Sulla portata dell'odierno convegno tra Di San Giuliano e Bethmann Holweg

Sulla portata dell'odierno convegno tra Di San Giuliano e Bethmann HolwegSulla portata dell'odierno convegno tra Di San Giuliano e Bethmann Holweg La nomina dei sottosegretari = 11 malumore dei radicali (Per telegrafo e telefono alla STAMPA) Il eonvegno di Firenze Roma, I ore 22. L'abboccamento del nuovo ministro degli esteri con il cancelliere dell'impero tedesco non può passare inosservato. Betthmaiui Ilolweg poco dopo nominato cancelliere, fu a Vienna per presentare i suoi omaggi all'imperatore- d'Austria-Ungheria, ed il suo proposito di fare altrettanto con il Re d'Italia è stato attuato tardivamente in un momento poco propizio per cause estranee alla sua buona volontà. Motivi di politica parlamentare tedesca lo costrinsero a rinviare di parecchi mesi il suo viaggio a Roma. Motivi di politica parlamentare italiana hanno fatto oincidere il suo arrivo al confine italiano con la crisi del Gabinetto Sonnino, cosicché, mentre egli scendeva per mettere un piede nella città eterna, i giornali strillavano per le vie: «La caduta del Ministero ». Il suo soggiorno a Roma è stato relativamente lungo, ma meno lungo della crisi ministeriale. Perciò egli non ebbe agio di parlare esaurientemente che con un solo personaggio, col Re, che fortunatamente si occupa con particolare cura della politica estera. Poiché il ministro degli esteri era dimissionario ed era escluso che egli potesso entrare nel nuovo Gabinetto, ne al cancelliere, nò allo stesso ministro poteva sembrare opportuno una conferenza sulla politica internazionale futura, non essendo in grado Fon. Guicciardini di prendere il minimo impegno, nò volendo compromettere minimamente la libertà di azione del suo successore. Questa sola circostanza basterebbe a giujjrifìcare pienamente il fatto staordinario che Di San Giuliano, appena prestato giuramento, si ò messo in treno per andare a raggiungere von Betthmann Holweg, il quale si ò fermato a Firenze non tanto per ammirare il meraviglioso contenuto delle gallerie e dogli Uffici, quanto per aspettare la formazione del nuovo Gabinetto prima di lasciare l'Italia. Egli aveva certamente grande bisogno di conferire coi successore di Guicciardini ; soltanto dopo l'abboccamento col nuovo ministro avrà pienamente raggiunto lo scopo, che si era prefisso partondo alla volta d'Italia. Al motivo espostovi, per sò solo molto importante, no va aggiunto un altro d'ordine contingente, destinato a calmare eventuali preoccupazioni ilei circoli politici di Germania e AustriaUngheria. Purtroppo l'opinione pubblica nei due imperi centrali non è esattamente informata sul conto nostro: in Germania ed in Austria hanno generalmente dell'Italia un concetto non molto lusinghiero per noi: di là dalle Alpi temono di tratto in tratto che al di qua i discendenti di Machiavelli sieno inchinevoli a far una politica machiavellica: lassù non sanno o fìngono di ignorare che il popolo meno machiavellico è proprio l'italiano, che la potenza più ingenua è l'Italia, come dimostra in modo evidente la disgraziata storia della politica estera dal 1861 ai nostri giorni. La circostanza che nella presidenza del Consiglio aU'on. Sonnino, noto triplicista, c succeduto Luzzatti, antico e costante atnico di Francia, e alla Consulta, all'onorevole Guicciardini, fautore accentuato dell'amicizia intima tra l'Italia e l'Austria, Di San Giuliano, per circa quattro anni ambasciatore a Londra, poi ambasciatore a Parigi, questa circostanza, derivata unicamente da cause di politica parlamentare, avrebbe potuto essere sfruttata da tutti coloro che nei due imperi centrali alimentano le diffidenze contro l'Italia, additandoci in ogni occasione come poco fedeli ai patti della Triplice. Betthmann llohveg 6 stato quindi bene ispirato fermandosi a Firenze per attendere Ja formazione del nuovo Gabinetto, e Di San Giuliano ha dimostrato di possedere un fine accorgimento andando a raggiungerlo prima ancora di essersi insediato alla Consulta. L'uno e l'altro hanno fatto opera di prevenzione contro un'eventuale ripresa della campagna intemazionale contro la triplice alleanza. Riconosciuta cosi l'importanza dell'abboccamento, dobbiamo guardarci da pericolose esagerazioni. Chi credesse che domani sulla sponda dell'Arno saranno prese gravi decisioni, si ingannerebbe a partito. La scadenza della triplica alleanza è ancora molto lontana: nessuno degli alleati può pensare che sia giunto il momento di rinnovarla. Ma. al-; Finfuori di questo, ci sono tanti argomenti da traltaro per una più facile conservazione della pace. C'è l'eterna questione d'Oriente, che, per quanto facciano e dicano le grandi Poten/.c allo scopo di allontanarla e attenuarla, f- sempre presente e minacciosa: essa costituisce un permanente pericolo non soltanto per la pace generale, ma anche per il mantenimento dei buoni rapporti tra l'Italia e l'Austria. Fino a qualche anno addietro la Germania, di fronte all'Oriente, poteva seguire la politica di pieno disinteressamento inaugurata da Bisinark. Dopo l'improvvisa annessione di Bosnia-Erzegovina, che mise in grave pericolo la solidità della triplice alleanza, aggravò notevolmente i rapporti, non sempre cordiali, tra Germania e Russia e recò grandissimo nocumento agli interessi germanici e all'impero ottomano, la Germania ha dovuto modificare la sua linea di condotta. I.a politica della Witnelmestrasse non deve essere stata estranea alla cessazione del grande duello diplomatico tra il conte Aerenihal e il signor Iswolski. L'Italia è cer¬ tamente lieta che il convegno di Racconigi, contro il quale inveirono a torto sul Danubio e sulla Sprea, abbia partorito la ripresa dei buoni rapporti tra Pietroburgo e Vienna; ma essa ha il dovere di tenero gli occhi molto aperti, non potendo nò dovendo facilitare la risurrezione dell'infausto patto Muerzsteg.

Persone citate: Di San Giuliano, Guicciardini, Luzzatti, Machiavelli, Sonnino