La gita dei giornalisti torinesi a Lugano

La gita dei giornalisti torinesi a LuganoLa gita dei giornalisti torinesi a Lugano ugano,. Il cielo era ieri nuvoloso, ma i giornalisti erano sereni. Infatti, grazie alla vacauza del 10 maggio, la loro mente era sgombra di pen¬ sieri preoccupanti, ed essi potarono permet tersi il lusso di abbandonare il giornale e la città. Ci siamo adunque riuniti in una trentina attorno al simpatico collega Riego Girola Tuiin, che seppe essere un abile organizza tore ed un accorto condottiero della nostra scapigliatissima troupe, e Siam partiti per fugano jn UI1 treno diretto, cho Alava sotto utia pioggia dirotta. Per via, nessun incidente (neanche un ritardo!), salvo la rottura dei timpani agli altri viaggiatori, ooila nostra rumorosa allegria, e ematiche accensione di moccoli al tempo traditore. A Novara ijl rappresentante di quella stampa, comin. Dragherà, ci dà en passant un saluto e un compagno di viaggio: il collega Griffinl, che fa chiasso per tre; a Milano perdiamo un treno elettrico, ma acquistiamo, nell'attesa, un appetito più elettrico ancora; e infine giungiamo all'una pomeridiana a Porto Ceresio, dove duo colleghi della « Stampa ticinese», Casartelil e Croci, ci presentano il lago e una tavola imbandita. Diamo la preferenza a miesta, anche perchè su di essa non piove acqua, ma vino, e ci rifocilliamo così nel buffel della stazione, che (possiede già tutta la grazia civettuola d'un chalet svizzero. Dopo che il collega Abate-Daga ha salutato con un brindisi i giornalisti ticinesi, ci precipitiamo nel battello per Lugano, che'ci o£fre quella Società di navigazione, e occu- (di bellezza. Dopo pranzo, di Quell'altra fame non ss ne Pi"' Sebbene il Iago ci faccia broncio, con una nera minaccia5 di nubi e con certe spruzzatine di pioggia passeggera, ei lasciamo conquistare à^fócanto defluogó pittoresco, che rassomiglia in tempo di pioggia, a qualche suggestivo paesaggio nordico verniciato all'italiana. Ah.se ci fosse il «ole! E con quest'esclamazione di rammarico si arriva a Lugano, silenziosa e deliziosa, che' ci attende, un, po' melanconica sotto 11 cielo grigio, specchiando nel lago sempre limpido i profili giganteschi della sua collana di moiv ti e le facciate bizzarre e variopinte delle sue mi1 le palazzine, e dei suoi innumerevoli hóteh. | mi;le palazzme, e dei o ì o , i Ci ricevono altri colleffhi licineai, il sfe, Battista Quattrini, segretario delia «Società di navigazione», e il signor Moranzoni, direttore éeìVhótel Splenda, dove siamo..... splendidamente ospitati. Cinque minuti di riposo: e pei partenza, in lancia automobile prima e funicolare poi, pel Belvedere di Lanzo dTntelv'L E là in una villa che reca il nome sentimentale di Violel, la melanconica eroina fogazzarlana, la Società ticinese della stampa ci offre un o/ternoon-tea. Ptrlano, inneggiando al giornalismo del Cadon Ticino o del Piemonte, il deputato cantonale on. Ferrari e il collega Girala; quindi rapidamente si scende, mentre da un lato e gole misteriose della Valsolda, cara alt'aubre di Daniele CortU, oscurano d'ombre il fago, e dall'altro Lugano bella si accende di lumi... Alla sera nel salone del Grand hotel du Pare la « Sxùetà luganese degli albergatori »', la « Réclane collettiva » e la «Pro Lugano » ci offrono un pranzo d'onore. Le tavole scintillanti ed infiorate, attorno a cui i nostri frak mettono una nota grave, presentano un superbo colpe d'occhio. Notiamo, tra i presenti, l'on. Ferrai, Ambrogio Croci, del Popolo e libertà, l'infaticabile Casartelli, della Gazzetta Ticinese, l'on. Carlo Maggini, presidente della « Stampa ticinese », don Banchini, della Navigazione La Vedetta, il dottor Bu?;zi della « Funicolare Monte Brè », A, Moranzoni, Battista Quatrini, della « Navigazione generale», Schatemann della funicolare S. Salvatore, Grece della « Reclame collettiva ». Della nostra conitiva ricordiamp, oltre a Riego Girola, il <av. Verona, direttore della Slampa sportiva, colleghi aw. Bevione, Bertinettì, cav. Boetf, avv. Maccar', Signorini, Moggi, Abate-Daga ecc. .Allo champagne, che ohiucj* il banchetto squisito, pronunciano brindisi calorosi, applauditisami: l'on. Maggini, che ringraziai giornalai: torinesi delia loro visita, tanto più gradite nel momento in cui Piemonte e Cam ion Ticino combattono uniti una battaglia connine per la causa del valico alpino orien* tale delli Greina; Maccaxl, che eaiuta la libera Svizzera e la sua stampa a nome del giomaliano subalpino; Girola, che ringrazia, -a nome dei gitanti, con opportune e sentita parole, .Titti gli' ospiti nostri cosi gentili e cortesi, e irvita i colleghi svizzeri a fare una visita a Tcrìno durante l'esposizione d'J. 1911; HI cav. Vtf-ona-, che offre, a nome nostro, con felice inprowisaziope, un oggetto artistico) al Casartelli e un album di firme con pergamena e( valoroso Girola, pregevole opera di Manca e Vezzosi. Infine Giuseppe Bevione, per cedere alle insistenze: dei colleghi ticinesi, spiega brevemente i motivi pei quali Torino appoggia il progetto del valico alpino della Greina, riscuoterne grandi applausi, e Dante Signorini chiude I banchetto con un brindisi pieno di verve, die ottiene un entusiastico successo. La se:ata ha un seguito ai Kursaal, dove la direzune di quell'elegante ritrovo mondano ci offre, ina cena notturna. Quando questa è al termhe, dicono parole di ringraziamento il college Bassi e il cav. Boetti, che saluta in, modo spaiale l'unica rappresentante del gentil sesso luganese, la signora Girola-Tulin. La conitiva, dopo aver pernottato sllq SplcndidTIÓtel. ha compiuto stamane ima lietissima gta a Monte San Salvatore e nel pomeriggio è ripartita per Torino. Ironia della sorte; ier., al nostro arrivo, il cielo iagrimava, ed otgi. li'lla partenza, ci sorride con un bel sole .cloro. Sembra quasi lieto che si allontanino qiesti disturbatori curiosi, ma noi. mentre i battello, scivolando sul lago divinamente azzurro, ci trascina verso Porto Ce» testò, siano tristi oggi, e sorridevamo ieri-ti.'** Alla nfetra gita volle pure partecipare in ispirilo i 'collega Cini R osano, consigliera delegato 3eiil'Associazione della stampa subalpina, (ho inviò da Venezia un affettuoso telegramna.