Avanguardie tedesche.

Avanguardie tedesche. Avanguardie tedesche. Sarajevo, febbraio. Quando fu per la prima volta annunciata la costituzione della Bosnia — quella pallida, innocua costituziono che è stata rlamento bosniaco. Il fatto sorprese e parve uno scherzo ironico che in Bosui fossero dei ne aveva mai accoi' me: un poco e assai signi da vicino formazioni balcan Nessuno sapeva ichrDis^con^pocho pa- gnificativo per noi che seguiamo le nuove lente, forse decisive tras- rolo semplici tutto il programma positivo che si matura per l'avvenire. La Bosnia, la grande y^&£Z^^2£ nata a morire. Un esercito di stranieri si prepara a occuparla e smantellarla, mentre le prime avanguardie l'assediano già e la . 1 ° minacciano. Sono venuto da poco. Trentanni fa non esistevano ancora. Quando le bandiere rosse e verdi dei turchi sventolavano sullo torri, ^'-^^^^^l^ì^^tò^^'l^erWi iJnL„,nn ^7^^ novero v TZÌS mù lento e stanca cuore che batteva, gì* pm lento e stanco co me in agonia. Ma appena i turchi si sono ritirati I piombato dal Nord un piccoloesercito di stranièri. Non è quel tragico e- sercito del generale Pilippovic, entrato con !o mitragliatrici e accolto a "fucilate" nelle troie di Doboj • è una più sparsa tranquilla, tacita armata che pianta qua e là le sue .. Qui sono espressi la rovina che si va preparando alla nazionalità serba in Bosnia e il pericolo della lenta e solida pcnetrazio- ne austriaca-!edesca nei Balcani. Da quan- do è scoppiata la crisi bosniaca si parla ogni giorno di questa espansione : ma molto spes- so un po' troppo letterariamente con certi voli di fantasie sociologiche e certi sterili bilanci diplomatici che volano e lontanano la realtà aspra e immediata di questa, avan- zata, fatta, oltre che di mitragliatrici, di banche e di danaro, di zappe e di ferrovie, di scuole e di impiegati. Io credo al perico- lo austriaco e sopratutto al pericolo del pan- gormancsimo che gli sta dietro. E per ire esso sta nei dati, non nelle ipotesi politiche e nello alchimie sociologiche. Penso che bisogna conoscere e valutare questi dati precisi matematici per poterlo comprendere bene. Da quando l'Austria ha occupato la Bosnia l'equilibrio delle nazionalità, e meglio delle religioni che le definiscono, si è sensibilmente spostato a favore dell'elemento au- siriaco completamente importato. Prima del 1878 i cattolici in Bosnia-Erzegovina — se- concio calcoli abbastanza sicuri — non su- perovano i centocinquantamila. In ventiset- te anni crebbero prodigiosamente. Lo dico- no i risultati dei tre successivi censimenti compiuti dal Governo austriaco: JItifsuIaiani Ort-d,-ssi Cnttplici 1879 448,613 4S6.485 209,351 1885 452,710 571,250 265,768 1895 548,632 673,246 334,142 Otsia in pcrrr.nttttilc Mu;sulmaui Ortcdossi Catlolici 137<1 38,73 42.68 18,03 1385 36.83 42.76 19,89 1835 34,99 42,94 21,21 La proporzione dei mussulmani va sempre più diminuendo: la percentuale degli ortodossi rimane stazionaria: i cattolici soli' con poche eccezioni non indigeni del paese, aumentano. Dapo il 1S95 non fu più" fatto alcun censimento. Ma è certo che l'elemento rattrilico si ò ancora niù rapidamente «vi- più rapida ente SV1 impone anche subito una conclusione mate- inàtica. Se la nuova tendenza, che si è ma- nifestata solo dopo l'occupazione austriaca e si è finora sempre accentuata, dura anco- ra nell'avvenire, — ciò che sembra oggi, dopo l'annessione, ancor più indubbio, — i cattolici saranno un giorno la maggioranza assoluta delia popolazione e schiacceranno i serbi, forse condannati a scomparire. _ • Questo nuovo mondo cattolico e tutto ira- portato. S'infiltra lentamente nella zona slava, ne spezza la continuità e propara un nuovo paese quasi tedesco. Lavora con me- i. 1« n(,»:j-,ln*»AW»A ™o r,nn„n in aIimì na . penetra- a infinito todo, assiduamente, ma senza violenza: non con il piccone che tonta la pietra e la schian- ta, ma come certe erbe sottili che no piano nella roccia, vi stendono radici e la sgretolano tacitamente. Le mu- raglic della vecchia fortezza serba cadono così. Il nemico è nelle città e nello campa- gne. In città, dove è già più numeroso, si chiama: funzionario di Stato, commercian- te, artigiano, affarista, prete o maestro, o agisce con un'opera apparontemente indivi- duale: la seguiremo in un prossimo studio, Ma nelle campagne avanza organizzato.com- ■i • • _ agricoli, cinquantaquattro di queste coionio straniere, comprendenti 1817 famiglie (19,660 contadini). Di esse S30 sono polac- che, 365 rutene, 331 tedesche e 107 zeche. Ma la loro nazionalità, prevalentemente slava, non ci deve ingannare. Queste fami- glie coloniste sono fedeli all'impero o albi glie coloniste sono fedeli all'impe: sua politica. Lo dico la loro provenienza: 1605 vengono dall'Austria e 145 dall'Ungheria : di più 1155 sono cattoliche. Tra questi nuovi elementi slavi e i serbi indigeni c'è dunque una profonda divisione re ligiosa che impedisce ogni possibile assimi- laziono nazionale. I polacchi e gli zechi so- no cattolici: i ruteni — che non sono altri che piccoli russi ribattezzati dalla burocra- zia austriaca — per quanto di religione greca orientale, riconoscono il Papa e accettano la giurisdizione della Chiesa cattolica. Di più tutte queste colonie si localizzano in centri ben precisi, senza alcun contatto con l'elemento indigeno. La loro zona di espansione, che occupa tutto ò solamente l'estremo lembo settentrionale della Bosnia, a destra della Sava, rivela un programma sistematico di penetrazione. Le coionio a- vànzano in linea retta, organizzate come lc file di un esercito d'invasione. Guardate un istante la carta geografica della Bosnia e ne avrete chiara l'impressione. Le loro salde trincee si stendono dalla vallo del Vrbas — tra Banjaluka e Gradiska — a Bielina e Ruzla. I ruteni si sono attendati presso Priedor e Prujavor: i tedeschi han- no fondato tre veri villaggi assolutamente tedeschi con nomi tedeschi, Windhnrst, Rudolfsthal e Franz-Josef sf chi, nei distretti di Gradiska Bniialul-a. é Bini ria- crii nitri eli uraaisKa, uanjaiuka c iJiolina. gli altri sono disseminati lungo tutto il confine ; indigeno e propagare così la civiltà. Ma per- cue allora stanno tutto raccolte,schierato su col mézzo di qualche suo agente, li- so : ha distribuito semino gratuite, legname per le caso e sussidi: ha ridotto o anche soppresso in lor «W>, co mezzo cu quaic) beri prestiti senza intcres: ™ ~ ° ancno soppr favore le imposte: ha erotto scuole, chiese £ f w^^ìTo^X ÌTT tedeschi, fra tutti hanno pm conosciuto queste generosità. I loro villaggi sono dei maravighosi microcosmi indipendenti, for- niti di tutti ì loro organi, come eserciti av • ■• „ 0 ° , ,. , ... viali alla guerra. Sono stati favoriti ecce «analmente da Vienna ^^r""™ W 11 villaggio di Rudolfshal conta 430 abi- tanfci. di cui 369 cattolici e 32 evangelisti, tedeschi: ha una chiesa cattolica, una evarjeensta cnGr 30 fPdelil una scuo- -■ te da Vienna, e, mi dice qualche •maro, anche dalla Prussia. Lo di- solo esempio che scelgo fra cento, io di Rudolfshal noTita 430 uhi- "'ZZ.rr'*^'^" v'v "TÌ* ""Y"""" o-1" P«*>»°»»t? ufficio .postale e- teleara- J|«0:j» V}U*Z810 eh Recavitza conta 1713 a- bibanti, tutti serbi ortodossi: e non ha chic- sa> n'! scuola, nò ufficio postale e telegrafico, Qualcuno potrebbe con ragione osservare che i contadini serbi non sono ancora prò- penetrato in Bosnia elio rappresenta za^ positiva e il pericolo delle sue coionio, C'è ora impegnata una grandiosa partita tragica fra la vecchia e la nuova- razza, che ba per posta la salvezza o la morto del po P°l° serbo in Bosnia. Questo vecchio popo lo, che ha così tenacemente resistito e vis sllfco contro le scimitarre turche per cinque cento anni, sarà ancora così forte contro lo nuove schiere disciplinate che vengono dal ^or'l con le vanghe e gli aratri, con i libri 0 1° ferrovie ? Tutto il problema semplice' 0 terribile per i serbi e qui. Questa prima avanguardia del Nord coltiva bene la terra, ha strumenti perfetti, produce come in fcu- ropa ed è istruita, sana, ben nutrita o ve- stita: sa-ciò che deve fare. Può essere meuo intelligente e forse anche meno dotata di virtù naturali dell'elemento slavo: non ha t»ca» laboriosissima, meno facile alle tenta» il ci.o cr^i^u^ a; ^^^;„ ì e fir.1,«;nPJ,^i ? stia romantica fantasia vagabonda: ma e assidua, mete- zioni e ai vizi. Ed ogjri si va appunto in-!nanzi con questo spirito tranquillo di la- voro, senza voli, ma senza stanchezze. E' passato anche in Bosnia il tempo delle cari-! zolli. quando si poteva vincere solo cantan- do, porche si disputava il proprio destino a colpi di fucile su per le roccie nude e la canzono dava il coraggio e la fede. Di fronte ■ agli slavi oggi ci sono intedeschi e le razze I educate da essi. Il contadino tedesco lavora , molto, risparmia e beve solo per darsi forza I mentre lavora. Lo slavo sogna, si stanca I presto, sciupa e bove f.no a impazzire quan- do non lavora: ma nei tempi di fatica si nutre di pane e acqua. Il contadino tedesco frequenta paziente la scuola di cultura e di agricoltura, e poi torna silenziosamente al suo lavoro di campagna: lo slavo è analfa- het,.n h*rWn ZTl "ì " a">"Ui' beta.-e barbaro, non ha educazione, ma se lla fiequcntato una scuola sdegna la sua ca- sa, ancia ad ascendere e allora muore di famc e si perde. Sono queste le diverse forzo impegnato nel gran duello di civiltà che si combatto os;gi in Bosnia e ci dicono che . . • ^'rtl Hllu i Ma ci dicono anche tutto l'immenso pàti».' colo del nuovo esercito che sta dietro le suo prime piccole avanguardie e si prepara a invadere la Bosnia. Le colonie agricole, già penetrate nella zona serba, sono finora mi- nuscolc e poche e non hanno potuto avere «nazione decisiva per una vera trasforma- aono sociale. Ma esse annunziano una tea- denza certa: il loro pericolo non e nel pas- sato, ma noli avvenire. I nuovi tempi sono per esso. Chi studia un poco attentamente 1° vicende e gli elementi della nuova Bosnia KOeìn.lp.. 11110 VOflf>rO phinvn n A flllmìnnn « Dà .quando l'Austria ò entrata in Bosnia, l'elemento mussulmano ha cominciato ad e- sociale, può vedere chiaro a che fulminea e gigantesca espansione esse sono destinate, migrare. E' stato un lentissimo, inavverti to abbandono delle terre occupato dagli in fedeli: ma continuo. Dal 1883 al 1905 han no disertato la Bosnia 30,434 mussulmani e 2132 ortodossi: solo 21 cattolici. Ma mie sta emigrazione mussulmana crescerà indub biamento, con rapidità progressiva, ogsi che tutto ò deciso a" che un sovrano infedele stende la sua corona sui 'paesi conquistati Ar,\ 1?» l'^t- 1_ _ m massa. Si sono già viste partire, in questi «Itimi mesi, compagnie di intere famiglie: fino a cento persone. Il Governo turco aiuta ancora questa emigrazione e no fa propa- panda, sognando di richiamare tutti i mas- sulmani bosniaci per popolare l'Yemen e guernire di fedeli le sue insicure frontiere verso la Bulgaria e la Grecia. Il Governo austriaco figura di non favorirla, ma siste impassibile, perchè nella convonzi austro-turca si è obbligato di lasciar tre governo ■ 'enzioro :iar tro anni di tempo ai mussulmani per abbando-1 nai-e. se voghouo, le nuove provincia con- quistate. Così i mussulmani sembrano do- j stillati a ritirarsi sempre più dalla Bosnia-' Erzegovina. Ma i mussulmani rappresenta-1 una stossa risultante: si preparano nella po poi azione profondi vuoti da colmare e in finito disleso di terre libere da acquistare, La conclusione è chiara. Verranno i coloni del Nord a popolare i villaggi abbandonati e l'esercito di capitalisti tedeschi e unghe resi, che attende già impaziente, si rove scicrà sul nuovo campo aperto alla sua con quista. In Ungheria so già perfino creata una Società, Tcmesrar, dove c'è pure na scosto l'artiglio del Governo, per colonizzare la Bosnia. E' fatale. La popolazione indigena serba, raccolta quasi tutta nelle classi servili della campagna, è troppo povera per poter sue- ced chi cedere spontaneamente ai posti dei suoi vec- signori. Nel paese non ce denaro. Sa- rebbe una buona occasione per favorire i contadini nel riscatto delle loro terre ma questo significherebbe anche rannerare e rinforrnr/TiÓ JzXi, \ r rlSonerare c rinforzare la vecchia muraglia sorba contro scili che guardano tanto lontano. La proprietà abbandonate dai mussulmani emi- grati: le dividerà, come una C dei loro dabili, in silenzio, da se sacri diritti. S'imporranno formiVirginio Gayda. ctc

Persone citate: Bini, Franz-josef