Le ultime reincarnazioni di Budda di Gino Pestelli

Le ultime reincarnazioni di Budda Le ultime reincarnazioni di Budda I*0 ";;,ma Incarnazione di Budda nella persona 0*tì Pie-veloce Gran Urna o Dalai Lama. E' uni lpo' difficile raccapezzarci tra quelle faccie color 'ramo ossidatesi per lo sgomente di queste gior naie: A-cora an giro di chiave al motore del nostro, velivolo e siamo a Lhaeea. la capitale sacra de! . 1 ora la subbuglio per l'irruzione della ma con l'aiuto del Dio mongolo « la guiaà di Sven Hedin non dev'essere poi tanto dltffl ci!c l'orizzontarci olla maniera di un Renzo Tra- ìmg[ino qualunque al suo 0ntrare la Milano nel- ^-«^ • Ti ^ " 2 è miBten de-la ex-dimora degli dèi «senza cascare. l'rocirfameute Ira le braccia del più cocciuto ala- bardiore cinese. Vuol dire che ci guarderemo dai raccattare di terra 'l'umile pagnotta e dal presenziare .io piazza del Duomo» o giù di il i! falò dei sacri utensili ruba,, ai templi e dal !<.•.-.,•„, ia nioliitudine imbestialita fin eotto le ti nestre de- vicar.£. generale... Facciamo gU In. est a rispettosa distanza e procuriamo di i-n- ' .... . '---rrogare eh; più sa-o può sapere. *'? Oalai-Lama ciriesanuote fuggito al sc raggiungere delle truppe cinesi avesse lasciata ;i.: cara sua una Perpetua?.... l Sven Hédin ci disillude subito con un melanì ecr.ieo scotimento del capo: il più santo uomo Idei Tibet la tredicesima incarnazione di Budda, r.0I] ha n'laj aVti;o a; Suo servizio nessuna r«r- cctito dediti e idre. i non siete quel vilissinio pezzo di Gran Lai che dice la gente fuori dì qui !... • Vile Orati Lama! i <. 1. " |Vn \m?l !lluesto Gran Lama pio giusti : la buona genie di Lliassa e flirtila ragione: il regno di Budda non aveva visto un Sommo fiacenloio più pauroso d! il secolo, signor Ngavang lLobsang Tradita Gjaintso — che fuggi una 1 prima volta .neìl'uono 1907 all'api^roseimarsi/ degli inglesi, traendo la sua. dimora da Lhassa. sacra alila disprezzatissima Urga in Mongolia « abbandonando la patria in soqquadro quando l'invasore era vicino. Allora, i cinési tappezzaLino i muri della Città santa con virulenti ma Lifft5ti p, qUaU *i proclamava decaduto il fuo1 „ , . , ,. . »,.,„-iri rusciio poiché cosmi mvece di auendere . propri sudditi li aveva spinti al fuoco, al macello. La plebaglia strappò quei manifesti sacrileghi; ma quantunque il Gran Lama avesse, fama di onniveggente, oiinisccnte e onnipotente, non si poteva negare die i suo: eserciti erano siati sempre sconfitti dai miscredenti stranieri: Egli ave- (nato a impadronirsene oggi per saccheggiarla a fondo, mentre lui stesse, l'Invincibile, l'Oniii possente, ò tornato a darsela a gambe levate. ;(-m0 „n viliseimo mercenario. Vile. tre. volto L ,c Lanl0 la K<me tibetana non può più ■ j. 'rrede Più e ti maledice nel. ; ,. , |,:,'*n:* f"'"s0 ttma,ì ' Dove siamo? Che cosa grilla la lolla urlante iche esce in tumulto dalla gran porta di Lhassa — Evviva il Tascl-Lama! Gloria ..1 sommo] sacerdote di Tasci-lunpo! A TasCl-lunpp, a Ta scl-ltmpò! j soldati cinesi incalzano levando al cielo gli intrecciatissimi codir.i: Vesodo del lassariesi fa\ . { , { padrone il nemico dei sacri, tempii «ei «"> ™ Granii barbaramente; ci • to, giudizio e rimontare in velivolo per tener dietro dall'alto a quella fuga disperata verso la citià della nuova salvezza: Tasci-lunpo, dove speriamo di raccapezzarci ancora, se il Dio del Lamalemo o Sven Kedin non ci abbandonano. Volatalo verso Tasci-luopo ci istruiamo alla meglio. IV quella un'altra sacra città del Tibetdove più santamente e coraggiosamente Budda s'Incarna In un altro Sommo Pontefice: il Tasci Lama. Cosiu', gerarchicamente, dovrebbe ossero un po' meno onniveggente e onr.lscerite del Gran Lima col quale divise flao a ieri i saprem. poteri dei goverao religioso o civile; ma in realtù, o nella fede de! Tibet, quegli è il vero, il santissimo confidente di Budda. l'effettivo Gran Sacerdote dei Lamaismo, rt'omo-Dio ai quale ora si volge l'onda fanatica dei tibetani-. Giù il cappello e ir. ginocchio! Siamo a Tasci-lunpo, sulla pena del gran monastero che è il suo Tempio. , T1. Al cospetto dell Uomo-Dio Il - vaticano » di Tasci-lunpo è nella parte più alta della città e vi si giunge per vlcoletti oscuri e passaggi angusti- 64 accede per scale rapidissime alle stanze freddo e tenebro: e del Sommo Pontefice: su quei gradini i pieci! de' monaci hanno scavato orme profonde è le sbarre tonde delle ringhiere suri divenute luolde dallo stro nido di innumerevoli mani. Andiamo adagio se non vogliamo sbucciarci il naso. Ah. ecco un pC di luce! Una tettoia più che una galleria. Poi torniamo nel buio, finché ci fermiamo in una stanza con molti cuscini rossi sul pavimento. Il nobile Lama piccolo e grassoccio che tiene la carica di ministro di Stato, è pronto a riceverci nella sua cella monacale, angusta, ma elegantemente ammobiliata : tappeti in terra, grandi (jaos d'argento racchiudenti statuette di dèi sopra gli armadi, e tanti campanelli, cembali, brocche di acqua benedetta e il tlordscc owciosia la •folgoro» somigliante ad imo scettro. E' lui che deve introdurci al cospetto del Tascilama: si sn.lgono ancora scale buie e strette; si ptlraversano altri terrazzi; ci si raccomanda di parlare a voce sempre più bassa, perchè ci avviciniamo al più sacro tempio che annoveri Tasci-lunpo: siamo nel mistico vestibolo; è d'uopo inchinarci. Il Tascl-lama 6 assiso su una panca nel vano di una finestra, davanti ad un tavolino, sopra il quale stanno una lazza di te, un cannocchiale, dei fogli di carta stampata. Veste semplicemente, come un monaco qualunque, un abbiglianionto color ciliegia: panciotto, corpetto, lunghe stole attorcigliato su tutto il corpo, nudo le braccia e scoperta la testa. Chiaro in volto, con leggero riflesso giallognolo; statura media: aspetto di persona mollo sana- capelli corti; bolli... all'americana; egli 6 cordialissimo, simpatico, intelligente. Parla ero molta d.guità del cielo e della terra, della sua religione e dei suoi uffici devoti; c un perfetto grand'uomo Initervistabiiissimo, che giudica l'Kuropa « uno strano mosaico di Governi », che s'Interessa alla sono dei Sovrani che li reggono, che noti canibierebbe il Regno del più potente di essi col suo .dominio sulla fedo e sull'anima degli uomini, dal Kalmucchi idei Volga ai Bureti del lago Baleni. Agli ospiti, il Tascl-lama offre tó e frutta, e quando vuol dir loro cose di gran momento fa un gesto ai lama dal ipasso leggero perchè si a.I■lontanino discretamente. Eppol si lascia fotografare; vi invita a restare ancora un momentino; non vi licenzia se non quando abbiate potuto convincervi ch'egli è davvero un uomo mirabile, un simpatico involucro umano ad uso dell'anima d* Amitabha. che vi si perpetua a traverso i secoli. Sven Hedin ne esce tanto commosso <la esclamare : "Meraviglioso, indimenticabile Tasci-Lama! ». C'ausi quasi ci convertiamo tutti al suo Dio per poter credere in fede nostra che egli conosce tutte le cose presenti, passate e future. Coìiie muore e rinasco . Non certo nel modo comune agli altri mortali. Quando un Tasci-lama sente avvicinarsi la morte, deve rimaner seduto con le gambe piegate di sotto c le palme delle mani protese al grembo, nell'atteggiamento, cicè, di Budda morente. Una follo, di monaci gli addolcisce gli ultimi respiri pregando, toccandogli le mani, battendo la fronte al suolo; e quando esce dalla conoscenza 10 sorreggono, e quando è spirato lo abbigliano di paludamenti tutti nuovi, gli mettono in testa la nùtria, lo custodiscono con molto sale in un gran vaso a chiusura ermetica. E' l'obolo dei pellegrini devoti che fa le spese di questa strana sepoltura. Morto iun. Tascl-lama, se. ne deve fare un altro, e come il dio Amitabha ha l'abitudine di 'incarnarsi in un bambino, bisogna andare a scovare costui: si manda 'ima circolare in ogni parte del Tibet per chiedere a ciascun suddito se conosca un fanciullo fornito di eccezionali doti spirituali, si imbussolano i nomi dei concorrenti; si prega assai innanzi all'urna saci-a; si tira a sorte, e il nuovo Tasci-lama e bell'e. l'aito. Il procedimento non recai di brevità; ma occorre tener presente che il Regno sacro ilei Tibet conta più monaci che case, e ai monaci bisogna ben dare qualcosa da fare, di tanto in tanto, anche per rispetto alle 15 rupie che ciarlino di essi riceve all'anno. Laggiù, sotto il tetto del mondo, il chiostro è tuuo, ed è raro nascere di genere mascolino e non morir sacerdoti. A Tasci-lunpo, in tempi normali, vivono circa 3S00 monaci: rno, durame le feste religiose 11 loro numero sale a oltre SOOO. £>i distinguono in. olftsul e in crùctonsr/i-lama: questi ultimi non devono assolutamente attendere ad occupazioni volgari, poiché sono addetti alle cure del lempio e agii uffici divini. La musica dì chiesa, intorno al Tasci-lama. occupa 240 monaci; 11 Corpo della danza CO. Con Budda non si scherza : bisogna dargli spettacolo di musica e ballo almeno due volte all'anno. Sono cerimonie grandiose, processioni fantasmagoriche di cavalieri e di pellegrini, giuochi e concerti interminabili, orgie di fanatismo e di giocondità.. Chi si ai'tnt.ica di più e si diverte meno è proprio il Som1 mo Pontefice, l'incarnazione idi Amitabha, povero prigioniero del «Vaticano» del Thibet! 11 Tasci-lama, che abbiamo avuto il piacere di conoscere or ora, lo acchiapparono per tjueU'ufflcio all'età di sei anni circa, e da circa venti egli e relega.0 nel gran Tempio, dove è condannato a trascinare la sua esistenza tra quotidiani e fancosi nu rehgmsi. Figuratevi che il poveretto, per ibme una ogni anno deve recarsi a piegar* r JZ« tiaVaU1Ì *'1!o ;ombe dl tu«! I suol Esso ' C 51 d'Ce Che Costóro sleno un Jl murato vivo. Ma qualche oscuro lama, qualche monaco*' senza nome e senza „ folgore», osa fare assai! di più per la gloria del suo Iddio i V i sono dei monaci che fanno voto di lasciar-1 si murare entro grotte, o spelonche oscure per! restarvi dai tre ai sodici anni, di questi eroi che non rubano il mestiere al Succi, so ne può1 vedere uno presso Tasci-lunpo: da sette amiti egli e murato, e con l'aiuto dl Budda ha da' uscirne vivo tra cinque e qualche cosa, strisciando verso la luce per un'apertura del iì\àmetro di un palmo. Naturalmente, di compiJ mento dl tale miracolo è subordinato allo stato' di magrezza del monaco, che durante I suoi dodici anni dì... muratura ha l'obbligo di nutrirsi.1 soltanto coti acqua, té e tzamba. Luce, nella ccU la impenetrabile, ne entra tanta quanto basta al prigioniero per distinguere la notte dal giorno: per leggere le sacre scritture si servo di una lampada ad olio; dalle infreddature non. lo difendono che una sottile camicia e una cinturai stretta alla vita. Ma il paziente, intendiamoci, ha hi sue mani un misterioso libro di magia, lm lettura del quale ò il miglior specifico contro il freddo, intanto che gli consente di emanciparsi dalla legge di gravità. E quando questo mo:iaco tornerà alla luce, volerà più leggero del nostro velivolo, si recherà a Tasci-lunpo, darà; dato mi un corno dall'alto di un tetto e sarà ve' norato come, santo. I 3SO0 monaci di Tasci-lunpo, oltre a pregare, vendono quanti più amuleti e talismani possono ai pellegrini assetati di benedizioni divine, tanto per mandare innanzi il convento. Essi vivono in strettissime celle buie. dove, ò' un letto dal materasso foderato in rosso, un guanciale e una coperta di rascia. Il resto dell'arredamento consiste in poche casse di libri e di abiti; in un altarino, con varie lampadine e ampolle e statuette, in un paio di sacchi dl tzaniba e di sale e nei sacri testi' sempre aperti. E siccome in ognuna di quella cello v'è un discreto odore di muffa e moli» freddo, cosi vi si può stare come in un carcere; i monaci d'infimo grado vi si racchiudono in due o Ire alla volta; mentre ai glie., l-onoh 6 assegnata una cella per ognuno. Tutti i monaci, poi, ricevono indistintamente tra lazze di tzamba al giorno-e del té; ma quest'ultimo vien loro servito anche durante gli urtici divini, nelle sale dei templi, in quelle dl lettura e uella gran corte del monastero. Five o' clock Five o clock I fivc o' ciocie tea e la religione dl Buddai vanno perfettamente d'accordo. Accade sovente di vedere nella massima corte del monastero, ira i numerosi crocchi di lama, aggirarsi il novìzi con brocche colme di té; essi lo distribuiscono ai sacerdoti, i quali, fra un sorso e labro, si raggruppano solennemente per intonare, brevi e. monotoni inni al loro Dio. Il quale è di una modestia incomparabile a di facile accoiiteulatura, e, se potesse parlar» sul serio, dispenserebbe probabilmente tutti quei santi uomini dall'intristire nelle loro cella umide e fredde, dichiarando loro di appagarsi delle « macchine preganti » che già funzionano nel chiassoli dl Tasci-lunpo: sono grandi mulinelli o ruote, che, al girare di una piccola! manovella, svolgono sotto gli occhi dei fedeli' qualche chilometro di carta tagliata a strisce» e cantante le laudi del Signore. Non si spenda un centesimo e l'efficacia della devozioneè grande. Ma ora, ahimè!, ora che le mani sacrileghe* dei soldati cinesi si sono aggrappate a quello manovelle e il mulinello gira per la maggiora ilarità dei loro codini, ora che il Gran Lama è fuggito per la seconda ed ultima volta, a verso il monastero di Tasci-lunpo irrompono i barbari decisamente gialli, l'incanto è spezzato in tutto quel mondo fantastico che Budda voleva chiuso in eterno allo sguardo degli eretici, e più non resta che attendere gli inglesi. Saliranno dal mare armati dl picche a di fucili; assolderanno I contadini cinesi per fare scavare l'oro sotto i templi millenari; trasformeranno i mulinelli da preghiera in macchine, automatiche, da cui, sotto la spintili di centesimi dieci, salteranno i cioccolatini. — Se tu, o sublime incarnazione di Budda,—' cosi noi abbiamo detto al Tasci lama nel risalire in velivolo, — se tu non fuggirai, imitando il tuo collega di Lhassa, se avrai pazienza! coi gialli e. non farai lo picche con gli inglesi, vedrai il cinematografo... Oh, se lo vedrail Gino Pestelli

Persone citate: Dalai Lama, Lama, Sven Hedin, Sven Hédin, Sven Kedin

Luoghi citati: Milano, Mongolia, Tasci-lunpo, Tascl-lunpp, Tibet