Misalliance di Shaw di Marcello Prati

Misalliance di Shaw Misalliance di Shaw (Nostra eorrispon&enza porttrnMre,). Londra! marzo. spiace, passiamo la Se non vi spiace, passiamo la serata a) Vuke of Tork's. Adesso, fra i grandi teatri vivi e attivi di Londra, questo è il più intellettuale. Meglio essere un po' maligni, c dire I unico intellettuale. Ci s'incontrano regolarmente lo donno più brutte, ma non bisogna allarmarsene. E' una misura speciale presa da Domineddio perchè sili spettatori possano concentrarvi tutta la loro attenzione sugli ultimi capolavori del genio drammatico inglese. L'ultimo degli ultimi, in ordine cronologico, è quello clic ammirerete stasera. Uscì dal guscio appena la settimana scorsa. La ragazza delle poltrone, —■ tanto bruttina, poverina, contro la distrazione anche lei, — ve ne porge il pro-gramma. Concentratevi pure interamente sui nobili elzeviri del programma. Ecco lì, in cima: « Misalliance, debole in una seduta, di Bernard Shaw ». Più sotto, novo nomi di colore oscuro, che vi chiarirò prima che si alzi il sipario. Voi una tenera avver- tenza: « Siccome il debole, è. un po' lungo, la tela vorrà calata due volte. Si prega il pubblico di scusare le duo interruzioni, fatte per puro comodo sud ». Tifi sotto ancora... — Ma questa è una trappola. Che e? Non scomponetevi, "e presto. Pensate che avete il privilegio di assistere all'ultima eiaculazione spirituale dell'uomo che si vanta di bagnare il naso fino a Shakespeare. Rifrugate piuttosto nel sottoscala della vostra memoria. Non ne avole già sentito discorrere, ' chi sa dove, chi sa quando, del debole alla Bernard Shaw? Tutto il mondo ne ha sentito discorrere, e dovote ricordarcene anche voi. E' la forma teatrale dell'avvenire. Così almeno dice lui, Shaw, e c'è poco gusto a dargli torto, perchè vi ride in faccia. Non è più dramma, non è più commedia: e un dibattito, una discussione. Un dibattito a più interlocutori travasato sul palcoscenico con un'etichetta dramma- tica qualunque; una discussione senza capo nè coda drammatizzala sojwa una (.rama di eventi fantastici ; un diluvio di chiacchiere, insomma, per il dritto e per il traverso, senza dighe e senza ponti, sconclusio- nate e arruffate come le idee o lo chiome di nn bohémien della filosofia. Niente aziono, niente intreccio. Un'orgia di conversazione pura e semplice. — Però qualcosa ha da succedervi ! Certo: e vi succedono dei casi dell'altro mondo, delle combinazioni da manicomio. Ma in pura vesto d'incidenti. Non seguono alcuna linea logica; servono soltanto a dar la stura agli sprazzi di chiacchiero che a mano a mano vi si accendono c vi si moltiplicano intorno. Una parto buffa è quella dei personaggi. Essi non vi figurano che come punti di vista, non vi agiscono che da fonografi. Fanno pensare a marionette nello cui teste di legno quel bel tipo di Shaw abbia distribuito alla carlona tutte lo idee che gli son balenate in una notte d'ubbriachezza intellettuale. Bizzarre marionette per le quali la logica del teatro è un vol- fare controseuso. Le vedete far la spola tra quinte e la ribalta senz'altro motivo che ni tener accesa la gran pirotecnica verbale di cui osso sono i razzi. La loro sola ed esclusiva consegna è di chiacchierare. — Sul serio o per ridere? Di solito, parlano sul serio quando dovrebbero parlare per ridere, e per ridere quando dovrebbero parlare sul serio. Così, ad ascoltarle, c'è più da ridere che da piangere. Per disgrazia, ogni tanto traversano doi lucidi intervalli e si lasciano qualche verità sana e piana, accennando persino a far qualcosa. Ma si ravvedono subito, non dubitate. Tornano subito al loro sfuggire chiacchierio scapigliato, sfarfallante, sconnesso, inconcludente, carnevalesco, al loro inerminabile chiacchierio inventato apposta per lasciare il tempo che trova. E non fanno niente. Ci mancherebbe altro ! Seguitano a ciarlare, a ciarlare, a ciarlare... — Ma di che diavolo? Qui occorre distinguere, porche c'è debole e debole. Nel primo che Shaw ha scritto, il gran due anni fa, quando fece il gran salto dal teatro del passato al teatro dcll'avve- „ire, _ le sue marionette si limitavano a ciarlare di un argomento solo, al centro della baracca. Ballavano cioè tutte lo danze dialettiche, ironiche, umoristiche, sentimeli.- tali e futuriste intorno all'istituto del ma- trimonio. Jl lavoro s'intitolava appunto Gctting married, « Passando a nozze ». Era una pazzia, ma non sprovvista di un certo ritegno. Adesso, invece, M'waUiance c un'al- tra pazzia, ma sprovvista d'ogni ritegno, Stando al titolo, — che vuol dire « Matri- monio mal combinato u, — parrebbe con- dotta anch'ossa intorno alla vecchia favola coniugalc. Non è cosi. Il titolo, stavolta, è un pretesto. Le nuove marionette messe in scena da Shaw ciarlano ormai a campane doppie, di palo in frasca, sfiorando tutti gli argomenti sotto la luce del sole. Forse ne ha colpa il pubblico... — Povero pubblico! Perche? Ecco qui. Due auui sono, quando il primo lUboie venne dato all'Haymarket, Shaw lo vide cadere in mezzo a un insucce_SSjQ._oAermorabilc. La critica gli servi tutte le inso- lonze che si meritava.' E il pubblico, dopo la prima sera, disertò il teatro come non di^ertalo mai Pareva che Shaw ne a sentirvi anche Bernard I aveva disertato mai. avesse perduto il favore per sempre. Ma il broncio passò alla svelta. Una parte del pubblico, la più paziente, ci pensò su, si risowenne che ad onta di tutto Shaw non era l'ultimo venuto, e riprese a poco a poco la via dcU'Hoi/morket, Gctting married. Da quel giorno Rhaw potò contare sopra un pubblico spe ciale, tutto suo. fedele sino all'avello : sopra un pubblico al quale avrebbe potuto infiiggern a faccia franca qualunque colpo di testa. Gli aveva salvalo da morie, ignominiosa, a dispetto della critica, ii primo debaie: gli avrebbe applaudito il secondo, anche di fronte a tutte lequalunque tosse rscandeseenzo di tutl'i critici d'Inghilterra,Ormai egli poteva scrivere (ulto quello che saltava in melile, poteva divertirsi a g" mandar fuori dai gangheri i suoi demoli tori. Fu cosi che venne alla luce MisaUiance,più inconcludente, più insolente, più a ra-saceio che mai. Il primo debole durava due. t _ • i. 11- .li " ore e mezzo, con un solo intervallo di ri-poso: questo ne dura tre e mezzo, con duointervalli. Il primo, se non mi sbaglio, aveva cinque personaggi : questo ne ha nove. Il primo, ve l'ho già det'.o, rimescolava un argomento solo: questo ne r:mpscola a diecine, con una foga da mulino a vento. Insomma, MxsuHhutcr. è mille voltepiù Gtttinrj married di GiUing married. c ■ e , o a Como trama, è 1 dialogo, il non | Ma il nnhblico apoteosi dell'assurdo ; 'lus ultra della ornaci (guardate, il teatro conio li ioni. . Shaw crepino quasi pieno) non si ribella più tiene al guinzaglio. E i rrilioi rabbia ! — Sì, ma liniranno per vendicarsi... L'hanno già tentato. L'altra settimana, non appena questo nuovo bolide shaviano piombò giù, lo pigliarono, lo portarono noi loro gabinetto di fìsica letteraria e lo sottoposero allo pinze del sensi) comune. Furono analisi mortali, ma vendctlo da ridere ! Cominciarono ad osservare che, tra i nove personaggi di Misalliance, tre son vecchi dromedari sui sessanta e gli altri sei sono dei vagellanti sui venticinque. Clic ligurazionc di vita ci può essere? Vi manca addirittura la mezza età, il gran cuscinetto inevitabile tra le generazioni che vanno c quelle che vengono. Shaw. dichiararono i critici, in tutta serietà, ò corto di vista. è già o di - Dopo di che fecero il processo ai personaggi , l , o e a i . l o e e ù uno per uno. Ci voleva un bel coraggio, n essi lo ebbero. E notaron subito come figuro dei tre vecchi non si reggano in piedi. Ma guardate. John Tarlcton, — dissero, — il violino di spalla di tutto il debole., un canuto bottegaio arricchito che da una parlo geme lacrimo filantropiche c lo . ? c,.,c a !ro aPPa,'e so non un pupazzo dalla o Jaccm ch. basilisco, affatto spoglio di vo- !onta c dl personalità? Dov'è la vita, in hu? o eolamotne in Mrs. Tarlcton, la moglie del a »°"eg<"° milionario, i critici poterono nu- fonda"biblioteche pubbliche e pare "alla vi- gilia del rammolimento, mentre dall'altra sputa paradossi all'acido prussico e corre dietro tutte le sottane che incontra e prò- dica l'abolizione della famiglia non essendo buono a tener in riga la sua. Non è un edi- iicio di controsensi privo d'ogni reale senso umano? Guardate, poi, lord Summerliays. Questo è presentato come un proconsole "in ritiro, come un uomo che per anni o anni ha governato una colonia turbolenta: un tipo alla. Curzon, alla Cronici', alla Milner. Usino, i , e o . o r a a e Szepanowska e e i o e - a e e t'1 d e , o o o tracciare qualche segno d'umanità viva : lina buona donna, tutta scrupoli, deliziosamente ignorante, innocente come l'acqua. Ma ci trovarono il tipo di vccchiereila sessantenne ch'era reale mozzo secolo fa... -- Son tip lo dote i giovani, almeno? Eh, altro! Terribilmctne tip lo tinte, osservarono i critici, ridendo. Ecco la signorina Hypatia (o "Ant-Hypatia, so vi piace di più), la figlia dei coniugi Tarlcton, un accidente di ragazza, brutale, sensualo, cinica, sfrenata, impudente, che dice con calma le cose più grosse del mondo o si proclama sitibonda di certe emozioni eli'6 bene restino velate. Ecco la signorina Linaiun'acrobata da circo «nn». !sii e, una polacca che vesto detesta gli uomini, che ama ma più ancora la ginnastica e la consiglia a priori à tutti quelli che osano di farle la corte. Ecco, poi, Bentley Suinmorliays, figlio degenere del proconsole, un genialoide effeminato e codardo che ogni cinque minuti ha degli accessi d'isterismo e urla, piange, singhiozza, strilla qua e là il palcoscenico; Johnny Tarlcton, derno fratello d'Hypatia, un Intacchilo stolido, violento e ortodosso, che si dà l'arie" c" da uomo, ma u!spiritua¬ di busi 11 ri. ss-man e tratta gli uomini d'arte 0 di pensiero come gente fallita in commercio; Joseph Pereival. un giovinotto diforme atletiche, che vivo di reudita c si c'a a tutti gli sports, un tipo mendace, ve- nsle e prepotente che nasconde le sur. nr-c. e c|lc sotto tlcman; e di sue di un pcc-f/eii- com-jo a n e , una rigida apparenza in fine, Julius Baker, n-csso di negozio, mezzo matto 0 mezzoii orto di fame, sciocco e jraglioQ'o divora- toro di libri che "»«:.-■- - •—' - |e gaglioffo, divora- capisco e imbevuto 1ci idee socialiste come una spugna. Queste!non seno le sci giovinezze messe in scena da,Shaw. E che cosa dovrebbero rappreseti-!trae?, si chiesero i critici. Porse la ragazza!emancipata di oggi, Vultra-suffragetta odia- Ilice d'uomini, la gioventù cerebrale dei nostri giorni, l'uomo d'affari che vien sulaaesso, il profilo dello sportsmun contein tipi o RQraneo e la generazione socialista elio s'a - vanza? Ma dove ha gli occhi, Shavr? a 11131 ha potuto scegliere e inalzare a o rappreseutativi... e — - UIIH gabbia di matti ? - Esattamente. E' la conclusione a cui son - giunti quei poveri diavoli dei critici. E poi o hanno avuto ancora la santa pazienza di a far la distinta di tutto ciò che questi bei o matti raccontano, spettegolano, susurrano, - gorgheggiano, urlano dal primo levarsi al, l'ultimo calare della tela. E hanno consla- tato clic i soggeti intorno a cui si espando - la chiacchierata gigantesca son niente meno a clic la Bibbia e il libero amore, l'aristoè crazia e il socialismo, la fanciulla n c i purganti in voga, il matrimonio c la de e mocrazia, la plutocrazia e la |CorneJmoderna ... • .,religione, i e- gp- i liclicita, c la povertà, l'arte del buon e verno e la vita sentimentale, gli alti e bassi Ideila letteratura e i rapporti tra padri e Iligli: eccetera eccetera, — in un onorino o rompicapo cinese dove i pcr-linirc più volo g'ari si mischiano coi paradossi più taglienti r.ji_lc....UÌ£alc più opache con 1$ fosforescenze - più brillanti, facendovi passare dall'irrio tazionc all'ammirazione nel rapimento di n un'ilarità quasi continua, ila t critici non e risero: scopersero piuttosto che in questo sfacciato zibaldone le idee rifritte o le teorie . . ,. , , i con tanto di barba superano di giau lunga.e realmente por le vie dell umanità, e penisi d limita a giuncare ai bussolotti con delle : misere idee, racimolate per i libri... E non hanno ragione? No, hanno torto. E' errato il punto di partenza. Pigliano sul serio ciò che va preso alla leggiera; vogliou far passare l'assurdo il setaccio del buon senso, scrutare l'in- l el si n o a gi ieo, le veduto originali e le sensazioni dirette della vita. C'osi scrissero che Shaw ò ormai incapace di capire ciò che succede oggi per ubo con gli occhiali della e sbaglio. Non si cercano realtà. Ecco lo ragioni umano a, nelle marionette di Shaw, non si dà alcun e valore rappresentativo alle loroescandescena y,e. Shaw medesimo non fa. che dello risalo ogni nuova elucubraiiouo dei suoi ci itici. i . e, Edifica sull'impossibile c. rimastica delle ro- a- mhiiscenze di letture'ì Ma sì e ud ammetterlo " . t T .7 il primo lui ■prinia ancora, vi livi- verte che di duo coso s'infischia sopratutto : o della verità e del scuso comune! Perù, o, a opa e stesso d.',versa — Ma allora, Dio santo, che ci Non riscaldatevi. Ci resta lui,_ Shaw. ir. mezza a una tosca. a una presa in giro u '.Cita Bernard presa in giro gigan- lei teatro, del(lb libi ir dell'umanità in generale c cu so particolare. Illogica, ingiusta, perche volete, questa pie;;; !u gire, ma rutilante di spirito. Quindi fa ridere, fa riderò Lutti quasi da cima a fondo, e si fcieii su. Fuori della strana c straordinaria personalità dell'autore, in Misalliance, non c'è proprio niente di vero, di vitale, d'ini portante. Come poi l'alito di quest'uomo possa dar valore ;i tutto un lavoro dia nini.], tini che del resto non varrebbe un'soldo, questo si spiega per più ragioni. I.a prima è elio Bernard Shaw può dirsi il più indiavo (alo cnnihattcnlc d'avanguardia nella crisi di transizione fra cui si dibatto il teatro inglese. La seconda... bvldpTabruzJsA domani. Zitti. S'alza il sipario! ti questo punto dovrei descrivervi ciò pdio avviene sul palcoscenico durante lo tre «ore o mozzo che seguono, a traverso la più Hstrampalata imbastitura d'episodi che si slarfdvSpossa immaginare. Dovrei dirvi come il dcbate s'inauguri nel vestibolo di villa Tarlcton mercè un litigio, intercalato di varia dialettica, fra il petulante piagnucolante Bentley Sunnncrliays, temporaneo fidanzalo d'Hypafia, e il manesco stolido Johnny. Come Hypalia, a. un dato momento, informi ssua madre che si è promessa a Bentley solo lperchè stufa di esser signorina, e che non ppuò vedere in un fidanzato o in un marito csc non una specie di cagnolino... Come il r vecchio lord Sunimcrhavs, ignaro del fidati- czamento di suo figlio, a'vcsse fatto alla ra- suna proposta di matrimonio, in se- ltormentar- cfiglio, gazza guito alla quale essa si diverte a lo, infliggendogli tutte lo sue confidenze di salorivtts f/ouiti/ beasi. Como a un tratto c.1 oscilli piombino dal ciclo, in aeroplano, Pereival e un passeggioro, di cui il aviatore ignora penino il nomo: e il nas seggiolo è una donna, Lina S/.cpaiiovvska. Como la brava polacca, appena giunta, chic da una Bibbia, un leggio o sci palio da bi gliardo per vedere se si trova in condizione perfetta: vale a dire se riesce a leggero salmi in piena calma c felicità, tenendo sei palle in evoluzione per l'aria. Come Ju le tcldaa us Baker, il commesso affamato in craatta rossa, balzi a un punto in fenu dalintorno di una. stufa da bagno turco scorala nel vestibolo, e, con una rivoltella in ugno, h prepari a trucidare il vecchio arlcton, per vendicare un affronto fatto sua. madre, vent'anni prima, dall'allegro ottegaio. Come Ira l'energumeno con la. ivoltella e il milionario più tranquillo di na pasqua s'intavoli una svariala conversaone di mezz'ora, lino a che il terribile ulius vici disarmato dalla polacca, e rc-:alato, da Mrs. Tarlcton, d'un bicchierino rosolio: il quale gli va subito al -di fa eruttare a squarciasela una a testa filza di istolotti in omaggio" alla rivendicazione soalo, alla giustizia e alla liberta. Unno Hypatia s'invaghisca : paile di Joseph Pereival e si nictla a a caccia, chiedendogli amore a tulli costi inseguendolo per il giardino quando 1 inelice se la dà a gambe." Come Bentley, quini, piantalo in asso dalla fidanzata, se ne oli via in areoplano zcpanowskaj indignata del supremo alto atta oi Hypatia riesca lo conduca davanti al padre, scongniande: « Papà, comprami il bruto», porhe il giovanotto non vuol saperne di spoarla se il vecchio Tarlcton non lo garallsce quarantamila franchi di rendila, h ome, finalmente, questo mastodontico pa— congegnato con una disinvoltura le risa e tira gli schiaffi al insieme con Lina del supremo in- metta a fargli clic quella, bestia, di Jobniiy lo proponendole un matrimonio. Come ad acchiappare Pereival iccio. he strappa rmpo stesso. —- si chiudi improvvisa di papà 'è più altro da dire ! ». a voce rauca della figlia: « Tutto questo, dovrei dirvi, e in maniera a tlarvene una visione chiara, compiuta, pprossimativamente esatta. Ma ci vorrebbe lmeno un materasso di cartelle. Sopra il quale vi addormentereste. Marcello Prati. ha]i con un'osclama- Tarlcton : « Non alla quale fa eco Grazie al cielo ! ».

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