, evidentemente, In una cerla misura, l'influsso dello condizioni di quelli. Difatti, i redditi tassati al nome diretto dei privati aumentarono, dal 1901 al 1907, del 10,57 0/0 (da L. 56,786,169 a 62,790,237); ■iùùauij quelli iscritti nei ruoli a carico degli enti collottivi per gli stipendi dei loro impiegati o dipendenti crebbero del 49,36 0/0 (da L. 37,019,753 a L. 55,293,580). 2.0 Si è calcolalo che da 10 anni a questa paite la massa dei redditi edilizi sia cresciuta ulmeno Ira il 15 o il 16 0/0, vuoi per il fatto delio nuove costruzioni, vuoi per i rilevanti aumenti delle pigioni uvvenuti specialmente nelle città muggiori. Orbene quali ripercussioni ebbero codesti aumenti di reddito nei riguardi dell'imposta sui fabbricati? Nei ruoli del 1899 fu complessivamente tassato un reddito di L. 539.5-40,553 così costituito: Redditi di fabbricati in Comuni capoluoghi di provincia L. 300,067,820 Redditi di'fabbricati in altri Comuni » 239,472,733 Invece i redditi iscritti nei ruoli del 1908 rilevarono a L. 579,627.083 formali conto segue: Redditi di fabbricati in Comuni capoluoghi di provincia L. 323,948,673 Redditi di fabbricati in altri Comuni " 255,078,410 L'aumento assoluto nel decennio fu pertanto di L. 40,086,530 pari al 7,43 0/0 così ripartito : Per fabbricati in Comuni capoluoghi di provincia L. 23,880,853 Por fabbricati in altri Comuni » 16,205,677 Dall'esame analitico e comparativo dei dati statistici esposti si possono trarre queste conclusioni: che lo imposte (dirette e) indirette) massimamente per la imperfezione tecnica ed amministrativa dei loro metodi di accertamento non aumentano in misura corrispondente all'aumento effettivo della materia tassabile; che quanto più elevato sono le aliquote o tariffe tanto minore, proporzionatamente, 6 il rendimento dolio tasse. Non è pertanto giusto nè conveniente stabilire imposte nuove 0 inasprire — salvo ritocchi determinati da speciali esigenze — queiie già esistenti senza avere prima provveduto a far contribuire, mediunte unti razionale riforma tributaria, alle spese pubMiche te. ricchezza che tuttora sfugge alle tasse 0 cho si è sottoposta in misura Inferiore alla sua reale entità. Ma questa riforma, che si invoca, non può avere soltanto intenti fiscali; essa dove proporsi altresì questi tro altri precipui fini : Lo di riordinare e ripartire le varie specie di tributi fra lo Stato, le Provinvie od i Comuni, in guisa da stabilire una giusta al 6,76 0/0 tentila delle entrate e la natura e la entità delle spese che si appartengono a ciascuno di codesti tre organi della vita sociale; 2.o di dare un assetto più equo e razionale al sistema tributario statale e locale, anche mediante il perfezionamento tecnico e amministrativo degli odierni metodi di accentramento, facendo si cho paghino di più quelli che possono di più e meno queLli che meno debbono; I 3.0 Di alleviare il peso delle tasse per modo da renderlo più comportabile al Paeise senza turbare, anzi irrobustendo l'equilibrio finanziario dello Stato. A mano a mano che crescerà il gettito ile'lle tasse per la scoperta di materia enetrà indebitamente sfuggita all'imposta op-r l'accertamento di nuova materia impo- n.bile si riducano, gradualmente, in quei ctrti proporzionati limiti che le esigenze dell mteria imponibile diventerà più fa aolle e per conseguenza meno costoso e più tprofìcuo. L'attività economica del Paese po- ptra rivolarsi ed espandersi più liberamente;, fl'Erario incasserà di più,_ li contribuente considerata »cl programma del Ministero Sonnino come lin bimo e .salutare esperi onto de][a ixvvoc&ill ri{orma tributaria. Ma di fron(c fl, vantnggi che potrebbero deri v.(re ^ CO(festo esperimento, quali erano ;ldditati ftella reazione ministeriale elio il justnivil n rc|aUvo disegno di legge, stanno pilre inconvenienti a cui darebbe ne cossuriam.ente luogo l'estensione della tassa di famirriia a tutto lo Stato, malgrado tutte j,. cal1tele eh-: si pensasse di mettere in opera per temperarne il peso alle classi nleno (avori(e di beni. Difatti, dovendo co desta tassa essere commisurata nella sua pju grando parie alle rendite fondiarie e mobiliari cne gja SOno colpite ciascune d •. uno speciale tributo diretto, ne consegue che essa farà sentire più aspri alle generalità dei contribuenti —- particolarmente a qucl'i cne risiedono nei Comuni dove tale imposta non è applicata -- quei due principali ui fatti che irià si imputano alle attuali nostre imposte dirette; 3a eccessività delle aliquote e !e stridenti—talora scandalose— disugua glinnze dì tassazione. L'imposta globale sulla rendita deve es sere unica, « Non bis in idem ». Uno stesso cespite di rendita non può ossero colpito l>iù volte da una stessa imposta a favore di più Enti, Stati, Comuni o Provincie; di versamento l'imposta, qualunque sia il no me sotto il quale essa si ammanti, diventa Cacpmipopanpingiusta, vessatoria e anti-economica. E dato il carattere personale che si vuole attribuire all'imposta globale, conviene che essa venga applicata per una seri.'* di Tradì distribuiti in modo da evitare tanto le esorbitanze dell'imposta progressiva, qualora sia spinta oltre certi ragionevoli limiti, quanto le deficienze dell'imposta proporzionale: deficiènze che si fanno più manifeste nell'applicazione delle nostre imposte proporzionali dirette e specialmente su'll'im posta sulla ricchezza mobile, la quale, per le manchevolezze di acconci mezzi di accertamento, si converte per molte categorie di redditi — corno argutamente faceva rilevare pochi anni or sono l'otri. Giolitti in una vera imposta progressiva a rovescio. **• So non che la riforma tributaria non può dare sensibili effetti immediati. Essa deve evolgersi e compiersi a gradi, per via di evoluzione, in un certo numero di anni. S troppo affrettata e non preceduta e sorretta da una conveniente preparazione, nroduxrebbe assai più danni che benefici all'eco nomiu pubblica e privata e potrebbe turbaro gravemente l'equilibrio finanziario dello Stato. E' quasi necessario, mentre si stu elaborando e maturando la trasformazione dei tributi, provvedere altrimenti, con 911 trale straordinarie, ai bisogni più stringenti dol Paese e dell'Erario. Le pubbliche entrate sono determinate dalle speso. Si quelle che queste si dividono in ordinarie e straordinarie. Le fonti di 011 trata devono corrispondere alla varia' na tura dolilo spese, affinchè lo une non von guno mài meno alle altre. Di qui la colise guenza che le spese ordinar:/- si devono di regola, soddisfare coti entrate ordinarie — rendite patrimoniali <» imposte —; men tre alle spese straordinari,' si può sopperire con entrate straordinarie, ossia con prestiti. Prestiti e imposte, però, si debbono con temperare in guisa che : non isconvoflgano l'equilibrio nell'eco nomia dello Stato (principio politico); mantengano una giusta equivalenza fra il complesso dei servizi elio lo Stato rende ai cittadini, mediante le spese, a il comples so delle prestazioni che ne riceve, per via dello entrate (principio economico); il carico delle entrate, equamente ripar» tito. non oltrepassi |a capacità contributivi delle economie private (principio giuridico) Questi i sommi principt, di ordine noliti co. economico e giuridico, in tema di ini paste e di prestiti, secondo la teorica flnan ziaria, 'Ma La scienza finanziaria non è una semplice astrazione della mente; aliena dai vani preconcetti aprioristici; essa ha suo fondamento nei fatti sociali — economicipolitki — dalla considerazióne dei qua assurge per dottare le suo leggi. Essa è e senziiilmento pratica: e quindi ragioni ,1 convenienza pratica possono far preferire ora i prestiti ed ora le imposte. Quando in un paese le imposto sono ec cessiivamentc elevate e difettosa, è la ripar tiziono di osse e, per conseguenza, le forze contributive d^l presente mule reggerebbero al gravame che, massimamente, imporle robbero certe spese straordinarie, / cui vantarmi si estendono nel tempo, è pienamente lecito far contribuire a quelle spese anche le forze economiche del futuro con l'emis sione di prestiti .Emesso in tali condizioni, il prestito mentre fornisco prontamente allo Slato quella somma di mezzi che eli oc corrono por la soddisfazione di bisogni' ] non ordinari, stringe — secondo la belli: I espressione del Dufresne Saint-Leon un vincoio di solidarietà fra il presente e l'avvenire, mercè di cui si stabilisce fr:: lo Stato e i cittadini una giusta equiva-i lenza fra servizi e prestazioni in tempi d versi e in misura conveniente e proporzionata alle forzo contributive, che parteci pono dei benefici procurati dal prestit stesso. Poste queste premesse, un prestito, cho fosse contenute Miro i limiti del necessario ed emesso con prudente accortezza, sarebbe pienamente giustificato dalia teoria e dal! pratica finanziaria Si 6 opposto che la chiusura del Gran Libro del Debito pubblico fu la salvezza dci finanziaria d'Italia, e che il riaprirlo polirebbe avviarci alla rovina. Il fantasma di questa rovina non ci scuote. E ricorrili» mi di nuovo alte cifre, _ Nell'ultimo decennio, dal IfiOO.ol 1910, loj I 119,023,973 mediante mutui contratti con I Ila Cassa depositi e prestiti; non tenuto con-|to della somma capitale di 80 milioni e 667 mila lire in Rendita consolidata stata emes- Isa parte nel 19(12 (L. 29,997,000) e parte nel 11903 (L. 50,670,000) per il rimborso di buoniI del Tesoro, a lunga scadenza. Orbene, in questo tratto di tempo lo con- 'dizioni economiche o finanziarie del Paese, 1 anziché deperire, migliorarono notovolmen- te. malgrado la gravo crisi che ci incolse nel pjo7 0 i disastrosi terremoti che distrussero , foggio e Messina sullo spirare del 1908. u nostro movimento commercialo sali di', Casse di risparmio ordinarie e postali e in altri istituti di credito. Nonostante la man-canza di precisi dati statistici che risalgono per tutti codesti istituti al 1900 si può con molla approssimazione ul vero ritenere che in questi ultimi 10 anni la somma dei do-positi sia quasi raddoppiata, superando essa oggidì i sei miliardi, come sarà dimostrato più innanzi. l n corso medio del consolidato 5 0/0 lordo, che nel 1900 era di L. 100 05, andò costnn- temente progredendo, cosi che, malgrado la legge di conversione del 29 «ugno 1900, lo , vediamo noi secondo semestre stabilito a j L. 102 60 e toccare nel 1909 L. 101 1/2. j„ entrate effettive dello Stato già accer- ; t;l.,., nell'esercizio finanziario 1899-900 in lire i fi7| 523347 contro L 1,633 097,746 di spese, ascesero n^llo esercizio de! 1908-909 a . 2,133,906,302 contro una snesa di 2,098,616,310, lasciando un avanzo effettivo di 27,287,923. r l'esercizio corrente del 1909-910 fa prevo- ■ono 1 rovinosi | f"»j« prodotti dai debili por oltre un mi1 h'!rdr> contratti negli ultimi scorsi 10 anni, sarebbe da augurarsi che lo Stato continuasse a farne degli altri e per ben mag¬ giori somme nel decennio in cui siamo ora ente contratti,' 2,641,047 08, di- ioni dei eonso, — rdo e 4 0/0 netto,, mortamento gradualo tp""""'° "~w "' "'"< .. L La verità è che la convenienza 0 non d. I^Vro'nìl line Toni S ed I P°rto con il fine a cui mira 11 prestito 00 1 alle condizioni economiche e finanziarie dell1 momento in cui esso viene contratto. | f:ri prestito emesso por sopperire a spesò ordinarie od anche straordinarie, rna non | utili e produttive, in (ompn in cui scarseggi i ti capitale necessario alio industrie e ai com- j merci, produrrà indubbiamente conseguenze; Perniciose. Invece potrà riuscire vantaggioso ; un prestito, anche se di molla entità, quan- do abbia per fine di provvedere a spese straordinarie di durevole utilità ed efficacia produttiva e siano favorevoli al momento della sua emissione le condizioni dei mer- rito dall'enorme produzione mondiale de! l'oro. In questi ultimi dieci unni, dal 1900 al 1910. dalle viscere della terra si astrasse ; tanto oro per un valore di 17 miliardi, 768 j milioni e 800 mila franchi; e le vene d'onde sgorga in tanta copia il prezioso metallo! non accennano ad isterilire. Indici di questa grande abbondanza di denaro sono, fra altri, il rialzo del prezzo de'Ie merci, l'aumento delle riserve delle principali Banche mondiali, la riduzione del saggio di sconto, la facilità odierna dello anticipazioni e dei riporti. In Italia, per non cariare che di noi lo to liberò 6 relativamente mite. La carta ■dl P*»'***** è favorevolmente accolta fra , ji 3 3/4 Q y 4 o/n. La tormentosa crisi del 190? è ormai TO' perata. Il 1908 o il 1909 furono due anni ai raccoglimento e di reintegrazione di iorze. Lo industrie, illirico quelle più vitali, sono in via di sicura ripresa; e lo Borse, in gran parto risonate, offrono canino ad una più attiva od estesa contrattazione di valori, I depositi presso te Cissi di risparmio a le Banche continuano a crescere. Al 30 giu gn.o 1908 ossi rappresentavano un capitale di L. 5,533,150,355. Un anno dopo — a'„ „ ghigno 1909 — erano saliti n L. 5,924,842,798 con un aumento di lire 391,692,443, cornei ~ 8 Casse di risparmio ordinarie Casse di risparmi postali Caffie turali Monti di Pietà 100.815.969 790.732.093 653.a45.619 369. «16.662 2.323.607.095 . 1.492.525.360 . 62.250.000 > 112.000.000 Totale L. 5.924.842.799 Calcolando che l'aumento nel 2.0 semestre dol 1909 sia stato di soli 180 milioni, il totale dei depositi al 31 dicembre u. 9. sarebbe salito a 6 miliardi e cento milioni' in cifre tonde, fruttanti un interesse medio del 2 75 0/0 circa: non tenuto conto del depositi esistenti presso banchieri privati, per i quali manca ogni attendibile riscontro di dati statistici ufficiali, B.

Persone citate: Dufresne, Giolitti, Ila Cassa

Luoghi citati: Italia, Messina