L'abburattolo

L'abburattolo L'abburattolo — Ed allora dopo cinque minuti di ri- J rpfvsn',,T7 conclude il Presidente, — passere-\ cino all'interrogatorio della Perrier. 1 cinque minuti di riposo passano in un momento. La Perrier è chiamata dal Presidente. La donnaccia si alza in piedi, passa davanti alla padrona, per andare lino all'angolo della gabbia, più vicino all'emiciclo. E' pallida, emaciata. Una misera cosa. Quattro ossa in pochi stinti panni. La sua faccia. — traversata da una bocca enorme, ma diritta come un taglio, una bocca senza labbra, appare più smunta, per l'angoscia, per l'emozione del momento, — ed i suoi occhi corrono, smarriti, ai banchi', dove siedono i suoi difensori, quasi come cercare il soc- ,. to-_^ ì t V I , ! br'-i't?! Intanto ì suoi occhi sup- iplichevoli continuano a correre, sgomenti, I dagli avvocati alla contessa, ma questa cspprsmaiccr ^ Come assorta -.stile del pubblico verso di lei I mento del I del solito. ' niento_del suo volto è ancora più rassegnato i La cameriera e... lo stile ! Presidente: — Cominciamo il vostro inter I rogatorio. Voi sapete l'accusa che vi si muo- ve. Volete dire voi stessa la vostra difesa, o i volete che vi interroghi? La Perrier mormora, a voce bassissima, ;Qualche parola inafferrabile. I i*» v- — i— corso di una parola, di un consiglio, nel tragico, ed imminente frangente. Con le mani nervosamente giocherella con un bottone j mdel giubbone-ino. ! mLa folla la segue con una curiosità, dove; un poco di ironia, un poco di compatimen-i pssttsddHa indovinato l'impressione L'atteggia- Presidente: — N'on ha capito nulla! — e rvolgendosi al carabiniere: — Sarà meglio lche la lascialo venire qui, nell'emiciclo. 'La Perrier si leva frettolosamente, e va a psedere alla poltrona: ora appare rinfran- ccat.!. Non so perchè, ma il pubblico Tacconi- Ppaglia con una ilarità irrefrenabile. Sarà sforse effetto del curioso berrettino, che le dà vuna certa aria, un poco allegra, di scim- miotto. Ln Perrier, poi. con voce non molto chia- ra, con una intonazione infantile, dice: - Din'i io qualcosa. Sono nata a Santa Croce. Presidente: — Ma parlate forte; ma par Ulte forte! La Perrier parla come se recitasse una le- 'zione, accompagnando, tratto tratto, le pa- rote con un gesto secco del capo. La sua voce è monotona; la sua narrativa è. scolorita. — Ad otto anni ho perduto mio nadre; iliora sono andata a servire nella casa dela signora Blar.t. Era una buona signora, che mi voleva molto bene, e presso la quale sono rimasta venti anni. A quella età sono partita per la Russia, dove sono entrata presso la contessa Tarnowsky, cui ero stata raccomandata da una persona, che già era stata al suo servizio-: ella mi aveva cariato molto bene della contassa, dicendo che era affettuosissima con i servi, e che era tanto infelice, a causa di suo marito... La Perrier finisce, a questo punto, di raccontar» il suo stato di servizio, in un modo, come vedete, r.on troppo brillante, con una rapidità di uno scolaretto! che davanti al mandata fatieosa- maestro dica la lezione, mente a memoria. -— In Russia - ella prosegue - conobbi presto un'altra signorina francese, che era stata pure al servizio della contessa Tarnowskv. Quella mi parlò molto Itene della contessa, dicendomi che essa era disgraziatissimn. E di questo mi dovevo convincere presto Certo, la Perrier non è una pn.rlatrice elegante... Il suo periodare, come vedete, è spezzato, o sembra che risenta l'effetto dei telegrammi che ha spedito. E' arida nella sua esposizione: pare quasi che si preoccupi di evitare troppo lunghi particolari e troppe descrizioni. La contessa infermiera della sua domestica » La contessa — ella dice — cadde ara- rutilata ed anche io fui ammalata. Eppure la signora si preoccupava più di me che di 'e': si alzava nottetempo, veniva al mio capezzate a vedere se fossi sofferente. A tante cure mi affezionai, era tanto buona con me! P°i 3ra tanto buona col bambino the mi sentivo intenerita... Abbiamo fatto qualche viaggio in Russia ed in cumpagna conobbi fIuel Borgensky che si innamorò della con tessa e del quale la contessa si innamorò.. Il marito della contessa, poi, feri Borgensky al capo. Noi andammo in Crimea. Borgen- una velocità fulminea. Il racconto * ^er rier, che vi riferisco cercando 1tmSTltAZlON& sky mori. Come vedete, i viaggi, gli innamoramenti e le morti, per la Perrier si succedono con

Luoghi citati: Crimea, Russia