Il mezzo milione della signora nizzarda e le sue peripezie

Il mezzo milione della signora nizzarda e le sue peripezie ULTIME DI CRONACA Il mezzo milione della signora nizzardae le sue peripezie pLa vistosa eredità della signora Antognt|ni e il chiasso che le suscita d'attorno, l'in. chiesta giudiziaria di Nizza, fanno le spese ' di mol'i commenti anche a Torino, dove l'interessantissimo caso ha avuto una note- volo ripercussione. Protagonisti dell'affare come dicono in Francia — sono, adun- vi; la succursale nizzarda dell'ic Agenzia Coutat», che dichiara d'agire in nome di ! una erede altrettanto lontana, quanto legitjtima dell'Autognini; l'esecutore testamenta- irlo ed erede usufruttuario, dottor Marco Se- gre. di Torino, che intende opporre i suor diritti a quelli dell'Agenzia; e infine un 0sercito di avvocati, una montagna di carta bollata, laboriosi intrighi e inesplicabili misteri. Dietro le quinte, attendono il risultato di queste scene giudiziarie, alcnne Onere Pie, a favore delle quali dovrebbe andare una parto della famosa eredità. Un tale intreccio di interessi vairl e di responsabilità diverse, complica l'intricata faccenda, in modo da rendere impossibile qualsiasi pronta soluzione... Forse, chissà, fra due 0 tre anni, o anche più, (piando l'ultimo usciere avrà riempito sull'affare An que: un mezzo milione, che non si sa pr<vcisamente in quale 0 in quali tasche si tro."toglimi l'ultima carta-protocollo, si verrà asapere che delle celebri 500.000 lire non sa ranno rimasti più che gli zeri! Il resto sarà passato nel reparto « spese ». Per ora, seguiamo le vicende di quanti si disputano, a colpi di articoli di Codice, il diritto all'eredità. Abbiamo lumeggiato, ieri, con una intervista, la figura del dottore Marco Segre, e spiegato a sufficienza la sua posizione passata e la sua presente situazione, di fronte all'erede legittima e all'Agenzia, che ne fa le parti. A corroborare quelle dichiarazioni, aggiungiamo ora quanto ci disse, in un cortese, abboccamento, l'avvocato del dottor Segre. Il parere del prof. Abello avvocato del dott. Segre Mentre ci parla, lisciandosi la barbetta nera, che sii incornicia il viso arguto e gioviale, l'egregio prof. Abello ci dà l'impressione di uno studioso, che tratti il suo argomento preferito. — E' una matassa così aggrovigliata, mi creda, da spaventare persino noi, che siamo del mestiere, e che vi ci appassioniamo; ed è molto difficile, specialmente in questo momento, potersi pronunciare. — Tuttavia... il suo parere? — E' questo : il testamento della sienora Antognini è valido. Con tutto ciò, io ammetto che su tale validità si possa discutere; ed è semplicemente la discussione che. a nomo del mio cliente, io avevo invocato a Nizza., quando mi presentai all'amministratore giudiziario Anfossi. — Che pensa ella di questo signore? — Ecco: l'Anfossi fu nominato amministratore, su richiesta di un creditore, ed ebbe l'incarico di esperire le pratiche neces. sarie al riconoscimento degli eredi, e ruindi di consegnare a questi il patrimonio, dedottane la parte (minima, del resto) spettante ai creditori. Da lui. infatti, noi fummo avvertiti che figuravamo nel testamente, quali esecutori ed usufruttuari. Se non che oliando, a nome del dottor Sepre. mi nresentai all'Anfossi, per ritirare l'eredità, egli dichiarò di aver già consegnato la somma all'" Ag2i,zia Coutat », quale rappresentante riconosciuta dell'erede legittima Arcetti, da cui aveva ricevuto un regolare atto di notorietà. Pertanto, secondo l'Anfossi, il testamento in favore dei medici era nullo, ed a noi non restava che inchinarci e battere in ritirata. Io non mi inchinai affatto, e mi riservai di agire. La mia idea è semplice: giacche esistono un'erede legittima ed un erede testamentario, ambedue forti dei loro diTitti, discutiamo prima di decidere e prima di consegnare all'uno o all'altro l'eredità. Ciò non ha fatto l'Anfossi; ed è da questo gravissimo errore che io prendo le mosse per il mio piano di battaglia. — Ella ha dunque sporto denuncia a nome del Segre? — Si: rna non intendo dar corso alle pratichev sinché l'inchiesta giudiziaria, iniziata a' Nizza, contro l'« Agenzia Coutat », non abbia fatto la luce, e smascherato — se vi sono — i colpevoli. Per ora mi limito ad un lavoro preparatorio, che consiste nel raccogliere documenti e prove, e che è faticosissimo. Al momento buono, scenderò in lizza, ed ho la certezza che il dottor Segre vincerà. Dubito soltanto che egli possfc trovare intatto il patrimonio Antognini. — Crede che la Filomena Arcetti agisca d'accordo con l'« Agenzia Coutat», o che, invece, sia ignara di tutto, e non abbia riscosso che una piccola parte della somma? — La ritengo una buona donna, che, nrohahilmente ha firmato un atto di cessione all'Auenzia. lasciando a questa il disbrigo di tutti gli affari. Quanto alla somma, non nos. so ripeterle che voci raccolte da fonti diverse. V'è chi dice che essa .abbia ricevuto diecimila lire, chi dice tre, e chi dice mille e anche meno. Certamente, essa ignora fui to l'affare, di cui è, senza saperlo, un perso naesio cosi importante. — Le Opere Pie torinesi, a cui il dott. Se gre aveva, secondo le disposizioni testamentarie, stabilito di devolvere la somma, non intendono di agire? — Ritengo sia appunto tale la loro intenzione, poiché hanno già scelto il loro patrocinatore; l'aw. Begey. Un fatto è sicuro: che tutta questa faccenda andrà molto in lungo, e ci offrirà, forse, altre sorprese... E con tali parole, non prive di suggestività, il prof. Abello ci lascia, per ritornare ai suoi clienti e alle sue cause. Filomena Arcetti, l'erede legittima Tra i monti di Cannobio, che specchiano le loro cime nere e i loro paeselli variopinti, nelle acque del Lago Maggiore, serpeggia una strada mulattiera, che sale faticosamente dall'ultimo limite della via provinciale, a un pittoresco villaggio sperduto nei boschi, dal nome curioso di Ponte di Spoccia. Sull'orlo della strada, all'ingresso del villaggio, è un modesto albergo di campagna^ esercito da una buona vecchietta di 65 0 70 anni, che si chiama Filomena Arcetti. E' costei. — secondo la teoria dell'amministrato- re Anfossi e dell'» Agenzia Coutat», — la famosa erede legittima della signora Anto- gnini, l'ereditiera del mezzo milione. Secondo informazioni pervenuteci, — che riferiamo a titolo di cronaca, — questa nacifìca albergatrice di montagna viene dipinta come una onesta e proba massaia, dedita alle pratiche religiose e alle cure della famiglia. Si assicura che essa è una zia della, defunta Antognani, ma non si sa in quale grado. Certo, essa si preoccupa poco .del mezzo milione, che dovrebbe pioverle addosso da, un momento all'altro, e pensa più volentieri alla salute dell'anima sua : infatti, richiesta da un avvocato, che doveva discorrerle di affari, so avesse potuto discendere in questi giorni a Luino, rispose che durante la Settimana Santa, per nulla a] mondo si sarebbe mossa dal suo Ponte di Spoccia. Se queste notizie, sul conto della ArcettD sono, — come supponiamo — attendibili è facilmente spiegabile come essa abbia ceduto i suoi diritti alf« Agenzia Coutqt ». lasciandola arbitra di procedere in nome suo. Che mai può comprendere l'nlbergatricp di Spoccia di cause di successione, di eredi legittimi ed eredi testamentari? La vecchietta non saura forse mai che il suo nome sarà causa di tanti, dibattiti nelle aule dei Tribunali francesi, e se le verrà consegnato il mezzo milione, lo accetterà... per amor di Dio. Le forbici di Id* In via Stampatori, dinanzi al n. 16, di notte: Giovanni Aniceto, d'anni 28, abitante in viat I-locchetto, n. 5, elettricista,,, è in intimo colloquio con una frequentati-Ice dl quei paraggi; auzi di quei marciapiedi, che risponde al dolca nome di Ida. Questa però se ha dolce il nome, non ha dolce il carattere e non pare troppo soddisfatta di ciò che il giovane le dice. Il collotruio si muta ben presto in rissa accesa.... Ma più accesa della rissa è l'irascibile Ida, che, forse punta da un motto audace dell>5lettr:cisi.a, 10 punge a sua volta all'occhio sinistro con un un paio di forbici, producendogli due ferite. Il giovane porta le mani al volto, e la donnina porge le sue alle manette di due agenti sopraggìuni! proprio in tempo. Al San Giovanni l'Aniceto è medicato dal dotore Azario e giudicato guaribile in 12 gioriiU, Una bambina investita da an carro La ragazza Maria '.Mondino, d'unni 7, abitante) In via Santa Giulia, 30, mentre passava in via Vanchiglia, all'angolo di via Santa Giulia, fu investita da un carro a mano, condotto da uni facchino rimasto sconosciuto, e nella caduta, riporlo la frattura della gamba sinistra. Passava in quel momento di là l'autoiriobila N. 11-15, del cav. Pasquale Lupo, condotto dallo) chauffeur Parnassi. La piccina, coU'aiu'o dell padre e di una guardia civica, fu collocata nella vettura, gentilmente oflerta dal propri eia rio, ed in essa trasportata al Sun Giovanni, dova ebbe le cure del dott. Longo, che la, fece ricoverare, giudicandola guaribile in due mesi. 11 cane che inor.le Il manovale Savoia Giovanni fu morsicato al collo ed all'occhio destro da un cane 'appartenerne alla correria Romana, in via Giobbe, 8. A! San Giovanni fu medicato dal dott. Jachla, che lo giudicò guaribile la otto giorni. — La bambina di tre anni Luigia Caveri, abitanie ir. via Pallamaglio, 16, fu morsicata alla Barriera d: Piacenza da ira cane, riportando una ferita alla guancia sinistra, che al San Giovanni fu giudicata guaribile in cinque giorni. Faceva l'inglese.. Gli agenti di P. S. incontrarono ieri, pr«60! la stazione di Porta .Nuova un tale, che, a loro' modo di vedere, faceva ringlcee, e, avvicinar tolo, lo invitarono a seguirli. L'altro protestò Ili una lingua sconosciuta, ma essi lo accompagnarono in Questura. Qui giunto, rarretitato, spiegandosi in francese con un funzionario, dichiarò di essere realmente un signore inglese, assolutamente innocuo, arrivato poco prima a Torino, alla stazione di Porta Nuova; e le sue carte provarono la verità de: suoi detti. Fu allora colmato di gentilezze e messa in libertà. Lo straniero, allontanandosi, dichiarò sorridendo che un'altra volta farà l'indiano... Cavalli allesri Due cavalli attaccati ad un carro del 22 o reggimento cavalleria, condotto da] soldato Benedilli Andrea, si diedero a movimentate manifestazioni d'allegria all'angolo delle vie Zecca e Barolo, e si precipitarono a corsa pazza verso 11 corso San Maurizio. Il conchicente cadde senza farsi alcun male. I cavalli furono poi fermati in via Xapione da un passante. infortunio alle Ferriere piemontesi Luigi Audisio, d'anni 20, abitante in via Sassari, X. 5, mentre lavorava questa notte ad an ferro tagliente, in una officina delle Ferriere Piemontesi, in via Caserta, C3, fu colpito dal ferro stesso all'avambraccio destro riportando una ferita lacero-contusa e la recisione dei tendini. Fu accompagnato al San Giovanni, dove il dottor Azario lo fece ricoverare giudicandolo guaribile in un mese. Sul lavoro Il manovale Secondo Porta, di anni 50 faceva discendere dal primo al piano terreno d'una casa in demolizione alla Barriera di Piacenza una pesante lastra. Improvvisamente questa scivolò e lo colpi al capo e alla mano destra. Una guardia civica lo accompagnò al San Giovanni, dove fu giudicato guaribile in 15 giorni. Con le chiavi Questa notte, in piazza Castello, j] cementatore Cesare Gallo, d'anni 21, abitante in via Accademia Albertina, \. 34, venne a rissa con uno sconosciuto, che lo colpi alla tesla con un mozzo di thiavi, producendogli una ferita guaribile in sei giorni. Fu medicato al San Giovanni. ALFREDO FRASSATI, Direttore. Ponzo Giovanni, gerente.