Il tesoro della "Myakka„

Il tesoro della "Myakka„ Il tesoro della "Myakka„ La querela del duca e i gioielli della duchessa Sono state contestato all'ing. Pacetti le dichiarazioni fatte a Milano ddll'avv. .Dante Vedovi, procuratore legale del duca Litta . L'ine Pacetti. che come è noto, è accusato di aver tentato di facilitare sii sconti delle tratte al fìRlio, ohe si trovava a Vienna, ricorrendo a persone influenti nel mondo finanziario, mentre fili era stata comunicai:» la diffida del Litta, ha fatte a un corrispondente del Corriere dulia Sera le seguenti dichiarazioni: Come si difende l'ing. Pacetti » Dopo le note traversie incontrate per le fallite operazioni di sconto presso alcuni banchieri francesi, mio figlio si era recato a Vieti- na, perchè aveva avuto ottimi affidamenti da persone che -si occupano di operazioni di scon-to. 'Méntre le cose sembravano volgere a buon punto, improvvisamente il duca Litta. consi- gliato in ciò certamente dall'ing. Zabarella, inandò la diffida a mio tiglio. Contemporaneamente egli la comunicava a me ed ai banchieri De Lai. Stop e Compagnoni, di Vienna Questi ultimi erano appunto in trattative con1 mio figlio per gli sconti. La mossa del duca mi indignò, perchè dovevano essergli noti i sacrifici da me compiuti per far fronte a tutte lo spei.j di mio figlio, fatte sempre per il sogno ducale della «Mlacca». e che io mi trovava esposto per una somma di parecchie diecine di migliaia di lire, mentre ero nell'urgenza di essere rimborsato al più prestò. Io naturalmente speravo che, avvenuto lo sconto, rn.io figlio mi avrebbe passata la parte di quattrini che mi spettavano. La diffida del duca iprocrastinava di nuovo la sistemazione dei miei affari. ».Non di meno è assolutamente falso che io iibbla usato qualsiasi raggiro per rendere i- nolficacé la diffida del duca. Io ho fatto pre- sente tutta la sconvenienza di tale atto, scon-venjènza che venne pure rilevata dal banchie- re Stop, il quale esigette delle scuse, Non ò poi vero che io mi sia impegnato a . ,. to restituire le tratte da mio figlio, poiché era padronissimo di tenerle, essendo egli l.accot- "'*'•""'*•""" '•"" tante e poi perchè era munito della più ampia procura da parto del duca.. « — Ma ora il duca la dichiara falsa. ' — Il duca può benissimo asserire che tale procura è falsa; ma io e mio figlio sapremo indubbiamente dimostrare il contrario. Ecc>ora in che consistono le mie pretese manovree raggiri, cho hanno determinato il duca Litta2 coinvolgermi nella querela sporta, contro mio tiglio. E vero che io mi rivolsi al rag. Som- mari va del Banco Ambrosiano, ma unicamen- te perche consigliasse, il duca a recedere dal- 1 atteggiamento assunto colla sua diffida.. Ch,eraggiro c'è in tutto questo? L'ho forse io in- vitato ad inviare referenze ai banchieri di Vienna? Nemmeno per sogno. Il ragioniere Sòminariva era creditore per 7500 lire, avendo il Banco Ambrosiano scontati colla sua giratatanti effetti per quella somma, ed allorché egline chiese il pagamento, dovette fargli presen-te la situazione di tutto l'affare della « Miao-ca ». Fu parlando di ciò e trattando di neces-sita col Sommarlva, che io non avevo spon-taneamente avvicinato, che fu ventilato il progetto di convincere il duca a revocare la. diffida. Di referenze poi non ne furono affatto mandate, e potranno farne fede i banchieri di Vienna, fra 1 quali anche lo Stop, che pure le aveva sollecitate indicando appunto il Somma ri va. Sulla scomparsa dei gioielli « Ultimate queste spiegazioni, l'ing. Pacetti ci ha fornito una sua versione sulla scomparsa dei gioielli della duchessa. « — A Roma — egli ha narrato — mentre il duca sfoggiava un grande lusso, si trovava in realtà a corto di denaro, tanto che decise di far impegnare i goiellt della duchessa sua moglie. Non volendo egli figurare nella polizza, incarico del pignoramento mio figlio Tonino. La polizza relativa venne consegnata ad un r-.erto Bracchi, il quale era uomo di fiducia di Tonino, mentre egli dimorava in Roma. Occorre notare che a Milano invece mio figlio aveva certo Napoleone Federici. Fu questi che compì una truffa. Se il duca lamenta la scomparsa dei gioielli. ci<> è dovuto ad un caso disgraziato. Il Bracchi, che si trovava a Roma, dopo che il Tonino si assentò per lungo tempo da Roma per trattenersi a Vienna, ebbe occasione di recaisi a, 'Milano, dove s'incontrò col Federici, segretario di mio figlio. Il Federici, pessimo tipo, come più tardi si è rivelato, inesso al cortente dell'affare dei gioielli, fece credere al Bracchi che mio figlio avesse ordinato di disfarsi dei gioielli vendendoli. Cosi venne fatto. Il Bracchi sì recò a Roma, dove svincolò i gioielli, e. li vendette ad un certo Lefevre. Questi, diffidando del Bracchi, ottenne un'assicurazione precisa dal Federici, il quali', da Milano, su richiesta del Bracchi, si affrettava a telegrafare: «Sta bene, vendete» « — Ed il Federici ora dove si trova? «— Non lo so. Io pure sono una vittima di altre truffe da lui compiute ». «L'ing. Pacetti è infatti citato in Tribunale questa mattina, poiché la ditta Albertario Carcano.. di Milano, procede contro di lui per il mancato pagamento di vari! effètti cambiari a firma Pacetti. Questi sosterrà che tali finn? sono state falsificate «Di questo altro episodio l'ing. Pacetti diede questa versione : Il Federici secretarlo i._ I figlio, avendo bi-ogno di quattrini, a mezzo di I un Ti.-^io suo conoscente, cha era stato in rapporti d'affari colla gioielleria Carcano, otteu|ne l'acquisto di gioielli, dando in pagamenti" Ideile cambiali a mia firma. Però io ho ricevuto una lettera dello stosso Federici, il quale, facendo le scuse più vive, confessa di avere apposti: le firme (alse. Io non l'ho voluto denunciare, poiché non spetta a me tale azione, ma impugnerò di falso le firme stesse. «— Però la Ditta accennerebbe che ella non avrebbe escluso di far fronte eventualmente a tali effetti. « — Non lo esclusi se si fossero determinal? certe condizioni. Ora invece intendo di non sobbarcarmi ad un nuovo onere per salvare un Tizio dal quale ho avuto altre prove della sua scorrettezza sempre ai miei danni. «—Ed il materiale tipografico? «—In questa faccenda io non c'entro per nulla. L'acquisto colla Società Augusta . di Torino, venne combinati! da lai Luigi Cardi. Vita Ditta vennero offerti effetti avallati dal duca. Questi voleva far denari ad ogni costo per poter partire por l'America, ed accettò la proposta di acquisto, pur sapendo ch'era poi ne.eesario di offrirlo ad un prezzo inferiore per f;. cilitare il ricavo del denaro. Ad ogni modo, t" le affare è tuttora pendente, e pochi giorni oi sono io ricevetti dal Cardi la proposta di age volare l'impianto di una tipografia a Salso maggiore'. Ma per ora non se n'è fatto nulla Io ritenevo anzi che l'avv. Vedovi, che si è recato a Torino l'altro ieri, avesse definii l'affare. Ripeto, ad ogni modo, che io noi; 11 Federici segretario di mio c'entro affatto, pur avendo avallate diecimila lire di effetti, che furono girati dal Cardi, proponente l'acquisto della tipografia ». Come era presentato l'"affare„ dal Sindacato della " Myakfaa ,, Un corrispondente del Secolo è venuto in possesso di un elegante opuscolo, che porta su una variopinta copertina un nome che ora corre su tutti i giornali d'Italia: Myakka. L'opuscolo, stampato in francese a Parigi da Hardy e Bernard, è compilato dà'un incognito Comitato di studi, allo scopo di lanciare nel mondo finanziario la grande impresa dei1 la coltivazione della «Myakka». La quale i altro non è che un vasto territorio della Fio j rida, avente una superficie di 780,877,030 et- 1 tari, posto a due chilometri da Braidentown e a due ore dal mare di Tampa. Essa ha al nord il Manatee. all'est il Braden, all'ovest il i Myakka, navigabili tutti fino a Braidentown, 1 al mare. Queste circostanze — dice l'opuscolo — pongono la « Myaleka » in una posizione mirabile è vantaggiosissima dal punto di vista delle coltivazioni future. Questo dal punto di vista geografico. Quanto alle altre sue qualità, ecco cosa scrive il :vt dicembre 1908 il signor Ulrich Wiss, da Parigi, al duca Pompeo Litta: «Di ritorno dalla proprietà della « Myakka.». in Florida, mi affretto a dichiararvi : a) che il clima è meraviglioso; b) che ho riportato i una eccellente e profonda impressione delle sue foreste e delle sue praterie, che sono va- ramente grandiose; c) che tutti i vostri rap porti e le vostre discussioni sono molto ai disotto della realtà; d) che io sono entusiasta Idei vostro affare e che mi metto a vostra in ] tera disposizione per darvi tutto lo sviluppo possibile ». , Nè basta! Ecco il dott. C. A. Schenk, fonda¬ ,tore e direttore dell' « Istitut Schenk de Fore ! steru „ e jSpeuore delle grandi possessioni di G. W. Variderbilt nella Carolina del Nord, che manda alia « Myakka » gli Ingegneri Edredge e Tucker. e sui loro accertamenti fa un rapporto, da cu! risulta che i terreni della « Myak| ka » son divisi per il 65,05 % da terreno co ìche si potrebbero ritrarre « Myakka ». Egli conclude che su una vendita di legname per 240 milioni si avrebbe ua utile netto di 100 milioni. In complesso i benefici finanziari della Società avrebbero dovuto essere di 120,006,103 50 di franchi con un carico sociale dt 6 milioni'd'azioni e 25 di obbligazioni. Il Comitato ritiene inoltre che sarebbe bastalo un milione di « Workin capital », interamente sottoscritto dal duca Litta. Inoltre assicurava che fu posto in opera per la riuscita delia coltivazione della Myakka e ciò in base ad una serie di considerazioni non ultima quella che il duca Litta sarebbe stato l'organizzatore. Oggi la Società non esiia ad affermare che trovasi in una situazioue ottima, con una rendita annuale media d'una dozzina di rniiioai di franchi, minimum, senza contare la vendita, la. locazione della coltura dei terreni e senza contare i giacimenti di fosfati esistenti alia « Myakka. » Questo è, nelle sue grandi.linee, l'affare quale è rappresentato dal Sindacalo della « Myakka », intorno al quale si è iutessuto il romanzo finanziario che le cronache odierne vanno esplorando. |ncrt0 di alberl di alt0 fus't0 e specialmente di re; '„ Djs0h-pino », specie di pino a foglio aliungaa!, " jj7 „/ rla praterie effettive; 1*1.54 % di prate,.jè inferiori; il 2,42 % da foreste di legno - 'j d lavoro; il 2,70 % da paludi; il 13,34 % - d terreno sabbioso; il 0,20 % da terreno rat- j fermat0- e u n,39 % da stagni di acqua salsa. i , . „'..„, „._„ ,„„itr,_i ,<eii, „ Mvntt. - , Le con'liz °c,ide' >immltì 1» ,• che uel a ,™£*^nZfJ%u^?n ! T'unto per puntei fanno I dacato della « Myakka » possiede una propi ea!tà splendida, ricca di risorse e sarebbe ben ditiflcile trovarne un'altra del genere ». j Dopo il signor Schenk ecco il signor Vannod, 1 direttore della Compagnia generale di mobi-!giianiento esporre cifre sbalorditive nei vantaggi |cne si potrebbero ritrarre dalle foreste della